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7 Dicembre 2007 alle 23:34 #19153Kurt74Amministratore del forum
il pezzo piu’ pregiato della mia collezione e’ il vinile di questo album, prima stampa, non vorrei sbagliare ma la data impressa sullacopertina e’ 1968, strano che poi tu dici che e’ stato venduto nel 69, devo controllare
8 Dicembre 2007 alle 7:26 #19116AnonimoOspiteKurt74 – 8/12/2007 12:34 AM
il pezzo piu’ pregiato della mia collezione e’ il vinile di questo album, prima stampa, non vorrei sbagliare ma la data impressa sullacopertina e’ 1968, strano che poi tu dici che e’ stato venduto nel 69, devo controllare
A parte il fatto che ti sto invidiando ( ico08 ), ho ricontrollato su più fonti, tutte indicano il 1968 come anno di incisione e il gennaio del 1969 come quello di pubblicazione. Non saprei proprio come spiegare l’arcano… forse la copia che possiedi risale proprio agli ultimi mesi del ’68? Fammi sapere appena avrai ricontrollato!
13 Dicembre 2007 alle 16:29 #19185MaryCobainPartecipantene ho qualcuna del liceo che appena le trovo le scrivo, ovviamente libri…
sapete che nn sono una grande esperta di musica… qui mi do ai libri…
quelle fatte al liceo avevo preso un otto e mezzo ico15 e un otto ico06… spero siano buone appena posso le aggiungo…ico02
13 Dicembre 2007 alle 17:42 #19154Kurt74Amministratore del forumAnorexorcist – 8/12/2007 8:26 AM
forse la copia che possiedi risale proprio agli ultimi mesi del ’68? Fammi sapere appena avrai ricontrollato!Ricordavo io male, 1969-Atlantic Recording ico01
13 Dicembre 2007 alle 18:11 #19186MaryCobainPartecipanteDan Brown- Angeli e Demoni
ed Mondatori
trad Biovasco Guani
pag 560 (costo nn lo metto perche era di qualche secolo fa)Dopo il codice, un altro successo mondiale per Dan Brown
ANGELI E DEMONI: 560 PAGINE COLME DI SUSPANCEUn’altro best seller dopo “Il codice da Vinci” per Dan Brown. Un altro thriller che non stupisce, incanta; che non cattura, rapisce.
Cinque omicidi terrificanti, sei marchi che sembravano perduti, un’antica setta anti-cristiana, una bomba nascosta in Vaticano e come sfondo il sempre verde scontro tra religione e scienza.
“Angeli e demoni” è un thriller che lascia spazio alla riflessione sul mondo d’oggi. Un mondo dominato dalla tecnologia e dalla scienza, che compiono i “moderni miracoli”.
Le azioni si svolgono in poco più di una giornata. Svegliato nel cuore della notte Robert Langdon, esperto di iconografia (protagonista anche de “Il codice da Vinci”) è incaricato di esaminare il corpo mutilato e ucciso barbaramente di uno scienziato.
Sul petto dell’uomo un terribile ambigramma: il segno degli Illuminati.
Lo scienziato aveva scoperto un’arma sperimentale con capacità distruttive superiori a quella di una bomba nucleare: l’antimateria.
Un cilindro di questo materiale era stato rubato dall’assassino e portato al Vaticano.
Sarebbe esploso a mezza notte e distrutto San Pietro, proprio mentre si svolgeva il conclave per l’elezione del nuovo papa.
Nello stesso tempo i quattro cardinali più papabili erano scomparsi…
Da qui inizia una corsa contro il tempo alla ricerca del “Cammino degli illuminati” “attraverso Roma” per salvare San Pietro e il Crisitanesimo.
Il ritmo è sempre più rapido, sempre più veloce, quasi una canzone rock ma quando tutto sembra risolto c’è un colpo di scena che sconvolge il lettore.
Il libro è senza dubbio da non perdere per la trama avvincente e la capacità dell’autore di rapire il lettore e , per coloro che conoscono a fondo Roma, riserva delle belle sorprese.
Insomma Dan Brown ripeterà il successo ottenuto in tutto il mondo con il “Codice da Vinci” perchè capace di conquistare i lettori con gran maestria.13 Dicembre 2007 alle 18:21 #19155Kurt74Amministratore del forummi e’ arrivata sta cosa, me l’ha mandata qualcuno di voi ?
