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Rixx
PartecipanteCi provo io…
A) “E’ risaputo che lo odiava profondamente” … cosa?! E’ risaputo solo nella tua testa!! 🙂 Kurt non ha mai detto di odiare Chad,anzi come persona gli piaceva e non a caso è stato l’unico dei tanti batteristi da cui andarono personalmente per annunciargli le dimissioni (anche se in quel caso fu Krist a parlare,Kurt stette muto).
B) Lo sai benissimo,hai già letto fior fior di biografie,dai…. 🙂
C) Idem,ormai sia Endino sia Vig ne hanno già parlato in tutte le salse,comprati Entertain Us di Gillian Gaar e troverai tutte le risposte. Ma sono tutte cose che già sai benissimo.
D) Era d’accordo con Kurt sulla scelta. Se intendi se disse nulla “pubblicamente” (cioè,tipo,un qualche commento nelle interviste) non saprei. Comunque a Chad gli volevano bene,tanto che un concerto del tour USA di In Utero fu interrotto per più di dieci minuti perchè erano convinti che Chad fosse tra il pubblico e lo avevano invitato a salire sul palco per suonare School. Siccome Chad non era presente,aspettarono un pò finchè non si resero conto che era solo stata una svista.
E) Mai letto nulla del genere a riguardo,e dubito seriamente che Grohl abbia mai detto nulla del genere a riguardo. Cita la fonte o china la testa per la vergogna!!
Rixx
PartecipanteLetto,letto,e mi è pure piaciuto molto!
Rixx
PartecipanteLiturgy – 8/9/2013 15:55
Uhm…
Ma dunque in linea di massima la gente pagava per sentire una band che non avevano mai sentito prima?
In linea di massima sì. Anch’io sono andato a un botto di concerti dove sapevo a malapena chi suonasse. Se poi un gruppo ti piace continui a seguirlo. Ma devi anche tener conto quello che ho spiegato prima: per una data in un paese sperduto ce n’erano altre poste in città (Amsterdam,Londra,Berlino,Roma ecc) dove la gente aveva certamente più possibilità di essere informata sulla scena musicale indipendente,e quindi sapevano chi andavano a vedere.
Al Cafè Pi c’erano 7 persone,ma (per esempio) alla School of Oriental and African Studies di Londra fu un pienone col pubblico super-entusiasta,al punto che la richiesta di bis fu talmente esagitata che Kurt dovette tagliare corto dicendo “Scusate,abbiamo finito le canzoni” (cosa non vera,ma vabbè,amen).
Guarda quest’immagine: ti pare vuota la sala? (Tanto per farti capire che tra Londra e un paesino austriaco può esserci giusto una certa differenza…)
http://nirvanaguide.com/images/1989/102789.11.jpg
P.s. Ci dev’essere qualche problema col forum,se clicco sulla icona delle immagini non succede assolutamente niente. Se clicco “Usa editor di base” esce una finestra che dice qualcosa a proposito di Safari…Il problema è che io sto usando un pc,non un Mac!!
Rixx
PartecipanteLiturgy – 8/9/2013 12:50
Comunque a loro non cambiava se c’erano 5 o 200 spettatori, giusto?
Visto che gli spettatori non pagavano il biglietto ed era il locale che li pagava era uguale presumo…
Beh su questo non ne sarei sicurissimo. Le due date in italia,per esempio,non erano mica a ingresso gratuito. Credo che nessuna data del tour lo fosse. Anzi,se fosse stata gratuita anche la data al Cafè Pig non è escludibile che si sarebbe riempito di più…
Rixx
PartecipanteAdesso come a fine ’80 c’erano un sacco di band sconosciute che avevano fuori un album. Ovvio poi che il pubblico londinese,o di New York,o di Roma fosse al corrente della Sub Pop ecc e andava a questi concerti già conoscendo in minima parte le band. Ma in un piccolo paese disperso tra i monti in Austria non ci si può aspettare,soprattutto in era pre-internet,che ci fosse un pubblico attento alle novità e disposto a tutto pur di non perdersi un concerto. Da ‘sto punto di vista,ai Nirvana andò decisamente meglio quando si esibirono a Linz. Ma anche lì,nonostante la fortunata presenza di ben due videocamere a riprendere il concerto,non si può certo dire che fosse stato un successone: era pur sempre una saletta riempita da una trentina di persone… cinquanta a esagerare. Quelli erano ancora gli esordi di una band e lo stesso tour europeo,da quel che mi è stato detto,non era improntato per fare soldi (cosa impossibile) . Era un tour promozionale per farsi conoscere dal pubblico europeo e a parte poche tappe fondamentali il cachet era ridotto al minimo. Spesso e volentieri i pochi soldi venivano reinvestiti nella benza e tutto quello che ottenevano le band era cibo,birra e una sistemazione per la notte. Se ci pensi bene,mantenere 12 persone in questo modo è comunque una bella spesa per un piccolo locale,perchè deve dare da mangiare e bere a tutta quella gente. E se i 7 spettatori al Cafè Pig non hanno consumato per 14 è praticamente ovvio che il locale ci rimise. Ma sono cose che capitano.
