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20 Giugno 2015 alle 12:52 #41725RixxPartecipante
Un paio di giorni fa ho rivisto il film,cercando di valutarlo tenendo a mente le recenti dichiarazioni di Buzz Osbourne (e mille altre dichiarazioni in generale).
Anzitutto,ribadisco quanto avevo già espresso in precedenza: per quanto riguarda l’apparato visivo,MOH centra in pieno il target. Se l’obiettivo del regista è stato quello di mettere in scena l’arte caotica di Kurt Cobain attraverso le sue creazioni,non sarebbe stato possibile fare di meglio. I disegni e disegnetti realizzati fin dalla tenera età,gli allucinanti super 8 filmati da adolescente (a proposito: rendono molto meglio sullo schermo televisivo che al cinema. Kurt aveva l’abitudine di avvicinare l’obbiettivo al soggetto fino al fuori fuoco,rendendo poco comprensibili certe sequenze sul grande schermo.Ma in tv è tutto molto più chiaro) , la lista infinita di nomi assurdi per la band , i quadri , le bambole . I demo casalinghi (e qui purtroppo devo ammettere che si è toccato il fondo del barile: brilla solo la cover dei Beatles,il resto è potenzialmente scadente) .Il video della sua canzone più famosa (Teen Spirit) ,destrutturato e ricostruito con gli scarti di pellicola non utilizzati nel cut ufficiale. Morgen ha poi avuto il buon gusto di andare a cercare quello che non era mai stato mostrato prima (cioè altri scarti,tipo la scenetta in cui i Nirvana devono presentare un video per un programma televisivo e Krist rovina tutto con una battuta) e proporcelo in una chiave di lettura differente. Al posto di pescare materiale fin troppo noto (tipo la solita introduzione di Kurt al programma The Word) Brett ha avuto la bella idea di cercare gli scarti di filmato da varie fonti (reti tv,amatoriali,archivio della band e altro) e presentarceli “al contrario”,sovvertiti,rigirati. Ha fatto in modo che una brutta take (tipo Kurt che si addormenta – o finge di addormentarsi- di fronte alla telecamera durante un’intervista) ,messa in un certo contesto,venisse rivalutata e risultasse bella. E questo è geniale.
Ma tutto il film si basa su questa intuizione: trasformare in bello tutto lo “scarto”, la merda, l’HECK insomma. La gran parte dello stesso materiale privato di Kurt mostrato nel film è per certi versi uno scarto: mai reso noto quand’egli era in vita e oggi comunque improponibile,a meno che non lo si voglia inserire in un contesto del genere,dove il “brutto” (come certi disegni,o certi filmini,o certi demo la cui semplicità e rozzezza raggiungono livelli parossistici) viene sovvertito in piacevole. Forse disturbante,ma piacevole al tempo stesso. Un pò come la musica dei Nirvana quando decidevano di alzare il volume. Il contrasto e il conflitto,che è poi l’elemento chiave della natura di Kurt e della sua arte,viene qui ritratto alla perfezione.E su questo,tanto di cappello.
Anche se rimango dell’idea che il comparto audio sarebbe potuto essere curato meglio: il suono è troppo compresso,il volume troppo alto. I filmati dal vivo soffrono troppo di questa compressione. La sequenza (già presente nel dvd di WTLO) dei Nirvana agli esordi che provano sopra il salone di bellezza della madre di Krist ha un audio plagiato dalla compressione e la resa ne risente,sembra un mp3 encodato alla peggio. Anche certe sequenze di concerti,soprattutto quelle amatoriali,fanno sanguinare le orecchie. Il mix delle sequenze è superlativo (ad esempio il video di Serve the Servants,con tutte quegli spezzoni differenti montati in successione,è montato a regola d’arte) ma la resa audio ne risente.
Veniamo quindi alle considerazioni di Buzz sulla storia come ha voluto raccontarla Kurt (e come ha voluto riproporre Morgen).
Buzz dice che sequenze come quelle della ciulata con la ritardona sono pura finzione al 100%.
Morgen,tra le tante interviste rilasciate durante la promozione del film,ha detto che quando si trattava di scegliere l’audio da animare ha voluto soffermarsi sulle registrazioni a sua disposizione in cui la voce di Kurt suonasse più onesta possibile. Secondo lui il tono della voce di Kurt nelle interviste suona più prudente,come se sapesse perfettamente quello che voleva dire,mentre ha trovato che le sue registrazioni casalinghe (quelle in cui leggeva passi dai suoi diari) fossero più intime e di conseguenza più veritiere.