Il libro di Dr. Frame è un complesso e intricato viaggio che sfrutta temetiche Horror per trarre coclusioni filosofiche impregnate d’ironia. Vi sono brevi racconti come prose dalla metrica spigolosa dove risiede una ricerca parola per parola. Le influenze di Dr. Frame sono Howard Philip Lovecraft, Baudelaire, Mointagne e altri, ma l’influenza più grande rimane quella legata al caro mondo della musica dove vi è grande considerazione delle liriche di Giovanni Lindo Ferretti, Cristiano Godano ma soprattutto Kurt Cobain, personaggio al quale Dr. Frame dedica l’opera. Sotto le mentite spoglie di Dr. self in myspace potrete trovare l’opera rock e l’opera jazz di Dr. Frame con il link “Dr. Self Project”. Sono qui incluisi i Lavori del 2005 “Bathroom and Kitchen”(Una sinapsi di reagge, rock, e quanat’altro), e “anch’io sbaglio”(Album che è un incrocio tra il grunge dei primi Nirvana e la potenza dei recenti Nine Inch Nails di With Teeth). I testi di Dr. Frame sono testi che cercano come sempre un significato anche nel contesto metrico del discorso.
Dr. Frame: “Credo che la capacità ironica e tagliente nel dire più cose con un solo verso sia appartenuta in manioera intima e leale da personaggi come Kurt Cobain”.
13 Dicembre 2007 alle 18:56 #19187MaryCobainPartecipanteI pilastri della Terra- Ken Follett
ED. Mondatori
1060 pagine‘E un romanzo storico-d’avventura-d’Amore (si Amore con la A maiuscola) che racconta la costruzione di una cattedrale a Kingsbridge (una località immaginaria nel Wiltshire in Inghilterra), scritto da e ambientato nel XII secolo (precisamente tra il 1135 e il 1170), dall’affondamento della White Ship (la nave in cui morì l’erede al trono inglese) fino all’assassinio dell’Arcivescovo di Canterbury Thomas Becket.
(Dello stesso autore esiste anche l’ideale prosieguo, Mondo senza fine, uscito quest’anno (lo leggo e faccio la recensione))
Il libro prende in considerazione la vita di 11 personaggi fondamentali su cui si incentra tutto il romanzo.
Tom il costruttore l’architetto e muratore che sogna di costruire una cattedrale per la memoria della sua prima moglie Agnes, mota dopo aver dato alla luce il terzo figlio di Tom (Jonathan). Nel frattempo sullo sfondo di questa storia si intreccia quella di Aliena figlia del conte di Shiring e destinata a divenire la sposa di William Hamleigh, ma che rifiuterà perche alla ricerca del Vero Amore. Si intreccia la storia del Priore Phillip: un monaco intraprendente e gentile diventerà priore di Kingsbridge e inotre la storia di Ellen: donna enigmatica, reputata da molti essere una strega per la sue stranezze, seconda moglie di Tom e di suo fglio Jack nato da un trovatore di origine francese, cresciuto nella foresta dalla madre. Spiegare una trama di più di mille pagine in poche risge è difficile.
Ma questo è uno dei romanzi più belli e completi che, a mio avviso, siano mai stati scritti.
Sa essere tutto, unromanzo avvincente, un romanzo storico scrupoloso, un romanzo d’amore struggente ma che rimane sempre vero… rimane legato alla terra…
leggendo il libro, nonostante sia molto lungo, lo scrittore arrivato all’ultima pagina chiede “il bis”…
Dà inoltre un messaggio profondo: La terra si basa su alcuni pilastri: Amore, Amicizia, Giustizia… e Dio. Anche se il disegno della nostra vita non è chiaro, la totalità, il disegno Dio diviene perfetto, diviene limpido…mi sa che si vede che l’ho buttata giu adesso qui per qui?