Rixx
PartecipanteAttendibilissimo. Mica per niente i due fondatori sono citati spesso e volentieri in vari progetti legati ai Nirvana (WTLO incluso). Io stesso ho contribuito più volte. Il pacco è che ormai lo aggiornano una volta ogni due anni.
E’ perfettamente normale che capiti una serata vuota in un tour promozionale di due band praticamente sconosciute. Il Cafè Pi,da quel che ho capito,è veramente un posto in culo ai lupi,praticamente una specie di bar in mezzo al nulla.A volte piazzare date in posti sconosciuti serve giusto come tappa per raggiungere due mete lontane.Se il concerto va bene,meglio ancora.Se va male,amen:l’importante è fermarsi,riempire lo stomaco,dormire e ripartire il giorno dopo.
Se ci pensi gli stessi esordi dei Nirvana a Seattle,quando non li conosceva nessuno,erano ancora più scarsi: pare che al primissimo concerto ci fossero TRE persone!!
Rixx
PartecipanteLiturgy – 7/9/2013 17:29
Leggermente “off topic” ma….
Il concerto a Budapest nell’89 è mai avvenuto?
http://www.urbanlegends.hu/wp-content/nirvana_budapest_pecsa_elott.jpg
Questa foto è stata realmente scattata lì?
Sì e sì. Ma non si sa praticamente nulla del concerto. Fu organizzato in un club heavy metal e nessuno sapeva assolutamente nulla di TAD e Nirvana. Sapevano solo che erano due band americane. Il pubblico non era abituato a due band che suonavano la stessa sera e quando i TAD finirono il set il promoter dovette salire sul palco per fermare la gente che stava già uscendo,convinta che lo spettacolo fosse già concluso. I Nirvana suonarono senza energia e scesero dal palco dopo soli 35 minuti. Non esistono foto nè registrazioni . L’unica foto circolata (quella nel link) proviene dalla collezione di Krist.
Rixx
PartecipanteMi ero già espresso molte altre volte. Considerando che la vicenda Cobain è solo lo spunto da cui è tratto il film,direi che si lascia guardare. La pellicola è’ coerente con la trilogia di morte Van Santiana (difatti nè è l’ultimo,ideale capitolo) e i suoi schemi: lenta,soporifera,stralunata. Normale che qualcuno possa averla trovata noiosa.
Di certo non mi aspettavo di trovarci chissà quale verità o anedotto sulla vita (e morte) di Kurt: sapevo già dall’inizio che non sarebbe stato un vero e proprio film su di lui,ma su Blake (il vero protagonista). Ci sono delle similitudini piuttosto ovvie,ma la cosa si ferma qui. Non è nato come un film pensato subito su Cobain; come molto spesso accade,l’idea di utilizzare il suo riferimento è venuta in un momento successivo. L’idea di partenza di Van Sant era solamente quella di trovare una storia coerente con le sue due precedenti pellicole.
Non un capolavoro,ma un buon film,che in qualche modo ha lasciato il segno. Meritevoli gli extra del dvd.Rixx
PartecipanteNon sono d’accordo con quanto dice 1987-1994. O almeno,sono solo d’accordo in parte.
E’ vero sì che Cobain Inedito è scritto dallo stesso autore di Heavier Than Heaven,è lì Cross aveva romanzato alcuni particolari. Però,come lui stesso fa notare nell’intervista contenuta sul cd all’interno del libro,quella biografia non era affatto ufficiale. Però ha avuto contributi preziosi da molte fonti di prima mano,come Krist Novoselic e Courtney Love. E inoltre è basata sui diari di Kurt. E se si confronta quanto riportato da Cross con quanto pubblicato poi sui Diari,le sorgenti sono esattamente le stesse. Cross ha dato un’interpretazione degli scritti di Kurt,che può essere condivisibile o meno,ma che per certi versi non è possibile ignorare.
