Imodium European Tour 2005 – Report

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    European Tour 2005 – 10 giorni on the road!

    INTRO

    Per organizzare un tour europeo, soprattutto se il primo, ci vuole molto tempo.
    Io e Peppe, stanchi della situazione nella stragrande maggioranza delle province italiane, ci abbiamo provato per la prima volta un anno fa.
    Qualche mese di sbattimento su internet, e abbiamo trovato qualche data, che poi non siamo riusciti ad incastrare tra loro per ottimizzare i costi, complici anche qualche fottuto gestore di locali che ha fatto saltare la data all’ultimo momento (non e’ una peculiarita’ italiana questa). Cosi ci siamo trovati a marzo 2005 con un solo show non rinviabile, che abbiamo deciso di tenere, a Schwyz, nella svizzera tedesca, in un bellissimo squat chiamato Himmel Club.
    Secondo tentativo per luglio, ma a causa della scarsita’ dei nostri contatti, decidiamo di posticipare per settembre. Dopo ormai mesi di sbattimenti su internet, il nostro file di excel si popola decisamente di contatti, e decidiamo di concentrarci sul periodo invernale.
    Fissiamo le prime date a settembre, e dopo febbrili giornate passate su internet e al telefono riusciamo a definire un plan del tour piu o meno definitivo.
    Iniziamo a farci gli itinerari su internet, a cercare il driver e il furgone a noleggio e decidiamo di stampare un po di merchandising per tirare su qualche soldo mentre saremo in giro. Pochi giorni prima della partenza ci avvisano che e’ saltata una data in quel di Tarnow, un posto a sud est della polonia, abbastanza vicina al confine con l’Ucraina.
    In mezz’ora riusciamo a trovare una data sempre in polonia, a Wroclaw per la precisione.
    Rimaniamo cosi con dieci giorni di tour con due day off in mezzo, date in polonia, germania e belgio. Il giorno prima di partire, a tempo di record, riesco a definire una serata a Cesky tesin, nel nord est della repubblica ceca, al confine con la polonia.
    Sempre all’ultimo momento, dopo numerose peripezie, chiudiamo anche per il driver che con un furgone preso a noleggio ci portera’ in giro per l’europa.
    Abbiamo deciso che per questa prima esperienza lunga all’estero, fosse stato conveniente affidarci a una persona esterna per la guida del furgone, un po per la stanchezza e l’esperienza, un po perche ci conosciamo e sappiamo che se avessimo dovuto guidare noi la nostra avventura sarebbe finita dopo il secondo o il terzo giorno.
    La partenza si avvicina, e scopriamo, un po per negligenza nostra, un po per poca professionalita’ di terzi, che non avremo merchandising da portare in tour a parte una decina di vecchie spille e una sola maglietta.
    Avremo potuto avere il morale sotto le scarpe, ma la curiosita’ per questa nuova avventura era troppa.

    15 dicembre 2005 – Milano (Italia)

    Vado a prendere il driver proveniente da Roma davanti a canale 5 a cologno, e ci dirigiamo a casa mia per caricare la mia strumentazione: Jaguar, Jagstang, due zaini, una borsa, la pedaliera, l’ampli, il sacco a pelo, la distro e poco altro.
    Dopo di che passiamo da Sandro per caricare la sua roba: 2 chitarre, testata, cassa, zaini vari e l’immancabile sacco a pelo.
    Dopo immancabili sbattimenti epocali in mezzo al traffico della provincia nord di Milano, arriviamo da Mirko e carichiamo la sua nuova Pearl acquistata la settimana scorsa.
    Sono segretamente innamorato del suono potente della cassa della suddetta batteria.
    Torniamo a Cologno Monzese e carichiamo Peppe, prontamente giunto da Cremona dove vive e studia. Arriviamo in ritardissimo a casa di Cristina e Sabrina, due nostre amiche che ci ospitano per dormire le poche ore che ci separano dall’orario stabilito per la partenza, le 4.00.
    Dopo un veloce saluto, le due padrone di casa tornano a letto con la febbre e noi ci sistemiamo in sala e al posto della camomilla della buona notte decidiamo di berci una bottiglia di montepulcio gentilmente offerta dalla cantina di Mirko.
    Ci buttiamo per terra nei nostri sacchi a pelo, soffrendo in silenzio per schiena e freddo, consapevoli che da domani i pavimenti duri e freddi diverranno una consuetudine.
    Passo una buona ora sveglio al buio a pensare a che tipo di esperienze vivremo e soprattutto come le vivremo, fino a quando cedo e dormiveglio fino alle 4.00 meno qualcosa.

