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  • #19308
    Mr.Matt
    Partecipante

    Vedo che ci siamo arenati con queste recensioni ecco perchè riparto io con un cd che mi piace davvero molto.

    Ozzy Osbourne – Ozzmosis (anno d’uscita 1995 – rimasterizzato nel 2002)

    Ozzmosis è il settimo brano in studio dell’ex frontman dei Black Sabbath, Ozzy Osbourne; nonchè il terzo con il chitarrista Zakk Wylde.
    Questo lavoro è frutto di quattro anni di duro lavoro in cui la banda Osbourne coglie al volo l’opportunità di creare un sound diverso e quasi sperimentale rispetto alla saga del Madman.
    L’evoluzione del sound, intrapresa con il precedente cd “No more tears” si riflette anche in questa nuova uscita in cui non mancano di certo i soliti riff heavy con tanto di armonici alla Wylde ad un sound sicuramente più orecchiabile e meno metal.
    La tracklist è composta da:

    1) Perry Mason
    2) I just want you
    3) Ghost behind my eyes
    4) Thunder Underground
    5) See you on the other side
    6) Tomorrow
    7) Denial
    8) My little man
    9) My Jekyll doesn’t hide
    10) Old L.A. tonight
    11) Whole world’s fallin’ down
    12) Aimee (bonus track)

    Formazione:

    Ozzy Osbourne – cantante
    Zakk Wylde – chitarra
    Geezer Butler – basso
    Deen Castronovo – batteria
    Rick Wakeman – tastiere
    Michael Beinhorn – tastiere
    Steve Vai – chitarra (in “My little man”)

    La prima traccia di questo album sperimentale del Madman riflette quello che è il continuo conflitto di Osbourne con la giustizia: spesso infatti viene citato in giudizio per cose più o meno vere.
    La causa scatenante di questa serie di anni in cui l’ex frontman dei Black Sabbath passa più tempo nelle aule dei Tribunali che in studio porta alla nascita del singolo dell’album stesso, la stessa Perry Mason in cui Ozzy Osbourne si pagarona al personaggio dell’omonima serie televisiva.
    Ci saranno poi altri due singoli estratti da questo album e sono: “See you on the other side” e “I just want you”, due ballad molto belle in cui persino Zakk Wylde riesce a mostrare, come fatto anche nel precedente cd, quel lato più tenero e meno heavy.
    Soprattutto per quanto riguarda I just want you possiamo trovare un punto d’incontro con i Nirvana stessi, perchè Ozzy, affascinato dal video di “Smells like teen spirit” vuole assolutamente girare un video sulla stessa impronta e dal poco costo. Si metterà così contro la moglie, nonchè amministratrice della sua immagine (Sharon) il quale invece aveva già fatto registrare un video da milioni di euro. Alla fine Ozzy la spunterà e questo sarà il sintomo vero e proprio che questo album è diverso dagli altri.
    Ovviamente comunque non mancano delle tracce metal per non snaturalizzare il vero sound di Zakk Wylde e la storia che ha reso famoso lo stesso Osbourne.
    Davvero interessanti al riguardo sono: “Thunder underground”, “Whole world’s fallin’ down” e “My Jekyll doesn’t hide”.
    Le altre tracce invece sono tutte ballad interessanti, soprattutto “Old L.A. tonight” e “Tomorrow”. Quest’ultima base è in grado di mischiare tratti heavy con altre invece davvero orecchiabili e piacevoli anche per chi di metal non è proprio un fedele seguace.
    Le successive intro sono piene di spunti e capaci di far emergere il sound sperimentale, o quanto meno diverso, rispetto alla precedente linea di cd pubblicati dal Madman.
    I componimenti “My little man” e la bonus track “Aimee” sono invece due opere per il figlio Jack e la prima, dei tre figli nati dal secondo matrimonio, Aimee.

    Per concludere dunque oserei definire davvero azzeccata questa fase di sperimentazione del madman, perchè è riuscito a creare delle ballad d’impatto che però non snaturalizzano il suo stile.
    I tesi ed il sound sono entrambi convincenti; soprattutto gli ultimi, così particolari, sono resi ancor più forti e pieni di vigore (ma al contempo di semplicità e brillantezza) dalla chitarra di Zakk Wylde.
    Il lavoro, un album del 1995, svolto è dunque il riflesso di un’attenta rivisitazione che vale sicuramente l’ascolto.