ico02 ico03 ico0214 Dicembre 2007 alle 16:53 #19188MaryCobainPartecipanteL’attimo fuggente (1989.- USA)(Dead Poets Society)
Genere: drammatico
Regia: Peter Weir
Soggetto: Tom Schulman
Sceneggiatura: Tom Schulman
Interpreti e personaggi
Robin Williams: John KeatingIl film è ambientato nel 1959 nella severa accademia maschile “Welton”, in Vermont, il professor Keating (Robin Williams) insegna agli allievi a pensare con la propria testa e non farsi influenzare dal pensiero degli altri “Non importa cosa si dice in giro, le parole e le idee possono cambiare il mondo”, l’anticonformismo “È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”. A vivere intensamente, a “colgliere l’attimo che fugge”. Tutto questo tramite la letteratura e la poesia, e soprattutto quella più genuinamente americana di Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau e Walt Whitman, strappando le pagine che schematizzano la poesia in concetti, in formule, in toremi. “Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita”
Tra i suoi allievi, Todd Anderson (Ethan Hawke) e Neil Perry (Robert Sean Leonard) sono, in modo diverso, i più colpiti dalle sue lezioni: Todd prova a diventare meno timido, mentre Neil si confronta con un padre severo con cui non riesce a comunicare. La vita di entrambi viene segnata in modo indelebile. In realtà la storia si concentra anche su altri cinque ragazzi, se pur non come protagonisti: Knox Overstreet (Josh Charles), Charlie “Nuwanda” Dalton (Gale Hansen), Richard Cameron (Dylan Kussman), Steven Meeks (Allelon Ruggiero), Gerard Pitts (James Waterson).Questi ragazzi, colpiti dalle lezioni del professor Keating e dalla Setta dei Poeti Estinti (Dead Poets Society) di cui lui ha parlato, cominciano a ritrovarsi di notte fuori dalla scuola per declamare poesie. Spinto dalla passione per il teatro e contro il volere del padre, Neil recita la parte di Puck in Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare; a causa di questo litiga violentemente con il padre, e si suicida con la sua pistola indossando il costume di Puck. Accusato di essere il responsabile dell’accaduto, Keating viene allontanato dalla scuola, ma gli studenti gli dimostrano di aver compreso le sue lezioni e di non ritenerlo colpevole , il film termina infatti in modo commuovente con i ragazzi che mostrano al professore che loro sanno guardare il mondo da un’altro punto di vista come il professore aveva insegnato loro…
Questo film incanta generazione di ragazzi, io con gli occhi colmi di lascrime non posso che dire salire sulla mia scrivania e dire “Oh capitano, mio capitano!”
‘E un film che nessuno può perdere, lo consiglio vivamente a tutti.15 Dicembre 2007 alle 8:26 #19202cech84PartecipanteLA SCIENZA DEI SIMPSON
Da poco mi sono scontrato su questo libro, un pò per curiosità visto il titolo, un pò perché volevo regalarlo a mia madre per natale…poi ho optato per regalargli un’altra cosa.
Se devo dare delle stelle come negli hotel gliene darei 5, è un libro a dir poco interessante!! Anzi, scusate il gioco di parole…interessante è dire poco!
Molti di voi si ricordano le puntate dei simpson per le bravate di Homer e Bart e compagnia logicamente…ma la scienza? Che c’entra direte voi?
Gran parte degli autori di I Simpson ha una formazione scientifica, provenienti dalle migliori università americane. (difatti pure questo è spiegato nell’introduzione, con tanto di lauree dei vari lavoratori).
Molti, un’infinità di riferimenti ai traguardi della ricerca e all’attualità tecnico-scientifica: nucleare, emergenza rifiuti, psicofarmaci per bambini (come ho postato su “ritalin” il capitolo sopra citato, se volete un’assaggio del libro vi metto il link https://nirvanaitalia.it/forum/forums/thread-view.asp?tid=939&start=1&posts=21, ho scritto il capitolo intero) Viagra, OGM, missioni spaziali. C’è persino il dibattito tra evoluzionisti e creazionisti (unico argomento che si ripete 2 volte nell’arco di tutte le puntate se ci avete fatto caso) (io no perché le nuove non ho tempo di vederle purtroppo). E solo a citare gli argomenti vi vengono in mente le puntate presumo…dal Pomacco alla patata che mangia la carota di lisa…dal ritalin al pesce triocchiuto…per non parlare della sanità e i suoi prezzi, dal caro dottor Hibbert al Dottor Riviera che per aver clienti, deve farsi pubblicità alla tv (“lei ha eseguito un’operazione con forchetta e coltello rubate da un ristorante?” “si…ma prima le ho pulite”) Insomma, usando parole dell’autore del libro “vedendo certe puntate riguanti la sanità sembra di vedere Report”) –non proprio testuali parole ma la frase è quella-
Se non bastasse, spesso (ed è proprio il caso di dirlo: volentieri) scienziati famosi si sono prestati con molto piacere a simpatiche caricature animate, da Stephen Hawking (puntata dove lisa entra a far parte del gruppo Mensa di Springfield –i più intelligenti-, Dudley Herschbach (onestamente non mi ricordo la puntata, c’e scritta sul libro ma ora ho un vuoto) premio nobel per la chimica (sul retro del libro troverete varie citazioni tra cui la sua “Del mio curriculum personale ciò che piu colpisce la gente sembra essere la mia apparizione nei simpson!” e Stephen Jay Gould (la puntata del fossile dell’angelo).Cito (Tratto dal blog di Antonio Genna) una domanda fatta Proprio a Marco Malaspina, l’autore del libro.