    16 dicembre 2005 – Berlin (Germany)

    Un concerto di sveglie di cellulari interrompe il mio sonno pensieroso.
    E’ giunta l’ora! in tempo zero facciamo su i sacchi e pelo e ci fiondiamo giu nel parcheggio dove ci aspetta il driver che a sospresa a deciso di dormire nel furgone gelato.
    Milano di notte ha un altro sapore, senza il consueto traffico, sembra quasi un posto vivibile.
    Passiamo a prendere il sesto membro della spedizione in quel di Cologno Monzese, il suo nome e’ Awi, e ci seguira’ in qualita’ di tourmanager un po atipico: odia la musica.
    Dopo pochi minuti per socializzare tra tutti i membri, e tempo di fare un pieno di benza, e si parte in autostrada in direzione Venezia.
    Decidiamo di evitare la svizzera e di passare per bolzano/Innsbruck/monaco, perche la strada e’ migliore, e’ tutta autostrada (quindi in teoria senza neve di 20 cm sull’asfalto), non ci sono troppe gallerie rompi coglioni e non ci sono bollini da 30 euro da acquistare.
    In tempo zero dormono tutti. Tranne me, e il driver (fortunatamente).
    Mentre facciamo conoscenza attraversiamo la prima delle prove infernali che dovremo passare prima di giungere a Berlino. La nebbia a cui noi siamo abituati, ma che un siciliano trapiantato a roma ha visto pochissime volte.
    La nebbia fitta ci accompagna per i primi 150 km, poi sorge il sole, quello fastidioso, delle 7 del mattino, che ti trapana gli occhi.
    Arriviamo dalla parti di trento e decidiamo di fare una prima sosta.
    Colazione veloce e tazzona di caffe per il driver.
    Appena tornati sul furgone, morfeo avvolge i 4 seduti sui sedili posteriori dello stracarico furgone.
    Parlo con Peppe (il driver) dei nostri rispettivi gruppi (lui suona nei Tear me down, hardcore da Viterbo), di calcio e di altro e in men che non si dica ci ritroviamo oltre bolzano, a ridosso del confine con il primo stato che attraverseremo in questo tour: l’austria.
    Altra sosta per acquistare l’odiosa “vignette” per l’autostrada austriaca, ma fortunamente da questo lato delle alpi costa solo 8 euro. Un paio di occhiate reciproche tra noi e due sbirri che di sudtirolese non hanno niente, un paio di sigarette e si riparte verso l’austria, non prima di aver attaccato il bollino sul parabrezza del furgone gia pieno.
    Peppe soprannomina il mezzo Fausto l’esausto, cosa che non condivido, trovandolo in piena forma su quelle strade in salita.
    Attraversiamo il confine fumando, e l’unica cosa che ci fa rallentare oltremodo e’ una bufera di neve che ci coglie tra il passo del brennero e poco dopo Innsbruck.
    L’autostrada e’ ridotta a mezza carreggiata, e i numerosi camion fanno il resto.
    Scendiamo di quota ed entriamo in germania, qui la neve si trasforma in pioggia, piu sopportabile ma comunque molto fastidiosa. Siamo in ottimo orario, e’ ancora mattina e siamo quasi a meta strada, la prima data del tour si avvicina, e l’idea di suonare nel centro di Berlino e’ un’ottimo ricostituente per tutti quanti.