    #19254
    Sappy
    Moderatore

    BURZUM – ASKE ep

    La storia di Burzum è una storia controversa…bagnata di sangue…di malattia e di cerchi neri
    Chi ascolta il black metal non può che conoscere la storia di Burzum e di ciò che lo lega al fatto di sangue più chiacchierato della Norvegia…l’assassinio di Euronymous(Chitarrista della band Mayhem)
    Ma veniamo a questo EP.
    E’ il primo Ep di Burzum ed è datato 1993, è stato pubblicato dalla Deathlike Silence (etichetta dello stesso Euronymous). Il disco è famoso per la sua agghiacciante copertina…ovvero il rogo di una chiesa norvegiese, lui stesso affermò di essere l’autore sia del rogo che della foto…le prime 1000 copie del disco contenevano un accendino.
    L’ep è stato registrato dal solo Burzum….suona tutti gli strumenti….Chitarra, Batteria, Voce…il basso lo suona Samoth..l’Ep è composto da 3 brani:

    Stemmen fra tårnet – 6:09
    Dominus Sathanas – 3:02
    A Lost Forgotten Sad Spirit – 10:51

    Sono 3 brani gelidi come un pugno allo stomaco…ma la qualità della registrazione è ottima (molto meglio di quella del primo album)
    L’ep si apre con Stemmen fra tårnet: il brano inizia con una batteria dominante…ed è costituito da 2 riff che si alternano in modo coinvolgente…è un brano che di certo non fa rimanere l’ascoltatore inchiodato alla sedia…una scarica oscura di adrenalina che si interrompre bruscamente.
    L’ep continua con Dominus Sathanas…brano caratterizzato dalle chitarre…brano cupo….che fa riposare l’ascoltarore dall’impatto emotivo del primo brano…ma lo introduce al malessere e alla malinconia che sprigiona l’ultima traccia
    L’ep si conclude con A Lost Forgotten Sad Spirit…il brano più lungo di questo ep…è un brano che taglia in due il cuore…è come una lama che penetra lentamente il cuore…con un riff sinistro che apre questa suite che si evolve in un modo sempre più drammatico…la sua voce urla di rabbia, di dolore, di malessere….le chitarre si abbandonano alle gelide temperature della norvegia…e tutto si evolve in modo omogeneo e instabile…i ritmi cambiano…cambiano le velocità….cambia l’emotività di cui il brano è costituito…
    Consiglio questo Ep….come consiglio l’ascolto di questo EP a tutti gli amanti e non….il black metal è un genere che ascolto molto (dopo il grunge) e Burzum è semza ombra di dubbio colui che è riuscito nel migliore dei modi a trasformare in musica la realtà che lo circondava…i suoi testi, per quello che uno può pensare, non parlano di satanismo….descrivono la norvegia, la natura e tutto ciò che era intorno a lui….(consiglio la lettura)….Buon ascolto!

    Formazione:

    Burzum: Chitarra, Voce, Batteria
    Samoth: Basso

    #19177
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Complimenti due belle recensioni, conosco gli autori ma non questi album qui. Da prendere.

    #19255
    Sappy
    Moderatore

    Consiglio l’ascolto 🙂

    #19309
    Mr.Matt
    Partecipante

    Kurt74 – 6/1/2012 15:37

    Complimenti due belle recensioni, conosco gli autori ma non questi album qui. Da prendere.

    Grazie Kurt74.
    Avevo intenzione di scrivere altre se la prima non fosse risultata un fiasco; così da poter anche dare dei consigli su qualche album che, almeno secondo me, merita un ascolto.

    Per quanto riguarda la recensione di Sappy mi trovo totalmente d’accordo con quanto scritto visto e considerato che Aske l’ho ascoltato e fa parte della mia discografia.

