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- Questo topic ha 1 risposta, 11 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni, 5 mesi fa da Anonimo.
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18 Luglio 2009 alle 16:20 #2497AnonimoOspite
In questo periodo in cui sono a casa, spesso da solo, e totalmente svogliato a fare qualsiasi cosa, soprattutto uscire e fare chiacchierate, mi godo quello che chiamano il “dolce far niente” , anche se non è niente di simile a qualcosa di dolce, è anzi abbastanza stancante dal punto di vista della mia mente, che è sempre a pensare alle cose più assurde. Tra le varie domande che mi sono posto, alle quali faccio fatica a dare risposta c’è la seguente domanda:
“Cosa signigfica per voi essere se stessi? “
Non mi aspetto la risposta più semplice, non ci vuole niente a dire “essere se stessi significa fare quello che ti piace, ascoltare la musica che vuoi e..” La domanda ve la pongo con un significato diverso. Cerco di spiegarvelo: ascoltare i Nirvana, grunge, punk, metal e altri generi musicali “di nicchia” o “dei bei tempi andati”, ma anche vestirsi con uno stile diverso da quella che è definita moda, essere alternativi nelle proprie scelte, almeno nel mio caso, porta ad essere emarginati da una parte delle persone che ci sono attorno, che frequentiamo negli ambienti scolastici, ma anche tra gli amici. A volte capita, nei momenti in cui si è un po’ giù, di desiderare di essere come tutti gli altri, che ti piacesse ascoltare la musica che ascoltano LORO e che non ti desse fastidio parlare delle cose di cui parlano LORO. Se anche a voi capitano cose del genere, o magari sono capitate, ditemi se essere se stessi per voi significa solamente piacere a voi stessi o anche piacere agli altri..se avete mai pensato di essere in errore nell’intendere “essere te stesso”..
Detta con parole più semplici, in maniera meno seria:
“To be yoursel is all that you can do” (Audioslave, Be Yoursel)
“If I can’t be my own, I’d feel better dead” (Alice in Chains, Nutshell)
“Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttoto di essere amato per ciò che non sono” (dal messaggio personale di Cech, Kurt Cobain)18 Luglio 2009 alle 20:39 #29118AnonimoOspiteTi prometto una risposta. Non ora, perché non sono in grado di imbastire un discorso. Se ti va, però, leggiucchiati un post che è stato aperto poco tempo fa e che ha (credo) una minima attinenza con quello che ti chiedi. ico01
https://nirvanaitalia.it/forum/forums/thread-view.asp?tid=1537&posts=20&start=1
Intanto però rispondimi: hai mica una copia di “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche a casa?? Tante volte, nella libreria…
19 Luglio 2009 alle 3:04 #29131AgoRumPartecipantela musica non deve dividere, ma unire…
sarà banale, ma tant’è..
19 Luglio 2009 alle 9:16 #29126shadowgrungePartecipanteAnorexorcist – 18/7/2009 22:39
Ti prometto una risposta. Non ora, perché non sono in grado di imbastire un discorso. Se ti va, però, leggiucchiati un post che è stato aperto poco tempo fa e che ha (credo) una minima attinenza con quello che ti chiedi. ico01
https://nirvanaitalia.it/forum/forums/thread-view.asp?tid=1537&posts=20&start=1
Intanto però rispondimi: hai mica una copia di “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche a casa?? Tante volte, nella libreria…
Giusto…anche in quel post si parlava di felicità, di della propria personalità, me lo sono riletto, grazie ico01
Per il libro, non ho trovato niente di Nietzsche, però credo ci sia qualcosa nel libro di filosofia di quinta, quando arriva… (why?)