La mia impressione invece è totalmente opposta. Riguardatevi la sequenza della tardona e del treno. Ascoltate il tono di voce di Kurt. E’ fin troppo sicuro di sè. Non sta sfogando un suo pensiero intimo davanti a un microfono. Sta letteralmente RECITANDO,seguendo quanto aveva già scritto sul diario. E’ fin troppo conscio di quanto stia dicendo,esagerando i dettagli come suo solito. Sembra una storia costruita e molto probabilmente è così. Perché l’impressione che ho io su Kurt è che lui fosse effettivamente sincero,ma con la tendenza all’esagerazione. Sapendo bene che nel rock una storia può essere migliore del banale vissuto quotidiano,egli preferì costruire i suoi stessi miti,anche solo per sé stesso (difatti quella storiaccia della ritardata non è mai venuta fuori se non anni e anni dopo,grazie alla biografia di Charles Cross che aveva potuto leggere i diari in esclusiva anteprima).
Di quei primi nastri della sua adolescenza,l’unico con un tono veramente sincero è quello in cui intervista Buzz per via telefonica. Gli altri sono finzione,una messa in scena. Privata,ma pur sempre finta. Quand’eravate ragazzini non avete mai provato a registrarvi e a riascoltarvi? Avevo un sacco di cassette con le cazzatine che mi piaceva raccontare al registratore (solo a lui). Kurt ha fatto lo stesso,solamente che lui l’ha fatto meglio. Avrebbe potuto essere un buon attore,decisamente. Era un’altra delle caratteristiche del suo talento.
Gli spezzoni tratti dalle interviste invece mi sono sembrati assai più sinceri. Il suo tono di voce è differente,più rilassato. Come diceva lui “cripticamente onesto”. Alla domanda (penso di David Fricke,la voce mi pare la sua) riguardo il futuro e alla possibile disperazione che traspare da un pezzo come I Hate Myself and Want To Die,Kurt replica con “uhm…” e non va oltre. Anche tutte le domande sul suo futuro prossimo,sulla sua carriera,sul rapporto di essa con la famiglia e il fatto di avere una bambina che in qualche modo dipendesse dal suo stesso successo rappresentano un ostacolo insormontabile per Kurt,non sa come rispondere,forse perché lui stesso non vedeva alcun futuro. Ma appare molto più sincero rispondendo “Non lo so,la cosa mi fa anche un pò paura” piuttosto che replicare con una frase di circostanza che apparisse forzata. A mio parere quindi Kurt era molto più sincero nelle interviste che negli spoken word privati che Morgen ha pensato di mettere in scena in animazione. Da questo punto di vista ha ragione Buzz: è stato alimentato un’altra volta il mito,la leggenda. Tutto questo ha certamente favorito il documentario,che in quanto “film” deve necessariamente mantenere quell’aspetto di finzione.
E a proposito di finzione in funzione alla riuscita di un film,basta vedersi i 5 minuti di intervista a Don Cobain presenti negli extra (5 minuti integrali,senza tagli nè censure) per capire quanto anche queste parti siano apparentemente “pilotate” dal montaggio per permettere una fruizione drammatica della vicenda.
Nel film Don non dice quasi una parola,sembra turbato,fuori posto,impossibilitato ad esprimersi,come se non volesse o non potesse trovare le parole. Amareggiato. Tanto che lascerà parlare quasi sempre la seconda moglie,sicuramente disposta ad assaporare il suo minuto di celebrità quando nessuno,a parte Cross,le aveva mai chiesto qualcosa prima di quel momento.