“Potrebbe descrivere in breve l’argomento del suo interessante saggio e a chi è consigliato?
Premetto subito che non è un libro didattico, non nel senso usuale del termine, per lo meno. Nel senso che non vuole insegnare la chimica o la fisica o altro attraverso i Simpson, anche se a leggerlo c’è sempre il rischio d’imparare qualcosa. Ciò che fa è descrivere e analizzare come scienza, tecnologia e salute irrompono all’interno della famiglia Simpson. E come i suoi membri reagiscono. Cosa ne pensa Homer del nucleare o dello smaltimento dei rifiuti? E Marge della chirurgia estetica o degli Ogm? Fino a che punto è disposto ad arrivare, Bart, per dimostrare alla sorella che la forza di Coriolis non si applica ai gorghi domestici? E Lisa, l’eroina del mio libro, come tenta di difendere Darwin, l’ambiente e la sua stessa indipendenza di pensiero dal degrado culturale che la circonda? E noi? Come reagiamo, o ci rassegniamo, noi di fronte a circostanze analoghe?
Così, balzando avanti e indietro dal confine che unisce Springfield alla nostra quotidianità, il libro affronta i grandi temi dell’energia, dell’alimentazione, della salute, dell’ecologia. Ma anche la politica della ricerca, il metodo scientifico, i conflitti etici che il progresso tecnologico solleva. Insomma, un libro che tocca argomenti di grande attualità. Offrendo, grazie allo sguardo irriverente e straniante dei Simpson, punti di vista non scontati. Mi sentirei di consigliarlo anzitutto a studenti e insegnanti, ma più in generale a chi pensa che il timone del progresso non debba essere lasciato in mano a pochi (politici, scienziati, intellettuali, vescovi, ecc.), bensì che sia diritto di noi tutti far valere le nostre opinioni e i nostri desideri sulla rotta da seguire.”Insomma: praticamente siamo abituati a vedere la famiglia in “giallo”…ma c’e il “giallo” che molti argomenti trattano cose reali…ci avete mai fatto caso??
Marco Malaspina LA SCIENZA DEI SIMPSON (Guida non autorizzata all’universo in una ciambella) –Sironi Editore-
15 Dicembre 2007 alle 10:28 #19117AnonimoOspiteKurt74 – 13/12/2007 6:42 PM
Anorexorcist – 8/12/2007 8:26 AM
forse la copia che possiedi risale proprio agli ultimi mesi del ’68? Fammi sapere appena avrai ricontrollato!Ricordavo io male, 1969-Atlantic Recording ico01
Perfetto, grazie per aver ricontrollato ico01
15 Dicembre 2007 alle 11:20 #19118AnonimoOspiteKing Crimson – In the wake of Poseidon
(Polydor Records – 1970 – Wessex Sound Studios, London – prodotto da Robert Fripp & Peter Sinfield)
Formazione:
Robert Fripp – chitarra, mellotron
Greg Lake – voce
Peter Giles – basso
Mike Giles – batteria
Gordon Haskell – voce in “Cadence and Cascade”
Keith Tippett – pianoforte
Mel Collins – fiatiTracce:
1) “Peace – A beginning” (P. Sinfield – R. Fripp)
2) “Pictures of a city” including “42nd at Treadmill” (P. Sinfield – R. Fripp)
3)”Cadence and Cascade” (P. Sinfield – R. Fripp)
4) “In the wake of Poseidon” including “Libra’s theme” (P. Sinfield – R. Fripp)
5) “Peace – A theme” (R. Fripp)
6) “Cat Food” (P. Sinfield – R. Fripp – I. McDonald)
7) “The Devil’s Triangle” (R. Fripp) including:
a. “Merday Morn” (R. Fripp – I. McDonald)
b. “Hand of Sceiron” (R. Fripp)
c. “Garden of worm” (R. Fripp)
8) “Peace – An end” (P. Sinfield – R. Fripp)Secondo album, dopo “In the court of the crimson king”, la formazione del gruppo cambia al suo interno e si arricchisce di collaborazioni. Greg Lake si limita a cantare e passa il basso a Peter Giles, fratello del batterista Mike; Ian McDonald (il flautista) non c’è più ma continua a scrivere alcuni brani, partecipano il pianista free jazz Keith Tippett (poi fondatore dei Centripede) e Mel Collins, grande session man, al sax e al flauto. Tutti i testi sono scritti da Peter Sinfield, produttore del disco insieme a Robert Fripp.