19 Luglio 2009 alle 12:16 #29151Boddah GrrrlPartecipanteA me è capitato. Io non ho mai sofferto di solitudine perchè la mia personalità piace a molte persone,anche a quelle lontane dal mio essere. Dopo un po’, però mi resi conto che in realtà ero circondata solo da conoscenti e non da amici.Almeno, io non li consideravo amici. Non ero d’accordo con i loro discorsi,non mi divertivo,ascoltavano musica di merda. Io mi adattavo. Avevo paura di rimanere sola, anche se in realtà lo ero. Non riuscivo a trovare una persona come me. Adesso,invece, non mi nascondo più dietro ad una maschera. Certo,non ho molti amici, ma quelli che ho mi piacciono! Condiviviamo gli stessi interessi,la stessa musica,gli stessi hobby,con loro sono libera di fare tutto quello che voglio e non mi importa se la stra-maggioranza delle persone mi odiano e mi considerano strana. Io ho loro,e non mi importa più di nessuno.
19 Luglio 2009 alle 12:18 #29119AnonimoOspiteshadowgrunge – 19/7/2009 11:16
Giusto…anche in quel post si parlava di felicità, di della propria personalità, me lo sono riletto, grazie ico01Per il libro, non ho trovato niente di Nietzsche, però credo ci sia qualcosa nel libro di filosofia di quinta, quando arriva… (why?)
Prego ico02
Ti chiedevo del libro perché ci sono un pario di cose che m’eran venute in mente da farti leggere, tratte proprio da lì. Siccome sono un po’ lunghe da trascrivere, volevo sapere se tante volte avessi una copia di quell’opera in casa da consultare. Sul libro di filosofia troverai di certo qualcosa (hai l’Abbagnano-Fornero?), ma io arriverò prima ico08 Sii fiducioso!
19 Luglio 2009 alle 12:44 #29127shadowgrungePartecipante@ Boddah Grrrl: era proprio a quello che pensavo, io da non molto tempo mi sono accorto di avere degli amici ai quali tengo poco, ci sono delle eccezioni, ma sono molto poche, e mi sto iniziando a isolare da loro, per ora l’unica cosa che mi rimane è la mia ragazza, l’unica che mi sta sempre accanto e, anche se non è nirvanizzata come me, capisce quello che provo. Ha quella quantità di empatia di cui ho bisogno e questo mi rende felice. Però non purtroppo non c’è sempre, per questo ho questo senso di solitudine, che mi porta a pensare che certe mie scelte siano sbagliate. Però sono fatto così, quindi non ci posso fare più di tanto
@Sara: esatto ho l’Abbagnano-Fornero (una delle decine di versioni che esistono). Fiducioso attendo, intanto mi sono letto un po’ di notizie su Nietzsche, che conoscevo solo per sentito dire..
P.s: A nessuno piacciono gli Skiantos?
19 Luglio 2009 alle 21:06 #29152Boddah GrrrlPartecipante@ shadowgrunge: No, non devi pensare che le tue scelte di vita siano sbagliate. Credo che sia molto più triste fingere. Se ti sei reso conto di tenere a quelle “eccezioni” non perderle. Non importa se sono pochi. A cosa servono tanti conoscenti?? Forse la tua ragazza e i tuoi amici potranno farti uscire da questo senso di solitudine. Capita a tutti,ci vuole solo forza di volontà. Quando ti renderai conto che non sei solo,passerà tutto 🙂
Mi piace “Largo all’avanguardia”20 Luglio 2009 alle 7:08 #29120AnonimoOspiteDEL CAMMINO DEL CREATORE
Fratello mio, vuoi andartene in un luogo isolato? Vuoi cercare la via verso te stesso? Indugia ancora un poco e ascoltami.
“Chi cerca, perde facilmente se stesso, ogni isolamento è colpa”: così parla il gregge. E tu da lungo tempo fai parte del gregge.
La voce del gregge risuonerà ancora in te. E quando dirai “Io non una medesima coscienza in comune con voi”, ciò sarà un lamento e un dolore.
Vedi, proprio la coscienza comune generò anche questo dolore: e l’ultimo barlume di tale coscienza si accende ancora sulla tua malinconia.
Ma tu vuoi seguire il cammino della tua malinconia, che è il cammino verso te stesso? Fammi dunque vedere il tuo diritto e la tua forza a fare ciò!
Sei una nuova forza e un nuovo diritto? Un movimento originario? Una ruota che gira da sé? Riesci a indurre anche le stelle a fare di te il centro delle loro orbite?
Ahimé, v’è tanta avidità d’altezza! Vi sono tante convulsioni d’ambiziosi! Mostrami che non sei né un avido né un ambizioso!