Poi però guardi l’extra e ti rendi conto che è tutta una finzione,perchè Don parla e parla ECCOME. Ed è pure a suo agio,in quei primi 5 minuti non tagliati racconta già moltissimo,con una tranquillità invidiabile e senza nessuna tristezza. Addirittura accena a un mezzo sorriso più volte quando ripensa ai momenti in cui si trovava bene con Kurt. Ma il discorso di base è che il figlio era intrattabile e loro non sapevano come fare per calmarlo. Don aveva promesso a Kurt che non si sarebbe risposato e quando non mantenne la parola Kurt lo prese come un affronto che doveva combattere con tutti i modi. Un ragazzo che non ascolta,che non fa niente,che litiga coi fratellastri,che guasta l’apparente felicità casalinga perché si sente escluso e a sua volta si esclude. Don scarica su di lui la sua responsabilità. Noi ci abbiamo provato ma lui non ne voleva sapere. Punto. Mani lavate e coscienza pulita,rimandiamolo dalla madre. Ma tutto questo nel film non c’è,e se c’è lo dice Jenny,la seconda moglie di Don. Eppure lui lo aveva detto.Alla luce di questo – e contando che non ho ancora preso il libro con tutte le trascrizioni integrali- è un pò difficile dare pieno credito a tutte le interviste. Troppo pochi i coinvolti. Cavolo,su SOAKED IN BLEACH ci sono molte più interviste a gente che Kurt lo conosceva dai tempi di Aberdeen (Ryan Agner,il professore Lamont Shillinger,il batterista Aaron Burckhard e altri amici non noti) ,non è un contro senso? Se si voleva dare una versione vicina alla realtà – e non al mito costruito da Kurt,o dalle ripicche che si scambiano i genitori o dalle elucubrazioni di quella rimastona (cit. ) di Courtney , non era meglio far parlare chi lo conosceva da vicino?
Alla fine gli unici tre che si salvano solo la sorella,Krist (lui sì che sembra amareggiato) e Tracy (che ha il difetto di aver ormai preso le sembianze di un pianeta dotato di una sua orbita personale…sigh!!) .Quanto agli spezzoni casalinghi con Courtney e Frances è vero,a volte è stato mostrato fin troppo. Ma reputo che quell’estremismo avesse il suo senso. Brett Morgen in questo è stato onesto: ci ha fatto vedere la vita di due rockstar milionarie,solitarie e perse nel loro mondo di fattonismo assoluto. Per dire,non riesco a immaginarmi un solo giorno in uno di quegli appartamenti in cui non sia stata consumata droga pesante. I due erano tossici persi e Morgen ce li ha fatti vedere. E’ distubante,scioccante,immorale (alla faccia di Courtney,che Kurt sosteneva -nelle note di Incesticide- essere una rappresentante assoluta di onestà,etica e moralità. Sì,nella sua immaginazione forse,ma non mi stupisce che gli assistenti sociali la pensassero diversamente.
Comunque anche questo aspetto ha fatto parte della sua vita ed è giusto che sia stato sviscerato. Quelle immagini sono molto più sincere -e a volte anche piuttosto divertenti- di qualsiasi spoken word casalingo di Kurt. Che possano suscitare l’ira del “toccato il fondo con cose che dovevano restare private” è compresibile. Ma escluderle avrebbe significato dover ricorrere a metodi più convenzionali per raccontare la storia,e non credo che quella fosse l’intenzione del regista.Per concludere: Buzz ha in parte ragione (probabilmente anche sulla questione del mal di stomaco) ,ma in parte no. Perché non è vero che il 90% del film,come asserisce lui,è composto da cazzate. Ma allo stesso tempo ha ragione,perché l’intervista di Don negli extra prova come qualcosa girato con sincerità possa venir poi essere smontato e rimontato a vantaggio del film e non della persona che racconta la sua versione. E questo aspetto può essere applicato a tutto il documentario e su tutto il materiale,dato che Morgen ha dichiarato di non voler essere stato completamente aderente alla cronologia. Ed è proprio così,chiunque conosca un pò il lascito cobainiano (i diari ecc) sa l’ordine cronologico e sa che qui in larga parte non è stato rispettato. Questo perché tutto doveva avere una coerenza alla logica del film più che al raccontare nel dettaglio una storia di per sè complicata. Non sono bastati 132 minuti (che già son tantissimi) ,figuriamoci doverlo fare in altri modi…
28 Giugno 2015 alle 14:32 #41726RixxPartecipanteDunque,ieri approfittando di un giretto a Milano ho fatto shopping e preso il libro dedicato a Montage of Heck. (Tra l’altro,cosa simpatica,l’unica copia era esposta assieme agli album e mentre la prendevo dallo scaffale una ragazzina assieme all’amica le stava dicendo: “Aspetta che fotografo Bleach” col cellulare. E io : “Brava,fai la foto a Bleach!” Sono davvero felice che il lascito dei Nirvana continui a venire propagato alle nuove generazioni!!) .
Il libro incorpora tutte le trascrizioni delle interviste,e se la visione del film può lasciare dubbi su questioni apparentemente poco trattate,leggendo il libro tutto assume una prospettiva parecchio differente. E’ davvero necessario procurarselo se si vuole davvero comprendere le sfaccettature di Kurt che i 132 minuti del film non sono stati in grado di approfondire.
