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28 Luglio 2006 alle 10:56 #1764AnonimoOspite
Questa è la traduzione completa del numero di Aprile di Guitar World dedicato interamente ai Nirvana, raccoglie infatti tutti gli articoli apparsi sulla rivista a partire dal 1992 fino ai più recenti. Molto interessanti a parer mio gli articoli sulle prove dell’MTV Unplugged e quello di Charless Cross sull’ultima sessione tenuta dai Nirvana dove hanno registrato You Know You’re Right
note di Kurt74:
Ottimo Libero, ho diviso gli articoli in piu’ post per rendere piu’ facile la letturaOriginariamente gli articoli sono apparsi su:
[1] Ristampa da Guitar World, marzo 1999
[2] Ristampa da Guitar World, ottobre 2001 (stampa sbagliata)
[3] Ristampa da Guitar World, ottobre 1996
[4] Ristampa da Guitar World , febbraio 1992
[5] Ristampa da Guitar World , ottobre 2003 (Dal libro Milk It! Collected Musings On The Alternative Music Explosion of The ‘90s, di Jim DeRogatis)
[6] Ristampa da Guitar World , ottobre 1996
[7] Ristampa da Guitar World , agosto 1997
[8] Ristampa da Guitar World , marzo 1995
[9] Ristampa da Guitar World , gennaio 200329 Luglio 2006 alle 20:38 #13742Kurt74Amministratore del forumPROIETTA UNA GRANDE OMBRA
KURT COBAIN
VISIONARIO ROCK, PADRE DEL GRUNGE, VOCE DELLA DISAFFEZIONE – FU ANCHE UN POTENTE E INFLUENTE CHITARRISTA. ALAN DI PERNA PARLA DEL SUO IMPATTO SULLA MUSICA AMERICANA – E PERCHE’ UN UOMO CHE EBBE TUTTO ARRIVO’ ALLA TERRIBILE CONCLUSIONE DI NON AVERE NIENTE.[1]
Come leader dei Nirvana, Kurt Cobain diresse la musica rock negli anni ’90, ed oltre. Fu la più importante figura del grunge, lo stile crudo, heavy, schietto che rimarrà per tutto il tempo come significante dell’era, come il glam fece per gli anni ’70 e la psichedelica per i ’60.
Come persona umana, Cobain personificò le inquietudini, le frustrazioni e la disperazione della sua generazione – ragazzi da famiglie separate, giovani ragazzi e ragazze che guardano ad un futuro di ridotte aspettative economiche. Un disadattato dentro un istituzione chiamata rock and roll, i valori punk di Kurt lo posero in contrasto dal nome rock star che il mondo fu così desideroso di affibbiargli. Come ha scritto nella sarcastica “Radio Friendly Unit Shifter” (In Utero), “I do not want what I have got.” (non voglio ciò che ho N.d.T.) La morte di Kurt Cobain – all’età di 27 anni, con una ferita auto-inflitta alla testa con un fucile calibro 12 – negò una voce a una generazione molto bisognosa di un sostegno, conforto e un amico.
Nato il 20 febbraio, 1967, Cobain aveva solo 8 anni quando i suoi genitori divorziarono. Anche se quasi universalmente associato con Seattle, in realtà era di Aberdeen, Washington, una piccola, economicamente depressa città di trasportatori di legname a più di 100 miglia da Seattle. “Bianchi poveri che si comportano come piccoli borghesi,” fu come Cobain descrisse la sua origine al biografo Michael Azerrad nel recente Come As You Are: The Story of Nirvana. A quanto si dice, Kurt fu profondamente e irrimediabilmente segnato dal divorzio dei suoi genitori. Dopo la separazione, non ebbe mai realmente una casa stabile da adolescente. A scuola fu diagnosticato come iperattivo e gli fu data la droga Ritalin. Lasciò alla fine delle superiori. Cobain non corrispondeva allo stereotipo di maschio macho che era imposto ai giovani ragazzi di Aberdeen. Non andava a caccia, non faceva sport o altre occupazioni “maschili”, invece gli piaceva sballarsi con i fannulloni locali. Fu bersagliato a scuola per essere amico di uno studente gay. Successivamente, avrebbe parlato veementemente contro l’omofobia, sessismo e razzismo.
Cobain dimostrò un abilità artistica sin da bambino, e i suoi collage, sculture e altri dipinti decorano i dischi dei Nirvana. Non fosse diventato un musicista, avrebbe avuto sicuramente una buona carriera nelle arti visive. Ma quando aveva 14 anni, il destino lo portò verso un’altra via: suo padre gli comprò la sua prima chitarra elettrica, con cui Kurt scoprì che era più portato a suonare da mancino. I gusti musicali di Cobain crebbero uguali a quelli di molti musicisti della sua generazione. Sua madre lo introdusse ai Beatles, i Monkeys e altra musica pop anni ’60 quando era molto giovane, ma passò su band come i Led Zeppelin, Black Sabbath e AC/DC mentre era nella sua pre-adolescenza. Quando il punk rock fece il suo arrivo ad Aberdeen, ad un certo punto nei primi anni ’80, Cobain lo abbracciò entusiasta. Anni dopo, si sarebbe imbarazzato quando i parenti e gli amici di gioventù gli ricordavano che strimpellava su dischi degli Iron Maiden o disegnava il logo dei Led Zeppelin sulla parete della sua stanza. Ma precisamente è stata la combinazione dell’heavy metal e del punk dei primi anni ’80 (Black Flag, Flipper, ecc.) che successivamente sarebbe stato conosciuto come grunge ed avrebbe avuto uno straordinario effetto sulla gente.
Cobain cominciò a scrivere canzoni appena dopo aver abbracciato la chitarra. La sua prima band, un trio chiamato Fecal Matter, non durò molto. Ma nel 1986, lui ed il bassista Chris (dopo Krist) Novoselic, un amico delle superiori di Aberdeen, si unirono per formare il nucleo di una band che avrebbe dovuto eventualmente chiamarsi Nirvana. (Cobain voleva chiamarla Skid Row ad un certo punto).
Nel 1987, Cobain si spostò a Olympia, Washington, un città da college che era più boheme di Aberdeen e circa 50 miglia più vicina a Seattle. I conoscenti di quel periodo lo ricordano come un calmo, solitario ragazzo che stava soprattutto dentro l’appartamento che divideva con la sua ragazza, lavorando alle sue sculture e collage. Un assiduo frequentatore di negozi economici e mercatini di scambio, Cobain comprava continuamente vecchie bambole e altre cianfrusaglie, molte di cui usava nei suoi lavori. Applicò la sua estetica di negozi economici alle sue chitarre e divenne famoso per aver suonato una serie di offerte speciali elemosinate in vecchi negozi di pegni. Ma c’era una risvolto pratico per la sua ossessione con le sei corde messe da parte: chitarre per mancini d’occasione sono difficili da trovare e Cobain suonava con talmente tanta violenza che le Fender Jaguar e Jazzmaster che erano le sue chitarre di scelta frequentemente dovevano essere sostituite. (Nel periodo prima di essere rese popolari da band come Sonic Youth, Dinosaur Jr e Nirvana, le Jag e Jazzmaster si potevano avere per prezzi irrisori.) Poco prima della sua morte, Cobain disegnò un modello personalizzato un ibrido tra una Jaguar e una Mustang per la Fender.
A inizio del 1988, Cobain , Novoselic ed il batterista Dale Crover andarono a Seattle per fare un demo ai Reciprocal Recordings Studios con tecnico del suono Jack Endino, un importante figura nell’ influente etichetta indie della città, la Sub Pop. Il demo portò ad un accordo con la Sub Pop, e l’11 giugno 1988, con Chad Channing ora alla batteria, i Nirvana pubblicarono il loro primo singolo, “Love Buzz”, una cover di una oscura canzone degli Shocking Blue, gruppo olandese dei primi anni settanta che ebbe un grande successo con “Venus”. Un anno dopo, il primo album dei Nirvana, Bleach, uscì su Sub Pop.
Cobain spesso diceva nelle interviste che lui deliberatamente soppresse il suo maggiore melodico, eccentrico, lato “new wave” su Bleach. (Kurt spesso usava il termine “new wave” per descrivere tutto ciò che andasse dai Young Marble Giants e Gang of Four ai Butthole Surfers e Scratch Acid, tutti gruppi che ebbero una grande influenza su di lui.) La sua sensazione era che questa sensibilità non si adattava bene all’estetica hard rock primi anni settanta della Sub Pop, come esemplificato da Soundgarden e Green River, il gruppo che poi si trasformò nei Pearl Jam.
I gusti musicali di Cobain abbastanza più estesi della dieta di noise alternativo sostenuta da Sub Pop ed etichette indie similari. Ma arrivando dalle rurali terre desolate di un posto come Aberdeen, poteva vedere dopo i Nirvana si inserivano. “Noi siamo un esempio perfetto di comuni ventenni non educati dell’America degli anni ’90,” Cobain disse a Michael Azerrad. “[Noi siamo] punk rocker che non eravamo nel punk rock quando era prospero. Tutta la mia vita, le cose sono state così, perché quando ascoltavo i Beatles, i Beatles si erano divisi da anni e non lo sapevo… La stessa cosa con i Led Zeppelin.”
Ma il senso di affinità di Cobain con i suoi gruppi dell’adolescenza andava oltre la musica: “La mia storia è esattamente la stessa a quella del 90% di quelli della mia età,” diceva. “I genitori di ognuno avevano divorziato. I loro figli fumavano erba durante le superiori, erano cresciuti nel periodo quando ci fu una grande minaccia comunista e tutti pensavano che sarebbero morti in una guerra nucleare E le personalità di ognuno sono praticamente le stesse.”
Cobain fu un riluttante, involontario portavoce per la sua generazione. Era a disagio con la notorietà, anche con la notorietà underground che i Nirvana avevano guadagnato con l’intensità di Bleach ed il suo seguente EP, Blew, pure uscito nel 1989. Nel primo tour europeo della band, un estenuante percorso con pochi soldi con la band Tad, Cobain ebbe quello che il co-proprietario della Sub Pop Bruce Pavitt descrisse come un collasso nervoso sul palco a Roma [al Piper il 27 novembre 1989 N.d.T.], precipitandosi fuori dal palco, arrampicandosi sui travetti e urlando alla folla. Aggiungendosi in maniera considerevole all’infelicità di Cobain fu il suo cronico, indiagnosticabile dolore di stomaco, che cominciò subito dopo il trasferimento a Olympia e l’avrebbe torturato per il resto della sua vita.
Ma l’esistenza di Cobain non fu completamente incolore. Nel 1990, cominciò una relazione con Tobi Vail, della band delle Bikini Kill, una leader nel radicale movimento femminista riot grrrl. Apparentemente prese seriamente la relazione; a quanto si dice, non fu un disinvolto donnaiolo. Disse a Michael Azerrad che dormì con solo due ragazze nel corso di tutto il tour dei Nirvana. “Sono stato sempre alla vecchia maniera in questo aspetto,” disse. “Ho sempre voluto un ragazza con cui avrei potuto avere un bella relazione per molto tempo. Avrei voluto essere capace di avere molte avventure amorose, ma ho sempre voluto avere più di questo.”
La carriera dei Nirvana cominciò ad accelerare ad un ritmo frenetico durante il 1991 [1990]. In Aprile, andarono a registrare con il produttore Butch Vig agli Smart Studios, la sua struttura di registrazione a Madison, Wisconsin. Conosciuto meglio ora come batterista dei Garbage, prima Vig era un promettente produttore indie per gli stimati dischi di Laughing Hyenas, Smashing Pumpkins, Firetown, Tad e Killdozer, insieme ad altri. La registrazione della canzone “Polly” che figurò sull’epocale album dei Nirvana Nevermind veniva dalle sessioni agli Smart. Versioni grezze di cinque altre canzoni di Nevermind – “In Bloom,” “Dive,” “Lithium,” ”Breed” e “Stay Away” – furono registrate durante la settimana di registrazione.
Un mese dopo i giorni agli Smart, il batterista Chad Channing lasciò i Nirvana. Fu sostituito da Dave Grohl, un forte batterista da Washington, DC, della scena hardcore. Grohl portò il suono dei Nirvana ad un nuovo livello di intensità. Prima che la formazione “classica” dei Nirvana si formasse, un buon accordo discografico non era molto lontano. La Geffen Records stava prendendo un attivo interesse nella band sin da aprile del 1990, quando Thurston Moore e Kim Gordon dei Sonic Youth (che avrebbero di lì a poco firmato loro stessi per la Geffen) portarono Gary Gersh dell’etichetta A&R ad un concerto dei Nirvana a New York. Un accordo fu formalmente sottoscritto un anno dopo, il 30 aprile 1991. In maggio, Cobain, Novoselic e Grohl erano a Los Angeles con Butch Vig, per registrare quello che stava per diventare un album rock epocale, Nevermind del 1991.
“Kurt si divertiva quando fece quel disco,” ricorda Vig. “Che fu prima che i Nirvana diventassero veramente grandi. Avevano un tipo d’atteggiamento noncurante sul fare il disco. Non c’era molta pressione. Sentivo io più pressione sul fare il disco che loro. Perché era in realtà il primo disco per una major che stava facendo.”
Con un budget iniziale di 65,000 dollari, la band poteva avere un approccio con più calma di quello che avevano avuto con Bleach (che costò solo 606,17 dollari per farlo). Cobain, nel frattempo, era apprensivo nell’essere visto con un prodotto di una major. Dopo che Nevermind fu completato, aveva paura che sembrasse troppo leggero – che il mix finale del disco, completato dal produttore Andy Wallace, fosse troppo radiofonico.
“Ricordando la produzione di Nevermind, mi sento un po’ imbarazzato,” Cobain disse a Azerrad “E’ più vicino a un disco dei Mötley Crue che a un disco punk rock.”
Comprensibili invece possono essere, gli scrupoli artistici di Cobain sulle vendite del disco. E’ sorprendentemente un album potente, un’inconfutabile dichiarazione dell’arrivo di una nuova importante band. Il primo singolo del disco, “Smells Like Teen Spirit,” divenne all’istante un inno. E’ una vetrina per il tipo di espressione del ritmo che caratterizzava il moro di suonare, scrivere e della personalità di Cobain. La melodia è una brillante evocazione di volatili emozioni, con i suoi versi astiosi, stanchi del mondo che esplodono nei potenti accordi abrasivi nel ritornello.
In un intervista ad una radio australiana, Cobain raccontò che l’accattivante titolo della canzone venne fuori da una serata in relax a casa sua.
“Un mio amico ed io stavamo gironzolando per la mia casa una notte. Eravamo abbastanza ubriachi, e stavamo scrivendo dei graffiti su tutte le pareti della mia casa. E lei scrisse, ‘Kurt smells like Teen Spirit.’ In precedenza, avevamo fatto un discorso sulla rivoluzione adolescenziale e cose così. E presi [quello che scrisse] come un complimento. Pensavo che stesse dicendo che fossi una persona a cui si ci potrebbe ispirare. Pensai solo che fosse una titolo simpatico. E venne fuori che volesse solo dire che odoravo come quel deodorante [chiamato Teen Spirit]. Non sapevo nemmeno che il deodorante esistesse veramente se non dopo che la canzone fu scritta.”
Cobain notoriamente lavorava veloce come scrittore. Aveva scritto le parole per le sue canzoni in macchina sulla via per lo studio, o anche qualche secondo prima di dover registrare la parte vocale definitiva. Ma la non studiata, frettolosa qualità delle sue parole sono parte della sua espressività. Le sue canzoni sono come l’azione del dipingere: esplosioni cinetiche, disconnesse di collerica energia. Si sposta da un argomento all’altro in un modo che è stato paragonato ad un adolescente irrequieto che gira canale nel deserto della TV via cavo. E’ stato fatto notare che le parole di Cobain erano inseparabili dal suo modo di cantare lamentoso, stridente. Nessun altro avrebbe potuto cantare queste parole con esattamente lo stesso effetto. Ma è ugualmente vero che la caratteristica voce di Cobain era inseparabile dal suo modo di suonare la chitarra. La voce ed il modo di suonare nei Nirvana sfregava contro l’un l’altro in una dinamica cambiante , come una coppia che fa l’amore, o litiga, o entrambe allo stesso tempo, con il ritmo variabile e la distorsione granulosa della chitarra di Cobain che sgorgava a dominare in un momento per poi successivamente scivolare in una quiete subacquea.
I mesi seguenti all’uscita di Nevermind furono turbolenti per Cobain. Non ci furono solo le pressioni di una notorietà improvvisa, grandissima da affrontare, ma entrò anche in due relazioni che avrebbero avuto un profondo effetto su di lui. Una fu con Courtney Love, da tempo nella scena punk e vistosa front woman del gruppo degli Hole. L’altra fu con l’eroina. Cobain e la Love si incontrarono la prima volta ad una concerto dei Nirvana nel 1989, ma non si impegnarono l’uno con l’altra sino al ’91, dopo che Kurt andò a Los Angeles per registrare Nevermind. La Love fu spesso accusata di aver introdotto Kurt all’eroina, ma lui aveva già provato la droga in precedenza nei suoi giorni ad Aberdeen. Cobain insistette sempre col dire che divenne un eroinomane di propria volontà, perché era l’unica cosa che sembrava calmare il terribile dolore del suo stomaco. Nel descrivere questo dolore ad Azerrad, Cobain disse delle frasi apparentemente retoriche che dopo risultarono tragicamente profetiche: “A metà del [ultimo] tour europeo [dei Nirvana], ricordo che dissi che non sarei andato mai di nuovo in tour finché non avessi risolto il problema perché mi volevo uccidere. Volevo spaccarmi la testa, ero così stufo.”
Cobain e la Love si sposarono il 24 febbraio 1992. La loro figlia, Frances Bean Cobain, nacque il 18 agosto dello stesso anno. Per le notizie dei giornali – false, insisteva la Love – che dicevano che aveva usato eroina mentre era incinta, il Servizio dei Minori di Los Angeles cominciò a procedere per togliere la figlia dei Cobain da loro. Fu l’inizio di una lunga e difficile battaglia legale che la coppia alla fine vinse, nel marzo del 1993. Ma non fu solo la legge che sembrava averne per i Cobain. Provocativa, esplicita e scontrosa, la Love non piaceva a molti fan dei Nirvana che la percepivano come una donna che si sposa per interesse che manipolava il passivo Cobain. Love spesso scherzava sull’essere la Yoko Ono della sua generazione.
Ma anche nel mezzo di tutte queste difficoltà, la carriera dei Nirvana continuò a salire, e Cobain continuò a migliorare come compositore. Il dicembre del 1992 vide l’uscita di Incesticide, una collezione di rarità mai pubblicate. Tracce come “Hairspray Queen” e “Mexican Seafood” ritornavano al primo demo prodotto da Jack Endino. Il pubblico finalmente potette sentire quel lato “new wave” che Cobain aveva soppresso su Bleach e Nevermind. Mentre, ad un livello ben più avanzato, Cobain stava scrivendo le canzoni per quello che sarebbe diventato l’ultimo, e forse più bello, album di studio dei Nirvana, In Utero. Grazie al successo della band, Cobain fu finalmente in grado di fare l’album che avrebbe sempre voluto fare.
L’influente produttore di rock alternativo Steve Albini (Pixies, Sonic Youth, Jon Spencer Blues Explosion) fu scelto per produrre il disco. “La ragione principale per cui abbiamo registrato In Utero con Steve Albini è che riesce ad avere un suono che suona come se la band sia in una stanza non più grande di quella in cui siamo ora,” disse Cobain in una intervista in una stanza di hotel con il giornalista inglese Jon Savage. “In Utero non suona come se fosse stato registrato in una hall, o che sta cercando di suonare fuori del normale. E’ molto diretto e reale.”
Come scrittore, Cobain aveva cominciato ad allontanarsi dalle tecniche all’ultimo minuto, di libera scrittura associativa che aveva usato in passato. “Ci sono più canzoni su questo album che sono tematiche,” disse a Savage, “che sono effettivamente su qualcosa, piuttosto che solo spezzoni di poesia. Come ‘Scentless Apprentice’ è sul libro Profumo, di Patrick Suskind. Non penso di aver mai scritto una canzone basata su un libro prima.”
Il risultato di tutti questi lavori è un album molto diverso e avventuroso di Nevermind. La capacità di scrittura di Cobain era diventata più concentrata e sicura. “Serve the Servants” si volge al beatleslesco, mentre “Scentless Apprentice” è vicina ad una delle cose più heavy che in Nirvana abbiano registrato. Tracce come “Rape Me,” “Heart Shaped Box” e la sontuosa “Pennyroyal Tea” mostravano l’unico senso di Cobain di scrivere frasi melodiche: frasi vocali di lunghezza irregolare che generalmente sfociano sul terzo maggiore di qualunque accordo il cantante si trova a suonare quando la frase finisce. Le parole e i disegni delle copertine di Cobain suggeriscono una pacificamente rassegnata accettazione del ciclo della vita, dalla nascita alla morte. Anche le più disturbate immagini dell’album di disagio e sofferenza sembrano appropriati elementi di quel ciclo.
Un simile umore di tranquillità un po’ soprannaturale pervase l’apparizione dei Nirvana il 18 novembre 1993 all’Unplugged di MTV e l’album che fu tratto da questo. La decorazione del palco, con i suoi pesanti tendaggi, candele, fiori e la luce mutata al blu, fu disegnata dallo stesso Cobain. Visto con il senno di poi, il disegno del set sembra presagire la morte di Cobain pochi mesi dopo l’apparizione all’Unplugged. “Kurt sembrava piacergli prendere le cose e internalizzarle,” dice al produttore dell’Unplugged Alex Coletti. “Avevo sentito che era tipo un artista visivo. Così oltre ad assicurare che fosse contento per il set del palco, poiché sembrò mostrare in questo, pensai che sarebbe stato buono se desse dell’input creativo. Fu abbastanza cooperativo. Specificò che voleva gigli di stelle, che sono quei grossi fiori bianchi. ‘Intendi come un funerale?’ chiesi. ‘Si,’ disse. Non voglio leggerci molto in questo, ma questo ricordo certamente mi spaventò un paio di mesi dopo.”
“Kurt voleva qualcosa che si allontanasse dal monotono, normale set televisivo,” dice il tour manager dei Nirvana Alex MacLeod. “Non voleva che sembrasse come un palco vuoto. Aveva visto molti Unplugged show prima e sentiva che non erano veramente unplugged. La sua sensazione era che molte delle band avevano solo usato gli strumenti semiacustici e suonato le loro canzoni esattamente allo stesso modo che avrebbero fatto se avessero fatto uno show intero. Volle rendere l’apparizione Unplugged dei Nirvana un po’ differente, una sorte di set a prima battuta. Veramente rilassato. Solo entrare e suonare qualche canzone e, fino ad un certo grado, fare cambiamenti agli arrangiamenti. Cercarono di attenersi agli strumenti acustici quanto più possibile. Kurt voleva renderlo qualcosa che sarebbe sembrato un lato molto differente della band.”
Essere chiamato a fare l’Unplugged era un attestato di stima per Cobain, una conferma del suo arrivo come un significativo compositore rock. Lo show è stato sempre un luogo di cambiamenti di tono, un’opportunità mettere da parte gli alti decibel e lasciare che le canzoni stessero nella loro melodica e lirica essenza. Resistendo alle considerevole pressione di MTV di concentrarsi maggiormente sui grandi successi dei Nirvana nella sua performance, Cobain compose un lista diversa che includeva sia più conosciute che meno conosciute canzoni sue, sia qualche cover.
“Era la prima volta da molto tempo che li vedevo così nervosi nel fare qualcosa,” dice Alex MacLeod. “Le cose erano arrivate al punto che uscivano e suonavano di fronte a 7,500 o 10,000 persone, come [molto disinvoltamente] ‘Okay, boom, facciamolo.’ Ma erano molto nervosi nel fare l’Unplugged. Perché si stavano abbandonando a se stessi apertamente.”
Lo spettacolo si rilevò essere uno stimolante successo. Fu completato da un incantevole versione di “Where Did You Sleep Last Night,” una canzone tradizionale registrata da uno degli eroi musicali di Cobain, l’archetipo del cantante folk americano, Leadbelly. Avendo causato dolore, gridando giustizia alla ballata ossessionata dalla morte, Cobain lasciò il palco, per non tornare mai.
Se solo la vita stessa Cobain fosse stata capace di ottenere un simile senso di trionfante completamento. La triste catena d’eventi che portarono alla sua morte probabilmente cominciò il 4 marzo 1994, a Roma, quando Cobain piombò in un coma quasi fatale dopo aver preso almeno 60 pillole di sedativi bagnate con lo champagne. Inizialmente descritto come un incidente,il Los Angeles Time dopo disse che l’overdose fu di fatto un tentativo di suicidio e che Cobain aveva lasciato anche una nota di suicidio. (Il giornale citò “fonti vicine alla situazione che hanno chiesto di non essere identificate” come base per questa dichiarazione.) Due settimane dopo, Courtney chiamò la polizia alla casa che lei e suo marito dividevano a Seattle. A seguito di una discussione con la Love, Cobain apparentemente si era chiuso in una stanza con tre o quattro fucili (le ricostruzioni variano) e 25 scatole di munizioni. La Love chiamò la polizia perché aveva paura che lui volesse uccidersi. Cobain negò questo, dicendo che semplicemente voleva rimanere per un po’ da solo. Gli ufficiali gli confiscarono le armi, tuttavia. Cobain aveva cominciato ad ammassare una collezione di fucili, a scopo protettivo, disse, quando lui e la Love vivevano a Los Angeles.
Il 28 marzo, Cobain e la Love tornarono a Los Angeles, lei per dare alcuni dettagli finali all’uscita del nuovo album degli Hole, lui per entrare in un centro di riabilitazione dalle droghe. Questo fu l’ultimo dei molti inutili tentativi di riabilitazione. Tre giorni dopo, Cobain all’improvviso lascio la clinica e apparentemente volò a Seattle. Spaventata per la sua sicurezza, Love ingaggiò un detective privato che provò invano a trovarlo. La mattina dell’8 aprile, il suo corpo fu trovato nella casa che aveva a Seattle. Un elettricista che era venuto a lavorare all’edificio fece la scoperta. Gli esperti di medicina determinarono che Cobain era morto da molti giorni.
