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SLIVERPartecipante
beh anche i tuoi li difinerei problemi seri, ma è anche vero che c’è sempre chi è messo peggio…
il succo del mio discorso è che a volte la vita sembra prendersi gioco di te, mi capita di sentirmi come in “the trueman show”, mi sembra che qualcuno piloti a volte in modo banale e scontato, come per soddisfare qualche ragazzina alla ricerca delle solite storie amore/dolore/amicizia, e a volte in modo davvero in atteso, come nel tentativo di stupire un pubblico immaginario…
non sono pazzo al punto di esserne convinto veramente ico01 , è solo un’impressione, sentire che le cose vanno in modo strano…come se qualcuno le pilotasse dall’esterno e invece sono solo i casi della vita..SLIVERPartecipantepuoi sempre recuperare pezzi di chitarre rotte…
SLIVERPartecipante….a me gigi daddessio sembra il naturale successore di nino d’angelo….ne più ne meno
SLIVERPartecipantescienze della comunicazione? com’è? io forse la vorrei fare
SLIVERPartecipante05/05 marlene kuntz live all’alcatraz di milano
CI SARò!!!
SLIVERPartecipanteblitz – 3/3/2005 8:54 PM
ripeto: non sono di pavia. ci studio soltanto. e ci studio molto poco.
Secondo me pavia è una città fatta di merda…brutta come altre tante.
toglimi una curiosità, cosa studi e a che anno sei?
vabbeh son due…SLIVERPartecipanteENTER = INVIO = il tasto appena sotto a quello per cancellare = il tasto pù grosso sulla tastiera = il tasto con la forma più strana
SLIVERPartecipantecerto che il suicidio è scappare dalle proprie responsabilità, preoccupazioni e da tutto ciò che ti opprime. è un atto assolutamente egoista e immaturo, le cose non vanno come vuoi e invece di provare a cambiarle ti arrendi al fato, al destino, alla volontà di vivere(deformazione scolastica, scusate se cito schopenhauer ico01 ).
l’atto del suicidio è stato per me ben individuato dal racconto di leopardi “plotino e porfirio”, un filosofo scopre il suo discepolo a tentare il suicidio lo ferma, parlano e solo una cosa dissuade porfirio: il pensiero del dolore che infliggerà a chi resta.
si potrebbe allora pensare che restare è atto di generosità e compassione e andarsene di infinito egoismo…ma queste sono solo cazzate intellettualoidi che il sistema scolastico ti inculca ico03SLIVERPartecipanted&g – 2/3/2005 1:15 PM
sliver mi sono molto immedesimato in quello che scrivi che penso siano le esperienze della tua vita,cmq complimenti mi è piaciuto molto
grazie del parere, anche quello che scrivi tu è molto bello…a livello di testi per canzone non ti so dire quanta efficacia potrebbero avere non essendo io musicista, ma ti posso dire che mi piacciono
SLIVERPartecipanteStando qui, seduto su una sedia accarezzo l’idea di farmi una doccia, di lavare via tutto.
Contemplo l’idea di sciacquarmi di dosso la fastidiosa ed eterea voce di paolo bonolis.
Ancora una volta mi trovo a dar retta alle voci che mi sussurrano all’orecchio, fastidiose e infide mi conducono all’errore. Alla sofferenza.
Ora penso, filosofeggio addirittura. Sono sicuro che leopardi e shopenahuer si sbagliassero, non è una natura matrigna, una realtà aldilà di ogni cosa che ci fa soffrire, non la volontà di vivere, ma siamo noi stessi ad aver bisogno della sofferenza. Noi ce la creiamo, la creiamo per tenerci compagnia, per sentirci vivi. È qualcosa che l’uomo regala a se stesso, la nostra sofferenza siamo noi, è in noi.
Davvero non si può essere felici?
