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  • in risposta a: Miglior Cover #32075
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    scelto love buzz, ma se fosse stato possibile avrei scelto anche the man who sold the world e d7, che preferisco alle versioni originali

    in risposta a: Avatar #31890
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    DollSteak – 6/2/2010 18:19

    Ohhhh meno male che c’è nirvanaitalia, così posso esprimere tutto il mio disappunto verso quei 10 euri versati senza apparente motivo XD

    Il film, apparte la regia decente e la fotografia piacevole (non geniale, PIACEVOLE, lode che si può spendere anche per un telefilm) l’ho trovato una roba alquanto piatta.
    Al di là dei dialoghi non molto più arguti di una puntata di don Matteo o dei personaggi non particolarmente convincenti, la trama m’è parsa la versione fantascientifica di Balla coi Lupi ma molto meno onesto.
    Avrei voluto fosse finito almeno un’ora prima, con l’eroico uomo bianco ostretto a far fagotto e ad andare a rompere le palle da un altro pizzo dell’universo.
    Questo sarebbe stato un gran finale.
    Non quella cagata berlusconiana col maschio americano depositario assoluto del bene e del male.

    Non si spara sul nemico per poi offrirgli i cerotti.

    uhuhuhuh pienamente d’accordo

    in risposta a: Libri #30931
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    Polly12 – 4/2/2010 21:35

    Chi di voi ha letto “La collina dei conigli” di Richard Adams???
    io l’ho trovato carinissimo.

    in attesa di essere letto nella libreria ico01

    in risposta a: Morgan che combini… ah ah ah #31858
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    le critiche dei politici e della televisione… ma se loro sono i primi a far uso di droghe ico15 ico15 ico15

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    bentornato cech, si sentiva la tua mancanza, spero che ogni tanto torni a far una capatina ico01
    P.S.: oggi ti sei superato, il post più lungo della storia di nirvana italia ico06 ico06

    in risposta a: Libri #30930
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    Anorexorcist – 2/2/2010 09:58

    Bè, io direi di rispolverare il vecchio JD Salinger… 🙂

    morto un paio di giorni fa ico04
    non smetterò mai di amare il giovane holeden

    in risposta a: Libri #30929
    scoof
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    Anorexorcist – 2/2/2010 09:58

    Bè, io direi di rispolverare il vecchio JD Salinger… 🙂

    morto un paio di giorni fa ico04
    non smetterò mai di amare il giovane holeden

    in risposta a: 5 – 8 Aprile 2010 #31717
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    oh che bello. ripeto l’invito di rixx e di inviare tutto quello che registrare ico08

    in risposta a: Libri #30928
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    RoxyDoll – 24/1/2010 00:31

    ah ah ah ah ah meno male perchè praticamente harry potter lo so a memoria( quel sirius black……)
    la nausea di sartre…..incredibilmente sempre attuale…..

    Non so se qualcuno conosce il romanzo forse un pò underground le vergini suicide di jeffrey eugedines,ve lo consiglio e poi se avete un pò di tempo dovete leggere la campana di vetro di sylvia plath davvero…..

    Se poi non vi piacciono prendetevela pure con me però provate a leggerli…..

    incredibile, pare proprio che tu mi legga nel pensiero ico08
    ieri mattina leggevamo una poesia di Sylvia Plath, “Vorrei essere verticale”, e incredibilmente mi è piaciuta molto (non amo le poesie). Leggo un po’ se ha fatto qualche libro e trovo quello che tu hai citato, la campana di vetro. aspettavo a comprarlo che qualcuno mi desse consiglio, e sei arrivata tu ico08

    in risposta a: Led Zeppelin in edicola #31660
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    ok, per ora siamo in tre a comprarlo ico08
    in effetti è un’ottima occasione per prendersi la discografia dei led. mi pare che fecero lo stesso con i doors.