L’album è da alcuni considerato una prosecuzione del precedente, da altri come un ponte verso il successivo, “Lizard” dello stesso anno. Ad ogni modo, le tracce sembrano disposte secondo una precisa volontà e seguono il filo conduttore dei brani “Peace – A beginning/ a theme/ an end”.
Proprio con “Peace – A beginning” inizia il percorso, brano praticamente sussurrato da Greg Lake; prosegue con la seconda traccia in cui sono forti le sonorità jazz (Mel Collins vi partecipa con il sax baritono), belli i crescendo di chitarra e direi quasi ipnotica la linea di basso. Il brano, per il fare concitato, ricorda un pò “21th century Schizoid man” del disco precedente.
Si riprende fiato con la terza traccia, completamente acustica, è la storia di Cadence e Cascade (anche se alcuni traducono il titolo con due sostantivi “cadenza” e “cascata”), cantata da Gordon Haskell, vi suonano Keith Tippett e Mel collins (col flauto traverso).
Il quarto brano, dà il titolo all’album, riprende i toni mitologici tipici del progressive-rock che caratterizzano tutto “In the court of the crimson king”. L’introduzione al mellotron e l’accompagnamento di batteria segnano il motivo dominante di tutto il pezzo. Caratteristiche da notare: uso delle parole come parte integrante della costruzione musicale (a volte forse anche a scapito del significato); assolo di batteria che, nella parte finale, si snoda su un tappeto intessuto da tutti gli strumenti solistici, in questo caso passati in secondo piano.
Quinta traccia, intermezzo “pacifico”…
Si passa alla sesta, “Cat food” e ricominciano gli spasmi: strofa puramente jazz rock, inciso rock progressive nudo e crudo.
La penultima traccia, articolata in tre fasi, è completamente strumentale e piena di citazioni dell’album stesso (si riprende il motivo dominante di “In the wake of Poseidon” nell’ultima parte), notevole la citazione di “Mars, bringer of war” scritta da Gustave Holst nel 1914 all0interno de “I Pianeti” e ripresa poi sia da Frank Zappa in “The evil Prince” del 1971 e da Emerson, Lake & Powell (quest’ultimo sostituisce Palmer in una delle formazioni post-scioglimento ufficiale) nel 1987.
Siamo alla fine, se si sia giunti alla pace o meno… non si sa, solo Greg Lake torna a sussurrare…“…Searching for me, you look everywhere except beside you; searching for you, you look everywhere, but not inside you.
Peace is a stream for the heart of a man; peace is a man, whose bradth is the down; peace is a down on a day without end; peace is the end, like death of the war.”Buon ascolto ico02
16 Dicembre 2007 alle 11:26 #19213VERSE CHORUS VERSEPartecipanteBLACK SABBATH – BLACK SABBATH
Le danze si aprono sotto una cappa di pioggia e di tuono, con lugubri campane (a morto, of course ) che non lasciano spazio ad alcun dubbio: poi un riff solido, strappato alla fucina di un inferno qualunque, apre ufficialmente “Black Sabbath”, che subito si quieta preparando la scena all’entrée trionfale della voce chioccia e potente di Ozzie Osbourne. Il pathos è obiettivamente denso, come una bruma lattiginosa in cui si fanno luce le belle capacità percussive di Ward e la corposità avvolgente e gommosa del basso di Butler. La coda del pezzo è sicuramente degna di nota, accelerata su un bordone fremente di elettrica che “chiama” un assolo primario di Iommi. La successiva “The Wizard” introduce qualche gustoso elemento in più, dalla ritmica memore di lontane avventure jazz al napalm di un’armonica ficcante (suonata da Ozzie Osbourne), col risultato di una strana atmosfera mossa, come fosse uno standard degli Yardbirds a cui un trip negativo ha estirpato la fede nel blues.