Poco prima della morte, notizie che i Nirvana avevano deciso di separarsi vennero fuori. Nella sua lettera di suicidio, Cobain disse, “Non ho provato il piacere di sentire o di creare musica da molti anni ormai. Mi sento colpevole al di là delle parole su queste cose.” La lettera va avanti per ringraziare i fan dei Nirvana per le loro “lettere e comprensione durante gli ultimi anni.”
Oltre alle tante ironie associate alla breve, triste vita di questo artista brillante c’è che mentre lui fu incapace di vincere la sua intensa sofferenza, la sua musica ha aiutato milioni di fan ad affrontare le loro.
29 Luglio 2006 alle 20:46 #13743Kurt74Amministratore del forumDOBBIAMO DECOLLARE
NEL 1987, KURT COBAIN ERA SOLO UN’ALTRA FACCIA NELLA FOLLA CON SOGNI DI NOTORIETA’ ROCK. DI LI’ AD UN ANNO, QUESTI SOGNI AVEVANO PRODOTTO IL PRIMO ALBUM DEI NIRVANA. IL BIOGRAFO DI COBAIN CHARLES R. CROSS RACCONTA LA STORIA INTORNO AL MAKING DI BLEACH E LA NASCITA DI UNA LEGGENDA.[2]
(Nella rivista c’è un errore di stampa ed stato duplicato il successivo articolo)
LA BAND CHE VENDETTE IL MONDO
L’EVOLUZIONE DEI NIRVANA, E COME ARRIVARONO A REGISTRARE NEVERMIND, IL GRANDE DISCO RADIO-FRIENDLY CHE DIVENNE IL MARCHIO DI SUCCESSO DELL’ERA DELL’ALTERNATIVE ROCK. [3]
E’ difficile pensare che sono passati cinque anni [articolo del 1996 N.d.T.] dall’uscita di Nevermind dei Nirvana il 24 settembre 1991; il disco è presente ancora molto adesso nelle sensibilità del rock degli anni ’90. Nel momento in cui scrivo, Nevermind ha venduto più di sette milioni di copie [ad oggi più di 10 milioni di copie e continua a vendere 2,500 copie alla settimana N.d.T.]. Mentre lo shock iniziale del suicidio di Kurt Cobain nel 1994 si è ridotto, la sua musica e le sue parole stanche del mondo continuano a risuonare profondamente.
Ma sono cinque anni [15 oggi N.d.T.]. Tutti quei tra i tredici e i diciotto anni le cui vite sono cambiate con Nevermind ora sono immersi nella monotona realtà della vita dopo le superiori [ora sono genitori loro stessi N.d.T.]. Quelli di dieci anni che hanno comprato quando è uscito all’inizio ora sono nel pieno dell’adolescenza [oggi della maturità N.d.T.]. I più o meno ventenni che comprarono Nevermind hanno già passato la trentina [oggi la quarantina N.d.T.] o la stanno raggiungendo.
Quello che è da dire, Nevermind ha raggiunto la stato di classico. E’ uno di quei rari album che accompagneranno i suoi fan originali nel cammino della vita, mentre continueranno ad attrarre nuove generazioni di ascoltatori. Se Nevermind non sembra un disco vecchio, in parte è perché negli ultimi cinque anni [quindici anni N.d.T.], la scena rock è stata interamente rifatta a sua immagine. Ma il mondo in cui nacque Nevermind è uno che un adolescente di oggi difficilmente riuscirebbe a riconoscere. Alternative rock e heavy metal erano ancora molto distinti, generi ostili l’uno all’altro. I Nirvana hanno invaso entrambi i campi, convertendo le truppe d’entrambi i lati all’Esercito della Nuova Flanella. Il trio del duro nordovest alterò il mondo del pop tradizionale, spodestando Michael Jackson dal piedistallo del primo posto delle classifiche. Nel fare questo, hanno preparato il terreno per il successo del “mainstream alternativo” per band come Pearl Jam, Alanis Morissette, Bush, Stone Temple Pilots e Rage Against the Machine.
Come Frampton Comes Alive (1975) o Meet the Beatles (1964), Nevermind è uno di quei dischi che hanno avuto un successo incredibile in un modo che nessuno avrebbe potuto prevedere o che potesse spiegare. La sua esplosione nel firmamento della cultura di massa sorprese Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl proprio come fece con chiunque altro. “Vuoi sapere perché ci siamo tolti di mezzo?” Grohl disse a Circus magazine nel 1991. “Non ne abbiamo idea. Non avevamo idea che avrebbe portato questa follia.”
“Mi sto costantemente sentendo in colpa,” Cobain disse al giornalista Michael Deeds subito dopo l’uscita di Nevermind. “La nostra musica, specialmente su questo album, suona così liscio. Qualche anno fa, avrei odiato la nostra band, per dirti la verità.”
Nevermind rappresentò un cambiamento radicale per i Nirvana, sia musicalmente che per l’intera carriera. Il loro primo album, Bleach, fu registrato in tre giorni e costò 606,17 dollari per farlo. Il loro budget iniziale per Nevermind era di 65,000 dollari – 100 volte maggiore del budget di Bleach. Finirono con spendere due volte quella somma. E mentre Bleach, che era l’album di debutto dei Nirvana, usciva dalla sconosciuta etichetta indie Sub Pop, Nevermind aveva il peso della Geffen Records etichetta major dietro di lui.
I due anni di tempo che separano Bleach da Nevermind furono un periodo di grande crescita e cambiamento per la band. Partirono per il loro primo tour nazionale e internazionale. Cobain cominciò e finì la relazione con Tobi Vail delle Bikini Kill. E i Nirvana fecero molti cambiamenti dei componenti. Il chitarrista Jason Everman, che si unì per poco dopo Bleach, uscì dalla band così velocemente a come era entrato, quando fu chiaro che i suoi gusti erano più hard rock/metal di quelli degli altri della band. Successivamente andò nei Soundgarden. Chad Channing, che suonò la batteria in Bleach, lasciò la band. Il batterista originale dei Nirvana, Dale Crover, si unì per sette date in un tour della West Cost. Dan Peters dei Mudhoney suonò la batteria nel singolo dei Nirvana chiamato “Sliver” e fece un concerto con loro, prima che Dave Grohl infine prese il posto di batterista permanente della band.
I cambiamenti frequenti dei componenti ed il continuo andare in tour sembravano aver affinato la composizione delle canzoni della band, così come l’esperienza spesso fa. Il processo sembra anche aver acuito la sensibilità pop della band, che è di grande evidenza su Nevermind che nelle fangose chitarre heavy di Bleach. Ma il biografo dei Nirvana Michael Azerrad suggerisce che questa sensibilità pop esistette sempre, e che Cobain deliberatamente la soppresse su Bleach con lo sforzo di conformarsi con il metal anni settanta all’ordine del giorno della Sub Pop.
“Metà delle canzoni di Nevermind sono state scritte nel periodo di Bleach, ma non furono messe nell’album, ” Cobain disse al giornalista Roy Trakin. “Perciò non è in realtà un evidente cambiamento. Siamo sempre stati fan della musica pop.”
Un pietra miliare lungo la strada per Nevermind venne nell’aprile del 1990, quando i Nirvana cominciarono a registrare con il produttore Butch Vig agli Smart Studios, nel suo studio di registrazione a Madison, Wisconsin. Ora forse meglio conosciuto come leader dei Garbage, Vig era prima un produttore indie di buone speranze con gli stimati dischi di Laughing Hyenas, Smashing Pumpkins, Firetown, Tad e Killdozer, oltre ad altri, tra i suoi meriti. Nella settimana che trascorsero agli Smart, registrarono sei canzoni che sarebbero finite su Nevermind: “In Bloom,” “Dive,” “Lithium,” “Breed” (originariamente con il titolo “Imodium”), “Stay Away” (originariamente con il titolo “Pay to Play”) e “Polly.” Fecero anche un inutile tentativo con un’altra canzone, “Sappy”, che avevano tentato di registrare in una data precedente, anche con risultati insoddisfacenti.
Le sessioni agli Smart erano originariamente intese per l’uscita del secondo album dei Nirvana con la Sub Pop. Ma una serie di eventi portarono la band a cambiare i suoi piani. Prima, Chad Channing lasciò la band nel maggio del 1990. E poi la prospettiva dell’interesse di una major cominciò a diventare più di una futile diceria.
“Perdemmo Chad e c’era incertezza per questo,” disse Novoselic ad una intervista radio australiana. “Non volevamo pubblicare [le sessioni agli Smart]. Se facevamo qualcosa, la volevamo fare con un nuovo batterista. [Anche] la Sub Pop stava facendo degli intrallazzi. Stavano firmando un contratto di licenza con una grossa etichetta e questo ci spaventò un po’. C’erano così tante variabili da considerare; non era saggio far uscire un disco comunque.”
“Polly” è l’unica canzone di Nevermind che è stata registrata agli Smart; tutte le altre tracce furono ri-registrate (anche se le versioni finali si dice fossero molto simili a quelle fatte agli Smart). Come per “Polly,” la band e il produttore realizzarono che c’era qualcosa di speciale nella versione solo acustica di Cobain di questo inquietante scenario di violenza, che si basava su un vero fatto di cronaca che aveva letto. Il colpo di scena drammatico era che il forte anti-violenza, a favore delle donne Cobain cantava la canzone dal punto di vista dell’aggressore.
“Solo perché dico ‘io’ in una canzone non significa necessariamente che sono io,” commentò dopo Cobain. “Molte persone hanno un problema per questo. E’ solo il modo in cui scrivo, di solito prendendo la personalità o il carattere di qualcun altro. Ho solo usato l’esempio di qualcun altro, perché, non so, la mia vita è abbastanza noiosa. Così prendo storie dalla televisione, e cose che ho letto e sentito.”
“’Polly’ fu suonata con una chitarra acustica a cinque corde molto economica che Kurt aveva,” ricorda Vig. “Aveva questo suono metallico. Le corde originali erano ancora su. Non le ha mai cambiate, e non accordò mai nemmeno la chitarra. Era sotto almeno un tono e mezzo dal mi.”
Prima, i Nirvana avevano tentato di registrare una versione con tutta la band di “Polly” per il loro EP Blew. La versione acustica su Nevermind è senza dubbio più vicina nello spirito alla canzone che suonava quando Cobain la scrisse la prima volta. Inoltre fa luce sulla dinamica tra Cobain come compositore ed il resto del gruppo come interprete del suo materiale.
Di solito [la composizione] la faccio su una chitarra acustica, seduto in mutande, provando degli accordi, pezzi di canzoni,” disse Cobain ad una radio australiana. “Chris [Krist] e Dave hanno una grande parte nel decidere quanto una canzone dovrebbe essere lunga e quanti parti dovrebbe avere. Perciò non mi piace essere considerato come il completo compositore. Di solito arrivo con le parti basilari. Arrivo con lo stile del cantato e scrivo le parole, di solito qualche minuto prima che registriamo.”
Grohl divenne una membro dei Nirvana nel settembre del 1990, unendosi a loro dalla band hardcore di Washington D.C. gli Scream. In più la sua agilità muscolare nel suonare portò il potente suono del trio dei Nirvana ad una nuova dimensione. L’arrivo di Grohl accese anche una fresca scintilla nella composizione del gruppo. Nello spazio per le prove a Tacoma, Washington che dividevano con una band locale, i Nirvana si imbarcarono in un regime giornaliero, 15 ore di prove della band per un periodo di quattro o cinque mesi.
“Arrivammo con così tante cose dove andavamo, ‘Dio, questa è la migliore cosa che abbiamo mai fatto!’ Poi ci dimenticavamo come suonarla,” disse Grohl a Circus magazine. “Così tante canzoni furono perse, finché non dicemmo finalmente, ‘Forse le dovremmo incominciare a registrare sulle cassette.’ Così le registrammo, poi perdemmo le cassette.”
Due canzoni che non furono perse erano “Smells Like Teen Spirit” e “Come As You Are,” motivi che si sarebbero dimostrate essere pietre angolari di Nevermind. L’accattivante titolo di “Teen Spirit” era nato in una tipica serata di relax a casa di Cobain, come Kurt raccontò agli ascoltatori di una radio australiana:
“Un mio amico ed io stavamo gironzolando per la mia casa una notte. Eravamo abbastanza ubriachi, e stavamo scrivendo dei graffiti su tutte le pareti della mia casa. E lei scrisse, ‘Kurt smells like Teen Spirit.’ In precedenza, avevamo fatto un discorso sulla rivoluzione adolescenziale e cose così. E presi [quello che scrisse] come un complimento. Pensavo che stesse dicendo che fossi una persona a cui si ci potrebbe ispirare. Pensai solo che fosse una titolo simpatico. E venne fuori che volesse solo dire che odoravo come quel deodorante [chiamato Teen Spirit]. Non sapevo nemmeno che il deodorante esistesse veramente se non dopo che la canzone fu scritta.”
La Geffen Records stava prendendo un attivo interesse nei Nirvana sin dall’aprile del 1990, quando Gary Gersh – poi un uomo della Geffen e ora capo della Capitol Records – vide la band suonare al Pyramid club a New York. Gersh era stato portato al concerto da Kim Gordon e Thurston Moore dei Sonic Youth. Questo mise in moto una serie di eventi che avrebbero portato i Nirvana a firmare con la Geffen. L’accordo fu formalmente consumato il 30 aprile 1991. In maggio, la band arrivò a Los Angeles per cominciare a registrare quello che sarebbe diventato Nevermind.
Secondo Come As You Are (Doubleday, 1994), la biografia dei Nirvana di Michael Azerrad, fu per i suggerimenti di Gary Gersh che la band ri-registrò le loro sei canzoni delle Smart session per Nevermind. Ma fu la chiamata dei Nirvana per usare Vig come produttore. Scelsero lui tra molti nomi di produttori, incluso Scott Litt, Don Dixon e David Briggs. Evidentemente, il lavoro di Vig agli Smart session aveva impressionato la band.
“Fu facile lavorare con Butch,” disse Novoselic ad una radio australiana. “Indica e molto attento a che cosa succede. Lavora molto ma non fa lavorare la band molto.”
Butch Vig dice che la band, felice di essere nella solare Los Angeles fu in generale di buon umore per le sessioni di Nevermind. “Kurt si stava divertendo quando facemmo la registrazione. Che fu prima che diventassero veramente grandi, e avevano un atteggiamento normale nel fare il disco. Non c’era molta pressione – io sentivo più pressione nel fare la registrazione che loro, perché era proprio il primo disco per una major che avevo fatto.”
Con un budget iniziale di 65,000 dollari, la band poteva certamente avere un approccio più rilassato di quello che avevano avuto con Bleach. Cominciarono con tre giorni di pre-produzione, provando i motivi con Vig in una sala prove nel nord di Hollywood. Una delle prime cose che Vig notò è il grande impatto che l’arrivo di Grohl aveva dato sul suono della band.
“Kurt mi chiamò e disse, ‘ho il miglior batterista del mondo!’ pensai, ‘Si, bene. L’ho sentito già prima.’ Ma la prima volta che andammo in quello spazio prove e cominciammo a provare le canzoni, fu proprio bellissimo. Dave era molto potente e perfetto sulla battuta. Potevo dire da allora che Kurt e Chris mentre suonavano con lui avevano definitivamente alzato la loro musica di un altro gradino, in termini d’intensità.”
Il lavoro di pre-produzione fu molto poco leggero; i Nirvana avevano già registrato metà del materiale con Vig una volta. Ed erano ben allenati su molte delle nuove canzoni. “Francamente, non volevo solo provare le canzoni,” dice Vig. “Volevo solo ascoltare gli arrangiamenti e forse fissare un po’ le cose.”
Vig aveva già ascoltato una cassetta con la prova grezze di “Teen Spirit” ma fu spiazzato la prima volta che sentì i Nirvana suonarla dal vivo nella sala prove. “Spinsi per farla suonare più e più volte, perché era una figata! Stavo letteralmente camminando per la stanza, dicendo a me stesso, ‘E’ bellissima!’ Non c’era bisogno di fare molto altro con la canzone. Penso che facemmo poche correzioni. Alla fine di ogni ritornello, c’è una piccola parte ad libidum che Kurt faceva con la chitarra. Originariamente questa accadeva solo alla fine della canzone; la faceva molte volte. Suggerii di spostarla in ogni ritornello e tagliando un po’ i ritornelli. Solo qualche piccolo cambiamento agli arrangiamenti.”
Da lì, la band si spostò ai Sound City studio vicino Van Nuys. Un bel vecchio posto in una povera, per gran parte ispanica della San Fernando Valley, ai Sound City hanno registrato classiche canzoni rock e metal (Fleetwood Mac, Foreigner, Petty, Dio, Crazy Horse, Ratt). Molto importante, la studio ha quello che Vig e la band sentiva che era necessario in modo da avere il suono rock primario che avevano dopo: una larga sala di registrazione e una console vintage Neve. “In quel momento, non avevo mai fatto nessun lavoro a Los Angeles,” dice Vig. “Ma sapevo che era dove la band voleva lavorare, e conoscevo la reputazione dei Sound City. Trovai un accordo così fu conveniente per noi andare lì. Non lo vedemmo. Prenotammo solo e andammo.”
Su un giorno normale, dice Vig, “eravamo in studio da circa mezzogiorno o l’una e ce ne andavamo verso mezzanotte o l’una del mattino.” La band si sistemò in una larga sala dei Sound City, Studio A, per registrare le basi delle canzoni. “Quando facemmo le basi, fu molto veloce,” ricorda Vig. “Penso che passarono cinque o sei giorni in tutto. Dave fu messo nel mezzo della sala. Costruimmo un grosso tunnel di fronte al basso della batteria, così lo potevamo collegare al microfono da lontano e isolarlo da ogni suono nel resto della sala. Chris aveva sistemato il suo basso SVT nel lato, ma poteva suonare nella stanza. Le sue cuffie furono messe affianco alla batteria. Gli amplificatori di Kurt erano in una piccola area isolata, ma era anche nella sala e poteva cantare nel microfono. Cominciammo a fare una canzone e di solito finivano la base in due o tre battute. Se c’era un accordo saltato o una nota del basso sbagliata, tornavamo indietro e inserivamo [la nota corretta].
“ ’Territorial Pissings’ fu praticamente in prima battuta. ‘Lithium’ fu un po’ più difficile. Fu l’unica volta in cui usammo la guida all’inizio della canzone. Perché, per un qualunque motivo, la band prendeva a spingere troppo velocemente. Decidemmo che volevamo farlo in modo reale anche nel tempo. Dave non aveva mai suonato con una guida prima, ma non fu per lui un gran problema. Dopo tre o quattro battute con la guida, lo fissammo.
“Dopo un paio di battute di ‘Territorial Pissings,’ è quando fecero quella canzone, ‘Endless Nameless’ [la traccia noise a sorpresa che inizia 13 minuti e 51 secondi dopo la fine della finta canzone finale dell’album, ‘Something in the Way’]. Kurt era molto frustrato perché la canzone prese a spingere e non stavano suonando particolarmente tirati. E si lanciarono in quella traccia bonus del CD ed esplosero totalmente. Nel mezzo della canzone, sfondò la chitarra in pezzettini. Così passammo la miglior parte del resto della giornata andando in giro per Los Angeles cercando di trovare una chitarra per mancini di sostituzione.”
Un’altra traccia problematica fu “Something in the Way.” “Inizialmente volevano registrarla con tutta la band,” dice Vig. “Ma ciò provocò delle difficoltà di registrazione. Non funzionava. Kurt non era molto contento. Infine venne da me e disse, ‘Bisogna che suoni con questa melodia. Quale ti piace di più?’ E suonò la canzone in un paio di versioni differenti e gli diedi qualche suggerimento.”
Dopo che le basi furono completate, i Nirvana andarono in un’altra, piccola sala dei Sound City, Studio B, per le doppie chitarre. “Cominciammo ad aggiungere la seconda chitarra ritmica alle canzoni,” dice Vig, “e Kurt cominciò a lavorare un po’ alle parti vocali. Dave fece degli accordi.”
Le sessioni per la parte vocale principale erano fatte generalmente in una battuta diretta, con solo Cobain ed il produttore presenti. Il microfono per la voce fu sistemato nell’area dello studio grande, “ma era praticamente un salotto,” dice Vig. “C’erano delle candele lì, e una grossa coperta sul pavimento. Un buona sensazione. Dave a Chris erano in giro, ma giocavano fuori a biliardo o a guardare la televisione. Entravano nella sala controllo e ascoltava per un po’, ma Kurt voleva essere lasciato solo quando stava facendo le sue parti vocali. Inoltre in realtà non gli piaceva usare le cuffie quando cantava, così preparammo un sistema abbastanza elaborato dove poteva usare gli altoparlanti.”
La leggendaria impazienza di Kurt per le molte battute venne alla ribalta a questo punto. “Voleva fare tutto alla prima o seconda battuta,” dice Vig. “Faceva un paio di battute, ‘E’ tutto. Non lo farò più.’ La parte complicata era cercare di trovare il modo di motivarlo per avere una buona performance. Qualche volta la prima e seconda battuta erano brillanti, ma delle volte avevano bisogno di lavoro. C’era bisogno di più attenzione. Quello che finì per fare fu di registrare tutto quello che cantava, anche il riscaldamento. Molte volte, io ero convinto di andare per la prima battuta, ma lui pensava che era solo un riscaldamento. Allora dovevo spostare su una nuova traccia e dicevo a Kurt, ‘Okay, sei pronto per la tua prima battuta,’ Se ne ero fortunato, potevo avere al massimo quattro tracce da lui. Allora prendevo le migliori parti di queste e facevo l’originale.”
La sofferenza di Cobain, una condizione dello stomaco in diagnosticabile portava le sessioni ad una sosta, ricorda Vig. “Era molto sensibile ad alcuni cibi. Delle volte facevamo la cena e cominciava a fargli male un’ora e mezza dopo e finivamo col spendere 45 minuti nel bagno. Prendeva di continuo Pepto Bismol e cose per calmare il suo dolore.”
Ma oltre tutto, l’umore nello studio era generalmente allegro. “Kurt e Chris erano molto felici che Dave si fosse unito alla band,” dice Vig. “Erano a Los Angeles, avevano appena firmato un contratto discografico con la Geffen, avevano dei soldi liquidi, così uscivano fuori e facevano dei piccoli party. So che di solito andavano a Venice e stavano tutta la notte fuori. Dopo che finivamo di lavorare nello studio a mezzanotte o l’una, andavano e stavano fuori fino all’alba. Perciò delle volte tornavo nello studio all’una e loro non si facevano vedere fino alle tre perché dormivano. Ma in effetti, si facevano vedere quando c’era bisogno di vedersi. Non c’era nessun vero party che cominciava nello studio. Erano lì per lavorare.
Nel frattempo a Los Angeles, la band stava negli Oakwood Apartments vicino Universal City. “Un paio di volte andai a prenderli lì e avevano trasformato letteralmente il loro posto in una casa di single. C’erano contenitori di cibo che giacevano dappertutto e vestiti buttati intorno e chitarre acustiche che distese nella stanza. So che erano molto eccitati di stare lì perché gli Europe stavano affianco a loro. Che era la band che ebbe un grande successo negli anni ottanta con ‘The Final Countdown.’ I ragazzi degli Europe si andavano a sedere con le loro ragazze al biliardo ogni giorno. E ricordo Chris e Dave e Kurt prenderli in giro. Non erano grandi fan degli Europe.
Lavorando ai Sound City nello stesso periodo dei Nirvana c’erano i Sidewinders, una band dell’Arizona che Vig aveva registrato che ora stavano lavorando con David Briggs (il quale, abbastanza imbarazzante, i Nirvana avevano scartato come produttore per Nevermind). Vig ricorda che il ragazzi degli Sidewinders “venivano e chiedevano, ‘Wow, ci potresti far sentire delle cose che i Nirvana stanno facendo?’ Questo fu il primo sentore che ebbi che c’erano delle persone li fuori che erano veramente totalmente ossessionate con i Nirvana.”
La band arrivò fino al 16° giorno che avevano prenotato ai Sound City prima di finire le doppie chitarre. Prenotarono altri quattro o cinque giorni ai Devonshire Studios vicino Burbank, dove completarono i loro doppiaggi e fecero un mixaggio preliminare. Uno degli ultimi doppiaggi ad essere completati era la parte di violoncello in “Something In The Way,” la traccia che aveva dato loro difficoltà per tutto il tempo. La parte di violoncello fu suonata da Kirk Panning.
“Quella canzone non era realmente scritta fino ad una settimana prima che andassimo in studio,” Cobain disse ad una radio Australiana. “Sapevo che ci volevo un violoncello, ma alla fine la musica era stata registrata, ci eravamo dimenticati di inserirci un violoncello. Avevamo un altro giorno allo studio e decidemmo, ‘Oh accidenti, dovremmo ingaggiare un violoncellista, sai, e metterci qualcosa dentro.’ Eravamo ad un party e stavamo domandando a qualcuno dei nostri amici se conoscessero qualcuno che sapesse suonare un violoncello, e capitò proprio che uno dei nostri migliori amici a Los Angeles fosse un violoncellista. Così lo portammo allo studio nell’ultimo giorno e dicemmo, ‘Qui, suona qualcosa.’ E arrivò con una parte buona. E’ come un domino.”
Da un punto di vista tecnico, comunque, non fu tutto così facile. “Kirk è bravo a suonare il violoncello,” dice Vig, “ma fu difficile rendere i suoi strumenti in tono con la chitarra di Kurt. Quella vecchia acustica a cinque corde di Kurt era accordata alcuni toni sotto e non era accordata a nessuna tonalità standard. Ricordo che mi irritai per tutta la traccia. Fu difficoltoso anche rendere il basso di Chris in tono con la chitarra. Non potevi usare nessun tipo di accordatore normale.”