A me è sembrato di esserlo stato questa domenica, mentre le guardavo gli occhi, mentre la baciavo e mentre parlavamo; la felicità è un raro momento, un breve attimo in cui qualcuno ci rende parte di se e noi rendiamo lui parte di noi. L’uomo non può stare da solo, deve completarsi, c’è chi si completa in dio, chi negli amici, chi nelle droghe, chi nelle ragazze chi in tutto. Queste persone sono felici.
Se ci lasciate da soli, in balia dei nostri demoni, la tristezza ci attanaglierà. I nostri demoni costruiranno su nostri ricordi una realtà fittizia che la paura renderà ai nostri occhi reale. Soffriremo per cose mai successe, non fate che accada, completateci, completiamoci.Stando qui su una sedia accarezzo l’idea di smettere di credere nella felicità
Di salutarla, la scelta sta a lei: crederci e continuare o smettere prima che accada qualcosa in grado di ribaltare le nostre sorti.
Mi solletica continuamente l’idea di farla finita. È sempre stato così per me. Troppo spesso abbandonato a me stesso ho creato una particolare realtà che attanaglia il mio spirito, precocemente ho capito il mondo, uno sporco gioco a cui non valeva la pena giocare. E tuttora mi sento spesso. A volte credo che giocare per arrivare a metà classifica, giocando ai limiti delle regole e sfruttando il sistema per avere il meglio possa essere il giusto modo di affrontare la vita, ma poi mi rendo conto che il padrone del gioco tende a metterti in difficoltà sempre maggiori se tu provi a fregarlo e alla fine cederai o da un lato o dall’altro. Ti adatterai al gioco e ti sforzerai di vincere correndo come tutti il rischio di perdere in un attimo tutto ciò per cui hai lottato o metterai sotto scacco il re sacrificando il pedone che sei.
Vale la pena di vivere una vita come questa? Gente come rodari, perseguitata dal destino e dalle persone ha ancora il coraggio per alzarsi tutte le mattine e io che sono semplicemente incompleto sento di non potercela fare, ha capito qualcosa in più o non ha capito assolutamente nulla? Ha un grande coraggio o è solo un gran codardo?Stando qui su una sedia accarezzo l’idea che sia questa città ad uccidermi pian piano l’anima.
Qui è tutto così dannatamente veloce e inarrestabile, mi infastidisce.
A questo proposito ho un flash, una bigiata, un mcdonald, mi siedo alle ore 8.22 del mattino e il mondo mi si muove affianco, lo osservo cambiare e rivoluzionarsi. Piano cambiano le facce, sembra uno di quei filmati dove le nuvole si muovono rapide, persona dopo persona, sguardi, vita, inarrestabilmente vita, linfa mortale del pianeta, scorriamo.Stando qui su una sedia accarezzo l’idea di alzarmi, ma cosa mi aspetta una volta in piedi? Demenzialità, assenza di pensiero, di immaginazione, vuotezza imbarazzante.
Stando qui su una sedia accarezzo i miei recenti ricordi, la penso, come spessissimo accade di recente. Un amaro sorriso, un messaggio mi fa pensare che la risposta sarà un no, che dire…sono troppo pigro per lottare con la vita, non costringetemi a barare.
ovviamente non è un testo, ma spunti decenti spero possano essercene per voi musicisti
se vi chiedete chi sia questo rodari sarò ben lieto di spiegarvelo, è un mio compagno, uno di quelli che la gente addita come sfigato, insulta e su cui sfoga le proprie represse cattiverie. quest’estate come se non bastasse ha avuto un grave incidente in moto, una gamba spappolata, operazione dopo operazione ha ancora il sorriso in faccia. viene da pensare che solo queste siano persone degne di questo termine: Uomini
SLIVERPartecipantemi pare ci sia la condanna a morte per chi si suicida….o sbaglio? ico09
SLIVERPartecipantehai fatto bene, barcellona spacca una cifra
SLIVERPartecipantebeh penso che anche l’idea in se di babbo natale ubrico e spompinato non faccia proprio piacere aldilà dei termini usati
SLIVERPartecipanteok ok so benissimo che c’entra MOOOOLTO marginalmente, ma almeno evito di aprire un altro topic e siamo tutti più contenti ico02
Parole si compongono veloci sullo schermo, sembrano fredde come la luce che quest’ultimo emette, eppure nella sua testa erano piene di sentimento e pathos.
