Film/Documentario: About A Son

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  • #11419
    libero
    Partecipante

    Conferenza stampa di Kurt Cobain About a Son di AJ Schnack, presentato nella sezione Extra.

    Il film è una toccante biografia del musicista leader dei Nirvana, basato su più di 25 ore di materiale inedito tratto dall’intervista che Cobain ha rilasciato al giornalista Michael Azerrad per il suo libro “Come As You Are: The Story of Nirvana”.
    “Quando ho ascoltato i nastri dell’intervista mi sono reso conto che si trattava di una rarità, ciò che colpisce è proprio la sua voce perché tutti la conoscono tramite le sue canzoni ma pochi durante una conversazione”, così ha iniziato il regista. “Ho scelto un approccio diverso da quello dei soliti documentari celebrativi sulle star della musica, quello che volevo dare al film era un tono molto intimo, sembra quasi di origliare una confidenza privata. E le registrazioni nonostante abbiano più di 12 anni sono ancora molto attuali”.
    “La preoccupazione di Cobain era di venir visto come una caricatura, uno stereotipo, l’immagine che purtroppo è arrivata a noi. In realtà quando ho ascoltato le interviste ho scoperto un uomo a tutto tondo: intelligente, arrabbiato, spiritoso, paranoico. Mi interessava focalizzare l’attenzione sulle sue complessità, i suoi dubbi, i suoi lati oscuri. Insomma, la verità completa è sempre la migliore verità”. Sulle immagini selezionate Schnack ha precisato che “sono state scelte perché si riferiscono a ciò che Kurt ha vissuto, alla sua adolescenza, per esempio il tempo passato nella segheria del padre o nelle sue tre città, Aberdeen, Olympia e Seattle”. Lo stesso è stato fatto per le musiche: “volevo che i luoghi che si vedono sullo schermo fossero i luoghi che lui vedeva, le musiche quelle che lui ascoltava. Gruppi importanti per la sua formazione come Cheap Trick, David Bowie, Mudhoney, Melvins, Rem, Bad Brains, Butthole Surfers”.
    Sulla realizzazione il regista ha precisato di aver sempre “informato Courtney Love, l’abbiamo aggiornata sulle nostre intenzioni e sulla formula che volevamo dare al film. In fondo erano delle chiacchierate e il processo dell’intervista è una vera forma d’arte”.

    Trailer:

    http://www.youtube.com/watch?v=yc8jJhP8UGA
    ico02

    #11427
    SmokeWhisper
    Partecipante

    Buongiorno… sono una new entry… è da un pò che mi interesso a questo nuovo documentario, ma purtroppo ho perso la proiezione che hanno fatto a roma il 18 in occasione della festa del cinema… ico04 spero che presto esca un dvd… intanto mi vado a vedere il trailer!
    c’è qualcuno di roma che ha avuto la fortuna di vederlo?
    Libero, posso chiederti una cosa “burocratica”?

    #11410
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Io nemmeno sono stato a Roma, quindi posso solo darti il benvenuto su Nirvana Italia ico01

    #11420
    libero
    Partecipante
    #11404
    Anonimo
    Ospite

    Ma, visto che in Italia è già stato proiettato al festival del cinema a Roma, secondo voi quando potremo finalmente vederlo/ascoltarlo anche noi, magari su un bel dvd?

    —-

    Oups, scusate! Ho appena letto bene l’articolo a cui rimanda il link che ci ha lasciato Libero. Fate come se non vi avessi chiesto niente… ico08 A quanto pare arriverà a settembre ico03

    #11421
    libero
    Partecipante

    finalmente si sa una data certa per l’uscita nei cinema (per ora solo degli states): 3 ottobre a New York
    (il film è distribuito dalla balcony booking & releasing, specializzata in film indipendenti)

    Grazie Mattia ico02

    #11429
    memory
    Partecipante

    .sembra un buon progetto..spero nn sia finanziato dalla love..altrimenti haloa..ahahaha

    #11422
    libero
    Partecipante

    Il 24 settembre è prevista l’uscita della colonna sonora del film.

    Steve Fisk and Benjamin Gibbard – ‘Overture’
    Never Intended (interview clip)
    Arlo Guthrie – ‘Motorcycle Song’
    The Melvins – ‘Eye Flys’
    Punk Rock (interview clip)
    Bad Brains – ‘Banned In D.C.’
    Creedence Clearwater Revival – ‘Up Around the Bend’
    Half Japanese – ‘Put Some Sugar On It’
    The Vaselines – ‘Son of A Gun’
    Butthole Surfers – ‘Graveyard’
    Hardcore Was Dead (interview clip)
    Scratch Acid – ‘Owner’s Lament’
    Mudhoney – ‘Touch Me I’m Sick’
    Car Radio (interview clip)
    Iggy Pop – ‘The Passenger’
    Lead Belly – ‘The Bourgeois Blues’
    REM – ‘New Orleans Instrumental No. 1’
    The Limelight (interview clip)
    David Bowie – ‘The Man Who Sold The World’
    Mark Lanegan – ‘Museum’
    Ben Gibbard – ‘Indian Summer’