Durante al Devonshire, Vig e la band fecero un primo passo nel missaggio del disco. “Mixai tre o quattro tracce con la band,” dice il produttore, “ma nessuno di noi era molto contento su come erano venute fuori. Per me, suonavano troppo rozze. Kurt diceva, ‘Togli tutti gli alti dalle chitarre.’ E io dicevo, ‘Non voglio che suonino opachi.’ C’era anche una tendenza ad affondare le parti vocali. I mixaggi suonavano più punk rock in quel modo, ma le canzoni non suonavano messe a fuoco per me.”
Così decisero di chiamare qualcun altro per mixare l’album. Gary Gersh della Geffen mandò una lista di possibili nomi. “Scott Litt era in cima alla lista,” ricorda Vig, “ma Kurt disse, ‘No, non voglio suonare come i R.E.M.’ Ed Stasium era anche nella lista. A cui Kurt disse, ‘No, non voglio suonare come i Smithereens.’ Arrivò fino alla fine della lista ed Andy Wallace era lì. C’era ‘Slayer’ affianco al suo nome. E Kurt disse, ‘Prendiamo questo tipo.’ ”
I miraggi furono fatti allo Scream, un altro studio della valle di San Fernando. “Praticamente, lasciai andare Andy sulle tracce da sé per qualche ora,” ricorda Vig. “Quando finì, mi chiamò dentro, e portai la band e facemmo i pignoli. Mixammo una canzone o due al giorno. L’intero disco impiegò nove o dieci giorni per mixarlo.”
Oltre al fatto che Wallace era una scelta propria di Cobain, e che la band partecipò nel processo di mixaggio, Cobain successivamente si lamentò alla stampa che i mixaggi di Wallace resero il suono di Nevermind troppo pulito, e che era “più vicino ai Motley Crue che ad un disco punk rock.”
“Ma penso che parte di questo era solo una reazione di Kurt al successo che ebbe Nevermind,” dice Vig. Se avesse venduto solo 50,000 copie, probabilmente non avrebbe avuto nessun commento su quanto era o non era troppo pulito.”
Nel momento in cui i master finali furono dati all’etichetta, la band aveva speso 130,000 $ che, oltre ad essere il doppio del loro budget iniziale, è ancora una cifra relativamente esigua per un album multi-platino. Con la musica conclusa, l’attenzione si spostò sulla copertina.
“Un giorno Dave ed io eravamo seduti a guardare un documentario sui bambini che nascevano in acqua,” disse Cobain nella sua intervista alla radio Australiana. “Pensai che era una immagine proprio pura, così decidemmo, ‘Mettiamola sulla copertina dell’album.’ Così quando mettemmo una foto di un bambino sott’acqua, pensai che sarebbe stato bello [aggiungere] un amo con attaccato un dollaro. E così è nata la copertina.”
Il retro di Nevermind ritrae una fotografia di Cobain fatta qualche anno prima, con uno sfondo costituito da una collage fatto di foto di carne cruda, vagine (secondo quanto riportato da alcuni) e figure da un dipinto dell’Inferno di Dante. In primo piano c’è Chim Chim, la sua scimmia giocattolo che è apparsa nelle prime copertine dei Nirvana.
“Ero in una fase di fotografia bohémien, capisci?,” disse Cobain dopo. “Se guardi attentamente, c’è anche una foto dei Kiss, nel retro, che stanno su una fetta di manzo.”
Nevermind uscì il 24 settembre 1991. Come tutti gli album rock, documenta il mondo dell’artista nel periodo in cui la registrazione fu fatta. Questa importante registrazione portò i Nirvana ad un alto punto: nel mezzo di un ondata creativa, qualcosa a metà tra oscurità e celebrità. “Stavamo vivendo la tipica crisi punk rock della band-che-va-in-una-major,” Cobain disse nel 1991, appena dopo che Nevermind fu pubblicato. Ma comprendeva anche l’esistenza di qualcosa di più importante del passare le mode musicali e variabili percezioni di “credibilità” e “autenticità”. Su un livello oltre tutto questo, sembrava realizzare che le canzoni di Nevermind potessero restare nel tempo.
“La gente si è aperta ad un apprezzamento del hard rock nel punk, ed è bello che si sono fusi insieme,” Cobain disse al Monday Morning Replay nel dicembre 1991. “Ora è tempo di apprezzare il lato pop. L’opinione è una cosa. Ma una buona canzone è la cosa più importante. E’ l’unico modo per realmente toccare qualcuno.”
29 Luglio 2006 alle 20:49 #13744Kurt74Amministratore del forumSA DI IDOLO ADOLESCENTE
NEL 1991, QUANRO NEVERMIND TOCCO’ LA CIMA DELLE CLASSIFICHE, KURT COBAIN CERCO’ DI SPIEGARE PERCHE’ I NIRVANA FURONO ALL’IMPROVVISO LA MIGLIORE BAND DEL PAESE. [4]
SIAMO PROPRIO MUSICALMENTE e aritmicamente ritardati. Suoniamo talmente forte che non riusciamo ad accordare le chitarre abbastanza velocemente. Le gente lo può raccontare.”
Così parlò Kurt Cobain quando si sedette per un intervista a Guitar World alla fine del 1991. In quel momento, Nevermind, l’album di debutto su major del trio di Seattle, era il miglior album emergente del paese. Trascinato del contagioso singolo “Smells Like Teen Spirit”, il brioso album divenne Oro in sole cinque settimane dopo la sua uscita e, un mese dopo, scavalcò entrambi i volumi di Use Your Illusion dei Guns N’ Roses. L’improvvisa popolarità dei Nirvana balzata al multi Platino diceva molto sull’umore dei fan del pop: annoiati dalla leggera, sgargiante musica che aveva dominato gran parte degli anni ottanta, abbracciarono comparativamente i suoni grezzi (guidati niente di meno da economiche chitarre di seconda mano), contagiosi riff sporchi e parole storte che erano il marchi ufficiale di “Teen Spirit”. Nulla di tutto ciò, comunque, impedì Cobain dal postulare le sue ragioni per la rapida ascesa dei Nirvana.
“Suoniamo come i Bay City Rollers dopo un assalto dei Black Sabbath,” continuava nella sua brutta tossa di fumatore. “E noi vomitiamo sul palco meglio di chiunque altro!”
Era il lato allegro del chitarrista che sarebbe diventato più raro nei prossimi due anni quando la fama dei Nirvana crebbe e la psiche di Cobain perse il controllo. Durante questa intervista a Guitar World, la prima di Cobain, non mostro nessun aspetto del suo lato scuro. In più, certamente non avevamo idea che il giovane ragazzo esuberante in nostra presenza avrebbe influenzato una nuova generazione di musicisti rock e cambiato il corso della musica. Per noi era solo Kurt Cobain, il chitarrista, cantante e compositore dei Nirvana, e idolo degli adolescenti del momento. In questa breve ma allegra intervista, lui scherza sui vantaggi delle chitarre economiche, i pericoli delle battute, e perché Leo Fender fosse un deficiente.
GUITAR WORLD MTV pensa che i Nirvana siano un gruppo metal.
KURT COBAIN E’ giusto; lascia che lo pensino! Non ho niente contro Headbanger’s Ball, ma è strano vedere le nostre facce su MTV.
GW Kirk Hammett dei Metallica è un grande fan dei Nirvana.
COBAIN E’ molto lusinghiero. Lo abbiamo incontrato recentemente ed è un ragazzo veramente simpatico. Abbiamo parlato della scena Sub Pop, heavy metal e chitarre.
GW Parlando di chitarre, sembri preferire modelli economici.
COBAIN Non li preferisco; è solo che me li posso permettere. [ride] Sono mancino, e non è molto facile trovare a prezzi ragionevoli, chitarre per mancini di alta qualità. Ma di tutte le chitarre del mondo, la Fender Mustang è la mia preferita. Ne ho solo due.
GW Cosa c’è nella Mustang che ti piace?
COBAIN Sono economiche e totalmente inefficienti, e suonano da schifo. Sono anche molto piccole e non rimangono accordate, e quando vuoi alzare la tiratura delle corde sulla barra dei tasti, devi allentare tutte le corde e rimuovere completamente il ponte. Devi girare queste piccole viti con le tue dita e sperare che le hai stimate in modo corretto. Se fallisci, devi ripetere il processo di nuovo finché non ci riesci. Chiunque abbia inventato questa chitarra era un deficiente.
GW E’ stato Leo Fender.
COBAIN Penso di aver chiamato Leo Fender, il ragazzo morto, un deficiente. Ora non avrò mai un equipaggiamento. [ride] Ci hanno offerto un equipaggiamento della Gibson, non trovo una Gibson che mi piace.
GW La Mustang è la tua unica chitarra?
COBAIN No, ho una Jaguar del ’66. Questa è la chitarra che lucido e accudisco. Impedisco che qualcuno la tocchi quando salto nella folla. [ride] Poi, sto usando nei live una Strato perché non voglio ancora rovinare la Mustang. Mi piace usare le Strato giapponesi perché sono un po’ più economiche ed i tasti sono più piccoli di quelle della versione americana.
GW La chitarra acustica che suoni in “Polly” suona bemolle.
COBAIN E’ una Stella da 20 dollari di un negozio di rigattieri – non mi seccava cambiargli le corde. [ride] Difficilmente rimane accordata. Infatti, devo usare un nastro adesivo per tenere le corde accordate a posto.
GW Considerando quanto violentemente suoni la chitarra, probabilmente usi corde molto resistenti.
COBAIN Si. E faccio scoppiare gli amplificatori, perciò uso qualsiasi cosa trovo dai rigattieri. I rigattieri sono sempre i migliori.
GW Qual è stato l’ultimo amplificatore che hai fatto saltare?
COBAIN Un amplificatore Crown che era inteso per usarlo come sistema di amplificazione ma che usavo per la chitarra principale perché non riesco mai a trovare un amplificatore che sia abbastanza potente – e perché non voglio dover aver a che fare con il trasporto di 10 Marshall. Sono pigro. Mi piace aver tutto in un unico imballo. Come pre-amplificatore ho un Mesa/Boogie, e giro tutto a metà livello. E uso speaker Radio Shack.
GW Quanto affidabile è questo setup? Non sembra poter essere tanto duraturo, specialmente in vista di tutti i tour che farete.
COBAIN Funziona bene. Il suono cambia in ogni club in cui andiamo, ma non sono mai soddisfatto. Penso che il suono che ho è soprattutto il risultato del pedale per distorsione Roland EF-1 che uso. Ne uso 5 in tour.
GW Hai mai avuto bisogno di usare l’accordo per la vibrazione?
COBAIN No. Chiunque suoni la chitarra sa che solo Jimi Hendrix era capace di usare lo standard tremolo e rimanere ancora in accordo. Quelle cose sono totalmente inutili. Ne ho una sulla Stratocaster giapponese, ma non la uso.
GW Il tuo primo album, Bleach, fu registrato per 600$; quanto è costato Nevermind?
COBAIN [ride] Non mi ricordo; ho l’Alzheimer. E non ci chiedere quanto è costato il nostro video; è abbastanza imbarazzante.
29 Luglio 2006 alle 20:51 #13745Kurt74Amministratore del forumSERVIZIO UTERO
GUITAR WORLD VA DENTRO IL MAKING DELLO SPESSO INTERPRETATO MALE E FORSE IL MIGLIOR ALBUM DEI NIRVANA – IN UTERO. [5]
QUANDO FU PUBBLICATO nel 1991, Nevermind avviò la rivoluzione del rock alternativo e fece dei Nirvana la più importante band della sua generazione.
Ma dopo 13 anni, è In Utero, il terzo album del trio di Seattle, che rimane come il loro capolavoro. Il disco è un complesso e inflessibile lavoro che presenta i Nirvana al loro più ruvido tanto quanto più melodico, e mostra il leader della band Kurt Cobain salire all’altezza delle suo abilità di cantate, compositore e chitarrista.
Le pressioni che l’improvvisa fama si fecero pesare su Cobain sono state ben documentate (il più affascinante racconto è la biografia più venduta di Charles R. Cross, Heavier Than Heaven, che è stata citata nel numero di ottobre del 2001 di Guitar World), e l’artista era evidentemente un ragazzo timido quando aveva a che fare con la pressione prima dell’uscita di In Utero nel 1993. Fu d’accordo nel concedere solo qualche intervista, ed io fui felice di farne una di queste per il Chicago Sun-Time e Request. Cobain mi scelse, disse, perché apprezzò il mio articolo del controverso suono delle registrazioni dell’album. In un intervista con il mi amico rivale, Greg Kot del Chicago Tribune, Steve Albini, il “registratore” di In Utero (il titolo che Albini preferisce), ha affermato che la Geffen Record era contraria a pubblicare l’album perché era troppo ruvido e abrasivo, e Cobain si stava piegando alla pressione dell’etichetta per remixarlo, come aveva fatto nel permettere a Andy Wallace di addolcire Nevermind.
Infatti, lo stesso Cobain ha deciso di ingaggiare Scott Litt (il produttore orientato al pop dei R.E.M. e dei dB) per remixare parte del disco – sebbene non lo volesse ammettere pubblicamente, per timore di sprecare qualunque cosa la “credibilità indie” venisse dall’ingaggiare Albini al primo posto. Specificatamente, Cobain sentì che le parti vocali fossero troppo basse nel mixaggio e volle enfatizzare la bellezza delle tracce più melodiche in modo da rendere l’impatto della canzoni più noise anche più potenti.
L’articolo che segue mostra un ritratto affascinante delle registrazioni dell’album, e offre un rivelante ritratto dell’animo di Cobain nel momento della pubblicazione del disco. Fu originariamente pubblicato su Request nel novembre 1993 sotto il titolo “Smells Like a Nirvana Artiche.”
Nello stesso periodo, assistetti a due dei concerti americani finali del gruppo, entrambi all’Aragon Ballroom di Chicago. Il primo, il 23 ottobre 1993, fu l’unica volta in cui la band ha fatto una performance live di “You Know You’re Right,” e fu uno dei migliori che ho mai visto. Il secondo, due sere dopo, fu uno dei peggiori – un deragliamento del treno completo. Il contrasto tra gli show era evidente che questo era ancora un gruppo che viveva a momenti, che non era niente di quella grande, liscia macchina rock che l’industria così disperatamente voleva. Era una band nel quale tutto poteva accadere, inclusa la sua imminente auto-distruzione.
Sei mesi dopo questi concerti, Cobain morì, vittima di un colpo di pistola auto-inflittosi alla testa. Aveva 27 anni.
29 Luglio 2006 alle 20:55 #13746Kurt74Amministratore del forumSMELLS LIKE A NIRVANA ARTICLE
Molte centinaia di persone stanno aspettando fuori il Club USA, una discoteca trendy di New York nel cuore di Times Square. E’ la terza sera del New Music Seminar, il più grande annuale ritrovo dell’industria musicale, e la folla era venuta a sentire i Boredoms, un gruppo jazz-noise del Giappone che è una delle più grandi band del momento del seminario. Le persone stanno crescendo irritate in un afoso pomeriggio di luglio perché i muscolosi buttafuori non lasciavano entrare nessuno, anche se il posto è grande come un hangar aereo e solo pieno a metà.
Il bassista dei Nirvana Krist Novoselic stava con un piccolo che include la sua moglie, Shelli, e il biografo della band Michael Azerrad. Novoselic è venuto non notato fino ad ora, anche se è un piede più alto di molte delle persone in riga. Forse è perché i newyorkesi non riconoscono celebrità tra loro, o forse nessuno lo riconosce da quando ha tagliato i capelli lunghi e rasato la barba irregolare che aveva nel video di “Smells Like Teen Spirit.” In ogni evento non ha chiesto o ricevuto speciali trattamenti, che trovo ammirabile, da quando segue la credenza centrale del punk rock che i membri del gruppo non sono migliori dei loro fan.
Sussulto quando Novoselic comincia a saltare e a spingere i buttafuori per lasciarlo entrare – finché sento quello che sta urlando. “Non sai chi sono io?” urla. “Sono Andy Kaufman. Ero in Taxi!”
Il bassista ha una più che passabile rassomiglianza con il comico morto, ma non importa per i buttafuori, e presto lui e i suoi amici si stringono nelle spalle e si avviano verso un altro club.
Sin dalla sua uscita nel tardo del 1991, il secondo album dei Nirvana ha venduto nove milioni di copie in tutto il mondo. Nevermind è il primo album punk a diventare un Numero Uno, ed il suo risultato derivò dalla frenesia alimentata dall’etichetta major che immise una enorme quota di denaro in un unico mondo marginale del rock indie. “Alternativo” all’improvviso divenne una nicchia che dava profitti, ed ogni movimento che Novoselic, il chitarrista cantante Kurt Cobain ed il batterista Dave Grohl facevano arrivava sotto la severa luce accecante dei media.
Questo è un grande bagaglio da portare ad una sessione di registrazione, e gli scettici attendevano il gruppo alla auto-distruzione, come fecero i Sex Pistols, in un brillante lampo prima che potessero tentare un bis. Ma i membri del trio di Seattle combatterono le pressioni delle tentazioni, fama e soldi, ingaggiarono un produttore e provocatore di Chicago Steve Albini, e registrarono il seguito di Nevermind in due settimane per 25,000$, una frazione del tempo e dei soldi spesi per le pubblicazioni di molte etichette major. Ed in qualche modo ce la fecero.
In Utero – “nel grembo” – è un album che non scende a compromessi pieno di chitarre dure, e ritmi aggressivi, ma i riff addolciti dei Nirvana e i ritornelli da cantare sono presenti in quantità, e sono orecchiabili tanto quanto in Nevermind. Come sempre la rabbia di Cobain, la voce passionale viaggia nel caos, chiedendo la tua attenzione. “Teenage angst has paid off well,” canta, ammettendo nella prima frase della prima canzone che la band è stata cambiata dalla celebrità. Poi procede nel provare che non ha toccato la musica.
Se questo album sarà pubblicato o le cassette saranno distrutte è meno importante di quello che la band ha fatto fino ad ora,” ha detto Albini nella sua usuale acre maniera quando l’album è stato completato la scorsa primavera. “Erano in una posizione di influenza e potere dall’essere una band che piace a tutti, ed in questo momento, qualunque cosa facciano per il resto della loro carriera sarà secondario a quello che hanno fatto fino ad ora. Non secondario in qualità, ma secondario nell’impatto.”
Alcuni mesi dopo, Cobain riflette sui commenti di Albini, e dice. “Siamo certi che non ne che venderemo un quarto massimo, e siamo totalmente tranquilli per questo perché questo disco ci piace molto,” dice in una misurata, calma voce. “Non ero orgoglioso per metà di Nevermind quanto lo sono per questo disco. Intenzionalmente abbiamo fatto un disco aggressivo. Sono veramente orgoglioso del fatto che abbiamo introdotto un differente modo di registrazione, un suono differente, e siamo in una posizione per cui ci siamo già garantiti una possibilità di essere mandati sulle radio. Andranno almeno a provarlo per un po’ e vedere come và. E solo fare questo è una soddisfazione.
Cobain è seduto su un logoro divano nel salotto del piano ammezzato della casa che divide con sua moglie, Courtney Love (leader degli Hole), e con la loro figlia di 15 mesi, Frances Bean. La famiglia era diventata troppo grande per la casa che comprò dopo il successo iniziale dei Nirvana, e questo posto è in affitto. Situato su una ripida collina nel nord di Seattle, è solo un miglio dalla sponda dello scenico lago Washington. Il box di Frances Bean e la piscina per bambini è situata nel salone vicino un enorme TV e una collezione di bambole anatomiche di plastica, una delle quali adorna la copertina di In Utero. Vicino al divano ci sono due Fender nuove, prototipi che l’azienda vuole costruire come il “modello Kurt Cobain”. Cobain l’ha disegnata da sé: un incrocio tra una Jaguar e una Mustang, si chiama “Jagstang”.
Tra sei giorni la band di Cobain suonerà il suo primo concerto vero in un anno al New Music Seminar; tra otto settimane In Utero arriverà nei negozi di dischi. Courtney e la bambina sono in Inghilterra perché gli Hole suonano al Phoenix Music Festival, e Cobain è da solo eccetto che per il pubblicitario della Geffen Records Luke Wood, che sta coordinando le sue interviste. Quando le nostra conversazione inizia, Wood mette il suo registratore a cassetta sul tavolo da caffé vicino al mio – “Doppia registrazione… per la band” – prima di uscire per la cucina.
La Geffen è in paranoia per i media, ma i membri dei Nirvana sembrano solo interessati e annoiati. Subito dopo che In Utero fu finito, molte pubblicazioni della major raccontavano che delle fonti avevano detto che la Geffen considerava l’album “impubblicabile”. Albini non aiutò affatto con commenti come, “Non penso che a tutte le ragazzine e gli imbranati che piaceva l’ultimo album gli piacerà questo.” Infine, la band e l’etichetta hanno comprato un’intera pagina pubblicitaria su Billboard per avvisare l’arrivo dell’album, per paura che qualcuno pensasse che lo slogan satirico della T-shirt del gruppo – SNIFFANO FIORI POMICIANO BACIANO LE RAGAZZE PUTTANE DEL ROCK CORPORATIVO – fosse diventato realtà.
Il nome di Albini nei crediti è stato pensato come un assicurazione contro alcune penali. Con l’eccezione d’occasionali progetti di alto livello come Rid of Me di PJ Harvey, maggiormente lavora con band hardcore punk, registrando nel suo studio interrato nella zona nord di Chicago. Le sue credenziali nell’underground sono impeccabili: come musicista capeggia i Big Black, uno trio metallico che era enormemente influente nell’underground (inclusa la nascente scena “grunge” di Seattle). Come produttore prende una bassa parcella basata su quello che le band possono pagare, scarta i gruppi che non sono all’altezza dei suoi ideali punk e mostrano immediatezza nella registrazione (una o due battute e la canzone è fatta, le doppie tracce sono bannate).
“Non ho mai fatto veramente attenzione alla personalità di Steve Albini o a qualunque cosa presumibilmente si battesse,” dice Cobain tra un morso e un altro di una pizza fredda da quattro soldi. “Infatti, non sono stato un grande fan dei Big Black, a dire la verità. Credo di avere Songs About Fucking. E’ buona musica; è qualcosa di un po’ più innovativo di molte cose che vengono fuori in questo periodo. Ho visto il loro ultimo show qui a Seattle allo Steam Room. Ma la ragione per cui volevo maggiormente lavorare con lui è perché ha prodotto due dei miei dischi preferiti, che sono Surfer Rosa [dei Pixies] e Pod [dei Breeders]. Sentendo quei dischi, ho realizzato quello che stava cercando di dimostrare, tipo, da tre anni. Sin da quando abbiamo iniziato a suonare, ho sempre pensato sarebbe stato logico registrare con molti microfoni per prendere l’atmosfere dalla sala. Mi sembra ovvio che se vuoi che suoni come se tu stessi proprio vicino alla band, se vuoi quel timbro live, allora devi usare molti microfoni.
“Sembra una cosa ovvia da fare,” continua Cobain. “E ogni volta che andiamo in studio, vorremmo chiedere alla persona con cui stiamo registrando di provare così, e sminuiscono rifiutando ogni volta: ‘Questo non è il modo di registrare. Non è quello che ho imparato alla scuola di ingegneria.’ Durante la registrazione, mi sentivo totalmente a mio agio, e ancora non ho rimpianti con il modo in cui le tracce sono state fatte, eccetto che avrei voluto aggiungere più armonie vocali. Per qualche ragione, le parti vocali non sono venute come avrebbero dovuto essere. Non sono un patito del multi-tracce, ma l’ho fatto in Nevermind su qualche traccia, e non me ne sono neanche accorto quella volta. Non ho realizzato che era quello che [il produttore di Nevermind] Butch [Vig] stava facendo; pensavo che stesse solo chiedendo per molte battute in modo da poter scegliere quale fosse la migliore. Avrebbe dovuto funzionare [in In Utero], perché avevamo questi bei microfoni – usavamo tre o quattro microfoni. Stavo di fronte a questi stupendi, cari microfoni, e suonava bene nel playback. Ma i mix finali per qualche ragione li rovinarono. Siamo una band orientata molto alla voce, e questa è una delle cose maggiori che mi rimprovero.”
Albini aiutò la band ad avere il suono live che voleva, ma quando il trio tornò a Seattle con le cassette dell’album finito, i problemi al mixaggio divennero evidenti. Molta parte fu risolta nel mastering (il processo di preparazione dei nastri alla produzione dei CD e cassette), ma due canzoni furono remixate dal produttore dei R.E.M. Scott Litt, e un’altra (“I Hate Myself And Want To Die”) fu scartata perché Cobain pensava che ci fossero troppe canzoni rumorose di fila. “Era solo una tipica, noiosa canzone,” dice. “La potevamo scrivere nei nostri sogni. Non c’era un punto in cui la potevamo inserire nell’album. Se riguardi l’album, ci sono così tante canzoni rumorose di fila che lo fare sembrare un disco rumoroso. Ma non è così; ci sono molti punti leggeri.” In Utero è ora puntato in favore delle canzoni pop, con sette possibili inni a cinque pure esplosioni noise.
Cobain e Novoselic (che furono intervistati separatamente) ridono quando è stato insinuato che l’album incominci con “Serve the Servants” ed la sua frase “rabbia giovanile” per il profitto delle critiche rock. I Nirvana sono raramente così calcolatori. I noto che la canzone è ineguale, l’assolo di chitarra angolare suona come Robert Quine, neanche i musicisti riconoscono il nome. I rocker alternativi di New York e Los Angeles non avrebbero mai ammesso che non conoscevano il chitarrista fondatore con Richard Hell e i Voidoids, ma Cobain e Novoselic sono cresciuti in una piccola città Aberdeen, Washington. Le loro scoperte punk erano di difficile merito, imprevedibili ed incomplete, ma gli fecero una duratura impressione.
“I chitarristi di cui sono appassionato sono, tipo, gli Scratch Acid ed il primo EP di White Zombie,” dice Cobain, pulendo succo di pomodoro dalla sua T-shirt. (Le sue unghie della mano sono perfettamente colorate di rosso lucente, ma le dita sono rotte e affievolite, nel bisogno di una nuova giacca.) “Fanculo, corde tese, al limite dell’accordatura – quel tipo di casino.”