    #19256
    Sappy
    Moderatore

    Mayhem – De Mysteriis Dom Sathanas

    Tracklist:

    Funeral Fog
    Freezing Moon
    Cursed in Eternity
    Pagan Fears
    Life Eternal
    From the Dark Past
    Buried by Time and Dust
    De Mysteriis Dom Sathanas

    Questo è l’album black metal per eccellenza, con una storia dietro che ha dell’incredibile
    L’album ha avuto una gestazione lunga, le registrazioni avvennero tra il 1992 e il 1993 ma l’album fu pubblicato solo nel 1994
    I testi dell’album furono scritti da Dead, primo cantante che registrò con loro soltanto i demo di quest’album(reperibili sul tubo) e si suicidò nel 1991 quindi non partecipò alle registrazioni ufficiali. Si suicidò con prima tagliandosi le vene e poi sparandosi un colpo di fucile in testa, il proiettile gli venne regalato da Varg Vikernes che era entrato nella band due settimane prima. il 10 agosto 1993 Varg Vikernes si recò presso l’abitazione di Euronymous e pose fine alla sua vita accoltellandolo. Una settimana dopo venne arrestato.
    Successivamente alla morte di Euronymous il batterista Hellammer sciolse la band e nel 1994 diede alle stampe il controverso De Mysteriis Dom Satanas.
    E’ un album violento, dai ritmi ossessivi, dai riff taglienti e dalla voce che emerge dall’oltre tomba…con i testi che parlano di nichilismo, misantropia, satanismo, morte e occultismo.
    Dopo l’omicidio di Euronymous la sua famiglia non voleva che nell’album comparisse Varg Vikernes inquanto assassino e fu chiesto di riregistrare le tracce, ma il batterista Hellammer si limitò ad omettere il nome di Vikernes dai crediti.
    E’ un disco che vi consiglio vivamente di ascoltare!

    FORMAZIONE:

    Dead – testi
    Attila Csihar – voce
    Euronymous – chitarra solista
    Blackthorn – seconda chitarra
    Count Grishnackh – basso
    Hellhammer – batteria

    #19310
    Dead Soul
    Partecipante

    SAPPY – 28/5/2012 11:25 Mayhem – De Mysteriis Dom Sathanas Tracklist: Funeral Fog Freezing Moon Cursed in Eternity Pagan Fears Life Eternal From the Dark Past Buried by Time and Dust De Mysteriis Dom Sathanas Questo è l’album black metal per eccellenza, con una storia dietro che ha dell’incredibile L’album ha avuto una gestazione lunga, le registrazioni avvennero tra il 1992 e il 1993 ma l’album fu pubblicato solo nel 1994 I testi dell’album furono scritti da Dead, primo cantante che registrò con loro soltanto i demo di quest’album(reperibili sul tubo) e si suicidò nel 1991 quindi non partecipò alle registrazioni ufficiali. Si suicidò con prima tagliandosi le vene e poi sparandosi un colpo di fucile in testa, il proiettile gli venne regalato da Varg Vikernes che era entrato nella band due settimane prima. il 10 agosto 1993 Varg Vikernes si recò presso l’abitazione di Euronymous e pose fine alla sua vita accoltellandolo. Una settimana dopo venne arrestato. Successivamente alla morte di Euronymous il batterista Hellammer sciolse la band e nel 1994 diede alle stampe il controverso De Mysteriis Dom Satanas. E’ un album violento, dai ritmi ossessivi, dai riff taglienti e dalla voce che emerge dall’oltre tomba…con i testi che parlano di nichilismo, misantropia, satanismo, morte e occultismo. Dopo l’omicidio di Euronymous la sua famiglia non voleva che nell’album comparisse Varg Vikernes inquanto assassino e fu chiesto di riregistrare le tracce, ma il batterista Hellammer si limitò ad omettere il nome di Vikernes dai crediti. E’ un disco che vi consiglio vivamente di ascoltare! FORMAZIONE: Dead – testi Attila Csihar – voce Euronymous – chitarra solista Blackthorn – seconda chitarra Count Grishnackh – basso Hellhammer – batteria

    Lo conosco anche troppo. Album preferito della band preferita (nel Metal). Bella recensione, forse un po’ troppo “stringata” per la portata del disco ma comunque buona. Anch’io consiglio vivamente l’ascolto, perché quest’album è tra le colonne portanti (forse LA colonna portante) del Black Metal anni 90!