    Come colonna sonora abbiamo Minnies, Fine before you came, un po di dischi hardcore, gli Hives, scherzi telefonici e i remix degli stessi.
    Mettiamo su il disco dei These arm are snakes e Peppe infila una banana in bocca a mirko che dorme.
    Facciamo una sosta per mangiare qualcosa dalle parti di Monaco e mi torna in mente quando a capodanno dello scorso anno sono andato in macchina a Praga fermandomi nello stesso posto o quantomeno in uno identico a pochi km di distanza.
    Un wurstel costa 7 euro, una birra 3 e una pisciata 50 centesimi, in un bagno che sembra la piattaforma di teletrasporto dell’enterprise.
    Wurstel e crauti abbondanti per tutti.
    Decidiamo di cambiare nome al driver, due peppi in un furgone sono troppi. D’ora in poi il suo nome sara’ Poddu, che nella confusione riesce a non pagare il suo pranzo.
    Ripartiamo, e la pioggia si trasforma in vento fortissimo che fa ondeggiare il nostro furgone ultracarico dalla prima alla seconda corsia come se fosse un paio di mutande stese ad una finestra di un palazzo di Atene.
    La strada diventa un enorme finestrone di vetro, e rallentiamo per non rischiare di ribaltarci. Il gelo scende pesante e il traffico aumenta.
    Tra Norimberga e Lipsia ci si presenta l’ultima prova da superare prima di arrivare a Berlino: la strada bloccata per il passaggio dei mezzi spargisale.
    5 ore e mezza di interminabile coda.
    Poddu ci allieta suonando lo strumento tipico della sua terra, lo scacciapensieri, e noi inizia a salire la paranoia di non arrivare in tempo a Berlino per il concerto.
    Ci fermiamo in un area di servizio, dove facciamo scorta di jagermeister per la prima ubriacatura del tour.
    Le successive ore passano tra scherzi da caserma, scleri per il concerto saltato, e telefonate allo Schokoladen per cercare di ritardare l’inizio dello show.
    Quando capiamo che la data e’ ormai fottuta, con il morale sotto terra mi addormento bestemminando tutte le divinita’ che mi vengono in mente.
    Mi sveglio verso le 3, la coda sta finendo e decidiamo di recuperare la serata.
    Arriviamo a Berlino alle 4.40 di notte, e andiamo a bere in un locale con due amiche di Peppe, conosciute l’anno scorso quando si era trasferito a Berlino per l’erasmus.
    Il locale e’ carino, si puo fumare dentro (nessuno di noi e’ piu abituato dopo la legge sirchia), i prezzi sono abbastanza contenuti e stanchi morti tiriamo le 6 di mattina quando affamati andiamo a mangiarci un kebab berlinese.
    Ormai quando la luce fa capolino ce ne andiamo a dormire, Mirko e Sandro in furgone perche la zona non ci fa sentire sicuri di ritrovarlo il giorno dopo, e gli altri 4 a casa di Asia (pronuncia Ascia), una delle due amiche (polacca) di Peppe.
    Ringraziamo per lo scampato freddo e crolliamo per terra esausti. 22 fottute ore per fare poco piu di mille km, pura fantascienza.