Coi Led Zeppelin ha invece molto a che vedere “Behind the wall of sleep”, dall’introduzione saltellante al mid-tempo del verso, per non dire dell’eccitante antagonismo basso-chitarra fino all’esecuzione stessa di Ozzie Osbourne, più “staccata” e ficcante: una piccola grande canzone, un saggio di perizia strumentale e l’essenzialità di un arrangiamento perfetto.
Viceversa, “N.I.B.” si appoggia completamente alla “teoria della solidificazione del riff” di Iommi, con una melodia forse un po’ scontata che trova l’assoluzione di un chorus diabolicamente mellifluo (con un tamburello sul canale sinistro come l’unica speranza di salvezza terrena: davvero agghiacciante). In più, l’assolo conclusivo è spettacolare: una colata lancinante di metallo al calor nero.
Giriamo idealmente lato per imbatterci in “Evil Woman”, cover di un successo degli americani Cow che nelle intenzioni avrebbe dovuto fare da singolo-apriclassifica: così non fu, anche perché il pezzo è godibile ma non eccelso, con una ritmica prevedibile che neppure il gran lavoro di Butler al basso riesce a riscattare, e con le “stelle” Iommi e Osbourne concentrate a far bene il compitino. “Sleeping village” suona come un interludio strumentale (ad eccezione del quasi recitato dell’introduzione, col sottofondo di un cupissimo arpeggio con tanto di scacciapensieri), ancora debitore del sound tagliente targato Cream e Zeppelin. Non c’è soluzione di continuità tra questa e “Warning”, che Butler conduce sull’onda di gran giro di basso, inesorabile e sinuoso come un boa constrictor. Ha gioco facile Tony Iommi nel disegnare le sue visioni – certo non paradisiache – sulle pareti di questo purgatorio dell’anima, abitato da un Ozzie Osbourne bravo e gigione in un’interpretazione davvero appropriata, anche se alla fine i campioni saranno ancora gli altri tre (d’altronde è per tre quarti un pezzo strumentale): Bill Ward sa quando è il momento di tirare il freno, farsi soffice e anche sparire, lasciando il palco a quel mattatore invasato di Iommi, questo fratellastro (bruttino) di sua maestà Jimmy Page, che come lui ogni tanto cede alla voglia di dimostrare, rischiando la divagazione e lo sfilacciamento del “discorso”. Insomma, cose d’altri tempi, anche se in un modo o nell’altro hanno fatto storia e si riascoltano che è un piacere.
Chiude il programma la b-side di “Evil Woman”, una “Wicked World” che è un’ulteriore conferma della tendenza di Ward allo sfarfallio ritmico del jazz, nonché del fatto che Ozzy, quando voleva, sapeva mettersi fruttuosamente al servizio dei Black Sabbath.
Insomma, disco-progenitore dell’hard e dell’heavy? Sarà: musicalmente quest’attenzione ai timbri e al corpo del suono, questa capacità di governare anche le pause e – in un certo senso – di far suonare anche il silenzio, già nell’hard successivo non si trovano quasi più. Magari è più quell’atteggiamento di alterità morale, quel gioco di etica ed estetica chiaramente virate al nero a creare il vero precedente. Comunque, un gran bel disco: da consigliare tanto agli hard-rocker e ai metallari più incalliti quanto ai naufraghi del sogno psichedelico, con una strizzatina d’occhio ai nostalgici del blues elettrico (che probabilmente lo conosceranno già)
16 Dicembre 2007 alle 13:22 #19156Kurt74Amministratore del forumgrande , allora volete veramente farmela aprire sta sezione ico01
16 Dicembre 2007 alle 14:24 #19119AnonimoOspiteKurt74 – 16/12/2007 2:22 PM
grande , allora volete veramente farmela aprire sta sezione ico01
Ebbene sì!! ico14
16 Dicembre 2007 alle 18:07 #19214VERSE CHORUS VERSEPartecipantesi MOD… ico03 ico03 ico03
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