VERSE CHORUS VERSE

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  • in risposta a: Nuova Galleria Foto #19840
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    ne ho parecchie però come ti ho già detto via e-mail nn ci riesco…le foto in totale sn circa 42…appena ti colleghi su msn te le mando tutte
    ico03

    in risposta a: Nuova Galleria Foto #19839
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    certo kurt….x me è un onore…se vuoi te le passo su msn e poi le metti…grazie tanto!!! ico03 ico03 ico03

    in risposta a: cosa ne pensate degli ac/dc???????? #19362
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    li preferivo cn bon scot….questo cantante sembra un gatto con la coda schiacciata… ico03

    in risposta a: RECENSIONI #19215
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    AFTERHOURS – QUELLO CHE NN C’è

    Quello che non c’è” è il disco di un gruppo e di un artista, Manuel Agnelli, che cerca di (ri)trovare formule nuove e un rapporto differente con la musica da suonare e con il successo raggiunto e meritato grazie a dischi splendidi come “Germi” e “Hai paura del buio?”, e un altro forse sottovalutato come “Non è per sempre”; la separazione da Xabier Iriondo (d’altronde occupatissimo con i suoi A short apnea e Six minute war madness) ne è allo stesso tempo una conseguenza e ancor di più un fattore scatenante, Manuel Agnelli con tutta probabilità vuol riassaporare il gusto di suonare senza dover dimostrare niente e senza il peso di un capolavoro come “Hai paura del buio?” alle spalle, o del pop cantato da tutta la platea di tanti fortunatissimi concerti. Questo ce lo dice non solo l’ascolto di “Quello che non c’è” ma ci viene confermato dal fatto che gli autori dei brani per la prima volta sono, in 7 brani su 9, tutti i componenti del gruppo, a dimostrazione di una volontà di trovare un’ispirazione dal suonare insieme e di una ricerca di unità umana oltre che artistica.

    L’interrogativo è se gli Afterhours siano ancora in grado di dare molto al rock italiano, tenendo presente che parliamo di un gruppo sulla scena da tanti anni; l’impressione è che il gruppo stia cercando di coniugare gli stilemi che hanno fatto la fortuna del gruppo, e che sono ancora in grado di dare buoni risultati, con qualcosa di nuovo che però deve ancora essere ben definito. Il risultato infatti è un album con delle differenze rispetto ai precedenti, con dei pezzi più lunghi e atmosfere più pschedeliche e ossessive, anche se non mancano dei riferimenti classici per il gruppo, una ricerca melodica mai accantonata e l’uso di elettronica esclusivamente analogica.

    Gli elementi di novità nella struttura dei brani danno risultati alterni, se nel brano di apertura “Quello che non c’è”, un classico brano sofferto nello stile di “Pelle” per intenderci, la digressione strumentale finale sembra un po’ inconcludente, è riuscitissima invece in “Bye bye Bombay” e “Bungee jumping” dove le progressioni strumentali creano un’atmosfera psichedelica e ammaliante. Un altro episodio inconsueto è sicuramente “Ritorno a casa”, un pezzo “parlato” alla maniera dei loro colleghi e amici Massimo Volume, con un testo autobiografico di Agnelli forse un po’ stucchevole, anche se l’immagine del soldatino proteso ad un segnale di attacco che non arriva mai è crudele e bellissima. Altri pezzi rimarchevoli sono il singolo “Sulle labbra” e la semplice ma efficace ballata triste “La gente sta male”, mentre deludono un po’ la potente “Non sono immaginario”, copia sbiadita di precedenti episodi power-pop dei nostri, e “Varanasi baby” che probabilmente poteva essere sviluppata meglio (dal vivo viene eseguita in maniera più dilatata e potente).