    Ecco l’estratto di una recensione appena pubblicata:


    Cosa ha il documentario di AJ Schnack che le ultime pubblicazioni non hanno [N.d.T. riferito al film Kurt & Courtney, biografia di Cross e Diari]? Ha l’inusuale effetto di far sembrare il soggetto come se fosse ancora vivo. Nel miscelare interviste audio con Cobain – condotte dallo scrittore Azerrad per la sua biografia sui Nirvana del 1993, Come As You Are – a recenti, serene immagini di città in cui ha vissuto (Aberdeen, Olympia and Seattle), il film mette in comunicazione le esperienze di Cobain in quei posti con quelli che oggi vivono lì, proponendo una storia che ancora deve essere scritta. E fa questo senza far vedere il viso di Cobain (almeno fino ai crediti finali) o usando una nota della sua musica nella colonna sonora.

    Seguito da un godibile inizio acustico di Steve Fisk and Death Cab per Ben Gibbard dei Cutie, About a Son dettaglia le fasi significative della vita di Cobain con le canzoni che le hanno accompagnata: il suo background operaio ( “Motorcylce Song” di Arlo Guthrie, “Up Around the Bend” di CCR), la sua epifania punk-rock (“Eye Flys” dei the Melvins e “Banned in DC” dei Bad Brains), il suo fervente abbraccio al naive-pop della K Records (“Put Some Sugar On It” dei Half Japanese e la futura cover dei Nirvana “Son of a Gun” dei the Vaselines) ed il suo pensiero idealizzato di fondere le dissonanze post-hardcore con le convenzioni del rock classico (epitetizzate qui da Butthole Surfers’ “Graveyard” e Scratch Acid’s “Owner’s Lament”, quest’ultima descritta come “una canzone degli Aerosmith, ma veramente scazzata.”)

    Ma come la storia prosegue verso il corteggiamento delle majpr dei Nirvana e il successo del dopo Nevermind, la selezione delle canzoni diventa più simbolica che biografica, e la relazione tra il film e la colonna sonora diventa più confusa, per un assenza di commento espositorio. La colonna sonora vede varie frasi di Cobain sulla celebrità e l’attenzione dei media, si passa a importanti, candide conversazioni dell’amore con Courtney (perfettamente supportate nel film da “Star Sign” dei Teenage Fanclub, che non fugure qui), il suo uso di eroina e la delusione con i Nirvana.

    L’inclusione di “The Man Who Sold the World” di David Bowie e “Bourgeois Blues” di Leadbelly parlano da sole come tecniche narrative, ma la comparsa dell’inno di Iggy Pop “The Passenger” sembra casuale ascoltato senza il racconto di Cobain dell’imbarazzante incontrao con la Capitol Records. E mentre la ballata “Museum” del 1990 di Mark Lanegan fa da inno per i crediti, nell’album è incluso la canzone “Indian Summer” di Gibbard. Forse la canzone è come una metafora della duratura eredità di Cobain e un testamento della sua influenza delle successive generazioni di indie-rocker di Seattle, ma la sua figura sembra qui molto incongrua dato il suo imperterrito tono sentimentale, ed il fatto che altre, più rappresentative canzoni dal film (“It’s Late” dei Queen, “Iris” dei Breeders) non separa l’album. Il lavora della colonna sonora non è sempre quello di raccontare la stessa storia del suo film, ma con uno più ponderato uso delle frasi ed una selezione leggermente più ampia delle canzoni, About a Son può raggiungere l’intento finale di una colonna sonora che fa sentire quelli che non hanno visto il film come se lo avessero fatto.

    TNX Melvana
    ico02 ico02

    #11411
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Libero si sa nulla per un eventuale DVD ?

    #11431
    Sappy
    Moderatore

    penso che questo documentario, insieme al box with the light out x noi fan, è una cosa sublime…. ico03

    #11405
    Anonimo
    Ospite

    E farà arricchire anche qualcuno….

    #11423
    libero
    Partecipante

    Dunque a partire dal 19 febbraio 2008 sarà possibile acquistare il dvd ufficiale del film
    ico02

    questi i dettagli:

    Attori: Kurt Cobain
    Regista: A.J. Schnack
    Formato: Colori, DVD-Video, Widescreen, PAL
    Lingua: Inglese
    Regioni: All Regions
    Aspetto: 2.35:1
    Numero di dischi: 1
    Studio: Shout Factory
    Data di pubblicazione: 19 Feb 2008
    Durata: 135 minutes

    Non è specificato se non vi siano i sottotitoli purtoppo essendo questa la versione inglese.