    in risposta a: Tributo Kurt Cobain e Layne Stanley #31497
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    i white stripes ico14

    in risposta a: Canzone per video! #31580
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    il video tributo più bello che ho visto aveva come “sfondo musicale” “Museum” di mark lanegan

    in risposta a: RECENSIONI #19293
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    Mi spiace Lello ma l’ho già fatta, la prossima la faccio sui nirvana 🙂

    In the Court of the King Crimson

    Titolo album: In The Court Of The King Crimson
    Anno d’uscita: 1969
    Etichetta: Atlantic Records
    Produttore: King Crimson
    Durata: 41,19 min

    1969: si affacciano sulla scena musicale britannica, con i loro primissimi lavori, mostri sacri come Genesis, Yes e King Crimson che contribuiranno a dar vita al progressive rock, una mistura di rock, musica classica e jazz. Proprio la prima opera di questi ultimi, “In The Court Of The King Crimson”, riconosciuta come un importante album per la storia della musica, verrà definita da Pete Townshend degli Who “Un capolavoro sbalorditivo”.
    Ancor prima delle note, a colpire è la famosissima copertina dipinta da Barry Godber: un urlo agghiacciante parte dalla bocca spalancata di un uomo dal viso sfigurato, con un palese riferimento all’“Uomo Schizofrenico Del Ventunesimo Secolo” di cui si parla nella prima traccia. Quest’ultima è la canzone più frenetica dell’album, che si apre con il rumore di un treno in partenza, lontano, stroncato dalla forte distorsione della chitarra alla quale si aggiungono un sax impazzito e una batteria indemoniata, il tutto sovrastato dalla voce distorta al massimo di Greg Lake. Il pezzo culmina in un finale travolgente e caotico che si blocca di scatto e cede il passo alla dolce voce di “I Talk To Wind”, accompagnata dal flauto di Ian McDonald che contribuisce a creare un’atmosfera dolce e rilassante.
    Si passa poi ad “Epitaph”, struggente canzone riguardante la triste sorte del genere umano
    (La conoscenza è un’amica mortale/ Quando nessuno pone le regole/ Io vedo che il destino di tutto il genere umano/ E’nelle mani di pazzi). La voce soffice e allo stesso tempo dolente di Lake, l’arpeggio chitarristico di Fripp e la presenza di mellotron e vibrafono, ci fanno sprofondare in una vera e propria trance, in cui si viene cullati da un’edulcorata tristezza.
    E poi c’è Moonchild, la più lunga traccia dell’album, ben dodici minuti. Nei primi tre possiamo ascoltare il sognante testo di Peter Sinfield, produttore di questo album e autore di tutti i testi, oltre che di svariate liriche degli Emerson, Lake & Palmer e della Premiata Forneria Marconi fra gli altri. I restanti nove minuti sono dedicati alla parte strumentale, in cui si alternano soffici melodie e dissonanze rumoristiche, in cui fanno le proprie incursioni i solo di chitarra, batteria e vibrafono.
    Si arriva finalmente alla quinta ed ultima traccia dell’album: In The Court Of The King Crimson. Questa è una miscela di quello che precedentemente viene offerto dal disco: si alternano infatti momenti sinfonici, propri di “Epitaph”, a più intime atmosfere, come “I Talk To The Wind”.
    Il disco è terminato, 41 minuti in cinque canzoni, uno degli album più belli del “Re Cremisi”. Seguiranno a questo album continui cambi di formazione in una carriera trentennale, ma l’unico che rimarrà per sempre “Alla Corte Del Re Cremisi” è quel genio di Robert Fripp, che influenzerà con la sua maniacale ricerca sonora molte altre generazioni a venire.

    P.S.: Riguardando la prima pagina del topic mi accorgo che Sara l’aveva già fatta, chiedo umilmente venia 🙂

    in risposta a: PRESENTAZIONI #4099
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    Bienvenuda B ico03

    in risposta a: Laurea #31442
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    Kurt74 – 9/1/2010 17:48

    (e che cavolo sembra “putrusin ogni menest”)

    è diabolico parlare in dialetto, in modo che nessuno, tranne pochi, capisca ico08

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