Kurt ha veramente scritto cose terribili contro Olympia,la città che amava,contro Calvin,contro l’intero apparato indipendente. Perchè lo abbia fatto,e se lo pensasse veramente,sono cose che poteva sapere unicamente Cobain,ma sta di fatto che le ha scritte,e Cross non ha fatto altro che renderle pubbliche. Rendendo pubblici i pensieri privati di un artista amato,e che i fan avevano dipinto come una persona umile,sensibile e ampiamente legata al mondo indipendente,Cross si è tirato contro le maledizioni di tutti. Alcuni non riuscirono a credere che Kurt possa aver veramente scritto questo,o che possa aver veramente tentato di abusare di una ragazza con problemi mentali quand’erano adolescenti,o che possa aver fatto e detto una serie di cazzate che contraddicevano tutta l’immagine pubblica che lui aveva costruito attorno a sè. Tutto questo fa molto più male di una qualche semplice drammatizzazione fantasiosa di certi eventi,su cui Cross può aver calcato la mano (vedi ad esempio il capitolo sull’ultimo giorno di Kurt,o sulla sua overdose la notte dopo aver suonato a Saturday Night Live). Ma il fatto è che,pur essendoci sviste o esagerazioni,il lavoro svolto su Heavier Than Heaven è stato comunque il primo a fornire uno sguardo dettagliato sulla vita privata di Kurt Cobain,sui suoi dolori,sulle sue decisioni,sulla sua inaudita dipendenza alla robba. Tutto questo fa male,io stesso ricordo di esserne rimasto molto colpito.Undici anni fa,quando prestai la biografia a un caro amico,rimasi sbigottito quando me la riconsegnò dicendomi che non era riuscito ad arrivare alla fine,da tanto si sentiva male nel leggerla.
Penso quindi che il vero problema di quel libro sia questo: più che per qualche ricostruzione fantasiosa degli eventi,Cross ha mostrato una buona parte di verità su Kurt che la gente non avrebbe mai voluto leggere.Cobain Inedito ha invece il pregio di essere più un libro fotografico : se Heavier Than Heaven poteva appoggiarsi principalmente sui diari di Kurt e gli interventi di Courtney e Krist,Cobain Inedito è basato sulla visita di Cross nel bunker segreto dove sono custoditi tutti gli oggetti personali di Kurt. Cross ha così avuto modo di poter investigare ulteriormente sulla sua vita,ricavandone una versione aggiornata della biografia (con qualche nuovo aneddoto) ma allo stesso tempo più stringata.
C’è meno testo in questo libro,che lascia invece la maggiorparte dello spazio alle fotografie. Cross ha voluto svelare il lato artistico e “bohemmien” di Kurt,mostrandoci i suoi dipinti,le sue collezioni di ciarpame,la sua eredità terrena,le sue foto mai pubblicate prima. Cobain Inedito vale la pena per questo,perchè è un libro da vedere più che da leggere.
Secondo me non sarai per nulla delusa.Rixx
PartecipanteLa cosa assurda è che di recente è uscita una nuova edizione aggiornata di “Tutte le registrazioni” (solo in INGLESE però!!) . Non ho avuto occasione di sfogliarla ma ho letto commenti a riguardo e a quanto pare gli errori non sono stati corretti… Anzi è probabile che ne siano stati aggiunti altri.
“Dark Silvers” di Nick Soulsby (che qualche tempo fa si era pure iscritto qui!!) è un altro buonissimo libro in lingua originale da recuperare. (Cerca il thread!)
Rixx
PartecipanteLiturgy – 6/9/2013 18:05
I diari comunque li prenderei esclusivamente in Inglese.
Li ho letti anche in Italiano e sinceramente rendono ben poco. Tante cose non si possono proprio tradurre, tantissime sfumature vanno perse e tante cose sono tradotte da cani.
E’ vero che è così per TUTTI i libri tradotti in lingua diversa da quella originale, però in particolare i diari suoi perchè sono ricchissimi di frasi costruite alla Cobain che molto spesso sono intraducibili.