Ahimé, vi sono molti grandi pensieri che non fanno niente più di un mantice: gonfiano e rendono sempre più vuoti.
Ti dici libero? Voglio ascoltare il tuo pensiero dominante e non che sei sfuggito a un giogo.
Sei tu così fatto da AVERE AVUTO IL DIRITTO di sfuggire da un giogo? Ci sono alcuni che hanno buttato via il loro ultimo pregio, quando hanno buttato via la loro dipendenza.
Libero da che cosa? Che cosa importa questo a Zarathustra! Ma il tuo occhio deve chiaramente annunciarmi: libero PER CHE COSA?
Sei in grado di dare a te stesso il tuo male e il tuo bene e di fissare sopra di te la tua volontà come una legge? Riesci ad essere giudice di te stesso e vendicatore della tua legge?
E’ terribile essere soli con il giudice e il vendicatore della propria legge. Così una stella viene scagliata nello spazio desolato e nel gelido respiro della solitudine.
Oggi, soffri ancora a causa dei molti, tu che sei uno: oggi conservi ancora tutto il tuo coraggio e le tue speranze.
Ma un giorno la solitudine ti stancherà, un giorno il tuo orgoglio si piegherà e il tuo coraggio si sgretolerà. Un giorno griderai: “Sono solo!”
Un giorno non vedrai più la tua grandezza e vedrai troppo vicina la tua bassezza; la tua stessa sublimità ti farà paura come uno spettro. Un giorno griderai: “Tutto è falso!”
Esistono sentimenti che vogliono uccidere il solitario; se non ci riescono, allora devono essi stessi morire! Ma tu sapresti essere assassino?
Fratello mio, conosci già la parola “disprezzo”? E il tormento della tua giustizia, l’essere giusto verso coloro che ti disprezzano?
Tu costringi molti a reimparare a conoscerti; e di ciò ti chiedono severamente conto. Sei giunto vicino a loro e sei passato oltre: non te lo perdoneranno mai.
Tu cammini al di sopra di loro: ma quanto più sali in alto, tanto più piccolo ti vede l’occhio dell’invidia. Più di tutti è odiato colui che vola.
“Come potevate essere giusti con me!” – devi dire – “io mi scelgo la vostra ingiustizia come parte che mi spetta.”
Ingiustizia e sozzura essi riversano contro il solitario; ma, fratello mio, se vuoi essere una stella, nondimeno devi fare luce anche per loro!
E guardati dai buoni e dai giusti! Essi mettono volentieri in croce coloro che si inventano la propria virtù – essi odiano il solitario.
Guardati anche dalla santa semplicità! Per lei non è santo tutto quel che non è semplice; lei gioca anche volentieri col fuoco – dei roghi.
E guardati anche dagli impeti del tuo amore! Troppo sllecito il solitario tende la mano verso colui che incontra.
A certi uomini tu non devi dare la mano, ma solo la zampa: e voglio che la tua zampa abbia anche gli artigli.
Ma il nemico perggiore che puoi incontrare sarai sempre tu per stesso; proprio tu ti apposti in agguato contro di te nelle caverne e nelle foreste.
Solitario, percorri la via che porta a te stesso. E la tua via sorpassa anche te e i tuoi sette demoni!
Tu sarai un eretico per te stesso e una strega e un indovino e un buffone e un dubbioso, uno che non è santo ed è malvagio.
Tu devi volerti bruciare nella tua stessa fiamma: come potresti rinnovarti, se non sei prima diventato cenere!
Solitario, percorri il cammino del creatore: un dio vuoi crearti dai tuoi sette demoni!
Solitario, percorri la via dell’amante: tu ami te stesso e perciò ti disprezzi; come solo gli amanti sanno disprezzare.
Colui che ama vuole creare, perché disprezza! Che cosa sa dell’amore colui che non è stato costretto a disprezzare ciò che amava!
Va’ col tuo amore e con la tua creatività, fratello mio, va’ nel tuo isolamento; e solo più tardi la giustizia ti verrà dietro zoppicando.