    I testi di Manuel Agnelli, che spesso hanno lasciato il segno, qui confermano quanto detto riguardo alla ricerca musicale, la rabbia e il risentimento del passato lascia un po’ più di spazio alla malinconia, segno di una continuità con quello espresso musicalmente, e il tono di voce utilizzato è più raccolto e sofferto che rabbioso o sarcastico come nelle precedenti opere.

    in risposta a: GRUNGE: THE SPAGHETTI SCENE #19498
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    se è per questo anche io ascolto grunge vecchio stampo se vuoi vedi sul sondaggio GRUNGE: THE SEATTLE SCENE e cmq se ascolti i primi lavori di queste 3 band ci sono molti elementi grunge…poi…ognuno ha il suo punto di vista… ico03

    in risposta a: Bello! #19488
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    coooooooooooooooooooooooooooooonqueeeeeeeeeest…bhè..che dire…sinceramente mi piacevano di + fino a elephant…poi get behind me satan è stato un cambio di stile nn radicale ma di certo le radici le stavano abbandonando…poi con questo bhè…icky thump bhè…c’è stato anche un cambio…però preferisco il primo album…cmq sono sempre una band che lavora…la batterista poi…nn sà fare un cazzo…sempre lo stesso tempo tiene… ico03 ico03 ico03

    in risposta a: RECENSIONI #19214
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    si MOD… ico03 ico03 ico03

    in risposta a: RECENSIONI #19213
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    BLACK SABBATH – BLACK SABBATH

    Le danze si aprono sotto una cappa di pioggia e di tuono, con lugubri campane (a morto, of course ) che non lasciano spazio ad alcun dubbio: poi un riff solido, strappato alla fucina di un inferno qualunque, apre ufficialmente “Black Sabbath”, che subito si quieta preparando la scena all’entrée trionfale della voce chioccia e potente di Ozzie Osbourne. Il pathos è obiettivamente denso, come una bruma lattiginosa in cui si fanno luce le belle capacità percussive di Ward e la corposità avvolgente e gommosa del basso di Butler. La coda del pezzo è sicuramente degna di nota, accelerata su un bordone fremente di elettrica che “chiama” un assolo primario di Iommi. La successiva “The Wizard” introduce qualche gustoso elemento in più, dalla ritmica memore di lontane avventure jazz al napalm di un’armonica ficcante (suonata da Ozzie Osbourne), col risultato di una strana atmosfera mossa, come fosse uno standard degli Yardbirds a cui un trip negativo ha estirpato la fede nel blues.

    Coi Led Zeppelin ha invece molto a che vedere “Behind the wall of sleep”, dall’introduzione saltellante al mid-tempo del verso, per non dire dell’eccitante antagonismo basso-chitarra fino all’esecuzione stessa di Ozzie Osbourne, più “staccata” e ficcante: una piccola grande canzone, un saggio di perizia strumentale e l’essenzialità di un arrangiamento perfetto.

    Viceversa, “N.I.B.” si appoggia completamente alla “teoria della solidificazione del riff” di Iommi, con una melodia forse un po’ scontata che trova l’assoluzione di un chorus diabolicamente mellifluo (con un tamburello sul canale sinistro come l’unica speranza di salvezza terrena: davvero agghiacciante). In più, l’assolo conclusivo è spettacolare: una colata lancinante di metallo al calor nero.

    Giriamo idealmente lato per imbatterci in “Evil Woman”, cover di un successo degli americani Cow che nelle intenzioni avrebbe dovuto fare da singolo-apriclassifica: così non fu, anche perché il pezzo è godibile ma non eccelso, con una ritmica prevedibile che neppure il gran lavoro di Butler al basso riesce a riscattare, e con le “stelle” Iommi e Osbourne concentrate a far bene il compitino. “Sleeping village” suona come un interludio strumentale (ad eccezione del quasi recitato dell’introduzione, col sottofondo di un cupissimo arpeggio con tanto di scacciapensieri), ancora debitore del sound tagliente targato Cream e Zeppelin. Non c’è soluzione di continuità tra questa e “Warning”, che Butler conduce sull’onda di gran giro di basso, inesorabile e sinuoso come un boa constrictor. Ha gioco facile Tony Iommi nel disegnare le sue visioni – certo non paradisiache – sulle pareti di questo purgatorio dell’anima, abitato da un Ozzie Osbourne bravo e gigione in un’interpretazione davvero appropriata, anche se alla fine i campioni saranno ancora gli altri tre (d’altronde è per tre quarti un pezzo strumentale): Bill Ward sa quando è il momento di tirare il freno, farsi soffice e anche sparire, lasciando il palco a quel mattatore invasato di Iommi, questo fratellastro (bruttino) di sua maestà Jimmy Page, che come lui ogni tanto cede alla voglia di dimostrare, rischiando la divagazione e lo sfilacciamento del “discorso”. Insomma, cose d’altri tempi, anche se in un modo o nell’altro hanno fatto storia e si riascoltano che è un piacere.