Le casse, piene di rock, vibrano a cercare un senso in questa stanza.
Cosa nasconderà quel buio?
Nasconde forse le multiple personalità frutto della schizofrenia di chi sta scrivendo? Sì mi sembra di vederle, eccole, lì, appostate nel buio, aspettano il momento in cui lo scrivente si distrarrà da se stesso così da poter emergere nelle sue parole e dare un senso a quella schermata.
Ma stanotte nessuno vuole entrare in lui, è così dannatamente vuoto, ecco perché quelle macchioline bianche che si espandono come un virus sul foglio sono fredde. Tutti lo guardano autodistruggersi ma nessuno interviene. Nessuno vuole rischiare che i colpi che lui infierisce alla sua autostima si ripercuotano anche su di loro. Non si divertono di certo come quando la notte lo tengono sveglio passandogli accanto, sussurrandogli nelle orecchie che lei è con un altro e che lo lascerà nel momento in cui le sarà più legato spaccandogli ancora il cuore. Eppure quando lo vedono versare quelle poche amare lacrime che i suoi prosciugati occhi possono permettersi tornano a ritirarsi nel buio come un bambino che si accorga, finalmente, di cosa abbia comportato disubbidire alla propria madre, come un bambino che fa un gioco proibito e solo dopo aver visto il danno provocato si decida a smettere, profondamente pentito.
Adesso si sono accorti di aver veramente esagerato, forse è per questo che non hanno il coraggio di avvicinarsi e leggere cosa lui stia scrivendo o, forse, hanno solo capito che è la fine del gioco, e come alla fine di ogni gioco che si rispetti si stabiliscono i vincitori e i perdenti.
Hanno una certa consapevolezza che da questo gioco non si può uscire vincitori, è il gioco della vita, siamo tutti sconfitti e i perdenti se ne andranno in esilio chi con la testa alta, chi sapendo di aver giocato sporco e perso comunque e chi a testa bassa.
Ecco un ombra allungarsi dall’oscurità, è distinguibile solo perché più nera della notte stessa, ma allo stesso tempo sembra avere le sembianze di una bellissima donna. È così buia e chiara allo stesso tempo. Capelli biondi, occhi azzurri e dolce sorriso, uno di quei volti che illuminano. Eppure è così buia e fredda. Un’inspiegabile contraddizione si muove verso lo scrittore notturno.
Appoggiandogli una mano sul cuore lo fissa negli occhi e lui sembra quasi evaporare, sembra alleggerirsi da tutte quelle persone che hanno vissuto alle sue spalle tutto questo tempo. Le sue personalità svaniscono poco alla volta, si vede la stanza riaccendersi e scaldarsi. Era finalmente libertà.Diverse settimane dopo una puzza insopportabile costrinse un uomo a leggere su quello schermo:
“non posso sopportare questa vita così piena di nulla, così ripetitiva e così senza futuro, così odiosamente amata, così amorevolmente odiata, avrei solo voluto una persona a fianco ne ho avute troppe alle spalle. Ora basta, ho trovato il coraggio per l’atto più codardo che l’uomo conosca, dire basta a qualcosa che sembra inarrestabile”.sarebbe MOOOLTO gradito un vostro parere, sul soggetto, sull’ortografia, sullo stile e anche sulla scorrevolezza. ico03
ah ditemi soprattutto se cogliete della…retorica? sarà il termine corretto? bah, beata ignoranzaSLIVERPartecipanteper me, neopatentato, basterebbe uno stereo che non saltasse sul dannatissimo pavè milanese.
dio quanto mi fa incazzare, sei lì, con gli interpol a menetta e ad un tratto il silenzio. ico03 -
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