Interviste NI: Cosmorama

Per la sezione “Interviste” di NirvanaItalia.it facciamo due chiacchiere con i Cosmorama.
Band eclettica tra il rock e l’elettronica, tra testi in italiano e inglese, tra voce maschile e femminile.
Coacervo artistico indefinito o nuova stella del panorama musicale italiano ?
Dopo il primo pezzo ascoltato ho immediatamente sposato la seconda tesi.

La prima volta che mi imbatto nei Cosmorama è al Festival dell’Aspide di Roccadaspide, purtroppo ormai pieno di gruppi Trap, fortuna che fra i tanti invece leggo in cartellone Cosmorama.
Quando li vedo entrare sul palco con camici insanguinati capisco che c’e’ qualcosa finalmente di interessante da ascoltare.

Al concerto non deludono e tempo dopo torno ad ascoltarli all’Happy Days di Napoli, dove hanno ancor più confermato il talento e la qualità tecnica di esecuzione.

Parlando con Gerardo, fondatore e band leader dei Cosmorama, decidiamo per un’intervista dove poter approfondire temi e obiettivi della band.

NirvanaItalia: Una domanda classica per rompere il ghiaccio, ho cercato il significato di Cosmorama, trovando riferimenti ad un non ben specificato strumento ottico del passato, ma credo che il vostro nome faccia riferimento ad altro.

Cosmorama: In realtà il riferimento è quello giusto: Cosmorama è un antico strumento ottico attraverso il quale era possibile ingrandire e porre in rilievo illustrazioni o rappresentazioni di paesaggi; un esempio moderno di Cosmorama è quella pseudo-macchina fotografica in plastica venduta negli anni ’80-‘90 come souvenir ai turisti, attraverso la quale era possibile ingrandire una sequenza di foto in miniatura che rappresentavano i luoghi più significativi della località turistica visitata.
Cosmorama, dunque, non è altro che una rappresentazione amplificata della realtà.
L’idea che sta alla base del nostro progetto artistico è portare all’attenzione del grande pubblico temi di carattere sociale, amplificandone la visione, attraverso quello che riteniamo essere lo strumento principe della comunicazione: la Musica.

NI: Raccontateci un po’ la genesi della band ed i cambi di line-up avvenuti nel tempo.

CR: La band nasce nel 2006 dall’incontro di due dei membri fondatori, Gerardo “nous” Zambrano (voce e chitarra) e Luca “Publik” DI Filippo (basso), con Enzo Siani (tastiere), durante una sessione di registrazioni c/o lo studio di un amico comune; successivamente aderirono al progetto Alfredo “Big foot” Attisano e Antonio “Bibel” Fusco che hanno partecipato alla scrittura e agli arrangiamenti del primo album dei Cosmorama, Radioscopio Alieno, datato 2009; dopo la fuoriuscita di “Big foot” e “Bibel”, che nel 2010 vengono sostituiti rispettivamente da Pierangelo Mugavero (eclettico chitarrista acustico) ed Adriano Galdi, nel 2011 la band assume la sua forma quasi definitiva con l’ingresso nella line up dei fratelli Arturo (chitarra) e Giovanni Fasano (batteria); con l’ingresso nella band di Alessia Minichini (voce) e di Roberto Mirabella (che sostituisce Luca “Publik” al basso), la band decide di percorrere strade artistiche nuove, e elabora il secondo album, totalmente in lingua inglese e con influenze musicali che vanno dallo shoegaze alla new wave.

NI: Influenze musicali dei vari componenti?

CR: Le più disparate e proprio per questo i due lavori dei Cosmorama non hanno un riferimento musicale preciso, cosa che rende i brani anche molto diversi tra loro.

NI: Scegliere se cantare in italiano o fare il tentativo della lingua inglese e’ sempre una difficile decisione per una band. In genere non si torna indietro, voi invece avete due album in due lingue diverse.
Raccontateci le motivazioni per la scelta iniziale e quelle per il cambio di rotta.

CR: La scelta iniziale rispecchiava principalmente il modo di esprimersi connaturato a quello che all’epoca era l’unico autore dei testi, Gerardo “Nous”; più tardi, con l’ingresso di Alessia (ormai voce principale dei Cosmorama e coautrice della parte testuale) la band ha avuto la necessità di fare una deviazione e di ricercare un linguaggio più adeguato a quelle che erano le nuove esigenze melodiche ed espressive.

NI: Nei live continuate a presentare anche brani in italiano ? Avete in programma di poter scrivere se non un album intero almeno alcuni altri brani in italiano ?