    Chiude il programma la b-side di “Evil Woman”, una “Wicked World” che è un’ulteriore conferma della tendenza di Ward allo sfarfallio ritmico del jazz, nonché del fatto che Ozzy, quando voleva, sapeva mettersi fruttuosamente al servizio dei Black Sabbath.

    Insomma, disco-progenitore dell’hard e dell’heavy? Sarà: musicalmente quest’attenzione ai timbri e al corpo del suono, questa capacità di governare anche le pause e – in un certo senso – di far suonare anche il silenzio, già nell’hard successivo non si trovano quasi più. Magari è più quell’atteggiamento di alterità morale, quel gioco di etica ed estetica chiaramente virate al nero a creare il vero precedente. Comunque, un gran bel disco: da consigliare tanto agli hard-rocker e ai metallari più incalliti quanto ai naufraghi del sogno psichedelico, con una strizzatina d’occhio ai nostalgici del blues elettrico (che probabilmente lo conosceranno già)

    in risposta a: GRUNGE: THE SEATTLE SCENE #19393
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    e si…io ho messo tutti i gruppi che ascolto oltre i nirvana…ooppss…ho dimenticato un’altra fantastica band da mettere i…MOTHER LOVE BONE… ico03

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    io ascolto i nirvana da quasi 7 anni e ti dico che mi hanno cambiato totalmente la vita…io cmq suono chitarra,basso e batteria ma il mio strumento è la chitarra…x adesso sono one-man-band e stò preparando una demo…faccio grunge primitivo, grezzo, ruvido, tagliente…cmq anche io questa estate avevo una band dove x la maggior parte dei pezzi (con mia costante insistenza) erano dei nirvana…io ero alla batteria…è stato bello…ragazzi….SUONATEEEEEEEEEEEEEEEEE….che è l’unico modo che abbiamo x farci sentire in questo mondo di merda… ico03

    in risposta a: SPORT #18780
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    a me nn piace x niente fare sport…ci ho provato, sia quando ero piccolo sia quando son cresciuto…ma niente…l’unico sport che pratico (se si può considerare sport!!!) è suonare…come tifoseria la stessa cosa…da piccolo mio padre mi invogliava a tifare l’inter ma io niente…quando mi portava a vedere le partite nello schermo gigante io mi addormentavo a metà partita e quando finiva sentivo a mio padre che mi diceva che era finita e che dovevamo andare… ico03

    in risposta a: SAPPY…VERSE CHORUS VERSE #19068
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    un mio amico ha la compilation di NO ALTERNATIVE la pagata un 30 euro se nn ricordo male…mi ha detto che è devvero bella…c’è anche un’altra compilatio molto rara che si chiama THE GRUNGE YEARS…la conosci??? ico03

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    bella…molto emozionante sentire questa versione priva di quelle distorsioni che la caratterizzano ma anche se nn ci sono distorsioni regala ugualmente emozioni forti… ico03

    in risposta a: AIUTO RARITà!!!!! #19328
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    ico06 …il fatto è che il dvd nn ha libretto e quindi lascia + dubbi di quanti ne abbia io…poi anche il fatto che nn ha sottotitoli in italiano peggio ancora…cmq grazie x l’informazione!!! ico03

    in risposta a: Come avete conosciuto i Nirvana ? #18390
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    Partecipante

    li ho conosciuti ascoltando you know you’re right…sono rimasto paralizzato, affascinato, incantanto, sconvolto da questo gioiello di canzone e poi il giorno dopo sono andato a comprare il gratest hits…e dal 2002 a ora dei nirvana ho di tutto e di +… ico03 ico03 ico03

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