storia vera

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  • #2133
    Anonimo
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    Mi fai battere forte il cuore.
    Frase da bimbo, da piccolo amante in miniatura. Mi aggiro nel cortile della scuola, rincorrendo la più bella della classe. Perché mi rendo così ridicolo?
    Perché mi fa battere forte il cuore.
    Ma lei è una di quelle presenze sfuggenti, che restano solo quando sanno che provocheranno disturbo. Una di quelle anime che non possono trovare pace.
    Come un raver va verso la cassa, lei va verso i guai, il dolore.
    Non aprire la porta per farla entrare, resterà sulla soglia a guardarti finchè i tuoi buoi non saranno scappati o fin quando non le avrai sbattuto la porta in faccia. Solo allora vorrà entrare.
    Solo quando avrà distrutto per quanto è distrutta sarà appagata e pronta a fermarsi.
    Vittima e carnefice. Si vendica, non è colpa sua.
    Sguardo da cucciolo ferito sul bordo dell’autostrada.
    Se mi avvicino per caricarti sulla macchina, fermo in corsia di emergenza, tu non ti fai prendere. Ma se provo a riprendere la marcia guardi languidamente le mie ruote girare verso il prossimo casello.
    Spaventata e sola. Vuoi un padrone, ma non uno qualsiasi.
    Non vuoi mai più che ti si abbandoni così, sul ciglio di un’autostrada, ma non sei in grado di fidarti di chi ti vuole aiutare. Perché non ha l’odore del tuo padrone, perché hai così tanta paura che non sai più distinguere dall’odore le persone buone.
    Se mi avvicino scappi. Ti dirigi verso la carreggiata, dove i camion scorrono veloci rombando, e guardi me. Pur di tenermi a distanza ti avvicini alla fine.
    Il gioco non vale la candela. Tu vuoi tornare a casa, alla tua casa e io non posso fermarti.
    Ti indicherò la strada, ti darò da mangiare e da bere. Sarà un viaggio lungo, su una lunga striscia d’asfalto bollente.
    Quante volte ti hanno mollato così? Sul bordo di una strada, sperando che qualcuno ti raccogliesse o ti investisse? Ma tu sei sempre tornata a casa. Lunghe marce, giorni di cammino tra frecce di metallo e bollenti lingue nere d’asfalto che facevano perdere la ragione.
    Ma tu, sei sempre tornata a casa.
    Dove ti accoglievano con grandi saluti, tante coccole.
    La tua padroncina piange commossa per tutto l’amore che hai dimostrato di saper provare. Hai guadagnato un altro anno in famiglia, lontano dai rombanti mezzi. Complimenti.
    Quello che non puoi vedere coi tuoi occhi da cucciola è il padre di famiglia, che sotto il suo sorriso pensa: “un altro inverno di passeggiate, sveglia all’alba e pisciata notturna per avere in cambio cosa? Bava e peli…e poi l’estate prossima siamo punto daccapo, ma questa volta la lascio a 200 km da qui… altro che”. E ti accarezza, ti dice paroline tenere, ma già pregusta il suo prossimo crimine.
    Quante volte hai visto questa scena? Abbastanza da capire che ricapiterà, ma così tante da cominciare a credere che sia normale.
    Forse è per questo che sfuggi da me. Perché non ti abbandonerei sulla strada? O perché credi ancora nei tuoi padroni?
    Io non lo posso sapere.
    Quello che posso sapere è ciò che posso vedere, quello che i miei sensi mi permettono di capire. A poco serve cercare di immaginare la tua storia, la tua provenienza. A nulla serve che ti racconti della cuccia che avresti a casa mia, nulla l’importanza delle coccole che potrei farti, anche se dietro l’orecchio.
    L’unica cosa che conta è la paura che i tuoi occhi esprimono.
    Mi guardi terrorizzata e ti allontani da me, saresti disposta ad attraversare l’autostrada piuttosto che farti portare via da qui, troppa paura di perdere le tracce di casa.
    Che posso fare? Non voglio forzarti a buttarti sotto una macchina.
    Risalgo in macchina e metto in moto, mi allontano.
    Così ricomincio a scorrere in mezzo agli altri mezzi, ritorno uno dei tanti, ma continuo a pensare al terrore nei tuoi occhi.

    #21139
    Thebeatter
    Moderatore

    Non sarei riuscito a lasciarla li…… il mio è un trovatello………….. felice ico01

    #21138
    gaia990
    Partecipante

    chissà adesso dove sarà…

    #21137
    shadowgrunge
    Partecipante

    All’inizio mi sembrava un po’ Polly…poi ho capito…

    #21136
    SLIVER
    Partecipante

    Come si fa?
    Un cuore per mano, la sofferenza di due esseri in mio potere.
    Si ma io? Che ne sarà di me?
    Mi chiamano amore
    Mi confidano il loro dolore
    Passato, guarito
    Grazie mi dicono
    E io penso
    Che merda sono
    Ammanettato
    Penso al resto del mondo
    che sembra scorrere senza me.

    Qualsiasi cosa tu possa fare
    Qualsiasi sofferenza tu possa arrecare
    Il sole continuerà ad albeggiare
    La notte a rinfrescare.
    Sentiti sporco
    Il peggiore porco
    Ma ancora non basta
    Il cielo è sempre lì.
    Continua a mentire
    Fingi di sentire
    Quel calore
    Chiamato amore.
    Ma ancora non basta
    Il sole è ancora lì
    Splende imperterrito
    Sotto i suoi raggi sangue secco
    Tra le mie dita
    Ancora è fresco.

    Mi dispiace davvero
    Vorrei darvi di più
    Vorrei rendervi felici veramente
    Regalarvi qualcosa in più che un’illusione
    Rendervi partecipi del mio dolore
    Rendervi parte del mio amore
    Regalarvi il mio cuore

    Cosa cercate in me?
    Pace e serenità
    Amore e tranquillità
    Certezze, sicurezze.
    Avete sbagliato indirizzo

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