CR: A riguardo possiamo anticipare in esclusiva a NirvanaItalia.it che abbiamo in cantiere nuovi brani in italiano: da questo è facile dedurre che la nostra è stata una deviazione dal percorso maestro più che una svolta definitiva.

NI: Nella opening track di Redemption, “She Said”, che reputo uno dei miglior brani dell’album, avrei gestito diversamente la parte iniziale della voce femminile, approfitto quindi per chiedervi dove avete registrato? Vi siete trovati bene? Raccontateci un po’ il periodo delle registrazioni che e’ sempre uno dei piu’ emozionanti per una band.

CR: A dire il vero il disco è stato registrato “a casa nostra”, ovvero in quella che riteniamo ormai la nostra casa musicale, il Play Music Studio: infatti esso è la nostra base operativa, dove ci incontriamo per effettuare le prove e per tirare fuori nuove idee, ma anche per la realizzazione delle incisioni e degli arrangiamenti; esso è stato il luogo in cui ci siamo rifugiati per circa un anno e mezzo e dove abbiamo dormito, mangiato e persino festeggiato anniversari e ricorrenze, insomma un luogo dove si è cementata ancor di più la nostra amicizia e il nostro sentirsi “famiglia”… in fondo un po’ come a casa.
Per quanto attiene la voce femminile in She Said, devo dire che il contrasto che viene fuori con la voce maschile nella parte iniziale del brano (così come nel resto della canzone) è un effetto voluto e stabilito in fase di arrangiamento.

NI: Nei vostri live si sente a pelle l’estrema volontà di comunicare “altro” oltre alla musica. Quali sono i temi che preferite affrontare nei testi?

CR: Noi amiamo definire i Cosmorama un progetto “Ultramusicale”, un contenitore in cui la musica è veicolo di informazione e formazione, insomma uno strumento per risvegliare le coscienze sopite; le tematiche che affrontiamo nei brani sono le più disparate e vanno dall’uso distorto dei media al condizionamento delle coscienze da parte dei poteri forti, dalla migrazione come evento di arricchimento e non di discordia al fenomeno delle morti bianche sul lavoro, o ancora poniamo la nostra attenzione sulle guerre ancora presenti nel mondo e sulla violazione dei diritti fondamentali; tutte le nostre canzoni però hanno un fil rouge che le contraddistingue, ovverosia la volontà di utilizzare la musica come strumento “politico”, nel senso più nobile del termine.

NI: I vostri video rispecchiano quasi fedelmente i temi al centro delle vostre canzoni. Quanto la band ha partecipato alla stesura dei soggetti e delle sceneggiature?

CR: Bisogna ammettere che questa, oltre ad essere una bella domanda, è un’acuta osservazione. La band infatti ha contribuito alla stesura di tutte le sceneggiature e in particolar modo ha voluto che i video-clip rispettassero quella che era l’idea di base del brano: tutto nasce da vere e proprie visioni notturne ed incubi onirici che hanno coinvolto a turno i membri della band, rielaborati poi dal genio creativo di Guglielmo Lipari (autore e regista dei video-clip dei Cosmorama); insomma una sorte di visione collettiva che va oltre la percezione senziente e a cui ha dato forma e struttura il lavoro del regista Guglielmo Lipari e dei suoi collaboratori.

NI: Nel video Redemption i leaders mondiali acquistano un liquido verde che presumibilmente serve ad alimentare i loro affari e a controllare il mondo. Il sistema viene minacciato dalla rivolta di una donna che si libera dal giogo del controllo ma scopre che il suo oppressore ha il suo stesso volto. Come può avvenire la ribellione nella realtà globalizzata odierna di cui i Cosmorama cantano nelle loro canzoni? Attraverso la sola consapevolezza?

CR: La consapevolezza è lo strumento che può renderci liberi, ma da sola non basta: fondamentali nel processo di autodeterminazione di ogni essere umano infatti sono la volontà di cambiamento e la ribellione come azione coordinata e globale; per tale ragione pensiamo che la “rivoluzione” sia a volte necessaria affinché il mondo possa rigenerarsi e diventare un posto migliore.

NI: Purtroppo tutte le band sono costrette a fare un doppio lavoro, da un lato seguire la propria passione per la musica dall’altro “campare”. Come vi mantenete ? Progetti per il futuro ?

CR: Anche se la maggior parte di noi vive di musica, i Cosmorama purtroppo non sono la nostra unica fonte di sostentamento: più in là però ci piacerebbe molto che essa diventasse la nostra attività principale (siamo molto ambiziosi!).
Progetti per il futuro? diventare famosi, ovvio!

L’album Redemption e’ disponibile su tutti gli store digitali
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Kurt74 e Antonio Napolitano