Con una batteria meccanica e le urla trattate elettronicamente, “Scentless Apprentice” è una delle molte canzoni discordanti che ricorda i Big Black. La musica è accreditata alla band, e venne insieme durante le prove; le parole sono una libera associazione di incubi sulla nascita. “Le mie parole sono totalmente messe insieme, solo perché prendo frasi da differenti poesie che ho scritto,” dice Cobain. “Posso costruire un tema se voglio, ma qualche volta non riesco ad arrivare a cosa la canzone di riferisca.”
C’è un piccolo dubbio su cosa il cantante stesse parlando nell’ingannevole dolce “Heart Shaped Box.” Così come contestava l’idea che fosse il portavoce della sua generazione, Cobain eloquentemente pone la frustrazione dei ventenni contro pia predicazione dei Baby Boomers. Seguendo la formula di “Smells Like Teen Spirit,” i versi funzionano bene da una melodia calma finché la canzone esplode in un rabbioso, irresistibile ritornello: “Odia Aspetta! Ho un nuovo servilismo/Per sempre in debito per il tuo suggerimento senza prezzo.”
Gli accordi iniziali di “Rape Me” ricordano di nuovo il più grande successo dei Nirvana. La canzone può essere valutata su più livelli: come una dichiarazione contro le atrocità nell’antica Yugoslavia (Novoselic trascorse un periodo lì da adolescente e i Nirvana suonarono ad un benefit per le vittime bosniache degli stupri); come un astioso commento contro la misoginia (nelle note di Incesticide Cobain attacca “due scarti di sperma e uova” che violentarono una donna mentre cantavano la traccia di Nevermind “Polly”); o come una risposta agli abusi dei media (“La mia fonte interna preferita/Bacerò le tue ferite aperte”). Quando la canzone fu scritta più di un anno fa, i Nirvana pensavano che sarebbe stato un singolo. Il gruppo cercò di suonarlo agli MTV Video Music Awards del 1992, ma non gli fu permesso, e fu detto a Cobain che la rete si sarebbe scandalizzato su un video di “Rape Me”. La canzone è la più orecchiabile dell’album, e non era difficile immaginare che sarebbe diventata un successo – e uno scandalo in stile Madonna.
La violenza contro le donne è un argomento comune negli album gangsta-rap, ma raramente è rivolto è rivolto così direttamente nel rock. Cobain dice che i membri della band potrebbero considerare la canzone come un singolo e un video in futuro, ma per ora andranno con “Heart Shaped Box” perché è “più brillante di un ipotetico primo singolo.” Puoi quasi sentire un sospiro collettivo di sollievo della Geffen.
“Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle” è canzone dell’album con il titolo più enigmatico, ma la canzone contiene uno dei più rivelanti ritornelli di Cobain. “Mi manca il conforto di essere triste,” canta, riassumendo il dilemma di qualcuno che si è ritrovato famoso con il lamentarsi ma che all’improvviso non ho più molto di sui lamentarsi. “Penso di poterla considerare una cosa personale,” dice Cobain pensieroso. “Ma per la maggior parte della canzone parla di Frances Farmer, e sono sicuro che anche lei si sentisse in quel modo.”
Farmer, nativa di Seattle, fu un’attrice ribelle e brillo come star nei tardi anni trenta, ma divenne un alcolizzata ed al centro dello scandalo di Hollywood, dopo di che fu perseguitata dalla stampa, messa in istituto dai genitori ed infine lobotomizzata. Cobain e Love chiamarono la loro figlia alla maniera della Farmer, ma il cantante di ferma quando gli chiedo perché è attirato dalla sua storia. “La tragedia della burocrazia e come le persone sono trattate,” dice dopo un po’. “L’umiliazione pubblica è una delle cose più stressanti che posso capitare ad una persona.”
Nel Novembre del 1992, dopo mesi di velati riferimenti in numerosi articoli sulla band, Cobain ammise di usare eroina a Robert Hillburn nel Los Angeles Times. Dopo essersi dilettato con le droghe per molti anni, disse, sviluppò una forte dipendenza durante i giorni caotici successivi al successo di Nevermind. Dopo essere andato nella riabilitazione, cominciò a visitare una clinica per aiutare i problemi di stomaco da una forte ulcera. Sostiene che l’ulcera sia causata dalla sua pigra condotta, ma la sua posizione sulle droghe è chiara: è senza giudizio, ma dice ha imparato il difficile modo che sono stupidi.
“E’ stato un lungo ritardo,” Cobain dice nella sua confessione a Hillburn. “Ho cercato di negarlo per così a lungo semplicemente perché non volevo influenzare nessuno. Non c’era ragione nel farmi sanguinare il cuore davanti a tutto il mondo; non è affare di nessuno. Ma a questo punto mi riguardava molto. Non potrei negare più. Altrimenti chiunque penserebbe che fossi un grande bugiardo.”
“Dumb” sembra essere una canzone nel cadere nella dipendenza (“Non sono come loro/Ma posso fingere”) e scoprire i piaceri (“Penso di essere stupido/O forse solo felice”) e le sofferenze (“Scappare dal sole/Addormentarsi/Ignorare/L’anima è di poco valore”). Ma un sobrio e un realistico Cobain garbatamente non era d’accordo con la mia lettura. “Veramente, era una canzone su una scossa. L’ho scritta due anni fa, e le parole mi vennero in circa 10 minuti. Era solo uno di quei demo sul quattro tracce a notte tarda.”
La seconda metà di In Utero è più caotica, colpendo l’ascoltatore con le tracce più dure dell’album in rapida successione: “Very Ape,” “Milk It,” il sarcastico titolo “Radio Friendly Unit Shifter” e “Tourette’s” (con parole borbottate trascritte nelle note come, “Fuck, shit, piss”). La quattro canzoni noise sono divise a coppie da “Penny Royal Tea,” un piacevole suonata sul metodo casalingo di aborto. La canzone menziona Leonard Cohen e contiene un’altra delle più memorabili frasi di Cobain: “Sono un anemico reale.” Non è stata, come riportato dall’inglese New Musical Express, scritta insieme alla sua moglie, dice Cobain.
“All Apologies” è una cantilenante, ipnotica canzone in cui figura Kera Schaley, un membro del gruppo di Chicago Doubt e amica di Albini. “Tutto compreso è tutto quello che siamo,” Cobain canta come un mantra alla fine della canzone e dell’album, ma la frase che richiede più attenzione è urlata nel mezzo della canzone: “Sono sposato/Sepolto.” “Questa era un’altra frase che fu scritta prima che Courtney ed io cominciammo a uscire insieme,” dice Cobain sommessamente, ma è sicuro di essere citato dalle legioni di anti-Love.
Sin dal matrimonio di Cobain e della Love nel febbraio del 1992 in una semplice cerimonia alle Hawaii, la Love divenne la più odiata moglie rock sin da Yoko Ono. E’ stata al centro di molte storie negative, incluso l’infame articolo di Vanity Fair di Lynn Hirschberg accusando la Love di usare eroina mentre era incinta, ed un capitolo nel non ancora pubblicato Nirvana: The Definitive Story di Britt Collins e Victoria Clarke. (Cobain cercò di fermare il libro di Collins e Clarke con cattive chiamate a notte fonda, ma non si sarebbe dovuto preoccupare: Una lettura anticipata del manoscritto rivela che gli autori non scoprono cose davvero imbarazzanti, fanno affidamento ampiamente su articoli già pubblicati e in generale scrivono una delle più pompose prose mai perpetrate nel nome del giornalismo rock.)
Senza dubbio, la Love è andata in cerca della sua parte di controversia e pubblicità, coltivando un’aggressività sessuale e qualche volta sgradevole persona sul palco, nelle interviste e nella sua musica. Ma è dubbio che poteva prevedere che le cose sono amplificate nei media, o i costi di sofferenza personale per lei e Cobain. La biografia non autorizzata di Azerrad, Come As You Are: The Story of Nirvana, rivela che i due furono separati dalla loro bambina per un mese dalla Corte di Los Angeles a causa dell’abuso di droghe spianata in Vanity Fair. Cobain disse ad Azerrad che ha pensato di spararsi dopo che l’articolo fu pubblicato, e promise vendetta sulla Hirschberg: “Deve sperare su Dio che un giorno non mi trovi privo di moglie e bambina. Perché mi vendicherà su di lei. Prima di lasciare questa terra, verrà con me.”
Il trattamento dei media della Love ebbe ovviamente un sensibile esito nella band. Novoselic respinge ogni cosa che è stata scritta su di lei in apparenza in maniera prepotente con due frasi – “E’ solo una storia. La gente ha bisogno di qualcosa su cui scrivere” – ma è riluttante a parlare ancora su questo soggetto. Mentre Cobain dice che i giornalisti stanno cercando rendere la coppia simile a storie che sono state già scritte – i modelli di John e Yoko o Sid e Nancy.“ Perché non possiamo essere solo il modello Kurt e Courtney? Perché rimangono sul passato?” chiede. “Non intendo umiliare Sid e Nancy o John e Yoko, ma non sono in relazione con loro in ogni modo.”
In giugno Cobain fu arrestato e trascorse tre ore in prigione prima di essere rilasciato su cauzione di 950$. Dice che lui e la Love stavano divertendosi quando i vicini chiamarono la polizia a causa del rumore. Il referto della polizia dice che il cantante ha assaltato la moglie, ma la Love lo negò al Seattle Times e disse che la coppia cominciò a discutere solo dopo che la polizia chiese se ci fossero armi in casa. Cobain disse che non c’erano, ma la Love disse che c’erano, e non gli piaceva averle intorno. I poliziotti furono obbligati ad arrestare uno dei due per un periodo di raffreddamento, e confiscarono tre pistole e molte scatole di munizioni.
“I poliziotti mi spiegarono che dovevano portare uno di noi in galera perché c’era una chiamata per violenza domestica da uno dei vicini, compresi questo perché furono così gentili su questo,” dice Cobain. “Lo esposero in maniera dettagliata e mi fecero realizzare che la maggior parte delle chiamate per violenza domestiche sono reali, e se una o l’altra persona non sono arrestate, allora i poliziotti saranno richiamati dopo un ora o due, e questa volta uno di loro potrebbe essere morto.”
La cosa più sorprendente sull’incidente non è la litigata – “Kurt ed io raramente litighiamo,” la Love disse al NME. “Nessuno potrebbe chiedere per un marito migliore” – ma il fatto che il leader dei Nirvana sentisse il bisogno di possedere armi. Le armi si incontrano varie volte nelle parole in Nevermind, di solito in un contesto negativo. “No, non ho una pistola,” Cobain canta in “Come As You Are,” ed in “In Bloom” sembra attaccare i fan ignoranti portatori di armi della sua musica (“E’ uno a cui piacciono tutte le nostre belle canzoni/E gli piace canticchiarle/E gli piace sparare con la sua pistola/Ma non sa cosa significhi/Non sa cosa significhi”). “Durante la mia intera vita, non ho mai sparato prima,” dice il cantante. “Crescendo ad Aberdeen, avevo molte opportunità, ma ero contro… non veramente contro il diritto di possedere un arma – sono completamente per questo, è un diritto che tutti abbiamo.”
“Ma l’America non sarebbe un posto migliore se non avessimo tutti armi?” chiedo. “E’ vero, ma non te ne libereresti mai di loro,” dice Cobain. “Non lo so, ho solo deciso di comprare un arma un giorno. In realtà, un mio amico ce ne dette una come regalo per il matrimonio, e non l’ho mai usata. Ed infine andai al poligono e cominciai a sparare un giorno e realizzai che questo è come una competizione – un piacevole passatempo – da provare e colpire questo bersaglio. E arrivai alla conclusione che devi essere realmente preparato a sparare con una pistola se dovrai difendere te stesso, perché è veramente una cosa difficile colpire un bersaglio.
“Hai mai sparato prima?” chiede Cobain. Gli dico che non l’ho fatto.
“E’ stupefacente a quanto preciso devi essere. Come se ci fosse una persona proprio lì nell’angolo, probabilmente mi dovrei calmare, perché ho esperienza nello sparare, tipo, 20 volte sin da quando posseggo armi dallo scorso anno, dovrei sparare quattro o cinque colpi per colpire la persona. Voglio essere capace d’essere preciso e colpire il loro i ginocchi o qualcos’altro. Colpire esattamente dove voglio, in modo da non dover uccidere realmente qualcuno.”
“Ti disturba che hai bisogno di proteggere te stesso alla maniera di John Lennon?” chiedo. (Il pubblicitario Wood interruppe il corso della nostra conversazione ed entrò nella sala, ascoltando intensamente con uno sguardo tra la costernazione e l’orrore.)
“Non in quel modo, no,” dice Cobain. “E’ un tipo d’area vulnerabile. Abbiamo grandi finestre, e ho una bambina e una moglie da proteggere. Cose così succedono. Le persone entrano nella sua casa non per rubare lo stereo ma per stuprare tua moglie e sodomizzare la tua bambina. Non potrei sopravvivere una cosa come questa. Non riuscirei a vivere con me stesso senza cercare di vendicarmi su quella persona e cacciarlo dalla sua miseria. Non ci penserei due volte a far volar via qualcuno se entrasse nella mia casa.”
Io sono cresciuto a Jersey City, New Jersey, non Aberdeen, dico a Cobain, e da dove vengo, solo gli idioti posseggono armi, e le usano in modi stupidi. Dico al cantante che se qualcuno entrasse a casa sua, probabilmente entrerebbe per rubare il suo sfottuto stereo, e lui vorrebbe realmente uccidere qualcuno in base ad una offesa così leggera? Una volta fui rapinato, quando stavo andando al college. Fu poco prima di Natale e avevo preso proprio la busta paga di due settimane e il bonus per Natale. Due ragazzini mi afferrarono da dietro, tenevano un coltello contro la mia schiena, presero il mio portafoglio e corsero via. Ho lavorato duramente per quei soldi, li avrei sparati entrambi nella schiena – e avrei odiato me stesso per sempre da quel punto in poi. Un paio di centinaio di dollari significano molto per me, ma non vale due vite.
Per queste ragioni, non vorrei mai possedere un’arma, dico a Cobain, tanto meno considero usarla nell’ira.
Il cantante mi fissa con un vuoto, distaccato sguardo; è chiaro che non ha realmente capito il mio pensiero, e che l’unico modo affinché ognuno butti via le sue armi è se li forzano dalle loro freddo, dita senza vita. “C’è una differenza tra il possedere un’arma e averla riposta al sicuro nella tua casa per un intruso,” infine dice. “Portare con sé un’arma… Non porterei mai un’arma.”
Non sono convinto, ed è l’unica volta durante le molte ore di felice, amichevole e vivace conversazione che sento come se non avessimo connessione.
C’è un elemento di pericolo nel grande rock and roll, una sensazione che qualunque cosa può accadere. Questa è una chiave dell’attrazione dei Nirvana: in ogni momento, il gruppo potrebbe sbandare fuori controllo o fermarsi violentemente.
“Quando suonammo a Buenos Aires, portammo questa band tutta femminile da Portland chiamata Calamity Jane,” dice Cobain. “Durante l’intero set, tutta la folla – era un grande concerto, tipo, 60.000 persone – ha tirato monete e tutto quello delle loro tasche, fango e pietre, proprio per colpirle. Alla fine le ragazze si precipitarono fuori piangendo. Fu terribile, una delle cose peggiori che ho mai visto, una tale massa di sessismo tutta in una volta.
“Krist, conoscendo il mio pensiero su cose come questa, cercò di dissuadermi dal darmi fuoco o rifiutare di suonare. Alla fine andammo solo per divertirci, deridendoli. Prima d’ogni canzone, suonavo l’intro di ‘Teen Spirit’ e poi mi fermavo. Loro non si accorsero che stavamo protestando contro quello che avevano fatto. Suonammo per circa 40 minuti, e molte delle canzoni erano di Incesticide, perciò non si accorsero di nulla. Volemmo suonare la canzone segreta [‘Endless Nameless’] che è alla fine di Nevermind, e poiché eravamo così in collera, eravamo così arrabbiati riguardo a tutta la situazione, che la canzone e l’intero set furono una delle migliori esperienze che ho mai avuto.”
Il concerto suona simile a dozzine che i Replacements suonavano nel loro apice. In ogni serata il quartetto di Minneapolis poteva fornire una passionale esplosione a piena voce, uno ebbro, disordine auto-indulgente o una combinazione di entrambe. Ma la notte prima di intervistare Cobain vidi il primo leader dei Replacements Paul Westenberg esibirsi alla base dello Space Needle durante la chiusura del festival di Seattle. Westenberg portò la sua band presa a prestito in un teso, ben provato e noioso set, fermandosi frequentemente per domandare se tutti fosse accordati.
L’anarchia non invecchia bene, ed è impossibile da mantenere. In Route 666: On The Road to Nirvana, la critica rock Gina Arnold fa l’ipotesi che il successo dei Nirvana era il risultato di una decade di attività underground. Il punk rock fallì nel cambiare il mondo nei tardi anni settanta, ma ispirò una generazione di musicisti, scrittori, DJ delle radio dei college, promotori e intraprendenti etichette indie, che costruirono un circuito alternativo. Da questo circuito vennero i Replacements, the Feelies, Husker Du, Mission of Burma, Naked Raygun, Big Black e molte altre band che suonavano musica intransigente ispirata dall’emozione del momento. Per molti di loro, il momento venne e andò prima che le condizioni coincidessero per fare una differenza verso il mondo esterno. Ma per i Nirvana riuscì tutto.
“Ci sono differenti aspetti di dove eravamo culturalmente,” dice Novoselic, il filosofo ufficiale della band. “Nel gennaio del 1990, George Bush aveva, tipo, l’85 percento dei consensi, e nel 1992 quando Nevermind stava uscendo, abbiamo eletto questo governatore dell’Arkansas. Forse durò fino al 1992 per gli anni novanta per succedere.
“E ora viene la parte di sfruttamento. Ci sono delle band lì fuori ora che facilmente si adeguano, dico, a Rick Springfield o Phil Collins. Ma sono giovani, vestono all’ultima moda e moderni, e sono chiamati alternativi. Sono cazzate. E’ solo sfruttamento.”
Ma c’è di più della storia di questo. Il classico dei Mudhoney “If I Think,” dall’EP Superfuzz Bigmuff del 1988, è l’equivalente inno di “Smells Like Teen Spirit.” Ma i Mudhoney non fecero quello che fecero i Nirvana. Novoselic annuisce e s’impappina nella risposta.
“Si. No. Forse fu la produzione,” dice alla fine. “Quello che ‘If I Think’ fece fu di unire la scena di Seattle. Quando uscì l’EP, fu un must, e quelli furono tempi magici. Quella era la scena di Seattle. Quando i Mudhoney stavano suonando e noi stavamo suonando, e i Tad e i Fluid – era un piccolo periodo nella storia che la potevi paragonare alla scena di Liverpool, il Cavern Club [il locale che diede risalto ai Beatles e altri Merseyside “gruppi beat” – GW Ed.]. Fu innocente. Non esplose. Ora guarda cosa è diventata. Tutti sono più vecchi e più saggi.”
Dice Cobain: “Molte delle band che alla fine stavano prendendo la loro giusta ricompensa, come i Soul Asylum – band che erano in giro da lungo tempo ed erano chiaramente innovativi – sembrano di essere in competizione l’un l’altro ora. Ci sono stati citazioni da queste band negli articoli; questo è quello che ho notato. Non capisco come queste persone possono venire da un ambiente ed uno stile di vita dopo tanti anni di essere nella musica underground e mantenere la musica viva, e ora all’improvviso sembra come un disperato tentativo da qualcuna di queste band che non è mai stato riconosciuto nel cercare di dire ne siamo degni. E’ rivoltante vedere quanto queste band diventano carrieriste tutte all’improvviso. Questo è quello a cui tutti erano contro quando cominciarono queste band. La ragione per cui volevo stare in una band era essere in una band e scrivere canzoni. Puoi essere valido se vendi duemila copie, e dovresti essere felice per questo.”
Forse è solo un nostalgico ricordo del passato, ma la scena al Crocodile Café di Seattle la notte prima non sembrava troppo sfinito; Novoselic sta ancora tenendo la sua testa dalle festività, e sta bevendo un caffé per diradare la nebbia. Gli Scream, la vecchia hardcore band di Grohl da Washington, D.C., suonavano un energico concerto di riunione nel rock club più hippy della città, parte di un tour per promuovere un nuovo CD di materiale inedito. (Il batterista saltò una settimana di interviste dei Nirvana per viaggiare con il gruppo.) Novoselic ballava goffamente durante l’intero concerto, parte di una entusiasta folla che includeva i ragazzi di Seattle dei leggendari Tad e Mark Arm dei Mudhoney (ma non Cobain). Quando i membri degli Scream scesero dal palco, il bassista dei Nirvana li accolse gridando, “Gli Stone Gossard Pirates!” nello stesso tempo sfottendo il chitarrista dei Pearl Jam e i patetici imitatori dei Pearl Jam gli Stone Temple Pilots.
La vita di Novoselic era chiaramente cambiata dal successo dei Nirvana, ma è chiaro che non ha perso molto del suo amore per la musica. Ha una bellissima casa di due piani in un piacevole, quartiere alberato a metà strada tra il centro di Seattle e la casa di Cobain fuori al ponte della città. Ma sembra orgoglioso dei suoi jukeboxes, uno nel salone per i 45 giri e uno nel seminterrato per gli album.
Nel mezzo della nostra conversazione, l’uomo della Federal Express suona alla porta. Novoselic porta il pacco nella stanzetta e la apre e trova un disco d’oro incorniciato a significare la vendita di 500,000 dischi di Incesticide, la compilation di B-side e rarità che i Nirvana hanno pubblicato dopo Nevermind. Il Seattle Times di oggi ha un piccolo articolo dicendo che Nevermind è uscito fuori dalla classifica di Billboard dei primi 200 dischi dopo ben 92 settimane.
“Se non era per ‘Teen Spirit,’ non so come Nevermind sarebbe andato,” dice Novoselic. “Non ci sono ‘Teen Spirit’ su In Utero. Ci sono sei o sette grandi canzoni, ma nessuna fenomenale grande hit.”
Riguardo a quante copie l’album vende, i membri della band pensano che è stato già un successo. Stanno lavorando insieme meglio di quanto hanno mai fatto, dice Cobain, e spera che scriveranno più come un gruppo in futuro. La notte precedente la nostra intervista, lui e Novoselic sono stati alzati fino all’alba confrontandosi sullo storyboard per il video di “Heart Shaped Box”, che il duo immagina come una parodia del Mago di Oz filmato con una tecnica di approssimazione Technicolor.
“Mi sento – tutti, la band si sentono – di pubblicare ‘Scentless Apprentice’ dopo ‘Heart Shaped Box,’ ” dice Cobain. “E’ un buon esempio della direzione in cui stiamo andando. Abbiamo realmente collaborato su quella canzone. Ci è uscita insieme alle prove. E’ stata una cosa molto soddisfacente contribuire equamente in una canzone. Ovviamente, noi siamo quasi sulla stessa lunghezza d’onda; non c’è mai stata una situazione dove gli ho detto cosa fare. Ma ci sono state molte volte dove mi sono dovuto sedere alla batteria e mostrare a Dave che cosa stavo pensando nella mia testa, e lui ha incorporato l’idea. Per la maggior parte, è sempre stato, tipo, per l’80 percento una canzone che avevo scritto a casa e introdotto alla band successivamente alle prove. Mi fa proprio piacere essere in grado di collaborare. Mi sto stancando di essere creduto l’unico compositore. Mi piacerebbe avere un compagno compositore. Sia Krist che Dave per qualche ragione hanno cominciato ad uscire fuori dal loro gusto.”
“C’era un periodo quando le cose si guastarono e si resero tese dopo il successo di Nevermind, ma ogni cosa fu risolta con la comunicazione,” dice Novoselic. “C’erano così tanti fattori; le cose stavano accadendo così velocemente. C’era tutta quella fama e tutte quelle persone che volevano qualcosa. Tu camminavi per la tua strada, e le persone ti guardavano in modo strano, volendo autografi. Abbiamo avuto differenti reazioni a questo. C’era un periodo in cui il modo che reagivo verso la band era, ‘Non me ne importa. Qualsiasi cosa.’ E penso che Kurt reagì a questo: ‘Bé, a Krist non gliene importa nulla.’ E cresceva. Ma ora trovo me stesso molto più esplicito di nuovo, e penso che questo è salutare. Penso che Kurt lo rispetti. Ha qualcuno con cui condividere le cose e prendere qualcosa. Sente di avere tutta questa pressione su di lui come figura centrale, il cantante-compositore, e apprezza di avere un po’ d’aiuto.”
Le difficoltà con cui si devono confrontare ora i membri dei Nirvana includono l’accettare le responsabilità delle rock star da vendite di platino (“Dobbiamo essere un buon modello di comportamento per la gente,” dice Novoselic sinceramente. “Cerco di non vantarmi di essere uno che beve molto e fuma canne”) mentre mantengono la loro credibilità punk. (“Pensi che siamo ancora dei rompiballe per l’industria discografica?” chiede. “Siamo ancora non cooperativi? C’è ancora quella vibrazione nell’aria?”). Devono anche focalizzare la loro popolarità sul giusto target e convincere i molti ascoltatori di Nevermind a crescere con loro. Ma ci sono molti indicatori che li portano al traguardo.
Al Roseland durante il New Music Seminar, la band sale sul palco dopo un set aperto dagli ospiti Jesus Lizard, un quartetto di Chicago che è considerato una delle band più ruvide nell’underground del noise rock. Aumentati con un secondo chitarrista, fondatore degli Exploited il musicista Big John Duncan, i Nirvana fecero un trascurato ma intenso set di 20 canzoni estratte da ogni loro album. Questa è la prima volta che i fan ascoltano “Serve The Servants,” “Heart Shaped Box,” e “All Apologies,” ma molti canticchiano alla fine i ritornelli.