    Le mie recensioni le potete trovare sul sito http://www.headbang.it sotto il nick “Spiritual_Death”. Tra le altre:

    Metallica – …And Justice For All (pietra miliare del Technical Thrash)

    Hypocrisy – Abducted (capolavoro Death sperimentale)

    Hypocrisy – Catch 22

    The Abyss – The Other Side (capolavoro Black rimasto nell’ombra)

    Dimmu Borgir – Puritanical Euphoric Misanthropia (per chi vuole ascoltare Black sperimentale)

    Aborym – Kali Yuga Bizarre (perla di un nuovo modo di fare Black Metal)

    #19257
    Sappy
    Moderatore

    La recensione l’ho fatta generalizzata e stringata perchè l’ascolto è soggettivo..e questo album è talmente ricco di spunti e sfumature che qualsiasi approfondimento sarebbe stato riduttivo…mi sono limitato all’aspetto “tecnico”.

    #19311
    Dead Soul
    Partecipante

    SAPPY – 28/5/2012 12:33 La recensione l’ho fatta generalizzata e stringata perchè l’ascolto è soggettivo..e questo album è talmente ricco di spunti e sfumature che qualsiasi approfondimento sarebbe stato riduttivo…mi sono limitato all’aspetto “tecnico”.

    In effetti hai ragione.

    #19312
    Dead Soul
    Partecipante

    Sul sito http://www.headbang.it ho aggiunto tre recensioni dei Metallica, “Master Of Puppets”, “Metallica” e “Kill ‘Em All” per chi può essere interessato.

    #19258
    Sappy
    Moderatore

    L’album recensisco è, a mio avviso, l’album-capolavoro di Burzum
    L’album in questione è HVIS LYSET TAR OSS

    E’ il terzo album di Burzum è stato realizzato tra il 1992 e il 1993 ma ha visto la luce soltanto nel 1994, mentre il conte era in carcere. L’album rappresenta l’unione dei 2 estremi di Burzum, ovvero il lato ambient e il lato tipico black metal. In questa opera unisce questi due poli e da vita a melodie struggenti ma meravigliose, che trascinano l’ascoltatore in un mondo inesplorato e sul finire, lasciano un senso di vuoto.
    Il disco è caratterizzato da 4 tracce:

    Det som en gang var – 14:21
    Hvis lyset tar oss – 8:05
    Inn i slottet fra droemmen – 7:52
    Tomhet – 14:12

    Il disco si apre con la monumentale Det som en gang var, dove il conte da il meglio di se, esprime tutto il suo malessere con una melodia di synth/tastiera struggente, trascinante, come se l’ascoltatore fosse messo al muro e spogliato dei propri sentimenti positivi e messo di fronte al suo dolore più estremo.

    La seconda traccia è la devastante Hvis lyset tar oss, ha un ritmo ossessivo e tipico del black metal, batteria e chitarra lottano contro un dolore che prima è stato duramente messo a nudo e che ora viene schiacciato. Le chitarre dominano su tutto, creano melodie a tratti più morbide ma sotto una corazza impenetrabile e nera,, la voce del conte urla di rabbia, come se si trovasse in una scatola chiusa e prima di alcun oggetto.

    Inn i slottet fra droemmen è la terza traccia del disco, brano che racchiude lo stile dei brani precedenti, inizio devastante ma con un finale dove ritornano le tastiere che poste sul finire aprono le danze e preparano l’ascoltatore all’ultima traccia

    Tomhet è la traccia di chiusura…un brano che rappresenta la fine di un ciclo, la fine di questo meraviglioso disco, è una traccia di sono synth/tastiera, è come se fosse una tregua, una tregua al dolore che dolcemente accompagna l’ascoltatore verso un viaggio nel vuoto, un viaggio sconosciuto che termina lentamente.