Nel libro tutti gli intervistati dicono molto di più,parlando anche di aneddoti non citati nel film,sia sull’infanzia che nell’adolescenza fino a al successo e anche la velocissima spirale di eventi distruttivi che lo hanno portato ad uccidersi. E ancora una volta,appena finito di leggerlo,ho compreso che in fondo Morgen aveva ragione,che i genitori avevano ragione ,che Courtney – al di là di tutte le sue stranezze e manie – aveva ragione. Alla fine non è stato forse lo stesso Kurt ad ammetterlo? “I’ll take all the blame”,cantava. E la colpa di tutto era sua. Nel film non si sente la madre parlare di intelloranza al lattosio (tra l’altro era una teoria elaborata anche su una fanzine che mi ero procurato anni fa) ,ma nel libro questo aneddoto c’è. E lei dice chiaramente che Kurt lo sapeva benissimo,ma se ne fregava e continuava a mangiare chili di gelato. A ‘sto punto l’eroina -come diceva Buzz- c’entra poco,perché un problema pregresso era già esistente e Kurt non ha fatto altro che peggiorarlo,mangiando schifezze ed evitando la verdura.Il problema col lo stomaco,anche se mai del tutto chiarito,c’era e non era solo una conseguenza dell’abuso di eroina.
Anche tutta la questione sulla presunta sincerità di Kurt viene ampiamente trattata,in particolar modo da Wendy,da Kim e da Krist. Ammettono tutti che Kurt era abituato a mentire,a esagerare,a inventare panzane clamorose.
Anche il tema del suicidio non è preso a distanza -come poteva essere nel film- ,anzi viene detto da tutti che i problemi c’erano eccome e in larga parte avevano a che fare con l’abuso di droga. Dopo il coma,Kurt era un morto che cammina,uno che non ci sta più con la testa. C’è stato un episodio,tristissimo e doloroso,che Courtney spiega nel libro ma non viene citato nel film: dopo il ritorno da Roma Kurt aveva in mente solo l’eroina,al punto da buttare letteralmente fuori Frances dalla macchina per poter andare a cercare il suo spacciatore. Quello,secondo Courtney,è stato il punto del non ritorno.
Consiglio a tutti di procurarvi il libro e leggerlo attentamente. Penso sia molto più esauriente del film nel raccontare la vita interiore di Kurt che non riguardi solo le sue pulsioni artistiche.28 Giugno 2015 alle 17:03 #41855LiturgyPartecipanteRixx,
Penso tu dia troppo adito a Courtney. Dai, ha mentito ed esagerato un sacco di volte, come fai a fidarti di quello che dice?
Era una fattona col vizio di mentire spudoratamente….ti posso scrivere almeno un centinaio di cose che ha detto e che si sono rivelate false.
Non capisco come tu possa crederle su certe affermazioni che ha fatto.
28 Giugno 2015 alle 18:32 #418731987-1994PartecipanteConcordo con liturgy.
per me il libro è patetico.29 Giugno 2015 alle 8:52 #41633AndrixPartecipanteIo non mi fido nemmeno di Krist e Grohl se è per questo. Per me stanno tenendo dentro dei segreti clamorosi. Già il fatto che tennero nascosta YKYR per tutti quegli anni non mi è piaciuto.
29 Giugno 2015 alle 10:14 #42053anniePartecipanteIl libro è fatto molto bene, è vero, è molto bello. Ma le interviste…. chissà se ci si può fidare. Il libro segue in fondo lo schema del film= tentato suicidio/suicidio. Ma come sappiamo tutti, a Roma tentato suicidio non fu.
E come la mettiamo con Soaked in Bleach, allora? Tom Grant si è inventato tutte le sue teorie?
Pure lì ci sono documenti su documenti e registrazioni di conversazioni con Courtney ecc. A me pare che il discorso di Grant fili liscio come l’olio 😛29 Giugno 2015 alle 10:21 #42054anniePartecipantePiccolo post: ma voi credete veramente che una star miliardaria come Cobain prendesse la sua macchina e andasse a cercare personalmente il suo spacciatore? Come minimo, aveva decine di persone intorno pronte a fare questo lavoretto per lui. E poi mi sembra di aver capito che come guidatore Kurt non fosse un granché, figuriamoci se si metteva a guidare strafatto o in crisi di astinenza!