C’è un inusuale elemento veramente stupido allo show, violenti studenti universitari spingono con forza nel mezzo della sala, disgregando l’etichetta della fossa come parte peggiore e mandando dozzine di pacifici fan ai lati della sala con offese e nasi sanguinanti. Il gruppo finisce il suo set con quattro canzoni acustiche, sedendo sugli sgabelli a bordo del palco come i Led Zeppelin nella modalità unplugged. “Fottetevi gente di merda,” grida uno degli stupidi, la maggior parte della gente ascolta intensamente le semplici, eloquenti versioni di “Dumb,” “Polly” e “Something in the Way.” Lo show finisce con “Where Did You Sleep Last Night,” di Leadbelly che è considerate come una canzone folk Appalachiana simile alla versione fatta da Ricky Skaggs. La sua tristezza, l’ossessionante tensione da il momento più commovente della serata.
I Nirvana ritornano per una non entusiasmante, non accordata “Smells Like Teen Spirit” e una versione di “Endless, Nameless.” Ma nel bis non c’è il clima. Stanotte, i membri della band decidono di strimpellare un pò con i loro strumenti invece che distruggerli.
La sera successiva allo show al Roseland, incontrai Novoselic quando stava andando all’ Irving Plaza per vedere i Pavement, uno dei molti arrivati indie etichettati come “i prossimi Nirvana.” E’ un opinione che non condivido, e sto andando a vedere i più vecchi ma più affidabili Buzzcocks all’Academy quando il bassista mi ferma con un grande, amichevole ciao.
“Ti conosco,” dico. “Sei Andy Kaufman.” E Novoselic fa un grande sorriso.
29 Luglio 2006 alle 20:59 #13747Kurt74Amministratore del forumURLO
IN QUESTA DRAMMATICA SCHIETTA INTERVISTA DEL 1993, NON PUBBLICATA DURANTE LA SUA VITA, KURT COBAIN ESPRIME I SUOI SENTIMENTI VERSO COURTNEY LOVE, L’OMOSESSUALITA’, L’EROINA E I SUOI COMPAGNI DEI NIRVANA. [6]
Questa intervista fu tenuta nella tarda serata di Martedì, 22 luglio, 1993, come parte della campagna per la stampa inglese dei Nirvana per la prossima uscita di In Utero (DGC). In contrasto con il quasi silenzio totale con gli USA, i Nirvana fecero cinque interviste inglesi e servizi fotografici programmate nel loro breve soggiorno a New York, culminata nel concerto al Roseland nella serata del 23. Questo sarebbe stato un inusuale programma estenuante anche per il più calmo dei gruppi. Ma poi, difficilmente qualunque cosa associata ai Nirvana era usuale.
L’affabile, diritta presenza del bassista Chris (ora Krist) Novoselic e nondimeno il batterista Dave Grohl, l’atmosfera intorno ai Nirvana era una forte reminescenza del sentimento che accompagnò i Sex Pistols nel 1977. Qui, anche, c’era un gruppo che era più di sola musica – il migliore gruppo del momento – e che rifiutava di stare al gioco.
Giudicando dall’isteria che circondava il loro ritorno, i Nirvana si comportarono come un parafulmine psichico: uno sguardo per le paure, speranze, amori e odi di ognuno. Pochi sapevano da dove venivano, nessuno sapeva cosa avrebbero fatto.
Molta di questa pressione rimase su Kurt Cobain, che – solo per tenere le cose interessanti – era subito affascinante, arrogante, vago e imprevedibile. Farlo sedere per l’intervista fu dura. Cercai di costringerlo a stare giù nel backstage dopo uno straordinario concerto dei Melvins che entrambi vedemmo. “Devo farlo ora?” mi chiese; “Si,” risposi semplicemente, e questo fu quanto. Successivamente ci trasferimmo nella mia stanza dell’hotel New York Palace, dove si rilassò subito, Cobain fu intelligente, convincente e tanto sincero quanto poteva esserlo, data la sua situazione.
L’intervista sembra dare a Cobain un’oasi di calma nel mezzo del delirio. Lo animai, e volli credere a quello che diceva. Il mio ultimo sentimento – confermato dal concerto al Roseland la successiva notte – era che qui c’era una persona ed un gruppo sospeso sulla punta di un coltello tra una considerevole, positiva potenza e l’auto-distruzione. Qui c’è la testimonianza di quell’importante momento.
GUITAR WORLD Raccontami della tua infanzia.
KURT COBAIN Sono nato ad Aberdeen, Washington, nel 1967, e ho vissuto tra Aberdeen e Montesano che distano 20 miglia. Sono andato avanti e indietro tra le case dei parenti per tutta la mia giovinezza.
GW I tuoi genitori si sono separati quando eri giovane?
COBAIN Si avevo sette anni.
GW Ti ricordi qualcosa di questo?
COBAIN Ricordo di sentire vergogna, per qualche ragione. Mi vergognavo dei miei genitori. Non potevo guardare più guardare qualcuno dei miei amici a scuola, per avevo il disperato bisogno di avere la classica, sai, tipica famiglia. Madre, padre. Volevo quella sicurezza, perciò me la presi con i miei genitori per qualche anno per questo.
GW Ti sei ricongiunto con loro ora?
COBAIN Bé, ho sempre avuto una relazione con mia madre, perché è sempre stata la più affezionata. Ma non ho parlato con mio padre per circa 10 anni fino allo scorso anno, quando mi cercò fuori dal backstage allo show che facemmo a Seattle. Ero felice di vederlo perché volevo sempre che sapesse che non lo odiavo più. Dall’altra parte, non incoraggiare la nostra relazione perché non avevo proprio niente da dirgli. Mio padre è incapace di mostrare molta affezione, o anche di sopportare una conversazione. Non volevo avere una relazione con lui solo perché era dello mio stesso sangue. Mi avrebbe annoiato.
Così l’ultima volta che l’ho visto, glielo detto e mostrai in modo chiaro che non volevo fare più niente con lui. Ma fu un sollievo per entrambe le parti, sai? Perché per degli anni pensava che lo odiavo fortemente.
GW Non puoi evitarlo.
COBAIN Questo è quello che ho fatto per tutta la mia vita. Ho sempre lasciato i lavori senza dire al datore di lavoro che me ne stavo andando; non mi facevo vedere più un giorno. Ero lo stesso a scuola – lasciai con soli due mesi per finire. Ho sempre trovato una scappatoia per le cose, perciò guardarmi con mio padre – inoltre lui ha scelto di vedermi – è stato un grande sollievo.
GW Hai mai scritto su queste cose del tutto? Le parole in “Serve the Servants” sembrano autobiografiche.
COBAIN Si. E’ la prima volta che ho come argomento faccende dei miei genitori. Difficilmente ho mai scritto qualcosa di così ovviamente personale.
GW Come è stato per te crescere?
COBAIN Ero molto isolato. Ho avuto veramente una buona infanzia, fino al divorzio. Poi, d’improvviso, tutto il mio mondo è cambiato. Diventai antisociale. Cominciai a capire la realtà del mio ambiente, che non aveva molto da offrire. Aberdeen è una città piccola, e non sono riuscito a trovare di cui fossi entusiasta, o che erano compatibili con me, o le cose che mi piacevano fare. Mi piaceva fare cose artistiche, e mi piaceva sentire la musica.
GW Che cosa ascoltavi?
COBAIN Qualunque cosa che riuscivo ad avere. Mia zia mi diede i dischi dei Beatles, perciò per la maggior parte furono dischi dei Beatles, e ogni tanto, se ero fortunato, ero in grado di comprare un singolo.
GW Ti piacevano i Beatles?
COBAIN Oh, si. Mia madre ha sempre cercato di conservare un po’ di cultura British nella nostra famiglia. Bevevamo té tutto il tempo! Non ho mai saputo niente dei miei antenati fino a quest’anno, quando ho imparato che il nome Cobain è irlandese. I miei genitori non si sono mai interessati a cercare quelle cose. L’ho trovato cercando sulla guida telefonica dell’America per nomi che erano simili al mio. Non trovai nessun Cobain, perciò cominciai a chiamare i Coburns. Trovai questa signora di San Francisco che stava ricercando la storia della nostra famiglia da anni.
GW Perciò era Coburn?
COBAIN Veramente era Cobain, ma i Coburns si separarono quando vennero. Venivano dalla contea di Cork, che è proprio una coincidenza strana, perché quando facemmo il tour in Irlanda, suonammo a Cork e per tutto il giorno andai in giro stupefatto. Non mi sono mai sentito tanto spirituale nella mia vita. Fu uno strano sentimento ed – ho un amico che era con me che lo può testimoniare – ero quasi in lacrime tutto il giorno. Fino a quel tour, che è stato circa due anni fa, avevo un sentore che venivo dall’Irlanda.
GW Raccontami della tua esperienza alle superiori. Quali persone non ti erano gradite?
COBAIN Ero un capro espiatorio, ma non nel senso che le persone mi picchiavano tutto il tempo. La gente non mi picchiava o colpiva perché ero ritirato tutto il tempo. Ero così antisociale che ero quasi pazzo. Mi sentivo così diverso e così pazzo che la gente mi lasciava stare solo. Non mi sarei sorpreso se mi avessero votato il Più Probabile a Uccidere Tutti al Ballo del Liceo.
GW Puoi capire ora della gente diventa talmente alienata che diventa violenta?
COBAIN Si, riesco a vedere come la salute mentale di una persona può deteriorare al punto che lo avrebbero fatto. Sono arrivato al punto che fantasticato di questo, ma sono sicuro che avrei optato ad uccidermi prima io. Ma ancora, mi sono sempre piaciuti i film di vendetta che si svolgono ai balli di liceo – cose come Carrie.
GW Quando hai ascoltato per la prima volta punk rock?
COBAIN Probabilmente nell’84. Cercavo di fare questa storia in modo cronologico, e non potevo. La mia esposizione al punk rock avvenne quando Creem cominciò a descrivere il tour dei Sex Pistols in America. Leggevo di loro e fantasticavo di quanto bello sarebbe stato ascoltare la loro musica, ed essere parte di essa. Ma avevo 11 anni, e non potevo certo seguirli in tour. Il solo pensiero di andare a Seattle – che è lontana solo 200 miglia – era impossibile. I miei genitori mi hanno portato a Seattle probabilmente tre volte nella mia vita, da quello che riesco a ricordare, erano delle gite familiari.
Dopo questo, ho sempre cercato di trovare punk rock, ma ovviamente non lo avevano nei nostri negozi di dischi d Aberdeen. Il primo punk rock che fui in grado di comprare furono probabilmente i Devo e Oingo Boingo e cose così; quelle cose arrivarono ad Aberdeen molti anni dopo il fatto.
Poi, infine, nel 1984 un mio amico chiamato Buzz Osborne [cantante/chitarrista dei Melvins] mi fece un paio di compilation a cassetta con Black Flag e Flipper, tutto, tutte le più popolari band punk rock, e volai via. Avevo trovato finalmente la mia chiamata. Quel giorno, mi tagliai i capelli corti. Cantavo in playback su quelle canzoni – le ascoltavo ogni giorno – e fu la cosa più bella. Già suonavo la chitarra da un paio di anni, e cercavo di suonare il mio stile di punk rock, o quello che immaginavo che fosse. Sapevo che era veloce e aveva molta distorsione.
Il punk esprimeva il modo in cui mi sentivo socialmente e politicamente. C’erano tante cose che racchiudeva. Esprimeva la rabbia che sentivo – l’alienazione. Mi aiutò anche ad aprire gli occhi su quello che non mi piaceva delle band metal come Aerosmith e Led Zeppelin. Mentre mi piacevano veramente, e tuttora mi piacciono, le melodie che queste hanno scritto, improvvisamente realizzai che non mi piaceva il loro comportamenti sessista – il modo in cui scrivevano delle loro ragazze e del fare sesso. Quelle cose mi annoiavano.
GW Quando hai cominciato a pensare al sessismo? Era una conseguenza del tuo interesse nel punk?
COBAIN No, fu prima di quello. Non sono mai riuscito a trovare un buon amico maschio, perciò finì con l’uscire molto con le ragazze, e trovavo che non erano trattate equamente – non erano trattate con rispetto. Odiavo il modo in cui ad Aberdeen si trattavano le ragazze in generale – erano totalmente oppresse. Le parole “puttana” e “fica” erano del tutto comuni, le sentivi tutto il tempo. Ma mi ci vollero molti anni dal fatto realizzare che quelle erano le cose che mi infastidivano. Stavo incominciando a capire quello che mi seccava tanto, e negli ultimi due anni di liceo, scoprii il punk rock e tutto si unì. Finalmente capii che non ero un ritardato, capisci?
GW Hai mai avuto problemi con le persone che pensano che tu fossi gay?
COBAIN Si. Anche io pensavo che fossi gay. Sebbene non l’ho mai sperimentato, pensavo che sarebbe stata la soluzione ai miei problemi. Avevo un amico gay, e quella è stata l’unica volta che ho sperimentato un reale confronto con le persone. Come ho detto, per molti anni erano fondamentalmente spaventati da me, ma quando cominciai ad uscire con questo ragazzo, Myer Loftin, che era risaputo essere gay, cominciarono ad insultarmi, cerando di menarmi e cose del genere. Quindi mia madre non mi lasciò più essere amico con lui perché odia gli omosessuali.
GW Perciò hai smesso?
COBAIN Si. Ero veramente devastato perché finalmente avevo trovato un amico maschio con cui potevo veramente parlare e affezionarmi, e mi fu detto che non potevo uscire più con lui. Più o meno nello stesso periodo, stavo mettendo tutti i pezzi del puzzle insieme. Ha avuto un grosso ruolo in questo.
GW Le tue parole contengono dei provocativi riferimenti gay, come la frase “Everyone is gay” in “All Apologies.” E una riflessione su questo periodo?
COBAIN Non direi che sia una riflessione su questo periodo – non voglio farla lunga sui miei pensieri ora. Penso che sia [provocativo] in senso commerciale, per il fatto che abbiamo venduto tanti album.
GW Non è molto comune trovare band che parlano di questo tipo di cose, particolarmente nella forma che tu usi, che è in pratica rock maschile.
COBAIN Si, ma penso che stia migliorando, ora che la musica “alternativa” si sta accettando, sebbene sia un temine abbastanza triste, ora che ci penso. Ma almeno la coscienza è lì, e questo è un bene per e generazioni più giovani.
GW Hai avuto problemi con l’industria o i fan per i tuoi riferimenti gay?
COBAIN Mai. I Pansy Division hanno fatto la cover di “Teen Spirit” e hanno cambiato le parole in “Smells Like Queer Spirit [Sa dello spirito di un frocio],” e ci hanno ringraziato nelle note finali. Penso che abbiano detto, “Grazie ai Nirvana per aver preso la migliore posizione a favore dei gay di ogni altra rock band di successo commerciale.” Questa è stata una cosa veramente lusinghiera. E’ che non è niente di nuovo per nessuno dei miei amici, perché è musica che stiamo ascoltando da 15 anni.
Suppongo che le cose siano diverse ora. Se guardi MTV, hanno queste parti “Free Your Mind” nelle news, dove raccontano fatti gay e cose così. In modo un po’ impercettibile ricordano a tutti quanto sessista l’onda dell’heavy metal fosse per gli interi anni ottanta, perché sono quasi completamente morte. Si muore presto. Trovo molto bello vedere molti gruppi come i Poison – non solo Poison, ma Warrant e Skid Row, band così – disperatamente aggrappate alle loro vecchie identità, ma ora cercano di avere un angolo alternativo nella loro musica. Mi da un piccolo brivido sapere che ho aiutato in modo piccolo a liberarci di quelle persone. O forse almeno farli pensare su quello che hanno fatto negli ultimi 10 anni. Niente è cambiato, veramente, eccetto per delle band come i Soul Asylum che stanno in giro da circa 12 anni, avrebbero lottato nei locali per sempre, e ora hanno questa opportunità di avere le loro belle facce su MTV. Inoltre, hanno un atteggiamento migliore della gente metal. Penso che sia salutare. Vorrei avere più loro che le cose vecchie.
GW La canzone che per prima mi portò ai Nirvana fu “On A Plain.” Ma di che parla?
COBAIN Classica alienazione, penso. Ogni volta che penso alle canzoni devo cambiare la storia, perché sono smarrito come tutti. Per la maggior parte, scrivo le canzoni da pezzi di poesia messe insieme. Quando scrivo un poesia non è di solito su una tematica per tutto. Ho molti notebook, e quando viene il momento di scrivere le parole le rubo dalle mie poesie.
GW Le metti insieme in modo veloce?
COBAIN Di solito appena prima di registrare le parti vocali! Qualche volta, finisco le parole un mese prima di andare in studio, ma per la maggior parte, il 90 percento sono fatte all’ultimo minuto.
GW E’ così che le canzoni di In Utero sono state scritte?
COBAIN Più o meno così. Ci sono molte canzoni su questo album che sono tematiche, che sono su qualcosa invece che solo pezzi di poesia. Come, “Scentless Apprentice” è su un libro, Profumo, di Patrick Suskind. Non penso di aver mai scritto una canzone basata su un libro prima.
GW Leggevi molto quando eri giovane?
COBAIN Si, quello che riuscivo ad avere. Andavo molto in biblioteca, e saltavo molto la scuola, specialmente durante il liceo, al terzo anno, e l’unico posto dove andare durante il giorno era la biblioteca. Ma non sapevo cosa leggere, era solo quello che trovavo. Durante la scuola elementare lessi i libri di S.E. Hinton [autore di The Outsiders e altri lavori sull’alienazione giovanile]; mi piacquero molto. Leggevo molto in classe anche, quando andavo a scuola. Solo per stare lontano dalla gente così non dovevo parlare con loro. Molte volte fingevo di leggere , per stare lontano dalle persone.
GW Quando hai cominciato a scrivere?
COBAIN Avevo probabilmente 14 anni. Al terzo anno. Non l’avevo presa molto seriamente. Non ho mai avuto diari personali, anche. Non ho mai tenuto un diario, e non ho mai cercato di scrivere storie nelle poesie; è sempre stato qualcosa d’astratto.
Il piano per la mia vita, da quello che ricordo, era di essere nel campo artistico. Mia madre mi ha dato molto sostegno nell’essere artista – si complimentava molto per i miei dipinti e disegni. Perciò ho sempre fatto questo. Nel periodo in cui ero al nono anno frequentavo tre classi artistiche e stavo per andare alla scuola d’arte. Il mio insegnante d’arte voleva portare i miei dipinti nei concorsi. Ma alla fine, non ero interessato in tutto a questo; non ero quello che volevo fare. Conoscevo i miei limiti. Comunque, mi piace molto l’arte e ancora mi piace dipingere.
Ho sempre sentito lo stesso per la scrittura. So che non sono abbastanza istruito per scrivere veramente qualcosa ad un livello che mi piacerebbe leggere.
GW Quando è stata la prima volta in Inghilterra?
COBAIN ‘89
GW Ti è piaciuta?
COBAIN Si. Specialmente la prima volta. Siamo andati anche per il resto d’Europa, ma alla settima settimana ero pronto per morire. Andavamo in tour con i Tad. Erano 11 persone in un furgoncino Volvo, con il nostro equipaggiamento.
GW Intendi 12, con Tad…
COBAIN Quindici! Dipendeva se il suo stomaco fosse vuoto o meno. Ha vomitato molto durante il tour.
GW Quando ti sei accorto che le cose si stavano rompendo per la band?
COBAIN Probabilmente quando eravamo nel tour europeo del ’91. Finimmo il video di “Teen Spirit” e cominciarono a farlo suonare mentre eravamo in tour. Ricevevo racconti ogni tanto da miei amici, che mi dicevano che ero famoso. Perciò non mi influenzò fino a tre mesi dopo che eravamo già famosi in America.
GW Ci fu un momento quando ci passasti e all’improvviso te ne sei accorto?
COBAIN Si. Quando ero a casa. Un mio amico fece una compilation su tutte le storie delle news sulla nostra band che apparivano su MTV e programmi di news locali. Mi spaventò. Ebbi paura.
GW Per quanto tempo continuò a spaventarti?
COBAIN Per circa un anno e mezzo – fino agli ultimi otto mesi circa. Finché non nacque la mia bambina, direi. Quando decisi di uscire dal mio guscio e accettarlo. Erano momenti in cui volevo rompere la band perché la tensione era così intensa, ma, poiché mi piaceva questo gruppo, sentì che avevo la responsabilità di non farlo.
GW Era il periodo del vostro tour estivo europeo del ’92?
COBAIN Si. Fu quando la band cominciò a mancarmi emotivamente. Molto di questo aveva a che fare con il fatto che suonavamo in questi festival all’aperto durante il giorno. Non c’è niente di più noioso che fare questo. La folla è tantissima e nessuno di loro si cura a quello che la band fa sul palco. Stavo superando la mia dipendenza dalla droga, o cercando di sconfiggerla, ed era troppo. Per il resto dell’anno ero indeciso se voler lasciare o voler cambiare il nostro nome. Ma poiché mi piace veramente suonare con Chris e Dave e non potevo vederci separare per la pressione del successo. E’ patetico, sai? Aver a che fare con qualcosa del genere.
E’ strano. Non so se, quando suoniamo dal vivo, c’è molta connessione consapevole tra Chris, Dave ed io. Di solito non la noto neanche, sono nel mio mondo. Dall’altro lato, non sto dicendo che non me importa se siano lì o no, che potrei ingaggiare musicisti da studio o cose del genere.
GW So che non sarebbe lo stesso Per me la band originale sei tu, Chris e Dave…
COBAIN Anch’io la considero la band originale, perché è stata la prima volta che abbiamo un batterista che era competente. E per qualche ragione, avevo bisogno di un buon solido batterista. Ci sono molte band che mi piacciono che hanno batteristi terribili, ma un cattivo batterista non è buono per la musica. Almeno, non è buono per la musica quello che abbiamo scritto fino ad ora.
GW Non sei stato realmente in tour per circa un anno, sin dal tour di Nevermind.
COBAIN Sto recuperando.
GW Perché successe la droga? Erano solo intorno?
COBAIN Mi sono fatto di ero per circa una anno, a tratti. Avevo le condizioni dello stomaco da circa cinque anni. C’erano momenti, specialmente durante il tour, che mi sentivo un dipendente da droga – anche se non lo ero – perché ne avevo voglia [una conseguenza della sua condizione – Ed.] e non capivo che cosa non andava bene in me. Ho provato qualunque cosa mi veniva in mente. Cambio di dieta, pillole, qualunque cosa… esercizio, smettere di bere, smettere di fumare, e nulla funzionò. Decisi che se mi sarei sentito come un tossico ogni fottuta mattina e vomitare ogni giorno allora potevo prendere una sostanza che fermava il dolore. Non posso dire che la maggior ragione per cui l’ho fatto, ma ha molto a che fare con esso. Ha molto più a che fare con questo di quanto le persone pensino.
GW Hai scoperto che cosa erano i dolori di stomaco?
COBAIN No.
GW Li hai ancora?
COBAIN Ogni tanto. Ma per qualche ragione sono spariti. Penso che sia una cosa psicosomatica. Mia madre li ha avuti per qualche anno quando aveva ventenni, e alla fine sono spariti. Era all’ospedale per tutto il tempo per questo.
GW Ti senti meglio ora?
COBAIN Si. Specialmente l’ultimo anno, da quando mi sono sposato e ho avuto una bambina, il mio stato mentale e fisico sono migliorate del 100 percento. Sono molto eccitato di andare in tour di nuovo. Non mi sono sentito così ottimista fin da quando i miei genitori hanno divorziato.
GW Hai trovato scoraggiante che hai cominciato questo gruppo e stavi suonando queste grandi canzoni quando all’improvviso, tutte queste strane cose cominciarono a succedere tra i media?
COBAIN Oh si, mi ha condizionato al punto da voler sciogliere la band in ogni momento.
GW Fu soprattutto per l’articolo di Vanity Fair? [Il numero del settembre 1992 di Vanity Fair insinuò che la moglie di Cobain, Courtney Love, si faceva di ero durante la gravidanza di sua figlia, Frances.]
COBAIN Da lì cominciò. Ci furono probabilmente altri 50 articoli basati su quella storia. Non ho mai fatto attenzione alla stampa tradizionale e ai media prima d’ora, perciò non ero preparato che le persone venissero attaccate e crocifisse a quel livello. Non lo posso dimostrare ma sento che siano stati un capro espiatorio, in un certo modo. Ho molta animosità verso i giornalisti e la stampa in generale. Perché è successo a me, di certo, sto probabilmente esagerando, ma non riesco a pensare ad un altro esempio di una band contemporanea che abbia avuto più articoli negativi scritti su di loro.
GW A che pensi sia dovuto?
COBAIN Molto di esso è semplice sessismo. Courtney è mia moglie, e la gente non accetta il fatto che sia innamorato, e che posso essere felice. Perché è una persona così dirompente, e una persona così minacciosa, ogni sessista tra l’industria fece forza e decise di impiccarci.
GW Parliamo di In Utero. Sembra per me claustrofobo.
COBAIN Penso di si. La maggiore ragione che abbiamo registrato il nuovo album, In Utero, con [un produttore] Steve Albini che è in grado di rendere il suono che sembra come se la band fosse in una stanza non più grande di questa in cui siamo ora. In Utero non sembra che sia stato registrato in uno stanzone, o che si è cercato di farlo suonare grandissimo. E’ molto diretto e reale.
Tecnicamente, ho imparato che il modo per realizzarlo è usare molti microfoni. Lo sapevo da anni, sin da quando ho cominciato a registrare, poiché i microfoni sono così direzionali che se vuoi un ambiente sonoro hai bisogno di usare molte tracce. O hai bisogno di usare microfoni multidirezionali, più lontani dai strumenti. Così puoi prendere il riverbero dalle pareti.
GW Quanti microfoni hai usato per In Utero?