    17 dicembre 2005 – Haldensleben (Germany)

    Ci svegliamo devastati verso le dieci di mattina, 6 ore scarse di sonno in due notti, non male come partenza.
    Ci rianimiamo e andiamo a pescare Sandro e Mirko congelati nel furgone.
    Nessun danno alla strumentazione, ma probabilmente le loro ossa qualcosa hanno subito su quei sedili e con quel freddo.
    Con Peppe e Asia andiamo in un posto in uno dei quartieri fighi di Berlino (Prenzlauerberg) per una colazione vegan, il posto ci piace, sia la gente che l’ambiente.
    Troviamo tutto molto grezzo, ma anche molto funzionale, un po il contrario di come funziona da noi.
    Quando stiamo per finire incontriamo Aga, un’altra amica polacca di Peppe, a cui daremo un passaggio fra qualche giorno per Wroclaw, in Polonia, dove tornera’ per le feste.
    Usciti dal locale, ci facciamo una breve camminata, e incontriamo una sagra paesana in una piazza, Awi impazzisce quando vede un maiale intero a rosolare sul fuoco e maledice Peppe per averci fatto fare una colazione a base di burro, pane, marmellata, semi di girasole, formaggio ecc.
    Troviamo un negozio di strumenti dove mirko si compra l’unica cosa che ha dimenticato a casa del suo set: il seggiolino.
    Dopo i saluti di rito, saliamo sul furgone e partiamo verso Haldensleben, poco dopo il confine tra le due ex germanie, grossomodo equidistante tra Berlino e Hannover.
    Sono solo 170 km, siamo fiduciosi, e infatti il viaggio passa tranquillo tra i soliti dischi e le solite stronzate. Il furgone inizia ad assumere un odore nauseante che oltre a non abbandonarci piu, peggiorera di giorno in giorno.
    Siamo in giro da due giorni, siamo gia sporchi e stanchi, e non abbiamo ancora suonato mezza volta!
    Arriviamo ad Haldensleben e siamo capaci di perderci in un paesino di campagna di 4 vie.
    Grazie al tedesco di Peppe (Henshuldigun!) riusciamo ad arrivare nella via del locale, ci fermiamo davanti ad un cancello e chiediamo a un ragazzo del posto se sa come arrivare allo JFZ Der Club. Lui ci guarda pensando che lo stessimo pigliando per il culo, si gira, indica il cancello a due metri da lui e ci dice che si trova li dentro.
    Il locale e’ carino, il freddo e’ sempre il solito, e dopo un primo impatto un po paranoico, capiamo che il posto e’ tranquillissimo e che il furgone possiamo lasciarlo da solo a riposare, senza che due di noi lo disturbino.
    Entriamo, e dopo aver conosciuto i gestori del centro, iniziamo a montare il palco.
    Capiamo da subito che il suono quella sera sarebbe stato da panico, dopo aver visto l’impianto e la professionalita dei fonici.
    Stanza live non troppo grossa, palco di media altezza, e due casse per gli strumenti paurose.
    Montiamo la batteria, suona gia bene cosi senza essere microfonata.
    Microfoniamo tutto e facciamo i suoni dei singoli strumenti.. come da programma i suoni fanno paura!
    Facciamo conoscenza con i Brood, il gruppo che aprira’ la serata, sono di Potsdam, una piccola citta a sud di Berlino, e suonano un indie emo che avremo modo di apprezzare durante la serata. Forse il miglior gruppo con cui abbiamo suonato in tutto il tour. Il loro cd lo ascolteremo molte volte fino alla fine del tour e anche oltre.