    Però,insomma neanche i sottotitoli anche quì dove bisogna ascoltare la voce di Kurt che racconta…. ico15

    #11406
    Anonimo
    Ospite

    WOW ico03

    Chissà se la data di uscita è casuale, considerato che il giorno dopo sarebbe il compleanno del nostro caro estinto…

    Incrociamo le dita per i sottotitoli (e dai, un pò di considerazione per noi italianucci, no?!)… e sennò ci tocca rifarci a quelli in inglese, sempre meglio di un cazzotto in un occhio ico02

    #11432
    Sappy
    Moderatore

    speriamo bene…che ci siano i sottotitoli… ico03 … ico03 … ico03 … ico03 ico08 ico10 ico01 ico01 ico01

    #11430
    Thebeatter
    Moderatore

    Recensione del film: Kurt Cobain About a Son

    Film tutt’altro che convenzionale, Kurt Cobain About a Son riporta fatalmente il leader dei Nirvana a Roma, dodici anni dopo il leggendario concerto al Palaghiaccio di Marino, una delle ultimissime esibizioni della band prima del suicidio dello stesso Cobain. Una tipica agiografia di fine millennio, già nota a molti, soprattutto alla generazione che nei primi Novanta reclamava attenzione abbracciando stile e idee del movimento “grunge”, ma raccontata in modo da farne un’esperienza di entità assai più complessa.

    Il regista AJ Schnak sceglie di non mostrare nostalgiche clip di repertorio dei Nirvana in concerto, né statiche interviste con parenti e amici di Kurt Cobain. Tanto meno si imbatte nella solita digressione antropologica sulla prematura morte del giovane campione, tema arcaico più volte prestato all’epos contemporaneo del pop-rock, vedi Jim Morrison, Hendrix o Lennon. Il film è invece, prima di tutto, un risoluto esperimento concettuale.

    La voce “fuori campo” di Cobain, placida e lunare – raccolta dal giornalista Michael Azerrad durante una lunga intervista finora inedita – racconta la propria vita da rock-star; il rapporto a dir poco critico con i genitori e quello non meno problematico con la compagna Courtney Love, il suo persistente senso di isolamento, la paura della normalità, la droga, il suicidio. Le parole accompagnano evocative immagini dei luoghi che già impressionarono le retine del musicista quando era al mondo: dalla segheria dove lavorò suo padre, ai corridoi del liceo, ai locali delle prime esibizioni: “Sembra quasi di origliare, è un’esperienza molto intima”, ha spiegato il regista, “la scelta delle immagini è venuta di conseguenza”.

    Suddiviso con perizia hegeliana in tre atti, corrispondenti alle tre città a cui Cobain si sentiva più legato, Aberdeen, dove trascorse l’infanzia, Olympia, dove cominciò a suonare e Seattle, la città della consacrazione, il film è scandito dalle canzoni degli artisti che Kurt amava di più: Queen, David Bowie, R.E.M. e Iggy Pop.

    Ne esce un ritratto intimo, toccante, disperato, in cui il protagonista non appare mai. Solo alla fine, quando finalmente ritroviamo il suo volto, benché i nostri occhi l’abbiano visto migliaia di volte su manifesti, magliette, copertine, nonostante questo, ci appare svelato, diverso: più uomo e meno icona.

    (Jacopo Mosca)

    Kurt Cobain si racconta – in una lunghissima intervista rilasciata al giornalista Michael Azerrad – ripercorrendo passo dopo passo le principali tappe della sua carriera artistica e personale. L’infanzia tranquilla (dove l’America sembrava coincidere con il mio giardino di casa e tutti i sogni erano ancora possibili), le prime crisi depressive, l’evasione raggiunta attraverso l’alcool, il desiderio di metter su un gruppo rock che mescolasse Beatles e Black Sabbath, fino alla bruciante scoperta della droga per alleviare i violentissimi dolori allo stomaco che lo perseguitavano ovunque. Ma anche la notorietà, il successo dei primi album, la scoperta di Courtney Love e la nascita della figlia, fino all’epilogo finale: il suicidio che nell’Aprile del ’94 lo portò via con un colpo di fucile alla testa.
    Difficile operazione quella di riportare con originalità sullo schermo la discussa figura di un mito della controcultura giovanile degli anni ’80-’90, operazione che all’indipendente regista americano AJ Schnack riesce alla perfezione. La scelta di non utilizzare nessuna immagine che rimandi al volto o alle movenze del leader dei Nirvana, lascia un senso di straniamento e di empatia nello spettatore, regalandogli solo gli estratti raccolti dalla lunga intervista, unendoli a una regia accurata e in cerca dei giusti effetti grafici. Persino la colonna sonora rimanda alle storiche figure rock del ventennio scorso, da Iggy Pop a David Bowie, senza mai passare per i cavalli di battaglia della grunge band. Un film consigliato a chi ha ancora voglia di ascoltare la voce di un Cobain devastato e disgustato dai giornali scandalistici che lo ritraggono e sempre meno smanioso di vivere e di suonare.

    mymovies.it

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