COBAIN Non ne ho idea, ma molti. Avevamo dei vecchi microfoni tedeschi molto grandi sul pavimento e al soffitto e alle pareti, tutto intorno. Ho cercato di fare questo sin da quando abbiamo cominciato a registrare. Non so niente di registrazione, ma mi sembra talmente ovvio che questo è quello che si deve fare. Ho cercato di convincere [il produttore di Nevermind] Butch Vig a farlo, ho cercato di convincere [produttore della Sub Pop] Jack Endino a farlo, e la risposta di tutti è stata, “Questo non è come registri.” Steve Albini me lo ha provato su queste canzoni, sebbene non sappia esattamente come ha fatto; so solo che ha fatto in quel modo. Ha dovuto usare un sacco di microfoni. E’ talmente semplice. Perciò le registrazioni live di concerti punk suonano così bene. Ti rendi conto di quello che sta realmente accadendo.
GW Hai ri-registrato qualche traccia?
COBAIN No. Abbiamo remixato un paio perché la parti vocali non erano troppo alte. Steve è un buon ingegnere del suono, ma terribile al mixaggio, da quanto ho capito. Per me, il mixaggio è come fare un cruciverba o qualcosa del genere. E’ come la matematica, o qualcosa di veramente tecnico. Ti svuota; devi concentrarti. Ci sono così tante variazioni nelle tonalità di ogni strumento che ti porta via dei giorni per mixare una canzone se la vuoi analizzare. Io sono per la sola registrazione e come viene fuori sulla cassetta, che è come dovrebbe uscire. Ma per delle canzoni non funziona.
GW Mi piacciono molto le canzono lente di In Utero.
COBAIN Sono venute veramente bene, e la tecnica di registrazione di Steve Albini è servita per queste canzoni; puoi sentire l’atmosfera in quelle canzoni. E’ perfetto per loro. Ma per “All Apologies” e “Heart Shaped Box” avevamo bisogno di qualcosa di più. Il mio maggiore rimpianto era che le parti vocali non erano abbastanza alte. In ogni mix di Albini ho sentito, le parti vocali sono sempre troppo basse. E’ il modo in cui gli piacciono le cose, ed è una persona difficile da persuadere. Intendo, stava cercando di mixare ogni canzone in un ora, non è che funzionano così le canzoni. Va bene per alcune canzoni, ma non per tutte. Dovresti essere in grado di fare alcuni mixaggi differenti e scegliere i migliori. Non ho mai pensato che mi sarei divertito a parlare della parte tecnica della registrazione. Non ha mai avuto senso per me prima. Ma ora, non penso sia una brutta cosa di cui parlare.
GW Sembri di essere in una buona posizione, anche se l’album non dovesse andare bene tu hai fatto il disco che volevi fare.
COBAIN Assolutamente. Senti, è per questo che sono così eccitato per il disco. Ora voglio promuovere il disco, non per l’intento di vendere dischi, ma perché sono più orgoglioso di questo disco di qualunque cosa abbia mai fatto. Alla fine abbiamo ottenuto il suono che sentivo da sempre nella mia testa.
GW Non lo hai fatto con Nevermind?
COBAIN Non in tutto. E’ troppo levigato. Non ascolto dischi come questo a casa. Non riesco ad ascoltare quei dischi. Mi piacciono molte delle canzoni. Mi piace suonarle alcune dal vivo. In senso commerciale penso che sia un ottimo disco, lo devo ammettere, ma questo è un modo di fare da Cheap Trick. Ma per il mio piacere personale, capisci, è troppo levigato.
GW Come canti? Perché usi molte voci…
COBAIN Molte volte canto dal mio stomaco. Proprio da dove sono mi miei dolori di stomaco.
GW E’ da dove provengono il dolore e la rabbia?
COBAIN Certamente da lì. Ogni volta che faccio un endoscopia, trovato un’irritazione rossa nel mio stomaco. Ma è psicosomatica, è tutta per la rabbia. E urla. Il mio corpo è danneggiato dalla musica in due modi: non solo il mio stomaco è infiammato dall’irritazione, ma ho la scoliosi. Ho avuto una piccola scoliosi in terza liceo, sin da quando suono la chitarra, il peso della chitarra ha fatto crescere la mia schiena in questa curvatura. Perciò quando sto in piedi, ogni cosa è obliqua. E’ strana.
GW La potresti risolvere
COBAIN Vado da un chiropratico ogni tanto. Non puoi realmente correggere la scoliosi, perché è una crescita nella spina dorsale. La tua spina dorsale cresce durante gli anni della tua adolescenza con una curvatura. Molte persone hanno una piccola curvatura nella loro spina dorsale ad ogni modo, alcune la hanno molto brutta e devono indossare apparecchi metallici. Mi dà dolore alla schiena tutto il tempo. Che aggiunge pena alla nostra musica. Realmente. Sono abbastanza grato per questo.
GW Senti ora che ci siano contraddizioni tra i tuoi ideali ed il tuo enorme successo? E’ qualcosa che ti infastidisce?
COBAIN Non credo più. Penso che ero probabilmente molto più contraddittorio un anno e mezzo fa, perché combattevo bendato e non sapevo per cosa stavo combattendo. E nel punto in cui sono. Come ho detto, non so come confrontarmi con i media. Un anno fa, dicevo che non c’era assolutamente la possibilità che riparlassi di nuovo in pubblico, e sarei andato per la mia strada senza mostrare più la mia faccia. Ma poi ho deciso che non avrei lasciato cattivi giornalisti a dettare la mia vita.
Sono grato che nell’ultimo anno, ho incontrato delle persone che si sono rivelate essere giornalisti di cui mi fido e con cui mi piace parlare.
GW Forse questo è un buon momento per chiarire alcune dicerie che ti hanno tormentato. Quando Nevermind ebbe successo, si diceva che tu fossi narcolettico.
COBAIN No, no… era solo una storia che feci per spiegare come mai dormissi tanto. Ero solito dormire molto prima degli show. Molte volte la scena nel backstage era indecente, non volevo parlare con nessuno. Perciò dormivo. Ci sono così tante persone che conosciamo ora, così tanti amici e cose a cui non posso dire di andar via. Non voglio comportarmi come Axl Rose e avere il mio autobus o la mia privata sala del retro.
GW Parlando di Axl, qual è la storia dietro il tuo alterco con il suo backstage agli MTV Music Awards del 1992?
COBAIN Bene, apparentemente Axl aveva proprio un brutto umore. Qualcosa gli dava fastidio, probabilmente qualche minuto prima del nostro incontro con lui. Eravamo nella tenda con il cibo e stavo tenendo mia figlia, Frances, e lui entrò scortato da cinque enormi guardie del corpo e una persona con una telecamera. Courtney scherzando gli urlò, “Axl, vuoi essere il padrino di nostra figlia?” Tutti risero. Avevamo qualche amico intorno a noi, e lui si fermò e cominciò ad urlare molte parole offensive verso di noi. Mi disse di far stare zitta la mia puttana, così guardai Courtney e dissi, “Zitta, puttana, heh!” Tutti cominciarono a ridere ad alta voce e Axl si fece rosso e andò via. Dopo, sentimmo che Duff [McKagen, bassista dei GNR] voleva picchiare Chris.
GW Pensai che fu grande quando Chris si colpì con la chitarra alla fine della vostra performance quella sera. Siete stati grandi e distruggere i vostri strumenti, e ci ha dato dentro – è grande?
COBAIN E’ successo così tante volte.
GW Un grande finale, e tu hai finito con uno sguardo veramente stupido, ma è stato grande.
COBAIN E’ stato così scontato, sai? Dovevamo solo uscire dal palco, o dovevamo distruggere i nostri strumenti di nuovo? Abbiamo passato così tante emozioni quel giorno, perché proprio qualche minuto prima di suonare, non eravamo sicuri di cosa fare. Noi volevamo suonare “Rape Me,” ed MTV non ce lo voleva lasciar fare. Ci volevano sostituire se non avessimo suonato “Teen Spirit.” Abbiamo fatto un compromesso e finimmo col suonare “Lithium.” Ho sputato sulla tastiera di Axl quando eravamo seduti sul palco. Era fare quello o picchiarlo. Eravamo sotto su questa piattaforma che ci portava su idraulicamente, capisci? Ho visto il suo piano lì, e ho colto questa opportunità e ho sputato grossi arachidi su tutta la sua tastiera. Spero che non lo sia riuscita ad accendere in tempo.
GW Dimmi, ti devo chiedere cosa è successo con la faccenda della pistola. Sono tutte cazzate? [Il 4 giugno 1993, la polizia arrivò a casa di Cobain dopo essere stata chiamata per fermare una lite domestica. La Love disse alla polizia che stavano litigando per le armi in casa. – Ed.]
COBAIN Oh si. Tutte cazzate. E’ un’altra cosa che mi stava portando a smettere. Non ho mai soffocato mia moglie e ogni articolo, anche Rolling Stone, ha detto che lo avevo fatto. Courtney indossava una collana. Io glielo tirata via, ed è stato pubblicato sul rapporto della polizia che l’avevo soffocata. Non stavamo neanche litigando. Non stavamo discutendo, stavamo suonando a volume troppo alto, e i vicini si sono lamentati e ci hanno chiamato la polizia. Era la prima volta che si erano lamentati, e noi provavamo in casa da molto tempo.
GW Questo è il modo che si aspettano che tu ti comporti, perché sei controversa rock star.
COBAIN La polizia è stata molto tranquilla riguardo a quello. Per dirti la verità, non ci potevo credere. Vedi, c’è questa nuova legge, che era passata quel mese a Seattle, che dice che quando c’è una chiamata per violenza domestica, devono portare una parte o l’altra in galera. Perciò l’unico argomento che Courtney ed io avevamo era chi doveva andare in cella per qualche ora. E ci hanno chiesto, inaspettatamente, “C’è qualche arma in casa?” Io dissi di no perché non gli volevo far sapere che c’erano armi in casa. Ho un M-16 e due pistole. Sono messe via, non hanno proiettili, sono chiuse in un armadio, e le portarono via. Ora le posso riprendere. Non me ne importava di averle indietro, ma era una situazione ridicola. Non era niente. Ed è stata fatta crescere di proporzione. E’ come sento che le persone non mi credano. Come se fossi un bugiardo patologico. Sto difendendo costantemente me stesso. La gente non si è evoluta nel mettere in dubbio quello che è pubblicato. Sono triste per questo. Ancora credo a molte cose che leggo.
GW Ma ti comporti malamente qualche volta?
COBAIN Certo. Courtney ed io litighiamo. Discutiamo molto. Ma non ho mai soffocato mia moglie. E’ una fottuta scocciatura essere pubblicati, essere interpretati. Sai, non abbiamo avuto problemi, nessun brutto articolo, nessun articolo negativo scritto su di noi per lungo tempo. Pensavamo che l’avevamo superato – che il nostro corso si era esaurito.
GW E’ così perché ti percepiscono come una minaccia.
COBAIN Penso che Courtney sia una minaccia maggiore di quella che sarei io.
GW Qual è stata la peggior tentazione generata dal vostro successo?
COBAIN Niente che non riesca a pensare, eccetto il Lollapalooza. Ci hanno offerto un garantito di quasi sei milioni di dollari, ed sono molti più soldi di quelli che… raggiungeremmo in questo tour perché suoniamo nei palazzotti, e la produzione è cos’ costosa a questo livello. Ma oltre a questo, non ho mai pensato alle offerte tipo Guns N’ Roses, Metallica e U2 come un offerta legittima. Non sono mai realistiche per me.
GW Dunque quali sono i piani per In Utero? Per quanto andrai in tour per promuoverlo?
COBAIN Andremo in tour per circa sei mesi, negli States, inizieremo a Ottobre. Poi non mi voglio impegnare prima di vedere come mi sentirò fisicamente dopo questo. Forse andremo in Europa. Sono sicuro che andremo in Europa per promuovere questo disco per un anno, ma non sono sicuro quando. Non voglio programmare un intero anno di tour.
GW Sembra che ci sia una tensione, nella quale definisti un tempo essere influenzata dal punk, e parte del punk era che non era bello diventare famosi. Senti quella tensione, e ti ha causato problemi?
COBAIN Questo non è come percepivo il primo punk. Pensavo che i Sex Pistols volessero conquistare il mondo. E feci il tifo per loro. Ma poi il punk rock americano di metà anni ottanta divenne totalmente stagnante ed elitario. E fu un grande scoraggiamento per me. Non mi piaceva in tutto. Ma allo stesso tempo, avevo pensato a quella maniera per così a lungo, che fu così difficile per me giungere a termini con il successo. Ma non me ne importa ora. Non c’è niente che posso fare per questo. Non farò uscire un disco di merda allo scopo di essere sicuro… sarebbe ridicolo. Ma probabilmente l’avrei dovuta fare un anno e mezzo fa – sarei dovuto andare per la mia strada per essere sicuri che l’album fosse più rumoroso di quello che è. Ma abbiamo fatto questo disco nel modo che volevamo. Sono felice riguardo a questo.
GW Mi spaventa un po’ che ti trovi in questa trappola, perché non è interessante.
COBAIN Questo rovescia tutte le ragioni di fare musica. Devo essere confermato su tutto. Ma sarei felice di tornare indietro al punto di andare esaurito al Vogue a Seattle, che contiene circa trecento persone. Sarò felice di tornare a suonare di fronte a 20 persone – se ancora mi divertissi.
29 Luglio 2006 alle 21:00 #13748Kurt74Amministratore del forumSUPERFUZZ BIGMUFF
LA GUIDA DEFINITIVA ALL’ASSORTIMENTO GRUNGE DI KURT COBAIN DI PREZZI DA NEGOZIO DEI PEGNI, DEI PEDALI E DEGLI AMPLIFICATORI. [7]
KURT COBAIN NON è mai voluto diventare un chitarrista famoso. Sebbene certamente amasse suonare la chitarra, vedere il suo suonare come la parte più bassa di una grande equazione musicale. L’ironia è che Cobain è diventato uno dei più emulati chitarristi del mondo degli anni novanta. Prima della pubblicazione dell’album di successo dei Nirvana, Nevermind, l’aspirante chitarrista rock passava ore della giornata a studiare teoria musicale e esercizi pratici delle dita. Dopo Nevermind, ha speso il suo tempo a cercare negozi di pegni per una perfetta pedaliera anni settanta. All’improvviso divenne di moda deridere la tecnica, e la frase “Suono dal (profondo del) cuore” era sulla bocca di ogni chitarrista da Seattle al CBGB.
Cobain era molto conscio della rivoluzione che ha iniziato. “Non posso suonare come Segovia,” ha detto al magazine Frontline della Fender. “Il rovescio è che Segovia probabilmente non potrebbe mai suonare come me.” Mentre Cobain capiva che la sua tecnica musicale era limitata, ha ricordato ai chitarristi che poche semplici accordi suonati con vera emozione ne possano dare dimostrazione – nel caso di Cobain, possono far sanguinare le orecchie.
Cobain di deve esser divertito quando magazine come Guitar World e Guitar Player chiesero interviste e quando la Fender lo contattò per disegnare una chitarra. Ma qui c’è un’altra ironia – sebbene Cobain spesso disse che non gliene importava molto dell’equipaggiamento, certamente possedeva più di un interesse passeggero nei ferri del mestiere. Cobain non poteva possedere Gibson vintage, Martin, D’Angelico e cose simili, ma possedeva un’eccentrica scorta di modelli economici, usati d’importazione e da prezzi di negozio di pegni – molto ricercati con la stessa passione di un collezionista di Gibson che cerca una Les Paul del ’59 in buono stato. Anche quando non poteva permettersi il meglio, il buon gusto di Cobain negli strumenti non cambiò mai. “L’usato è sempre il migliore,” sentenziò Cobain con praticità a Jeff Gilbert nell’intervista a Guitar World nel Febbraio del 1992. “Uso qualunque cosa riesco a trovare in un negozio dell’usato.”
Poiché un crescente numero di aspiranti musicisti fecero di Cobain il loro mentore, cominciarono a chiedersi come creasse un largo numero di tonalità qualche volta irritate, qualche volta impalpabili che uscivano dalle sue chitarre elemosinate e amplificatori sovraccaricati. I profani supponevano che Cobain usasse speciali processori e manipolazioni di studio per ottenere il suo suono. Come l’influenza di Cobain si diffuse nel mondo, così anche le dicerie su quello che suonasse.
Guitar World sente che è arrivato il momento di spiegare la verità sull’equipaggiamento di Cobain. Per risolvere questi misteri e placare le dicerie, abbiamo contattato le fonti più attendibili a disposizione – i venditori che gli hanno venduto l’equipaggiamento, gli ingegneri e i produttori che hanno lavorato con lui in studio e i tecnici che si occupavano dei suoi strumenti in tour. Cobain probabilmente avrebbe riso all’idea che un magazine analizzasse ai minimi dettagli i suoi strumenti. “Non ho mai considerato l’equipaggiamento musicale così sacro,” disse una volta. Ma per le migliaia di chitarristi che considerano la musica di Cobain sacra, è importante capire che cosa suonava e perché la suonava.
29 Luglio 2006 alle 21:02 #13749Kurt74Amministratore del forumSCENTLESS APPRENTICE – I PRIMI ANNI MUSICALI DI COBAIN
Kurt Donald Cobain è nato ad Aberdeen, Washington, il 20 febbraio, 1967. Crescendo in una famiglia di molti musicisti – suo zio Chuck suonava in una rock band e sua zia Mary suonava la chitarra – Cobain mostrò un precoce interesse nella musica. Da bambino, spesso avrebbe battuto sulle corde di una chitarra giocattolo mentre canticchiava i suoi dischi preferiti dei Beatles. La zia di Cobain Mary incoraggiò il suo sviluppo musicale e tentò di insegnargli la chitarra quando aveva sette anni, ma ebbe difficoltà ad imparare.
Esprimendo il desiderio di diventare “il batterista di John Lennon” quando crebbe, Cobain cominciò a prendere lezioni di batteria al terzo anno. Passò alla chitarra nel 1981 quando suo zio Chuck gli diede una chitarra usata e un piccolo amplificatore da 10 watt per il suo 14° compleanno. “Appena ebbi una mia chitarra, divenne un’ossessione per me,” Cobain disse a Michael Azerrad. “Non penso fosse neanche una Harmony. Penso che fosse una Sears.” Cobain prese lezioni di chitarra per meno di un mese – giusto per imparare come suonare “Back in Black” degli AC/DC.” Quelle tre corde gli servirono quando cominciò a scrivere canzoni sue poco dopo.
Cobain subito diresse i propri sforzi nel formare una band. Un giorno, un paio di amici lo invitarono a suonare in una macelleria abbandonata che usavano come spazio per le prove. Dopodichè, Cobain stupidamente lasciò la sua chitarra nella cella e non fu in grado di ritornare e riprenderla. Quando finalmente riuscì a tornare allo spazio prove qualche mese dopo, trovò la sua chitarra a pezzi. Recuperò il collo, lo scheletro e l’elettronica e fece un nuovo corpo per la chitarra in un negozio di legname, ma Cobain non aveva le capacità di ripristinare l’intonazione dello strumento in modo appropriato. Successivamente comprò un sostituto, ma i dettagli riguardo la chitarra sono sconosciuti.
Quando Cobain aveva 17 anni, sua madre sposò Pat O’Connor, la cui seguente infedeltà condusse ad una situazione che facilitò l’acquisto di Cobain di uno strumento musicale. Quando la madre di Cobain scoprì che Pat la stava tradendo, gettò il suo fucile e la collezione di pistole nel fiume. Cobain osservò la stramberia della madre e dopo incoraggiò dei ragazzini del vicinato a recuperare le armi del suo padrino dal fiume. Cobain vendette le armi e comprò un amplificatore Peavey Vintage usato con due speaker 12 pollici con i ricavi. Una volta che la Peavey divenne un membro della famiglia Cobain, Aberdeen raramente conobbe una serata tranquilla.
Ad inizio 1985, Cobain si spostò da suo padre naturale che non incoraggiò l’occupazione musicale di suo figlio e lo convinse a dare in pegno la chitarra. Dopo una settimana, Cobain si riprese la chitarra dal pegno e se ne andò. Quasi perse la chitarra di nuovo quando la diede in prestito ad uno spacciatore, ma trattò per riaverla dopo qualche mese. Con in mano questa chitarra sconosciuta e l’amplificatore Peavey, Cobain formò la sua prima band, Fecal Matter, vero fine 1985.
L’amplificatore Peavey sparì tra inizio 1986 e fine 1987. Krist Novoselic ricorda che Cobain gli diede l’amplificatore per una settimana, in quello che apparentemente sembra un tentativo amichevole di convincerlo ad unirsi nei Fecal Matter. Novoselic declinò entrambe le proposte. L’amplificatore sparì dopo questo.
Alla fine del 1987 alla fine Novoselic accettò di formare una band con Cobain ed il batterista Aaron Burckhard, che chiamarono Skid Row (nessuna relazione al gruppo metal di Sebastian Bach dallo stesso nome). Le foto di quel periodo mostrano Cobain suonare un nuovo modello da destri Univox Hi-Flyer girata e accordata per suonarla da mancini. Secondo Azerrad, l’amplificatore di Cobain durante questo periodo era un piccolo Fender Champ. Anche intorno a questo periodo, Cobain acquistò un Univox Superfuzz ma gli fu rubato dal suo spazio prove.
Il nome della band cambiò frequentemente, da Fecal Matter a scelte simili come Ted Ed Fred, Pen Cap Chew, Throat Oyster, Windowpane e Bliss. Alla fine si fermarono su Nirvana. Quando Burckhard si rivelò troppo inaffidabile, Cobain e Novoselic lo cacciarono dalla band e arruolarono il batterista Dale Crover, che fu temporaneamente sottratto dai Melvins. Tre settimane dopo, il 23 gennaio, 1988, i Nirvana registrarono il loro primo demo di studio ai Reciprocal Studio con Jack Endino – la cui precedente produzione/mixaggio includeva Soundgarden, Green River, Tad e Mudhoney – dietro la cabina di regia.
29 Luglio 2006 alle 21:04 #13750Kurt74Amministratore del forumBLOND AMBITION – GLI ANNI DI BLEACH
Non era previsto che Jack Endino lavorasse sul demo dei Nirvana, ma poiché fu impressionato dal suono di Dale Crover con i Melvins, insistette nel fare le registrazioni. La relazione lavorativa della band con Endino si rivelò molto fortunata. Pochi mesi dopo aver lavorato con i Nirvana per la prima volta, Endino fece ascoltare il demo della band a Jonathan Poneman della Sub Pop Records, che fece mettere la band sotto contratto. Tre delle canzoni che i Nirvana registrarono durante le sessioni finirono su Bleach, il primo album della band.
“Non avevano molto equipaggiamento,” dice Endino. “Nei primi giorni, Kurt usava un amplificatore Randall. Può non essere stato un modello a valvole – penso che fosse a stato solido. Non ricordo quali fossero gli speakers.”
Alla band piacque lavorare con Endino, e tornarono ai Reciprocal Studios molte volte durante l’anno per registrare altre canzoni, con Chad Channing al posto di Crover alla batteria. I Nirvana firmarono un contratto con la Sub Pop, e a fine dicembre 1988, entrarono ai Reciprocal Studios per registrare Bleach. L’album fu registrato in tre giorni al costo di $606.16, anche se cinque canzoni dalle precedenti sessioni furono incluse alla fine nell’album. Molte delle rimanenti canzoni delle varie sessioni ai Reciprocal furono pubblicate molti anni dopo su Incesticide.
“Quando registrarono Bleach, il Randall era in negozio così presero in prestito un mio amplificatore, che era un Sixties Fender Twin,” ricorda Endino. “Sono un fissato delle valvole, perciò ogni veniva cambiata per migliorarla specialmente sugli amplificatori, ma non aveva speakers perché li avevo fritti. Kurt portò due piccoli armadietti con due Celestions, molto simili a modelli da 70-watt. Usava un piccolo pedale per distorsione Boss DS-1 e quelle chitarre Univox [Hi-Flyers] che sembrano Mosrites. I pick-up erano montati. Finii col dargli uno di questi pick up una volta, perché rompeva queste chitarre tutto il tempo. Dissi, ‘devi avere dei pick-up extra,’ e lui fece, ‘Oh si. Qui c’è ne uno.’ Era in due pezzi. Fui in grado di incollare i fili insieme e usarlo. Non è il pick-up con il miglior suono al mondo, ma sembrava andar bene per lui.”
Mentre suonavano al party di Halloween il 30 ottobre, 1988 nel dormitorio dell’Evergreen State College di Washington, Cobain distrusse la sua chitarra – una nuova Univox Hi-Flyer – per la prima volta. Secondo Cobain, la sua abitudine distruttiva cominciò per la sua frustrazione con la batteria di Channing. “Sono così arrabbiato verso Chad che gli salto sulla batteria, poi distruggo la mia chitarra,” disse Cobain ad Azerrad. “Da qui proviene la distruzione degli strumenti.”
Nel 1989, i Nirvana fecero il loro primo tour americano. Secondo Earnie Bailey, un riparatore di chitarre di Seattle che era amico di Novoselic e che spesso lavorò come tecnico per la band, l’equipaggiamento live di Cobain durante questo periodo era un Epiphone ET270 rosso, un amplificatore Randall a stato solido, una cassa BFI Bullfrog e un distorsore Boss DS-1. Quando la sua chitarra fu distrutta altre alla riparazione, Cobain cercava pezzi di ricambio a poco prezzo in negozi dei pegni ed erano spedita dalla Sub Pop tramite la Federal Express. Qualche volta, i fan vendevano a Cobain una chitarra, che dopo avrebbe distrutto con estremo voglia. “Ho sentito delle storie sulla distruzione delle chitarre di Kurt dalle persone della Sub Pop,” dice Endino. “Quando era in tour li chiamava e diceva, ‘Non so che cosa c’è in me, ma ho appena distrutto la mia chitarra.’ Non penso che avesse in mente di distruggere le chitarre da un giorno. Era solo qualcosa che faceva. La povera gente della Sub Pop chiamava tutti i negozi di pegni per tutta la costa, cercando chitarre Univox.”