    Buon ascolto! 😉

    #19317
    fecalmatter93
    Partecipante

    ciao questa è la mia recenzione di king animal dei soundgarden

    Been Away Too Long, già uscito come singolo, è una sorta di hard rock vecchia scuola, quasi Ac/Dc, seppur con imprevisti cambi di melodia, che presenta chitarre molto distorte ma un sound non troppo pesante, ma anzi dinamico e ballereccio, e inoltre un Cornell in gran forma, vista l’età. Insomma, un classico pezzo della seconda parte della carriera dei Soundgarden, ottimo per aprire un disco.
    Il secondo brano, Non-State Actor, attaca con un riff “heavy blues” di Thayil e un grido rauco di Cornell, che persiste per tutto il brano suonato da un basso e da una chitarra, mentre altre linee melodiche si sovrappongono alla base musicale e Cameron picchia sulla batteria come fosse un pezzo hardcore. Una sorta di Black Sabbath adrenalinico, bel pezzo.
    By Crooked Steps, di Cameron, è più melanconico, scandito da power chords di Thayil, e con inserti di chitarra sintetizzata che snocciola melodie psichedeliche ed orientaleggianti, mostrando l’amore del quartetto per il rock psichedelico. Certo, mai quanto in A Thousand Days Ago, scritto da Thayil, in cui riecheggia una sorta di sitar anni ’60 tra le potenti chitarre e tamburi tra i colpi di batteria. Puro art pop.
    Anche il brano seguente, Blood on the Valley Floor, è di Thayil, e si sente poichè in primo piano ci sono chitarra e basso pesanti e molto distorti; sembra quasi un pezzo uscito da Badmotorfinger, anche per la cupezza, se non fosse per gli effetti e le sovraincisioni vocali (comunque gran lavoro di Cornell) e la seconda parte della canzone, molto meno casinara e più delicata.
    Bones of Birds di Cornell è una ballata più introspettiva, in cui spiccano il testo e la voce, oltre ad un insolito piano suonato proprio dall’autore. Un pezzo che punta sull’emotività più che sull’impatto sonoro. Segue Taree, primo pezzo del disco di Shepherd, che pur essendo un pezzo pop abbastanza lineare è particolare per il sound quasi country rock che esce soprattutto negli assoli di chitarra.
    Il secondo brano di Shepherd è Attrition, ma a differenza del precedente è un pezzo adrenalinico e punkeggiante, che parte a mille. Le linee di chitarra disegnate da Thayill sono sempre molto originali e creative, anche se in questo pezzo, come negli altri di questo tipo nel disco, si sente un avvicinamento al sound che va per la maggiore nel rock contemporeneo, cioè di gruppi come Queens of the Stone Age o Foo Fighters (in realtà, a pensarci bene, sono questi gruppi che hanno ripreso i Soundgarden).
    Il nono pezzo, Black Saturnday (che praticamente vuol dire Black Sabbath, no?) è firmato da Cornell (primo di una tripletta). L’inizio è acustico, solo chitarra e voce, a cui si aggiungono poi tamburi, che scandiscono un ritmo tribale, e in un crescendo tutti gli altri strumenti fino alla chitarra elettrica, che riprende la melodia dell’acustica vivacizzandola. Ancora una volta l’atmosfera della canzone è molto eterea, rarefatta e psichedelica. Il momento migliore arriva dopo il ritornello, quando gli strumenti (purtroppo solo per qualche secondo) si scatenano e sopraggiunge perfino un sassofono.
    Halfway There, a mio parere, è uno dei pezzi più semplici e deboli dell’album: anche se comunque orecchiabile e piacevole, non presenta alcun elemento originale che spicchi nella struttura pop del brano. Comunque si lascia ascoltare. Worse Dream inizia con un bel giro di basso e sviluppa un suono più rock del precedente, soprattutto nella parte centrale e finale, che ricorda i vecchi tempi grunge senza però uscire dai canoni del pop. Il penultimo brano, Eyelid’s Mouth, è molto simile al precedente, dal quale si differenzia però per la buona idea del coro quasi borbottato nel ritornello e per le atmosfere più opprimenti. Poi grande assolo di Thayil. Il disco si chiude con Rowing (Shepherd/Cornell), bella canzone anch’essa molto blues, ma un bleus molto lento ed acido, condito con dell’ haevy metal; una canzone a metà tra Cream e Black Sabbath.
    Su iTunes, al prezzo di 12,99 euro è disponibile la versione deluxe, che francamente non aggiunge molto all’album, offrendo quattro demo di pezzi già presenti nel disco (Worse Dreams, Black Saturday, By Crooked Steps, Halfway There), che comunque non sfigurano, anzi.
    Insomma, l’album non può dirsi a livello dei capolavori dei Soundgarden, ma sicuramente la reunion non è stata solo frutto di opporunismo; anzi, il gruppo è molto vitale e ha registrato uno dei migliori dischi rock degli ultimi anni.

    #19178
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Bella recensione 🙂

    #19318
    fecalmatter93
    Partecipante

    grazie mille 🙂 ho visto la sezione recensioni e, siccome ne avevo una pronta, ho pensato di metterla.

    #19179
    Kurt74
    Amministratore del forum

    nessuno ha voglia di una nuova recensione ?

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