Risposte nei forum create
-
AutorePost
-
leonoraPartecipante
grazie mille, mi mancava
leonoraPartecipante🙂 una collaborazione? Allora rimedio al più presto
leonoraPartecipanteinvidia! 😉
leonoraPartecipante🙂 me too
leonoraPartecipanteRixx – 3/9/2013 22:24
leonora – 2/9/2013 20:48
– segna i titoli – e come as you are, più pesante del cielo e cip e ciop?
Come As You Are ovviamente. Si parte da lì,poi viene tutto il resto. ico02
Comunque esistono già svariati topic sull’argomento libri/biografie nirvaniche…prova a cercare nel forum.
Merci, infatti stavo spulciando in giro 🙂 ico02
leonoraPartecipanteecco, Burroughs lo collego a un Morrison come Ginsberg. Attendo il commento 🙂
leonoraPartecipantecome Kurt74 non conoscevo questo dettaglio 🙂
leonoraPartecipantenon saprei, è interessante il tuo punto di vista anche perchè ho comprato gli album per il motivo opposto. Non era un Van Morrison, non aveva la cultura di Jim M, ma un testo minimalista come ” Come as you are ” ha una forza evocativa enorme – per quanto lo abbia voluto ammettere solo a me stessa poco tempo fa -, parla per sottrazioni e se ne discute ancora, è interessante.
leonoraPartecipanteSono d’accordo, ragioniamo col SE… probabilmente si sarebbe ritrovato come Jim Morrison, dopo aver tirato giù un puttanaio – perdonatemi – assurdo, nella posizione di non poter dare nessuna risposta e/ conforto al pubblico… solo che contrariamente a Jim, lui non voleva nessun tipo di rivoluzione culturale o vespaio. Come scrive True nel suo libro – credo fosse una citazione, non ricordo – ha voluto mordere la mela e salire sulla giostra, nulla da dire sulla sua scelta. Non nego che due giorni fa, disegnando ed ascoltando i Nirvana ne son usciti dei disegni inquietanti e quello mi basta, dimostra ampiamente che Kurt è riuscito a trasmettere qualcosa, anche di malsano. Voglio riconoscergli il merito di essersi aperto tramite ai suoi testi vomitando tutta la frustrazione che aveva dentro, e per me la vena punk risiede nelle sue capacità di paroliere e non nella musica della serie ” Vomitatemi addosso, sono lavabile ” – la citazione è presa da Please kill me, libro che raccomando a tutti -. Però, ribadisco che in quegli anni non avevamo nessun portavoce, è la meravigliosa melanconia di esser lasciati a se stessi che mi fa amare la ” nostra ” generazione 🙂 p.s: non voglio far cambiare idea a nessuno, espongo solo i miei dubbi. Poi non so quanto fosse pazzo, pazzo d’amore, forse 🙂
leonoraPartecipanteHo suonato il pianoforte per anni, ma non ce l’ho più. Ho solo una tastiera al momento 😀
leonoraPartecipanteSulla voce non discuto, ma non l’ho mai considerato il profeta della nostra generazione – ok quando è morto avevo otto anni, ma fin da piccolissima ho ascoltato di tutto-, è stato immolato in quel ruolo non solo dai media ma dai suoi stessi fan. Diciamo che inconsciamente ha colto lo spirito del tempo, quel pessimismo anni ’90, quella situazione stagnante economica e quell’aridità emotiva nell’era post Yuppie e della sperimentazione post-punk Non voglio sottrarre nulla alla sua persona, ma soltanto abbozzare un quadro onesto di un uomo ridotto ad icona. Ok è vero, un carattere di merda non è inversamente proporzionale al talento, esattamente come Jim Morrison quando si lasciava andare a commenti razzisti perchè carico d’alcol, vorrei solo ridimensionare la cosa 🙂
Per me la cosidetta generazione X non ha un portavoce e sta in questo la vera tragedia.
Espulsa in 3…2…1 ico03
leonoraPartecipante:3
leonoraPartecipanteahaa seriamente, sono in crisi
leonoraPartecipanteAbout a Son è un ritratto davvero obiettivo su Kurt Cobain, intimo e lucido al contempo. Godetevelo
leonoraPartecipanteA costo di essere impopolare devo rispondere: per me Kurt Cobain non aveva NULLA di speciale e probabilmente era anche un lagnoso impossibile- essendo del segno dei pesci -. Un ragazzo normale catapultato tra la gogna mediatica ed una folla fagocitante come non si vedeva da anni. Per me è lo scarto tra il suo carattere fragile e una società che non sa cosa vuol dire la parola privacy a renderlo un personaggi tragico, a consacrarlo – che ci piaccia o meno – alla storia della musica. Chi sbandiera il suo amore per Kurt- e non per i suoi grandi occhioni chiari – dovrebbe ammettere che probabilmente aveva un carattere di m*** e si abbatteva per la minima cosa. Ma quello che rende Kurt particolare/speciale – i suoi testi erano molto interessanti – è il suo essere un figlio genuino (?) di un’America povera, con le sue famiglie disfunzionali, i suoi territori fin troppo vasti, i microcosmi cittadini come Seattle, la noia, i cicli di crisi economica e la continua ricerca della felicità o del semplice affetto. Probabilmente avrebbe dovuto scendere dalla giostra in tempo, godersi una quantità dignitosa di soldi e darsi all’isolamento come Syd Barrett, ma ha fatto la sua scelta. E’ un figlio della sua terra come River Phoenix, Jim Morrison e Marilyn Monroe e per questo dovrebbe essere rispettato e non per forza amato 🙂
-
AutorePost