Tra i tour, Cobain spesso comprò strumenti da Guitar Maniacs a Tacoma, Washington, e al Music di Danny a Everett, Washington. Secondo Rick King, proprietario di Guitar Maniacs, Cobain “comprò un sacco di Univox Hi-Flyer – entrambe le versioni P-90 e una con la leva per la distorsione. Questi pickup hanno una grande uscita e sono il massimo. Ruppe un sacco di queste chitarre. Gliene vendemmo molte di queste ad un prezzo di 100$ l’una in un periodo di cinque anni.”
Sebbene le Univox Hi-Flyer con la leva apparentemente fossero le chitarre favorite di Cobain nei giorni precedenti Nevermind, spesso comparve sul palco con altri modelli, inclusa una Gibson SG blue e una nuova Greco Mustang da mancini copia che comprò da Guitar Maniacs. La copia della Mustang presumibilmente fu distrutta il 9 luglio, 1989, in un concerto in Pennsylvania, ma potrebbe aver sperimentato una qualche forma di reincarnazione poiché una chitarra simile si vede nelle foto dei Nirvana in un concerto all’HUB East Ballroom di Seattle il 6 gennaio, 1990.
Cobain comprò quella che probabilmente fu la sua prima chitarra acustica, una Stella a 12 corde, per 31.21$ il 12 ottobre, 1989. Comprò la Stella agli Smart Studios in Wisconsin per registrare dei demo con Butch Vig nell’aprile 1990. La chitarra non era esattamente il sogno di un musicista di studio. “Difficilmente rimane accordata,” Cobain disse a Jeff Gilbert in un intervista del febbraio 1992 a Guitar World. “Devo usare un nastro adesivo per tenere le corde accordate a posto.” Ad un certo punto della storia della Stella, le corde d’acciaio furono sostituite da sei corde di nylon, solo cinque delle quali erano intatte durante la sessione. Comunque la chitarra suonava bene per Vig, che registrò Cobain suonare una versione solo acustico di “Polly” su quella chitarra. Quella traccia può essere ascoltata su Nevermind.
Cobain non sembrò essere molto attento su quale equipaggiamento stesse suonando. Per esempio il miglior esempio di ciò fu quando i Nirvana registrarono il singolo “Sliver”. “Ero in studio per lavorare su una registrazione con i Tad,” dice Jack Endino. “I Nirvana vollero entrare e registrare una canzone durante la pausa pranzo dei Tad, perciò usarono gli strumenti dei Tad.” Chiunque familiare con le abitudini del mangiare dei Tad sa che i Nirvana probabilmente avrebbero potuto registrare un intero album in quella pausa.
Una cosa di cui Cobain era particolarmente attento erano i suoi pedali per gli effetti. Un tempo nel 1990, comprò un Electro-Harmonix Small Clone da Guitar Maniacs, e rimase una preferita ed essenziale parte del suo set fino alla fine della sua vita. Il 1 gennaio, 1991, Cobain usò lo Small Clone per registrare “Aneurysm”, che dopo fu pubblicato come b-side del singolo di “Smells Like Teen Spirit”.
29 Luglio 2006 alle 21:06 #13751Kurt74Amministratore del forumBREEDING RECORDING – LA REGISTRAZIONE DI NEVERMIND
Prima di firmare formalmente con la Geffen Records il 30 aprile, 1991, i Nirvana ricevettero un anticipo di 287,000$ per la registrazione di Nevermind. L’anticipo fu alla fine magro, ma diede alla band una certa libertà di scegliere l’equipaggiamento. Comunque, Cobain non fece esattamente follie nella sua spesa.
“Vendetti a Cobain molte chitarre ed effetti per l’album Nevermind,” dice Rick King. “Quando firmarono con la Geffen e cominciarono ad avere soldi, Kurt era ancora molto frugale. Compro delle Stratocaster giapponesi da mancini e aveva le leve installate nella posizione frontale delle Stratocaster. Non spese molti soldi in chitarre.”
Apparentemente Cobain sviluppò un gusto per le chitarre Fender proprio prima di registrare Nevermind. “Mi piacciono le chitarre nello stile della Fender perché hanno colli magri,” disse Cobain in un intervista di fine 1991. “Ho fatto ricorso alle Stratocaster giapponesi della Fender perché quelle per mancini sono più facili da trovare.” Durante questo periodo, comprò anche una Jaguar per mancini del ’65 che aveva una leva (humbucker) DiMarzio Super Distortion sul ponte e un PAF DiMarzio sul collo al posto dei pickup delle chitarre montati singolarmente. Queste modificazioni furono fatte prima che Cobain comprasse la chitarra. Cobain comprò anche una Fender Mustang Competition Lake Placid Blue da mancini del ’69.
“Tra tutte le chitarre del mondo, la Fender Mustang è la mia preferita,” disse Cobain a GW. “Sono economiche e totalmente inefficienti, e suonano da schifo, e sono anche molto piccole. Non rimangono accordate, e quando vuoi alzare la tiratura delle corde sulla barra dei tasti, devi allentare tutte le corde e rimuovere completamente il ponte. Devi girare queste piccole viti con le tue dita e sperare che le stimi in modo corretto. Se fallisci, devi ripetere il processo di nuovo finché non ci riesci. Chiunque abbia inventato questa chitarra era un deficiente. Penso di aver chiamato Leo Fender, il ragazzo morto, un deficiente.” Per risolvere questi problemi d’accordatura, Cobain aveva la sua Mustang del ’69 adattata con un ponte Gotoh Tune-O-Matic, una modificazione che era una routine fatta sulle Mustang che successivamente acquistò.
Qualcuno diceva che la preferenza di Cobain per le chitarre economiche fosse un affermazione punk, ma insistette che era un problema di necessità. “Non le scelgo per piacere,” disse Cobain a Guitar World nel ’92. “Me le posso permettere. Sono mancino e non è facile trovare a prezzi convenienti, chitarre da mancini di buona qualità.”
Prima di entrare in studio, Cobain acquistò un equipaggiamento consistente in pre-amplificatore Mesa/Boogie Studio, un potente amplificatore Crown e una varietà di casse 4×12 Marshall. “Non riesco a trovare un amplificatore che sia abbastanza potente,” disse Cobain a GW. “E non voglio avere a che fare con il trasporto di 10 casse Marshall. Sono pigro – mi piace avere tutto in un unico imballo. Per pre-amplificatore ho un Mesa/Boogie, e giro tutto i livelli medi al massimo.” Cobain comprò questo equipaggiamento insieme con una Mustang, Jaguar, uno Strato giapponese e i pedali Boss DS-1 e Electro-Harmonix Small Clone ai Sound City Studios di Van Nuys, California, dove la band registrò Nevermind con Butch Vig.
“Kurt aveva un Mesa/Boogie, usammo molto un Fender Bassman e un Vox AC30 in Nevermind,” ricorda Vig. “Preferisco avere l’amplificatore che suona distorto piuttosto di usare effetti speciali o pedali, che perdono corpo e la pienezza del finale, anche se riesci ad avere una buona distorsione con alcuni di essi. Se hai un buon amplificatore, hai il 90 percento del suono.”
Ma anche se Vig non fosse un grandissimo fan di effetti dei pedali, concesse a Cobain di usarne qualcuno nell’album, specialmente quando il chitarrista capì che il DS-1 fosse il fattore maggiore del suo suono. Cobain usò liberamente anche lo Small Clone. “E’ quello che fa il suono acquoso di chitarra che senti nel pre-chorus di ‘Smells Like Teen Spirit’ e anche ‘Come As You Are,’ “ dice Vig. “Usammo un Electro-Harmonix Big Muff insieme al Fender Bassman in ‘Lithium’ per avere un suono più sordo, più buoi.”
La Stella del negozio di pegni di Cobain, che aveva suonato alle sessioni tenute agli Smart Studios di Vig un anno prima, fu usata di nuovo in “Something in the Way.” Vig registrò la performance mentre Cobain era seduto su uno sgabello nella sala controllo.
Contro i desideri di Vig, Cobain attaccò la sua chitarra direttamente alla console in “Territorial Pissings.” Durante la registrazione di “Lithium,” Cobain cominciò la jam noise che divenne la traccia “nascosta” “Endless, Nameless.” (Questa traccia non apparve sulle prime 50,000 copie del CD.) Verso la fine della canzone, si può sentire Cobain distruggere la sua Stratocaster giapponese.
29 Luglio 2006 alle 21:07 #13752Kurt74Amministratore del forumLOUNGE ACT – IL TOUR DI NEVERMIND
Dopo che i Nirvana finirono la registrazione aprirono per i Dinosaur Jr in un breve tour in USA e d Europa. Il tour di Nevermind cominciò a Toronto il 20 settembre, 1991, qualche giorno prima della pubblicazione dell’album. Nick Close, tecnico delle chitarre di Cobain, ricorda che l’equipaggiamento di Cobain era praticamente lo stesso a quello che aveva usato per registrare Nevermind – il pre-amplificatore Mesa/Boogie Studio, un potente amplificatore Crown, un Boss DS-1 e lo Small Clone. Inizialmente, solo qualche chitarra fu portata in tour – la Jaguar del ’65, la Mustang del ’69 e la Strato giapponese da mancini. Poi, Cobain prese una nuova Telecaster che dipinse blu cielo e graffiò via della pittura a forma di cuore e la parola “Courtney.”
“Quando lavoravo per loro, i soldi non erano cominciati ad arrivare,” dice Close. “C’era molto equipaggiamento lì fuori che avrebbe reso Kurt più felice sul palco, ma non ci provarono per il tempo e i soldi. E Kurt non era molto un capo-strumentista. Non si sedeva e parlava su quello che si poteva fare.”
Close dice che l’amplificatore power Crown era in particolare fonte di frustrazione. “Non ha lavorato mai tanto bene per noi,” dice. “L’uscita su questo pre-amplificatore Studio era molto calda. Per questo, il Crown scoppiava spesso, e lo dovevo sempre riparare.” Frustrato con il Crown, Close alla fine ordinò due amplificatori power Crest 4801. Finalmente avevano trovato un amplificatore che poteva resistere all’assalto dell’abuso. Earnie Bailey si riferiva al Crest come “l’amplificatore che non moriva,” e rimasero nell’equipaggiamento di Cobain fino alla fine.
“Per la costante distruzione sopportata dall’equipaggiamento, Close cercava in continuazione nuovi ricambi. “Ognuno aveva l’esatto numero di cose che aveva bisogno per fare un concerto,” dice Close. “Se si rompeva qualcosa, eravamo fregati. Stavo cercando di portarli nella direzione di avere corde e pedali extra. Kurt cominciò con il Boss DS-1, e cercavo sempre per un sostituto. Una volta il Crown scoppio e di portò via gli altoparlanti. Eravamo in un negozio di musica per comprare delle casse Marshall, e vidi un DS-2 lì e lo comprai. Kurt non sembrò essere molto felice all’inizio, ma lo mise nel suo equipaggiamento dopo che il suo DS-1 si ruppe alle Hawaii. [Una foto di un concerto nel libretto di In Utero mostra chiaramente il Ds-2 e il Small Clone di Kurt.]”
Le chitarre di Kurt avevano bisogno costantemente lo stesso di riparazioni. In genere, la Strato ricevette molti abusi. “Poi usavo la Strato dal vivo perché non volevo ancora rovinare la mia Mustang,” disse Cobain a GW. “Mi piace usare le Strato giapponesi perché sono un po’ più economiche, e i tasti sono più piccoli della versione americana.”
Close acquistò una piccola scorta di colli dalla Fender, ma presto sostituiva i colli sulla Strato ogni sera. Frustrato, visitò il liutaio Danny Ferrington quando la band arrivò a Los Angeles a fine Dicembre e gli chiese di costruirgli qualche collo da sostituzione per le chitarre di Cobain. Invece, Ferrington si offrì di costruire una chitarra per Cobain. “Danny era nel bel mezzo nel fare il suo libro [Ferrington Guitars, Harper Collins], e prese tutto il progetto e corse con esso,” dice Close. “Aveva soggezione di Ferrington. Non so quanto Kurt si curava se qualcuno gli stava facendo una chitarra, ma sembrò leggere il mio entusiasmo.”
Cobain fece un disegno di quello che voleva e lo faxò a Ferrington da Melbourne, Australia. Ferrington mandò la chitarra finita, essenzialmente una Mustang da mancini con un ponte Tune-O-Matic, con il manico intarsiato a forma di cuore, con l’uscita jack angolare e una leva stile Strato e due pickup singoli Bartolini, a Cobain nell’estate del ’92. Forse la chitarra più costosa che Cobain abbia mai avuto, la Ferrington non venne molto usata in tour e alla fine rimase a casa.
Quando i soldi cominciarono ad arrivare, Cobain comprò altre chitarre ma mantenne il suo gusto per strumenti economici. Forse l’acquisto più “stravagante” di Cobain durante questo periodo fu una Fender Electric XII di metà anni sessanta, con cui scrisse “Serve the Servants.” Questa chitarra fu successivamente danneggiata quando del liquame fuoriuscì dalla vasca da bagno dove Kurt l’aveva riposta. Cobain presumibilmente lasciò la chitarra nella vasca per nasconderla da eventuali ladri. Ritornò anche da Guitar Maniacs, dove comprò un Electro-Harmonix Echo Flanger per 99$. Questo pedale poi ebbe un significativo ruolo nella registrazione di In Utero.
29 Luglio 2006 alle 21:08 #13753Kurt74Amministratore del forumNO APOLOGIES – COBAIN RECLAMA LE SUE RADICI PUNK IN IN UTERO
A fine febbraio 1993, Cobain, Novoselic e Grohl andarono ai Pachyderm Studios, in Minnesota, per registrare In Utero con Steve Albini. Questa volta, tuttavia, Cobain lasciò la sua strumentazione live a casa.
“Per In Utero, Kurt usò soprattutto la sua Jaguar e un Twin Reverb,” disse Earnie Bailey nel numero del marzo 1995 di Guitar World. “Gli effetti consistevano in un distorsore Boss DS-2, un Small Clone e un Electro-Harmonix Poly Chorus.” Bailey prestò il Poly Chorus a Cobain perché il suo Echo Flanger si comportava male. (L’Echo Flanger, il Poly Chorus e il Poly Flanger hanno tutti lo stesso tipo di circuito ma delle piccole differente.) Il Twin Reverb era un modello nero di 135 watt del 1982 che Cobain prese prima dell’inizio delle sessioni. Originariamente, aveva solo due delle quattro valvole d’uscita 6L6 a posto, perciò funzionava a metà potenza. A Cobain piaceva molto il suono e disse a Bailey di lasciare l’amplificatore da solo. Per scherzo, Bailey mise quattro valvole nell’amplificatore prima delle prove per In Utero. Cobain notò immediatamente la differenza, sottolineando che l’amplificatore funzionava come non mai prima.
Cobain portò anche la sua Stella acustica, che aveva dotato di nuovi accordatori e corde, grazie a Bailey. La Stella fu usata su tre canzoni – “Dumb,” “Pennyroyal Tea” e “All Apologies.” Bailey ricorda anche di aver mandato una nuova copia di Ibanez Les Paul Custom da mancini allo studio, ma non è sicuro se la chitarra fu usata o meno.
Uno dei più impressionanti suoni di In Utero fu creato con l’Echo Flanger. Cobain compose una varietà di effetti sull’unità, incluso il bizzarro effetto abrasivo su “Scentless Apprentice,”, il suono oscillante su “Radio Friendly Unit Shifter” e i profondi accordi del ritornello di “Heart Shaped Box.”
Nella tipica usanza dell’indie rock, le basi delle tracce per In Utero furono completate in due settimane. Il costo totale delle registrazioni era di 124,000$: 24,000$ per il costo dello studio e 100,000$ per Albini.
Nel febbraio 1993, poco prima che In Utero fosse pubblicato, Cobain collaborò con la Fender nel disegnare quello che dopo divenne conosciuta come la Jag-Stang. Secondo Mark Wittenberg, che era il direttore delle relazioni con gli artisti per la Fender fino a quando morì per aneurisma celebrale il 14 febbraio, 1995, “Fummo contattati e dissero che Kurt aveva un’idea per una chitarra. La sua chitarra preferita era una Mustang, ma c’erano cose riguardo alle linee della Jaguar che gli piacevano molto.” Wittemberg e il costruttore Larry Brooks incontrarono Cobain nel suo appartamento ad Hollywood, dove discussero le sue intenzioni per una chitarra che combinava l’estetica della Jaguar e una Mustang, perciò il nome “Jag-Stang.”
La chitarra che Cobain aveva immaginato aveva il collo e l’attacco superiore di una Mustang e l’attacco inferiore di una Jaguar. Dopo mandò alla Fender un illustrazione e specificò una piccola, testata stile pre-CBS, doppi pickup del ponte Duncan Hot Rail, un singolo pickup del collo Mustang e molti suggerimenti per la forma del corpo. Cobain mandò anche alla Fender il collo della sua mustang preferita per loro da copiare. Un paio di differenti versioni del corpo furono mandate a Cobain per la sua approvazione, e una volta che la Fender arrivò con la forma che gli piaceva, il prototipo era completo.
Il prototipo aveva una larga, testata stile CBS, una leva del ponte DiMarzio H-3, un collo singolo Fender Texas Speciale e l’hardware fissato della Mustang. Secondo Jim Vincent, tecnico della chitarra di Cobain del tour di In Utero, “Kurt non era molto felice quando ebbe la prima Jag-Stang. Gli piaceva di più la sua Mustang, anche le nuove. Per il mese che la ebbe, la odiò e non la voleva suonare perché non aveva linea – è spessa come una Tele – ed era un po’ sbilanciata. Era difficile farle il set up. Earnie immediatamente scambiò i pickup. Proprio quando lo avemmo, lo buttò via e mise una leva Duncan JB nel ponte.” Bailey installò anche un ponte Tune-O-Manic sulla chitarra. Alla fine, Cobain si accontentò abbastanza della Jag-Stang per usarla in rare occasioni per un intero concerto.
29 Luglio 2006 alle 21:10 #13754Kurt74Amministratore del forumDALLA CULLA ALLA TOMBA – IL TOUR DI IN UTERO E I GIORNI FINALI
In Utero fu pubblicato il 21 settembre, 1993, quasi esattamente due anni dopo Nevermind. I Nirvana avevano solo qualche show live durante 1993, ma in ottobre di quell’anno la band si preparò per il suo più grande tour. Ora i Nirvana erano l’attrazione dei concerti delle arene e suonavano per un pubblico più ampio. Comunque, l’equipaggiamento del palco di Cobain rimase per lo più lo stesso di prima, probabilmente perché era così tormentosamente alto. Gli unici cambiamenti erano l’aggiunta di un Electro-Harmonix Echo Flanger (che alternava con il Poly Chorus di Bailey) e un Tech 21 Sans Amp. (Un bella foto live mostra tutti i pedali di Kurt c’è sulla copertina di From the Muddy Banks of the Wishkah). “La sua notevole catena era la seguente: chitarra-Boss DS-2-SansAmp-Poly Chorus o Echo Flanger (quello che funzionava quel giorno)-Small Clone-amplificatore,” dice Bailey.
Secondo Vincent, il Sans Amp era la maggiore fonte del suono distorto di Cobain. “Usava anche la DS-2, ma era soprattutto usata sulla chitarra acustica di “The Man Who Sold the World,’ “ dice Vincent. “Delle volte, li usava entrambi contemporaneamente. Il settaggio di Kurt sugli switch DIP del Sans Amp erano, fa sinistra a destra, tre sopra, tre sotto, due sopra, e tutte le manopole erano girate al massimo, eccetto per il controllo degli alti, che era circa alle 12.” Vincent non ricorda dove erano settati le tre posizioni dello switch del Sans Amp, ma pensa che era nel normale settaggio (centrale).
Vincent dice che Cobain era attento al settaggio su tutti i suoi pedali, qualche volta cambiandoli tra le canzoni. “Sapeva tutti i punti pratici molto bene,” dice Vincent. Per aiutarlo ad avere il suono che voleva più velocemente, Cobain marcò i differenti settaggi sui pedali Echo Flanger e il Poly Chorus con l’unghia.
Prima che la band andasse in tour, la Fender mandò a Cobain una Fiesta Red e tre Mustang Sonic Blue e una varietà di Stratocaster Mexican adattate con le leve. Bailey installò un ponte Gotoh Tune-O-Matic e una leva (humbucker) Seymour Duncan JB sulle Mustang, taglio le teste per corde più dure, inserì dei spessori nei colli, girò le cordiere così le corde potevano essere inserite senza andare sotto la cordiera e bloccò le cordiere così la barra del tremolo non avrebbe funzionato.
“Una delle Mustang blue non uscì mai dalla scatola e rimase immodificata perché aspettavamo prima che si rompessero le altre,” dice Vincent. “La Mustang Competition blue da Nevermind era in magazzino perché a Kurt piaceva veramente quella chitarra.” Comunque Cobain aveva rispolverato qualcuna delle sue Univox Hi-Flyer, e le mostrava sul palco occasionalmente.
Le Strato messicane erano principalmente lì per sacrificarle al dio della distruzione alla fine del concerto. “Avevamo delle pronte Strato messicane nere che davamo a Kurt per distruggerle,” dice Vincent. “Qualche volta voleva una delle Mustang, ma noi non gliela davamo. Poi tornava, ‘Si, tutto bene. Non voglio rompere quella chitarra perché va molto bene.’ “
Foto fatte in vari show danno l’impressione che Cobain avesse una provvista senza fine di Mustang e Stratocaster, ma Vincent dice che è un errore. I tecnici di Kurt riciclavano costantemente parti dalle chitarre che distruggeva, e spesso mettevano insieme i pezzi. “Alcuni di questi siti sugli strumenti dei Nirvana elencano milioni di chitarre,” dice Vincent. “Secondo Earnie, molte di quelle chitarre sono la stessa, porta pickup, i pickup o il collo potevano essere cambiati.”
Dopo aver completato In Utero, Cobain divenne più interessato nella strumentazione acustica, e cercò un sostituto per la sua Stella. Prima del tour, Cobain comprò una Epiphone Texan da destri primi anni sessanta, e Bailey sostituì il ponte regolabile della chitarra con un ponte per mancini e una sella normale. Nella primavera del ’93, comprò una Martin D-18E elettro-acustica da Voltage Guitar di Los Angeles. Un modello estremamente raro di fine anni cinquanta (solo 302 ne furono prodotte), la D-18E è essenzialmente una D-18 con due pickup DeArmond installati alla fabbrica Martin. “Sfortunatamente, i pickup degli strumenti erano disegnati con corde di nickel in mezzo, perciò sentirle con corde di bronzo era abbastanza fastidioso,” disse Bailey nel marzo ’95 a GW. “La nostra soluzione fu di attaccare un altro pickup – un modelli Bartolini 3AV – in alto.” Questa chitarra divenne la sua maggiore chitarra acustica per il tour di In Utero e per l’apparizione dei Nirvana all’Unplugged di MTV.
Registrato il 18 novembre, 1993, e mandato in onda circa un mese dopo, la performance Unplugged dei Nirvana provò essere la coda della carriera musicale di Cobain. Cobain insistette nel portare la Martin alla registrazione, anche se Bailey pensava che la Epiphone suonasse molto meglio. La D-18-E era attaccata allo Small Clone e al DS-2 (in una fot nell’inserto del CD, il DS-2 può essere visto affianco al logo DGC) e girava in un Twin Reverb, che fu usato solo come controllo. L’Echo Flanger e il Poly Chorus furono anche portate alle prove, ma non furono usate nella registrazione perché creavano un ronzio ciclico.
A inizio ’94, la Fender mandò a Cobain una nuova Telecaster Custom. Bailey installò nella posizione del ponte un Duncan JB e nella posizione del collo un Gibson PAF. Secondo Bailey, questa era la nuova chitarra favorita di Cobain. Usò la chitarra nel marzo ’94, la sessione di registrazione nel seminterrato con Pat Smear ed Eric Erlandson degli Hole. Questo può
29 Luglio 2006 alle 21:11 #13755Kurt74Amministratore del forumSTAGIONE FINALE
UNO SGUARDO OLTRE LA SCENA DELLA BRILLANTE PERFORMANCE DEI NIRVANA ALL’UNPLUGGED DI MTV. [8]
LE IMMAGINI SONO GIA’ STATE IMPRESSE NELLA PARTE PROFONDA, sensibile della coscienza collettiva del rock: Kurt Cobain, accasciato sulla sua Martin acustica, la sua maglia da bibliotecario ridotta a brandelli e le scarpe da basket, i mazzi di gigli, la luce blue subacquea…
Chi può dire perché MTV scelse di mandare in onda la performance dei Nirvana nel programma Unplugged della rete più e più volte, come un cassetta ciclica, nelle ore e i giorni successivi la scoperta del corpo senza vita di Cobain l’8 aprile 1994? Molti fan avrebbero preferito qualche immagine che faceva forza dei Nirvana tutti elettrici e provocativamente dal vivo prima che una fossa facesse agitare. Invece, c’era l’Unplugged dei Nirvana, registrato solo cinque mesi prima della morte di Cobain, e mostrato come una veglia che, sebbene le sue ripetute visioni servirono a diffondere il dolore lo shock della comunità rock. La seguente pubblicazione dell’MTV Unplugged in New York dei Nirvana, la versione CD del concerto televisivo, fu una triste esperienza di déjà vu per molti. Divenne impossibile ascoltare questa musica al di fuori del contesto della terribile fine di Cobain.
Vista, di continuo, nelle ore seguenti la morte dell’artista, il malinconico concerto di MTV ebbe stranamente un effetto calmante. Può aver aiutato qualche ascoltatore trovare un calmo, quieto modo di consegnarsi alla violente fuoriuscita di Cobain. Ma l’effetto fu anche abbastanza sinistro. Era come se il ragazzo stesse cantando al suo stesso funerale. O cantando da un tranquillo, mondo blue oltre noi stessi.
Una strana coincidenza? Probabilmente. Ma delle sei cover che Cobain ha scelto di cantare quella sera, cinque menzionavano la morte in un qualche modo. E i gigli, le candele e i pesanti tendaggi che adornavano il palco dell’Unplugged quella notte furono scelte da Cobain. Infatti, quando il produttore dell’Unplugged Alex Coletti mostrò al leader dei Nirvana una descrizione preliminare per il palco, Kurt chiese più fiori, più candele.
