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    QUANDO IL BOSS TENEVA IL MARSHALL IN OVERDRIVE

    Un’autentica bonanza! Dopo anni di vacche magre, con il ricco repertorio del Boss elargito con genovese parsimonia, all’improvviso, da un po’ di tempo a questa parte, è un diluvio di materiali inediti. Dopo il monumentale “Tracks” questo Natale sotto l’albero c’erano un leccatissimo dvd live e un cd zeppo di pezzi rari o mai pubblicati (…). Ma c’è un periodo del signor Zirilli (da parte di madre) che ancora gode della dignità dell’uscita ufficiale. Pochi sanno o vogliono ammettere che anche lui non ha saputo resistere alle sirene dell’hard rock, al fascino dell’assolo chilometrico, al riff terremotante col Marshall in overdrive. Il fisico non era quello palestrato di oggi: Bruce aveva 20 anni, una canotta sulle spalle da pollo e capelli lunghi, tanto lunghi che nelle testimonianze fotografiche dell’epoca i suoi occhi non si vedevano neppure. La scucchia sì, ed è quella che permette l’identificazione. Siamo nel 1970 e, influenzato dal coevo indurimento sonoro, Bruce imbraccia la Gibson e forma, nell’ordine, gli EARTH, i CHILD, e gli STEEL MILL. Nel gennaio di quell’anno (precisamente il 13 gennaio 1970 NDR) il quartetto prova l’avventura californiana: suona al Matrix di Marty Balin e attraverso la magia di un bootleg apprezziamo un rock blues viscerale, mediamente hard, con sfumature country, soul e jazz. E’ sorprendente la ricerca dell’imberbe Boss: è arruffone e immaturo, ma coraggioso nel concedersi generose schitarrate, tra l’altro niente male. I testi puntano il dito contro l’Amerika invischiata nel Vietnam (cosa ripetuta con Born in the USA 15 anni dopo NDR), ma piuttosto che rifarsi ai tormentoni idealisti tardo hippie, c’è già il germe della poetica strazzacore della gente comune che farà conoscere Springsteen a tutto il mondo cinque anni più tardi (in realtà l’esordio discografico è datato 1973 NDR). Durante la trasferta sulla West Coast c’è pure il tempo per un’audizione: Bill Graham fa un’offerta miserevole ma al nostro eroe non basta neanche per tornarsene a casa nel New Jersey. E rifiuta. Anni dopo, Graham si mangerà le mani per la poco lungimirante taccagneria: Springsteen infatti torna a casa, mette la Les Paul in soffitta, abbraccia Dylan e i Creedence e diventa presto un facoltoso contribuente dell’erario statunitense. E qualche notte, magari durante il muscolare assolo di “prove it all night”, ripensa a quei magnifici 20 anni.

    di Filppo Casaccia.

    In realtà il boss ha continuato ad usare i Marshall, ma con la sua Fender Esquire. E, proprio l’assolo iniziale di “Prove it all night” ascoltato dal leggendario bootleg “Passaic night” è, come stato definito più volte, un vero e proprio amplesso sessuale.
    Comunque credo che in settimana debba arrivarmi proprio il bootleg dell’esibizione al Matrix nel 1970. Ancora non riesco a capire come si facciano a reperire i bootleg di un cantante che nel 1970 non era nessuno….boh???

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