29 Giugno 2015 alle 11:07 #41826xeudioPartecipantesi hanno notizie sulla “fantomatica” soundtrack che dovrebbe uscire quest’estate???
29 Giugno 2015 alle 19:48 #41727RixxPartecipanteannie – 29/6/2015 12:21
Piccolo post: ma voi credete veramente che una star miliardaria come Cobain prendesse la sua macchina e andasse a cercare personalmente il suo spacciatore? Come minimo, aveva decine di persone intorno pronte a fare questo lavoretto per lui. E poi mi sembra di aver capito che come guidatore Kurt non fosse un granché, figuriamoci se si metteva a guidare strafatto o in crisi di astinenza!
Io sì,ci credo eccome.Parliamo di un periodo (il post-coma) in cui (A Kurt) non gliene fregava più niente di nessuno.Persino Dylan e Krist si chiesero se l’incidente non gli avesse lasciato qualche rotella fuori posto.Dopo il coma,quello che si sa di Kurt è che si rimpinzò di droga. Non mi pare che abbia cominciato a fare ginnastica o a frequentare buone compagnie,nè tanto meno non risulta che abbia tentato qualsiasi ulteriore forma di disintossicazione.
Grant ha raccolto un sacco di informazioni,ma di prove non c’è ombra alcuna. E molte delle sue ipotesi non reggono comunque. Parla come se conoscesse Kurt,basandosi esclusivamente su quanto gli abbia riferito Dylan (il “miglior amico” tossico…) e qualche dichiarazione letta su interviste, ma la realtà è che non lo ha mai conosciuto,nè tanto meno incontrato.
Può parlare del “caso” ,di Courtney e delle sue mille contraddizioni,ma non è possibile dargli totale credito,nemmeno dopo aver visto il film. Se proprio dovessi dare credito alla teoria dei complotti, allora dico che qualcuno ha voluto Kurt morto DOPO il coma,perchè era preferibile morto che con strascichi cerebrali che non sarebbero mai potuti essere curati.
Ma anche così reggerebbe poco,perché lui stesso doveva esserne perfettamente consapevole. Nessun bisogno di farlo fuori,stava già facendo tutto lui. Se non si fosse sparato quella sera sarebbe comunque crepato di overdose prima o poi.
E questo lo dico in luce a quanto ho già riportato prima: non esistono testimonianze di un Kurt felice e desideroso di pulirsi,nel marzo ’94. Esistono solo testimonianze di un Kurt sempre più spinto nel baratro dalla sua stessa volontà. Di un Kurt letteralmente FUGGITO dal centro di recupero. E Courtney non era nemmeno presente,come la mettiamo? Fece tutto lui,e dubito che lo fece perché dopo soli 2 giorni si fosse già sentito meglio…
QUanto a Courtney,di balle ne ha sparate un mucchio ed è innegabile,ma ha comunque avuto le palle di ammettere di aver “pensato” di tradirlo. Magari lo avrà anche fatto,ma almeno qualcosa lo ha ammesso. E dando credito a Tom Grant,Kurt voleva divorziare DOPO il coma,non prima. Il fantomatico tentativo di suicidio a Roma avvenne per il rifiuto di Courtney. Lui voleva fare l’amore,lei no. Lui aveva telefonato a Cali chiedendole se pensava che lei lo stesse tradendo. Lui “sapeva” o se lo aspettava. Alla fine dei conti la tragedia sta tutta lì. Semplicemente,Kurt poteva sopportare un sacco di cose.Ma le corna,quelle no.
E così si spiega anche la supposta richiesta di divorzio,ammesso che sia mai realmente successa…29 Giugno 2015 alle 20:38 #41856LiturgyPartecipanteRixx,
il divorzio era già stato chiesto il 1 marzo 1994, poco prima del concerto di Monaco. Così disse Rosemary Carroll e se non sbaglio, così disse pure Buzz dei Melvins.
E la cosa del rifiuto è una cazzata messa in giro da Courtney, non ha nessunissima prova e soprattutto, non è mai stata menzionata da Courtney stessa prima di poco tempo fa.