“Intendi come ad un funerale?” chiese Coletti.
“Si,” rispose Cobain.
“Non voglio leggerci troppe cose in questo,” dice Coletti in retrospettiva, “ma quel ricordo mi ha spaventato qualche mese dopo.”
A parte dalle sfumature morbide reali o immaginarie dello show, per Cobain, l’opportunità di fare l’Unplugged di MTV può aver significato la conferma del suo arrivo come un importante compositore rock. “Mi imbarazzo a dirlo, ma mi è piaciuto essere riconosciuto più come compositore,” Cobain disse al magazine Details nel novembre del ’93. “Non do attenzione ai sondaggi o alle classifiche, ma ogni tanto le sfoglio e vedo, tipo, Eddie Vedder nominato come compositore numero uno in un giornale, e io non sono nemmeno elencato.”
Iniziato con il suo debutto televisivo nel gennaio 1990, l’Unplugged di MTV è stato sempre un posto di compositori. Lo show dava la possibilità ai musicisti di staccare gli alti decibel e i prezzi delle grandi produzioni e lasciare che le loro composizioni rimanessero nella loro melodia e integrità letterale. Nel 1993, i Nirvana avevano cominciato a lavorare su dei pezzi acustici nei loro concerti live, “solo per abbassare le cose,” disse il bassista dei Nirvana Chris Novoselic a MTV News. “Ma la gente ancora riusciva a dimenarsi e tirava scarpe e cadeva a testa in giù sopra la barriera e si rompevano la testa.”
L’Unplugged diede ai Nirvana la possibilità di testare il loro carattere acustico sotto migliori condizioni. “Fui sorpreso ma ammirato quando dissero di sì a fare il concerto,” dice Coletti. Coletti aveva lavorato con i Nirvana già una volta. Il 10 gennaio, 1992, quando i Nirvana erano a New York City per fare il Saturday Night Live, aveva filmato il set live con la band. “Vari clip sono stati mandati in onda su MTV,” nota Coletti, “ma mai l’intero video.”
La registrazione del gennaio ’92 fu una sessione improvvisata, messa insieme alla meglio all’ultimo minuto, ma diede a Coletti degli utili elementi nella band. “Quella esperienza di lavorare con Kurt mi mostrò quanto sensibile egli fosse come persona. Alcune band entrano e è tipo, ‘OK. Puntare e sparare. Facciamolo e andiamocene.’ Ma Kurt sembrava piacergli prendere le cose e internalizzarle. Ho sentito che era tipo un artista visivo. Perciò, oltre che essere sicuro di essere contento del palco, poiché sembrò mostrare interesse in esso, pensai che sarebbe stato buono se desse dell’input creativo in esso.”
All’inizio nella pianificazione del palco della loro apparizione Unplugged, i tour manager dei Nirvana Alex MacLeod e Jeff Mason agirono come intermediari tra Cobain e Coletti, passando le idee e i desideri del chitarrista al produttore. “Kurt voleva qualcosa che doveva allontanarsi dal tipico, lento set televisivo,” dice MacLeod. “Non voleva che sembrasse solo un semplice concerto. Aveva visto molti concerti Unplugged prima, e sentiva che non erano veramente unplugged. La sua sensazione era che molte band usavano strumenti semi-acustici e suonavano le loro canzoni esattamente nello stesso modo che avrebbero fatto se stessero facendo un concerto completo. Voleva rendere l’apparizione Unplugged dei Nirvana un po’ differente, una sorta di set in prima battuta. Molto calmo. Solo andare e suonare un po’ di canzoni e fare cambiamenti agli arrangiamenti di un certa dimensione. Cercarono di attenersi agli strumenti acustici per quanto più possibile. Kurt voleva fare qualcosa che avrebbe mostrato un lato molto diverso della band.”
Dopo lo scambio di queste idee preliminari con MacLeod e Mason, Coletti sentiva che i tempi erano maturi per un incontro faccia a faccia con Cobain. Nel novembre del ’93, qualche settimana prima della registrazione, Coletti volò ad un concerto in una remota parte del New England, a nord di Boston. Aveva con sé delle bozze del palco che raffiguravano le idee di Cobain, e con il suo semi-acustico basso Ovation. Quest’ultimo doveva essere dato in prestito a Chris Novoselic nel caso che il bassista dei Nirvana non avesse un “basso unplugged” suo.
“Non era un backstage attraente in ogni significato,” ricorda Coletti. “Il concerto era in un palazzo del ghiaccio di un liceo. Dopo lo show, la band tornò in questa stanza e mangiò qualcosa. Non c’era nessun capriccio, solo wurstel e fagioli e una bottiglia di vino. C’erano una dozzina di persone nella stanza: la band e qualche amico. Perciò entrai in questa stanza e mi sedetti di fianco a Kurt. Nessuno si preoccupò neanche di presentarci o altro; era una situazione imbarazzante. Perciò dissi,’E’ un momento brutto? Vuoi fare questo ora o cosa? Ma immediatamente diventò molto amichevole, tipo, ‘Oh, oh, la cosa di MTV. No, facciamolo ora.’ Ero preparato per fargli tutto il discorso di convinzione dell’Unplugged, c’è da parlare della set list, del suono degli strumenti e altre cose. Ma sembrò che non era il momento adatto. Così dissi semplicemente, ‘Hey, guarda, ho i disegni del set.’ “
Come molte persone che hanno lavorato con Cobain in maniera professionale, Coletti descrive il compianto chitarrista come un collaboratore cortese, rispettoso dell’abilità delle altre persone e abbastanza speranzoso di essere rispettato. “Ci ha dato flessibilità. Fu abbastanza cooperativo,” dice Coletti. “Specificò che voleva i gigli a forma di stelle, che sono questi grandi, fiori bianchi.”
Fu in questo incontro che avvenne l’osservazione del sinistro “funerale”. Ma prima che chiunque potesse soffermarsi su questo, Chris Novoselic irruppe nella stanza con il basso Ovation che Coletti gli aveva lasciato. “Era come, ‘Guarda cosa ho!’ Come un grande bambino,” racconta Coletti. “Kurt guarda e dice, ‘E’ la cosa più fottutamente brutta che abbia mai visto in vita mia.’ Chris è tipo, ‘Oh, dai, la voglio usare nel concerto.’ Kurt disse, ‘Bé, se la sgangheriamo e la danneggiamo e ci mettiamo qualche adesivo sopra…’ E io feci, ‘Umm, non puoi farlo, Kurt. E’ la mia!’ Si scusò molto, tipo, ‘Mi dispiace. Non intendevo veramente la brutta battuta.’ “
La set list fu un altro punto di discussione, se non di contesa, tra i Nirvana ed MTV. C’erano due punti potenzialmente dolenti tra le parti. Il primo, la band voleva completare metà del loro set con cover sconosciute. “Immediatamente,” ricorda Alex MacLeod, “cominciammo a chiarire per quante cover ci sarebbe stato spazio, quante canzoni MTV voleva che facessero in totale. Solo cose generali come queste.”
Un’altra cosa irritante per MTV era il fatto che – con l’eccezione di “Come As You Are” – la band non aveva in mente di suonare nessuna grande, immediatamente riconoscibile hit dei Nirvana. “Sapevamo che non volevamo fare una versione acustica di “Teen Spirit,’ ” commentò dopo il batterista Dave Grohl. “Sarebbe stato orrendamente stupido. Pensavamo che sarebbe stato meglio se avessimo trovato altre canzoni.”
Secondo MacLeod, c’era anche un lato pratico nella decisione della band di non suonare nessuna hit: “Erano tipo, ‘Amiamo farlo, ma molte di queste canzoni sarebbero spuntate se le suonassimo in quella maniera. Non funzionerebbero acustiche.’ La band pensava solo che c’erano altre canzoni che erano più adatte al formato acustico.”
La decisione di fare così tante cover riflette l’altruistico desiderio (forse insicuro) da parte di Cobain di condividere la ribalta con altri compositori. Era un instancabile proselitizzatore per band che amava, come i Vaselines, i capi supremi del buzz-pop scozzese capitanati da Eugene Kelly, che ora guida la band Eugenius. I Nirvana avevano suonato le canzoni dei Vaselines in passato, incluse “Molly’s Lips” e “Son of a Gun.” (Le prime registrazioni furono dopo riunite sul CD Incesticide).
I Meat Puppets erano un’altra delle ossessioni di Kurt. “Mi disse che il secondo album dei Meat Puppets era grande,” la vedova di Cobain, Courtney Love, ricordava in un’intervista del dicembre ’94 con Rolling Stone. “Non sopportavo [l’album]. Poi mi suonava [quelle canzoni] – la sua voce, la sua cadenza e la sua coordinazione. E realizzai che era bravo. Mi sono seduta ed ho ascoltato quest’uomo.”
Grazie all’Unplugged, i fan di Cobain ebbero la possibilità di replicare l’esperienza di Courtney. La performance di Kurt di “Plateau,” “Oh Me” e “Lake of Fire” dei Puppets hanno una imperfetta vulnerabilità che è molto più personale e affettiva che qualunque altra prova calcolata di “Teen Spirit” avrebbe potuto avere. Col senno di poi, c’era un solido buon senso nella decisione di Coletti di resistere alla pressione dei suoi superiori di MTV di vedere i Nirvana suonare i propri successi e invece rispettare le intenzioni di Cobain.
“Kurt disse che gli sono veramente piaciute queste canzoni dei Meat Puppets perché doveva spingere con la sua voce,” osserva Coletti. “Pensava di non riuscire a cantarle bene. Le ha scelte apposta perché era una prova vocale per lui.”
Molte delle decisioni riguardo alle canzoni e gli arrangiamenti furono annotati in due, lungi giorni di prove tenutisi prima del giorno della registrazione. “Erano allo spazio prove della SST in New Jersey,” ricorda Alex MacLeod. “Portammo il nostro sistema di monitoraggio. Inoltre, poiché eravamo in tour in quel momento, lavoravamo sulle cose durante il soundcheck. Kurt lavorò anche di proprio conto.”
Poiché i Meat Puppets erano in tour con i Nirvana in quel momento, e Cobain aveva in mente di cantare tre delle loro canzoni, sembrò naturale invitare i due principali Meat Puppets, i fratelli Curt e Cris Kirkwood, di venire a dare una mano sulle chitarre acustiche. “Perché no?” scherzò dopo Novoselic. “non avremmo imparato le loro canzoni bene in ogni modo.”
Tornando a MTV, la decisione di includere i Meat Puppets nella messa in onda fu difficilmente accettata con felicità. Alex Coletti ricorda: “Dissi a MTV, ‘Porteranno degli ospiti.’ E all’inizio gli occhi di tutti si illuminarono, tipo, ‘Chi mai sarà?’ Volevano sentire i nomi ‘giusti’ – Eddie Vedder o Tori Amos o Dio chi sa chi. Ma quando dissi, ‘i Meat Puppets,’ fu tipo, ‘Oh grande. Non faranno nessun successo, e inviteranno ospiti che non hanno nessun successo da presentare. Perfetto.’ “
I Nirvana sembravano intenzionati a fare una variazione acustica per il loro concerto. Insieme ai fratelli Kirkwood, inclusero la violoncellista Lori Goldston e il fondatore dei Germs il chitarrista Pat Smear, entrambi stavano suonando con i Nirvana nel loro tour. La cover di “Jesus Doesn’t Want Me for a Sunbeam” dei Vaselines diede a Chris Novoselic la possibilità di posare il suo basso imbracciare la fisarmonica. La fisarmonica, disse a MTV News, “è stato il primo strumento che ho imparato quando ero ragazzo. E Kurt ne comprò una, questa graziosa rossa. E io faccio, ‘Hey, provala.’ E io l’attaccai e cominciai a suonare. E poi cominciammo a abbozzare le prove per l’Unplugged e facemmo ‘Jesus Doesn’t Want Me for a Sunbeam.’ C’è il violino e l’organo [sulla versione originale] e io faccio, ‘Lo so. Suonerà la fisarmonica su questa canzone!’ La presi e cominciai a suonare, e suonava veramente bene.”
Malgrado le preparazioni della band, Alex MacLeod descrive il loro umore complessivo come “nervoso” quando il giorno dello show si avvicinava: “Fu la prima volta in molto tempo che li vedevo così nervosi sul fare qualcosa. Le cose erano giunte al punto che andavano a suonare di fronte a 7,500 o 10,000 persone ed era tipo [molto tranquillamente], ‘Okay, dai, facciamolo.’ Ma erano veramente nervosi sul fare l’Unplugged. Perché si lasciavano in modo aperto.”
Come lo ricorda Alex Coletti, Dave Grohl e Chris Novoselic furono i primi ad arrivare ai Sony Music Studios, tra la 54° strada e la 10° Avenue a Manhattan, il 18 novembre, 1993. Erano circa le 3:00 del pomeriggio, il momento deciso per le prove delle telecamere/soundcheck dell’Unplugged. Preoccupato per l’inclinazione di Grohl a colpire la batteria molto forte, Coletti gli diede delle spazzole e dei bastoncini, un tipo di bacchette usate nella percussione classica, che consistono in molte sottili spine molli avvolte e provocano un impatto più leggero di una bacchetta dura. Poiché si era in clima di vacanza, Coletti aveva i bastoncini avvolti in carta natalizia. “Pensavo che sarei stato ricordato per sempre come il produttore pirla di MTV,” ride Coletti. “Avevo paura che Dave girasse gli occhi, come, ‘Oh grande, la testa di cazzo di MTV sta cercando di farsi amico.’ Ma invece aprì il pacchetto e disse, ‘Bello, non ho mai avuto le spazzole prima. Non le ho nemmeno mai cercate di usare.’ Alla fine successe che, usò sia le bacchette che le spazzole. E’ bello che la band era così disponibile a provare cose nuove.”
Alla fine, Novoselic non usò il basso Ovation di Coletti ma invece un basso chitarra semi-acustico Guild affittato da S.I.R. a New York – uno strumento che è stato usato in un’altra puntata dell’Unplugged. Pat Smear suonò un’economica, rossa-bianca-e-blue chitarra Buck Owens che apparteneva a Novoselic e fu molto risistemata dal tecnico delle chitarre dei Nirvana Earnie Bailey “per farla suonare come una chitarra e non come un gioco per bambini,” come sottolinea Alex MacLeod.
Sopra nella cabina del suono sedeva un noto produttore discografico Scott Litt (R.E.M., John Mellencamp), che aveva remixato due tracce di In Utero e lavorato con i Nirvana sullo show di MTV Live and Loud New Year’s Eve. (Litt andrà a produrre il CD Unplugged in New York dei Nirvana.) La band e la violoncellista Lori Goldston erano già sul palco quando arrivò Cobain, non accompagnato da Courtney. “Penso che fosse pensato,” dice Alex Coletti. Penso che fosse un po’ troppo nervoso per avere Courtney e la bambina lì.”
Per il concerto, Cobain suonò una Martin D-18E che aveva comprato al Voltage Guitar di Los Angeles durante la primavera del ’93, e che era diventata la sua maggiore acustica. Con la sua caratteristica inclinazione per le cose stravaganti, il chitarrista aveva preso un raro abito. La D-18E, uno dei primi tentativi della Martin di chitarra elettrica, è essenzialmente una D-18 acustica con due pickup, tre manopole di controllo e innestato un selettore switch. Introdotta nel 1958, si interruppe nel 1959; solo 302 furono prodotte. Lo strumento era una (sorta di) perfetta copia acustica di una usata vecchia Mustang e Jaguar preferite da Cobain, per non menzionare gli economici negozi di vestiti e le parti di bambole che possedeva.
Ma non come i suoi bellissimi cardigan consumati, questo smesso Cobain aveva un qualche intrinseco valore: “Non credo che avesse idea di quanto raro fosse prima di comprarla,” dice Earnie Bailey. “Kurt non era nemmeno un collezionista né conoscitore di rare chitarre. Penso che la vide [la D-18E] come una cosa originale, sperando che suonasse bene come sembrava. Sfortunatamente, i pick DeArmond dello strumento furono disegnati avendo in mento corde di nickel, perciò sentirla con corde di bronzo era un po’ fastidioso. La nostra soluzione fu di attaccare un altro pickup – un modello Bartolini 3AV – in alto della Martin. Kurt si era interessato [al Bartolini pickup] quando vide Peter Buck usarlo e gli piacque molto il suono.”
Mentre la procedura usuale è per le chitarre acustiche di attaccarle direttamente, Cobain insistette nel far passare la sua Martin per il suo fidato amplificatore Fender Twin Reverb e il suo solito apparato di effettistica. “Forse non dovrei rivelare questo segreto,” ride Alex Coletti, “ma ho costruito un finto box di fronte all’amplificatore per farlo sembrare un monitor. Era la coperta di sicurezza di Kurt. Fu usato per sentire questa chitarra per il suo Fender. Voleva questi effetti. La puoi sentire in “The Man Who Sold the World” [la canzone di David Bowie fatta dai Nirvana nell’Unplugged]. E’ una chitarra acustica, ma ovviamente passava per l’amplificatore. Non c’era modo di imbrogliare nessuno. Veramente ho tentato a lungo di lasciar fuori quella canzone [dalla preparazione finale dello show]. Perché pensavo che non fosse così autentica come il resto delle canzoni. Ma sono un grande fan di Bowie, perciò non potevo oppormi troppo contro la canzone.”
Come concessione all’estetica dell’Unplugged, Earnie Bailey ha modificato l’amplificatore dello show: “Per avere il Twin più chiaro possibile, ho cambiato la valvola 7025 con una 12AX2s e sostituito l’invertitore di fase 12AT7 con un 12AU7. Nel momento in cui Kurt era in concerto, tutto era abbastanza sintonizzato, ottimo per sentire l’equilibrio del pickup dalla sala controllo.”
E’ UNA NORMA LE PROCEDURA DELL’UNPLUGGED videoregistrare le prove/il soundcheck per ogni show. La cassetta delle prove dell’Unplugged dei Nirvana raccoglie delle rivelazioni. Più di chiunque altro, Cobain sembra stanco. La sua faccia riflette la chiara stanchezza della strada che si impadronisce dei musicisti dopo mesi e mesi di avere a che fare con strani posti, situazioni sconosciute e anche persone sconosciute. Durante le prove, l’umore di Cobain varia da moderata puttanaggine sugli errori tecnici ad impassibilità, il senso dell’umorismo attraversò tutto il processo. Domanda il secondo numero delle prove, “About A Girl,” per fermasi bruscamente, chiedendo, “Quante altre volte capiterà quel fottuto feedback quando giro la mia testa a sinistra?” Poi richiede il Finger-Eze per aiutarlo a rendere liscio per l’assolo della canzone: “Conosci questa paraculata? E’ tipo gel anale.” Dopo spiega che non ha mai usato il lubrificante della tastiera prima, ma che la sua “zia country e western” usava fare così. Tuttavia sa abbastanza per specificare che vuole quello a sfera invece dello spray. “Dio, sto diventando schizzinoso oggi,” dice con finta auto-derisione.
Tutta la band sembra abbastanza divertita nel ricevere il trattamento di superstar da MTV. “Uh, la mia candela si è spenta. Qualcuno può accendermela?” chiede Dave Grohl ad un certo momento con teatrale ultra-professionalismo. “Questa fottuta sabbia è ridicola,” dice Cobain della sostanza in cui i candelabri e i vasi erano ancorati.
Quello in cui ci si imbatte inconfondibilmente nella videocassetta da il grado di quanto Cobain avesse cura dei Nirvana. Dice a Dave Grohl che quando canta piano e diretto a lui di suonare più forte in parecchi frangenti. Si rivolge a Pat Smear di non cambiare il volume del suo amplificatore. E sebbene sia conosciuto per la nonchalance punk del suo approccio con la chitarra, il video delle prove mostra che Cobain può essere piuttosto ossessivo sull’intonazione e sulla strumentazione. Entra in un lungo dibattito con un tecnico sulle varie qualità dei suoi due Electro-Harmonix Echo Flangers. Poi chiede sulla possibilità di acquistare un ricambio della testata della sua Martin. “Queste non sono buone testate,” osserva tristemente.
Come le prove proseguono, i problemi nel set presto diventano ovvi. Uno nel prima menzionato “Man Who Sold The World.” Cobain non sembra riuscire a passare il primo ritornello senza sbagliare il passaggio delle corde. “Scusate,” dice agli altri. Provano più volte la canzone ma non riescono a farla tutta in una volta. Alla fine decidono di andare oltre.
“Che cosa facciamo dopo, Scott?” urla Cobain nell’oscurità davanti la sua faccia. Tra tutte le persone sul palco, Litt è l’unico a cui sembra sottomettersi. La band passa ad una performance impeccabile di “Polly” e ad una metà di “Dumb” prima che un casino con il monitor porta le cose a fermarsi. “MTV Poltergeist,” dice Cobain. I problemi si fanno sentire di nuovo quando passano a “Pennyroyal Tea.” Pat Smear persiste nel risolvere la sua parte vocale nel ritornello con una evidente nota sbagliata. Di nuovo, la band prova la canzone ripetutamente, senza successo. La provano con Grohl a suonare la chitarra di Smear così lui si può concentrare sulla sua armonia. Ma non funziona lo stesso. La situazione cresce penosamente richiamando alla mente l’infausto “Bé, fottimi, Reg” Troggs la cassetta delle prove, le copie bootleg della quale erano solite circolare tra i musicisti. Di nuovo, la band decide di andare oltre senza risolvere il problema.
“Jesus Doesn’t Want Me For A Sunbeam” esce infinitamente meglio. Ma Cobain sembra ancora non contento. Chiama qualcuno di nome Amy (forse la Amy Finnerty menzionata nelle note del CD Unplugged): “Amy, ti puoi sedere di fronte quando suoniamo?” chiede Cobain. “Tu e Janet e tutti quelli che conosco?” [Presumibilmente Janet Billig, del management dei Nirvana.] Perché odio gli sconosciuti.”
L’arrivo sul palco dei “Fratelli Meat” accende di molto l’umore. Le loro tre canzoni vanno bene, e le prove si concludono con una sicura lettura di “All Apologies.” I Nirvana lasciano il palco avendo provato 11 delle 14 canzoni della loro scaletta.
Secondo Alex MacLeod, l’atmosfera del dopo-soundcheck era abbastanza tesa: “Erano ancora come, ‘Oh mio Dio, non abbiamo provato abbastanza. Oh merda, lo sputtaneremo completamente.’ “ Dopo aver lasciato il palco, la band si ritirò nelle stanze di sopra negli impianti della Sony per un pausa cena di due ore. Durante la cena, la delicata questione della set list si presentò di nuovo. Alex Coletti racconta: “C’era questo sottointendimento del ‘cercare di far fare a Kurt più canzoni famose’ che prevalse tutto il giorno tra me, il mio capo ed il management. L’altra cosa era che stavamo facendo molta pressione a Scott Litt, tipo, ‘Hey vedi se riesci ad avere più canzoni da loro, o migliori canzoni.’ Di nuovo, non sto dicendo che era la cosa giusta da fare. Penso che quello che abbiamo fatto è stato grande. Kurt a solo scelto di farlo in maniera diversa. Credo che non era la strada su cui eravamo tutti in sincronia. Non che lui andava in una direzione del tutto sbagliata.”
Alle 8:30 quella sera, gli spettatori furono “fatti entrare,” come dicono ad MTV. Come si è scoperto, molte delle sedie in prima fila furono date ai membri del fan club dei Nirvana dell’area di New York – probabilmente non facce familiari a Cobain, ma lontano da ostili. Le registrazioni cominciarono alle nove. In qualche modo, magicamente, gli errori dal soundcheck semplicemente sembrarono svanire. “Garantisco che manderò all’aria questa canzone,” Cobain nervosamente annuncia prima di cominciare “The Man Who Sold the World.” Ma non lo fece. Anche il problema di “Pennyroyal Tea” si risolse da sé. “La devo fare da solo o cosa?” Cobain domanda. “Falla tu,” urla Dave Grohl, afferrando l’opportunità. Questa decisione improvvisata dell’arrangiamento contribuì molto all’atmosfera informale, intima dello show. Cobain fece una memorabile performance della canzone che è stata sempre uno delle più affettive dichiarazioni del suo alienamento e scontento.
Da qui, Cobain sembra crescere più rilassato e confidenziale. Uno dei temi degli scherzi durante il soundcheck – “il trattamento da superstar” di MTV – finì col funzionare bene anche durante lo show. “Non siamo, tipo, una ricca rock band?” dice Cobain quando tutti aspettano per una delle chitarre dei Meat Puppets di essere portata su. “Non dovremmo avere milioni di chitarre?”
Al contrario dell’informale, atmosfera scherzosa, Coletti ricorda che le riprese dell’Unplugged dei Nirvana conciso e libero di problemi. “Con molti degli Unplugged, tendevamo a riprovare durante il set, fare un chiacchiera e poi fare qualche canzone di nuovo. Ma questo fu veramente una battuta sola – tutte le canzoni, di seguito, in un’ora.”
Cobain lasciò tutti gli stop sulla canzone finale – un incantevole versione di “Where Did You Sleep Last Night,” una canzone tradizionale registrata da un altro dei suoi eroi musicali, l’archetipo del cantante folk americano, Leadbelly. Avendo fatto soffrire, gridato giustizia per la ballata con l’ossessione della morte, Cobain abbandonò il palco, per non tornarci più.
“Ho cercato di fargli fare un bis,” ricorda Alex Coletti. “Avevo Dave, Chris e Pat pronti per farlo. Ma Kurt non lo era. Stavo solo facendo il mio lavoro per MTV in quel momento, cercando di avere una canzone extra alla fine, per vedere se la notte avrebbe prodotto una gemma in più. La discussione andò avanti per circa cinque minuti. Alla fine Kurt disse, ‘Non posso superare l’ultima canzone.’ E quando lo disse, tornai indietro. Perché sapevo che era vero.”
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