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L’Unione Europea ha iniziato a investigare sulle agenzie che gestiscono i diritti in Europa, in particolare quelle che ridistribuiscono i diritti derivanti dalla vendita di brani on-line.
La mossa servirebbe ad agevolare il mercato del download legale che stenta a decollare a causa delle differenti legislazioni che esistono tra paese e paese.
Secondo quanto riportato dalla Associate Press, la Commissione Europea si è detta preoccupata dei contratti stipulati dalle agenzie nazionali con i compositori, sono troppo restrittive dal punto di vista del commercio e delegano alle società un monopolio del copyright.
L’UE vuole riguardare i contratti secondo i quali gli autori sono costretti a scegliere solo una agenzia, quella residente nel proprio paese; ciò complicherebbe il lavoro delle attività commerciali come canali satellitari, o radio in streaming, ma soprattutto i siti internet, obbligate a stipulare contratti differenti da stato a stato, rallentando così lo sviluppo del nuovo mercato.
Questa è la causa del mancato funzionamento di Napster in Italia e il motivo per il quale iTunes ha dovuto separare i siti inglesi, francesi, tedeschi e italiani fornendo a ognuno un catalogo differente.
A rispondere all’investigazione sarà la CISAC (International Confederation of Societies of Authors and Composers, la SIAE fa parte di questa confederazione) che ha 60 giorni per potare sulla scrivania delle Commissione un rapporto sul mercato dei diritti, ma se saranno trovate delle incongruenze sulle leggi che regolano la concorrenza la Commissione potrà multare la CISAC e le sue associate.
Come è cambiato il mondo di ascoltare e comprare musica, deve assolutamente cambiare quello della ridistribuzione dei diritti, ancora anacronistica, burocratica e antistorica.
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