Inoltre, Courtney stessa ha ammesso la richiesta di divorzio, ed è pure registrata….per cui…
29 Giugno 2015 alle 21:03 #41728RixxPartecipanteMa non mi sembra che siano mai spuntati fuori documenti a riguardo… Poi oh,Grant dice di avere prove concrete.Ma non le mostra. Avrà i suoi buoni motivi,ma ciò non toglie che la versione ufficiale quella è e quella rimarrà. Come giustamente dicevi tu,anche se venisse riaperto il caso,non ne ricaverebbero altro che cambiare “suicidio” con “non definito” (o quello che era). Non è che si guadagnerebbe molto…non si arriverebbe comunque alla verità.
La cosa del rifiuto è stata confutata anche da Everett True. Nel suo libro ci sono svariate testimonianze,sia di Cali che di Rene Navarette,e tutte portano alla medesima conclusione. Kurt aveva chiesto a Cali (PRIMA dell’incontro a Roma) se pensava che sua moglie lo tradisse. E Cali preferì dirgli “non lo so” piuttosto che peggiorare ulteriormente le cose.Le cose sono comunque peggiorate.
In ogni modo,continuo a non trovare elementi che dicano che gli eventi del marzo ’94 potessero prendere una svolta positiva. Grant non si è mai chiesto il motivo per cui Kurt scappò dal centro di recupero? Scappò per tornare a Seattle a drogarsi,com’è che questo “insignificante” particolare gli sfugga?Comunque,per le teorie del complotto c’è l’apposito thread,continuare lì,please…
30 Giugno 2015 alle 15:32 #41634AndrixPartecipanteGrohl: «Ero terrorizzato, sono capitato circa a metà documentario. Ho subito pensato che i filmati di lui da bambino mi avrebbero reso triste. E poi è venuto il momento dei momenti più oscuri nella sua vita. Ero sicuro che potesse davvero prendermi male, perciò ho spento e mi sono girato dall’altra parte per dormire. Anche perché dovevo alzarmi alle sei per portare i bambini a scuola».
1 Luglio 2015 alle 5:47 #41616Kurt74Amministratore del forumMassimo Coppola sulla versione italiana di Rolling Stone definisce Montage of Heck “un’esperienza abbastanza intensa”, lodandone la sincerità estrema ma definendo “discutibili le immagini private della coppia e della loro figlioletta” che forse sarebbe stato meglio non mostrare per la loro crudezza.[23] Negativa la recensione di Giona A. Nazzaro su Il manifesto che definisce il tutto un’operazione discutibile, canonica, ed irritante.
1 Luglio 2015 alle 14:12 #42060Marquee MoonPartecipanteMi trovo molto d’accordo sul discorso di Rixx sulla sincerità di Kurt. Anche per me Kurt era abbastanza una persona sincera. Solo amava “infiocchettare” le cose che raccontava e diceva. Aggiungere del sale dove secondo lui mancava per rendere le sue storie interviste o chissà altro più appetibili. Nel racconto della ritardata secondo me si è divertito a scimmiottare i reading di poesia o comunque sia di narrativa di una volta. Essendo stato un fan di William Burroughs mi sembra anche normale. Il film mi è piaciuto molto. Il montaggio è ineccepibile. è veramente un viaggio di andata e ritorno nella testa di Cobain. Anche se tutto sommato non penso che abbia aggiunto qualcosa di davvero nuovo a Kurt Cobain come artista. Mi trovo d’accordo con chi dice che il film sembra fatto per riabilitare la figura di Courtney. Alla fine passa pur sempre più pulita lei che il marito.Poi ci sta anche che lei si faceva di meno oppure no. Ma questa sensazione resta. Ok rendere l’idea del livello di autodistruzione. Ma la scena del taglio dei capelli di Frances mi è sembrato quasi uno “sputtanamento” in piena regola. Poi ognuno ha la sua visione etica. Per finire senza scomodare teorie di complottismo che come è stato detto non è il topic adatto. Ho trovato quanto meno discutibile che le scritte mostrate nei diari alla fine del film(quelle inerenti al suicidio) siano state estrapolate in maniera ambigua o almeno frettolosa dal loro contesto. Molte delle volte Kurt parlava di tutt’altro poche righe precedenti. Si può notare in alcuni spezzoni mettendo in pausa il film. Insomma mi è sembrato un lavoro un pò buttato via da questo punto di vista. Visto che bastava darsi un attimo da fare per trovare scritti di Kurt sicuramente più inerenti e vicini ai suoi pensieri di morte.
9 Luglio 2015 alle 11:53 #42055anniePartecipanteCome ha detto giustamente King Buzzo, Kurt era un master of jerking your chains ! 🙂
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