Etichetta simbolo della musica di Seattle, bandiera del movimento grunge e naturalmente prima a pubblicare la musica dei Nirvana: SUB POP
Abbiamo incontrato Valeria Sgarella scrittrice e giornalista musicale autrice di un libro, recentemente pubblicato, che ripercorre la storia dell’etichetta.
Nirvanaitalia: Ciao Valeria, questo libro segue un’altra tua opera che parla del compianto Andy Wood, icona della scena di fine anni ottanta a Seattle. Come nasce l’idea di quest’ultimo libro?
Valeria Sgarella: Nasce dall’esigenza di rispondere a una domanda che ci siamo posti tutti noi, chi prima o chi dopo: chi è sopravvissuto al grunge?
La storia di Sub Pop è eclatante e quasi miracolosa: non solo è sopravvissuta al grunge, una rivoluzione che lei stessa ha plasmato, ma addirittura è riuscita a rimanere in piedi e a sfornare musica per le nuove generazioni. Sempre e rigorosamente sull’orlo della bancarotta
NI: Sub Pop é un icona che identifica Seattle e il movimento grunge. Hai avuto modo di incontrare molte delle persone che hanno fatto la storia dell’etichetta e dato vita al movimento. Chi ti ha maggiormente colpito?
VS: A dire il vero, tutti a loro modo mi hanno colpito, perché tutti avevano una storia pazzesca da raccontare. Tra tutte le conversazioni, però, quella che rimarrà per sempre impressa nella mia mente è quella con Nils Bernstein, incontrato alla festa per il 30mo anniversario di Sub Pop, a Seattle. Lui fu il responsabile dell’ufficio stampa Sub Pop in un periodo molto delicato e importante, tra il 1991 e il 1997. Ha avuto un ruolo chiave non solo all’interno dell’etichetta, ma anche all’interno di decisioni che riguardavano Kurt Cobain, di cui era molto amico. Mi rimarrà nel cuore anche l’incontro con Jonathan Poneman. Una persona di rara bellezza e sensibilità. E anche di un’intelligenza fervida.
Tengo a sottolineare che tutti gli incontri sono ben raccontati nel libro.
NI: Sicuramente oltre i due fondatori Megan Jasper ha avuto un ruolo molto importante nella vita dell’etichetta. Come é stato l’incontro con lei?
VS: Ho incontrato Megan diverse volte. Senza il suo aiuto non sarebbe stato possibile scrivere questo libro. Ha accettato di aiutarmi fin dall’inizio, concedendomi lunghe interviste serali su Skype. Una donna che capisce perfettamente chi ha di fronte, e che riconosce il valore del tempo. L’ho incontrata spesso nel suo ufficio, dove ormai si può dire che fossi di casa. Ho conosciuto anche i suoi due cani. Pensavo che prima o poi mi facesse uno scherzone dei suoi, invece non è successo
NI: Seattle é molto cambiata dagli anni 80. É diventata la città delle grandi società della new economic (Amazon, Adobe, Microsoft ecc). Trovi che l’etichetta rispecchi ancora Seattle come fece nei primi anni di attività?
VS: Seattle è cambiata a più riprese. Non è più la stessa degli anni 80, non è più la stessa degli anni 90, non è più la stessa degli anni 00, e non è più la stessa di cinque anni fa. Ogni decennio ha portato con sé delle piccole rivoluzioni, e ora Seattle gioca nello stesso campionato della Silicon Valley. O di grandi città come New York, San Francisco, Chicago. La Sub Pop è ancora molto radicata nel suo territorio, tant’è vero che una buona fetta del suo roster, tra nuove uscite e ristampe, è del Nord Ovest Pacifico (solo per citarne alcuni, Shabazz Palaces, The Shins, Father John Misty/Fleet Foxes). Senza contare che ogni anno la Sub Pop offre una borsa di studio (la Loser Scholarship)a ragazzi di Portland o Seattle che vogliano andare al College.
NI: Quali sono le maggior difficoltà che hai incontrato nello scrivere questo libro?
VS: Riuscire a trovare un equilibrio tra tutte le esigenze che c’erano, a livello narrativo. Dovevo raccontare di grandi dischi, di grandi persone, di grandi storie, grandi perdite, e anche prestare attenzione a piccoli dettagli tecnici che riguardano il mondo del collezionismo. Mantenere sempre un filo conduttore tra tutto quel che succedeva, senza perdere la strada. Questa è stata l’impresa più difficile.
NI: I Nirvana sono stati sicuramente una delle più grandi scoperte di Poneman e Pavitt. Hai qualche curiosità da raccontare agli appassionati del nostro sito?
VS: I Nirvana non sono stati solo una grande scoperta della Sub Pop. Sono quelli che hanno letteralmente salvato la Sub Pop dalla bancarotta, per certi aspetti. E paradossalmente l’hanno salvata andandosene. La faccenda è ben raccontata nel libro, e quindi non spoilero, perché altrimenti il libro non ve lo filate di pezza.
NI: Hai idea che la morte di Cobain sia stata un punto di svolta per l’etichetta e l’intera scena musicale di Seattle?
VS: Senz’altro: improvvisamente i Nirvana non esistevano più e tutte le etichette major volevano i ‘nuovi Nirvana’. Che è anche il motivo principale per cui la Warner Bros è subentrata alla Sub Pop come socio di maggioranza nel 1995. Un cambiamento molto forte che ha avuto come prima conseguenza l’abbandono di Bruce Pavitt, il suo fondatore principale.
Ovviamente, i nuovi Nirvana non sarebbero mai arrivati. In compenso sarebbero arrivati molti loro emuli, nonché emuli di Pearl Jam e Alice In Chains. Una cosa intollerabile per chi aveva creato il Seattle Sound.
NI: Dopo aver scritto due libri legati a Seattle e alla sua musica hai idea di scrivere una terza nuova opera?
VS: Sì.
VS: Grazie mille!
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Valeria Sgarella
Giornalista professionista dal 2000; da giovanissima ha lavorato a MTV; da non-più-giovanissima, ha trascorso più di vent’anni nel mondo della radiofonia italiana, in qualità di speaker, autrice e curatrice di programmi, corrispondente da Londra e inviata alla Mostra del Cinema di Venezia (per Play Radio, Radio 24, R101). Parallelamente ha scritto – e scrive – di musica e spettacolo per Maxim, Donna Moderna, Vanity Fair, Rockit, il Mucchio, Humans Vs Robots. Nel 2017, dopo un lungo viaggio a Seattle alla ricerca di testimonianze, ha pubblicato il suo primo libro: Andy Wood, l’inventore del grunge, (Area 51 Edizioni / Ledizioni), la biografia di Andy Wood, protagonista meno noto ma influente dell’era grunge. E oggi, 2018, esce con Oltre i Nirvana.