C’è da dire che la grafia di Kurt è abbastanza comprensibile,quindi se proprio si volesse leggere il testo in inglese basterebbe osservare le riproduzioni delle pagine originali.
La traduzione italiana secondo me è curata e merita. Quello che fa perdere molti punti alla nostra edizione,più che altro,sono le note a fine capitolo,e lì salta fuori di tutto,erroracci grossolani dovuti al fatto che il traduttore fa il suo lavoro con le competenze di un traduttore,non di un fan. E così,un semplice accenno a Calvin (Johnson) viene scambiato per Calvin (Klein) . Come dire,due mondi completamente all’opposto. ico05
A parte questo,secondo me l’edizione italiana merita.@ Leonora: l’altro libro che ti dicevo è Everybody Loves Our Town: an horal history about Grunge.
Un libro scritto esattamente come Grunge Is Dead,ma che ha il pregio di essere stato pubblicato due anni dopo. Quindi,contiene un botto di aneddoti e informazioni in più. Entrambi sono due bei mattoncioni da 600 pagine circa. Ma “Everybody…” esiste solo in inglese,e temo che non verrà mai tradotto in italiano.
Rixx
PartecipanteI Diari vanno presi per quello che sono: una selezione degli scritti che Kurt accumulò nel corso della sua vita. Cose personali che forse era meglio non rendere pubbliche , anche perchè è comunque difficile scindere cosa è realmente sincero e cosa no. D’altronde quelli non erano veri e propri “diari”,era un flusso di coscienza che comprendeva di tutto:appunti,note,idee per i progetti legati ai Nirvana,testi di canzoni,considerazioni personali,semplici racconti,baggianate,riflessioni,bozze di lettere mai spedite. Un pò sono utili per tracciare parte della storia di Kurt e dei Nirvana (cosa che infatti Charles Cross ha provato a fare per primo,basandosi appunto sulla lettura di quei taccuini) , un pò vanno presi per interpretazione . Perchè non sono convinto che tutto quanto scritto rappresentasse per forza di cose la verità . Kurt stesso era famoso per spararle grosse e tendere alle esagerazioni , non mi stupirei se lui stesso non facesse altro che amplificare quanto sentiva anche nei suoi stessi scritti. Una lettura difficile , intrigante sicuramente ma non fondamentale . Nel senso: se dovessi intraprendere un percorso “letterario” nirvaniano,i Diari sarebbe l’ultimo libro che leggerei. Un compendio a tutto.
Rixx
PartecipanteAvranno dovuto passare per il suo assenso,ok,ma non è stata lei a proporli,è questo ciò che intendevo. Ovvio poi che quando capita di dover intervistare qualcuno di Tunnel a proposito dei Nirvana vadano a cercare lei e non qualcuno dello staff, è comprensibile,in fondo lei ci ha messo la faccia. Ma penso che la Dandini sia la prima ad ammettere di non esser stata colei che li volle assolutamente nel programma. Erano semplicemente la band rock di punta del periodo ed erano in tour in Italia. 1+1. Fossero passati gli U2,avrebbero chiamato Bono & co.
Rixx
PartecipanteLo so,Libero,però la speranza era che il master di quella session fosse stato finalmente ritrovato. Dall’intervista pare di capire che no,non è stato ritrovato e quindi il rischio di un mix sbilanciato come quello in circolazione (voce quasi completamente seppellita dagli strumenti) mi atterrisce alquanto.Anche perchè la domanda che mi pongo è: quando cacchio ha fatto un altro mix,il buon Craig? Da quel che diceva lui mixarono tutto velocemente il primo giorno,poi lui diede i master alla band e non li ha più visti da allora. (Poi la band li spedì a Andy Wallace per rimixare EIHY e Aneurysm,e da quel momento il master è scomparso definitivamente). Per questo non mi spiego come possa esserci una differenza di suono,dal poco che si sente nel broadcast radiofonico.
Ci sono già fin troppe strumentali in questa release,almeno i demo provvisti di traccia vocale gradirei che siano ascoltabili in tutto e per tutto…
Aspettiamo. Ormai manca poco.Rixx
PartecipanteCredo abbiano “riciclato” quei vecchi filmati del pubblico per dare più credibilità al video,per farlo sembrare più “anni 60” possibile.
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