    Sono tutti sopra i trentanni e suonano da diverso tempo, tutto questo si sente durante il loro set.
    Andiamo nel backstage insieme ai Brood, mangiamo quello che pensiamo essere una cena un po povera di contenuti ma che poi si rivelera essere l’antipasto!
    Ci indicano 3 casse, una con acqua e succhi di frutta e due di birra, sara free per noi per la serata. Inutile dire che prima del concerto una abbondante si polverizza!
    Dopo aver cenato, spostiamo i tavoli e prepariamo i sacchi a pelo per terra, la stanza sembra calda e tutto sommato pulita.
    Andiamo nel bar del posto, dove sta gia iniziando a entrare gente per la serata, pur essendo ancora presto.
    Mettiamo giu la distro su un tavolo da biliardo, l’unica maglietta e le dieci spille che abbiamo come merchandising.
    Iniziano i Brood e alcuni di noi si spostano nella sala concerti per seguire la loro intensa esibizione. A tratti mi ricordano i Seven feet four.
    Hanno delle parti che mi fanno venire la pelle d’oca, e decido di riprendere una loro canzone con la telecamera.
    Verso la fine del loro concerto, torniamo nel backstage e ci prepariamo a salire sul palco.
    Iniziamo un po emozionati per quello che e’ il nostro primo concerto del tour, con Nostrils, primo singolo del nostro ultimo disco. La gente sembra apprezzare e noi ci intesiamo per continuare la parte di set piu violenta.
    Suoniamo per 40 minuti, come non suonavamo da tempo, tesi, nervosi e diretti; in your face come direbbe il nostro amico Jurden.
    Alterniamo le nuove canzoni piu incazzate ai vecchi cavalli di battaglia, e finiamo il concerto esausti ma felici di suonare ancora il giorno dopo.
    (un ragazzo del posto ci chiede anche un bis, pero’ lo fa in tedesco e noi non lo capiamo, ci arriva peppe soltanto dopo aver visto la ripresa del concerto!)
    Una serie di persone si complimentano per lo show, tra cui anche i componenti dei Brood, e la cosa non puo’ che farci piacere, avendo giudicato il loro concerto sopra le righe.
    Dopo il concerto torno alla distro e Awi mi dice che abbiamo venduto dieci spille.
    La serata prosegue con uno dei migliori dj set che abbia mai sentito, praticamente il tipo ha messo su alcuni tra i dischi che ascolto ultimamente: Box car racer, blink 182, Sparta, At the drive in, Rival school e altre canzoni spaccaculi.
    Mirko raggiunge la fase Emmanno e gira perso tra le sale del locale cercando di parlare in inglese con la gente del posto. A un certo punto rincorre uno gridandogli Catus, che probabilmente e’ il suo nome. Un ragazzino si attacca a Sandro e lo asciuga per due ore chiedendogli se puo fermarsi a dormire nel backstage con noi, probabilmente ha km di strada da farsi per tornare a casa ed e’ ubriaco fradicio.
    Il locale chiude, la gente viene accompagnata fuori, piu o meno con calma.
    Mirko sbocca in bagno e collassa, seguito da noi pochi minuti dopo.
    Il sacco a pelo acquistato per l’occasione si rivela caldissimo e comodissimo, la salvezza in queste occasioni!