Con le mie lacrime compagne, va’ nel tuo luogo isolato, fratello mio. Io amo colui che vuole creare al di sopra di se stesso e in tal modo va a fondo.
Così parlò Zarathustra.(F. Nietzsche)
Aggiungere qualsiasi cosa alle parole di Nietzsche è davvero difficile, oltre che ardito. Questo passo di “Così parlò Zarathustra” mi è molto caro perché mi rappresenta in lungo e in largo.
Essere se stessi non è facile. In primis, essere se stessi presuppone l’avere un “se stesso” forte, netto e definito da raggiungere. Presuppone l’avere una personalità piena da realizzare. In secondo luogo, non è facile perché richiede coraggio. Il coraggio di sfoggiare se stessi agli altri, sì, ma, ancora prima, il coraggio di sfoggiare se stessi a se stessi. L’accettarsi con tutti i propri pregi, con tutte le proprie genialità, malvagità, violenze, paranoie. Auto-gestirsi è difficile, se si ha un carattere composito e complesso. Gestirsi in mezzo agli altri è una conseguenza di questa difficoltà. Saper affrontare la solitudine del sentirsi un alieno scaraventato in un mondo estraneo (leggi la mia firma…) richiede attitudine naturale ed “esercizio”. Camminare verso se stessi, riconoscersi, accettarsi e poi, con se stessi, camminare fieramente verso agli altri è un percorso lungo che non puoi sperare di concludere in pochi mesi, se la questione in toto per te rappresenta un problema da affrontare (e mi pare di sì, altrimenti non ti saresti mai posto le domande che ti poni). Te lo dico per esperienza personale: ci vuole tempo e determinazione e una buona dose di violenza da somministrasi da soli. Per l’80% del tempo e nell’80% delle situazioni io mi sento sempre un’estranea in mezzo ai molti, ma quando incontro qualcuno che è estraneo come me provo una felicità tale che, se anche rapidissima, vale mille volte di più di qualsiasi altra piccola, illusoria e falsa, felicità sbiadita.
L’avere accanto anche una sola persona con la quale sentirsi sulla propria lunghezza d’onda è moltissimo! Ma riconosco che il senso di solitudine bussa comunque alle nostre porte. Quando avrai recuperato te stesso, a quel punto, nei momenti di solitudine, ci sarai tu per te. E questo sarà un bene, tanto quanto il peggiore dei pericoli. Ma in più, e lo scrivevo a Boddah l’altro giorno, avrai sempre la musica con te, che non ti può tradire, che non muore, che non t’abbandona.Ora ti sembrerà che io abbia assunto l’aria del saggio che parla per esperienza. T’assicuro che la mia posizione, invece, è quella soltanto di qualcuno un po’ più grande che è un po’ più avanti sul sentiero, ma che non è ancora arrivato alla meta.
Per qualsiasi domanda o chiarimento, sai dove scrivermi ico02PS: se vuoi leggere questo libro di Nietzsche, ti consiglio di aspettare la fine del liceo.
Ah, questa oggi è tutta per te:
20 Luglio 2009 alle 10:50 #29144DollSteakPartecipanteCaro Shadow,
credo che tutto ciò che stai vivendo sia in realtà naturale e necessario. La mia più che altro è una speranza visto che è la medesima frustrante realtà che mi staglia davanti agli occhi.
Sono andata al mare con i miei amici quest’anno, la classica settimana distruttiva da Riviera (te poi, mi pare di ricordare che sei di Bologna, lo saprai meglio di me 😉 a base di abbronzatura e discoteche.
Praticamente la folata fatale per me che nel mondo delle relazioni sociali sono la più precaria delle canne al vento.
Come temevo sono sopravvissuta rannicchiandomi sotto uno striminzito ombrellone leggendo la Bibbia Stuttgartiana (beccandomi comunque un eritema molto più simile alla lebbra che a una qualsiasi scottatura estiva), ho vagabondando in solitudine tra i tedeschi albini verso lidi quanto più cittadni possibili.
Al calar del sole però il Signore ci manda agnelli fra i lupi.
Non ti sto nemmeno a descrivere l’epocale rottura di p***e e la totale indifferenza in cui ho versato epr almeno 7-8 ore a notte.
Poi due giorni dopo sono andata vedere Caparezza al Rock in Roma. Tu dirai, “beh però lì cazzo se ti diverti”
Sì, vero, cavolo se ho pogato.
Ma non era nemmeno quella la mia boccia, con la mia maglia dei Flipper (nuova!), ero un outsider fra gli outsider.
Allora me lo sono chiesta: ma allora dov’è che dovrei stare? Ce l’ho un posto? Potrò mai divertirmi?
Risposta: Probabile. La noia ha un valore, per ora mi accontento di quello.20 Luglio 2009 alle 11:08 #29137SappyModeratoreessere se stessi vuol dire distaccarsi dal pensiero di massa e pensare cn la propria testa….ed è questo che rende unico l’undividuo…
20 Luglio 2009 alle 20:58 #29128shadowgrungePartecipanteGrazie dell’esauriente risposta, molto ben strutturata, Anorexorcist, mi sembra sempre straordinario che alcuni intellettuali dei secoli scorsisi siano posti quelli che sono i nostri stessi interrogativi, anche se relazionati al tempo e al linguaggio.
La lettura di Nietzsche è un po’ “ermetica”, però con una rilettura e con il tuo commento mi è servita molto a capire. Non a capire la risposta, ma a capire perchè mi sono posto una domanda del genere. In quel passo il filosofo riassumeva proprio le fasi che si attraversano durante la ricerca del proprio io, del se steso che riesce a essere autonomo ma allo stesso tempo rimanere in contatto con gli altri. In certi momenti ci si sente superiori e in altri invece inferiori, quello che bisogna fare è trovare l’equilibrio, che si ottiene conoscendo se stessi, e per conoscere se stessi può essere necessario isolarsi…
Certo tutto questo non è facile e questo è un percorso ideale, però senza ideali non si potrebbe migliorare il mondo, di conseguenza questo periodo conviene sfruttarlo al meglio, cercando cercando cercando..
Più ci si conosce dentro (e per fare questo, come dicevi poco fa, bisogna relazionare con qualcuno) più si riesce facilmente a capire cosa si vuole e come ci si vuole relazionare.Spero di non essermi perso in un mostruoso trip mentale..ico13
se qualcosa non dovesse essere chiaro, basta chiedere…Buon cammino Sara, ci si vede al traguardo, anche se ho l’impressione che non ci sia un traguardo, solo un viaggio molto lungo..ma è anche vero che il fascino sta nel viaggio, non nella meta ico01
grazie
20 Luglio 2009 alle 21:13 #29129shadowgrungePartecipanteDoll, cosa intendi per la noia ha un valore?
Credo fosse lo stesso Kurt a dire che si sentiva l’alternativo degli alternativi, lui ha avuto un posto nel mondo, e ce l’ha nei nostri cuori.
Anche io sono convinto che questo sia una fase inevitabile del percorso della nostra crescita, di trovarmi in mezzo ai miei amici con la possibilità di divertirmi ma non averne voglia, non sentirmi a mio agio, proprio come un pesce fuor d’acqua (non nella sua boccia, copiandoti la metafora:-)) è proprio quello che mi è capitato qualche tempo fa..da lì piano piano ho iniziato a farmi un po’ di domande..ed eccomi sbucato sul forum..ah..e cos’è la bibbia stuttgartiana?O.o
21 Luglio 2009 alle 7:16 #29138ThelPartecipanteshadowgrunge – 20/7/2009 23:13
ah..e cos’è la bibbia stuttgartiana?O.o
Penso si riferisca a questa…
21 Luglio 2009 alle 10:37 #29145DollSteakPartecipanteEsatto Thel 🙂 scusate, ho scritto male l’aggettivo (co so sonno che mi ritrovo…)
Intendo dire che, proprio come hai detto tu, anche Kurt era “l’alternativo fra gli alternativi”, e non era forse solito anche lui lamentare una insopportabile noia? 🙂 Lui è riuscito a farne un dono ma non credo si tratti di una capacità universale, e soprattutto non credo nemmeno lui ne abbia goduto davvero i frutti purtroppo. 🙁
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