    18 dicembre 2005 – Heist op den berg (Belgium)

    Sveglia molto presto a causa della lunga distanza che ci separa dal belgio, circa 600 km.
    Terza notte, ancora 3 ore di sonno..
    Gli altri si lamentano per il freddo, io capisco solo il motivo appena esco dal sacco a pelo e mi si gelano le ossa.
    Carichiamo il furgone, facciamo il pieno di succhi di frutta (pessimi) e partiamo alla volta dell’ovest. Raggiungiamo Hannover in un attimo ma poi siamo costretti a una deviazione causa neve che complessivamente ci fa allungare la strada di 150 km. Entriamo in belgio quando fa buio, circumnavighiamo Liegi e ci rendiamo conto che l’autostrada in belgio e’ illuminata, ma non solo alcuni pezzi, tutta o quasi, pura fantascienza!
    Un po provati dal viaggio raggiungiamo le indicazioni che ci avevano spedito via mail i ragazzi di Slam Brigade (gli organizzatori della serata) e dopo varie peripezie raggiungiamo La Folie.
    (da segnare i 40 euro rubati dal distributore automatico di benzina non ho ancora capito se per un malfunzionamento o se per deficenza di qualcuno di noi..)
    Il paese e’ a due passi da Bruxelles e da Anversa, ma e’ in campagna. La via centrale, che e’ anche la via della location dove terremo il concerto, e’ molto carina, illuminata, piena di locali, negozi e gente, ma che scopriremo piu tardi sara’ presto deserta.
    Una nota di merito alla stronza che spaventata dal nostro furgone, piuttosto che ascoltare le nostre richieste d’aiuto per la strada da percorrere ha preferito nascondersi dietro a un angolo! stronza se era per te eravamo ancora in belgio! cmq mi rendo conto che le nostre facce non sono molto affidabili, soprattutto dopo 3 giorni di tour.
    Chiediamo indicazioni anche a due ragazzini con la chitarra, e loro ci urlano dietro qualcosa contenti non appena appurano che siamo gli Imodium.
    Nel locale sta gia suonando il primo gruppo e sono solo le 8, Steve di Slam Brigade ci spiega che in quel paese i concerti devono tassativamente finire alle 23, altrimenti gli sbirri arrivano a cagare il cazzo.
    Dopo i Some apple (punk melodico, parecchie influenze dei primi Blink), andiamo al primo piano del locale a cenare, e per la prima volta mangiamo la “sbubba” (minestrone) con spezzatino di soia.
    Niente male. Ci fanno delle foto mentre mangiamo e quando finiamo laviamo i piatti per far posto all’altro gruppo per la cena.
    Mentre scendo le scale per tornare nella sala concerti, uno degli organizzatori si scusa in anticipo per il posto dove ci portera’ a dormire, it’s very dirty.
    No problem, we are a dirty band!
    Giu l’atmosfera e’ piu calda, dei Some apple non c’e’ piu traccia, nel frattempo hanno suonato i Crack Kid, e stanno per cominciare gli Hot Paintyboys (molto fighi!).
    L’atmosfera nel locale sembra tesa, ci sono degli elementi poco raccomandabili all’interno, ma noi ce ne fottiamo e stiamo in zona distro a bere birra (rigorosamente Leffe alla spina! yeah!) e a parlare.
    Subito prima di noi, tocca ai Visions of war, gruppo che gira da un po e di cui avevo gia sentito parlare. Fanno crust hc tuppa tuppa con due voci belle incazzate, seguo lo show da lato del palco e non posso fare a meno di muovere la testa.
    Iniziano il concerto con una cassa di lattine di birra in mezzo a loro e finiscono che ne e’ rimasta solo una, di cui mi impossesso al volo.
    Tocca a noi, il posto e’ piccolo e scuro, le 23 sono passate da un pezzo, siamo a rischio sbirri.
    Il locale si svuota, e davanti a noi ci sono tipo 5-6 persone che cmq sembrano apprezzare parecchio.
    Dopo il concerto parlo con loro e mi chiedono quando suoneremo ancora in belgio: gli dico che stiamo pianificando il tour di fine marzo e che ho gia un contatto con un posto di Tournai, al confine con la francia. Il tipo si mette a urlare felice che lui vive a Tournai e mi dice che sicuramente ci sara’ con un bel po di gente. Si scusa per il posto mezzo vuoto e io lo ringrazio per essersi fatto tutta quella strada per vedere noi 4 sfigati.
    Dopo il concerto andiamo a fare una camminata per il paese, e dispiaciuti notiamo che e’ morto, in giro non c’e’ nessuno, e non c’e’ un locale a perto, fatta eccezione per il posto dove abbiamo suonato e un ristorante credo greco, con dentro due coppie di cadaveri. Mi sa che qua dopo mezzanotte scatta il coprifuoco. A dire il vero una cosa aperta la troviamo: un negozio di distributori. Si, proprio cosi, una stanza piena di distributori automatici di qualsiasi cosa, sigarette, perizomi, panini, formaggio, bibite, caffe, e una cifra di altre cose. Spendiamo un po di soldi e torniamo dentro, e trovato l’immancabile calcetto onnipresente in tutte le date di questo tour, iniziamo a fare qualche partitella. Dopo qualche minuto due ragazzi del posto ci sfidano, e Mirko e Sandro li battono nel giro di pochi minuti.
    Quando ormai il locale sta per chiudere, Luke, un punkabbestia del posto, nonche membro della Slam Brigade organizzatore del concerto, ci invita a bere al De oude Keitel, altra venue gestita da loro. Facciamo 2 minuti a piedi e ci troviamo dentro questo piccolo ma molto caldo pub.
    Luke ci offre da bere, giochiamo a calcetto e dopo un po si uniscono a noi anche i Visions of war.
    Io sono stanco e mi butto un quarto d’ora a dormire sul palchettino che ospitava il calcetto.
    Quando mi tiro su, vedo Luke ubriaco marcio che fa il pirla mimando una risata facendo muovere i suoi denti finti su e giu per la bocca. Tempo di abbozzare un sorriso, e la dentiera gli vola via dalla bocca e si perde nel buio del pavimento sporchissimo.
    Momento di gelo, tutti quanti a cercare i denti, lui ci guarda e ci fa: I lost my tief. A fatica tratteniamo sonore risate.
    Dopo un paio di minuti a gattoni per il locale, Luke trova la dentazza e se li schiaffa in bocca cosi, a fuoco, senza neanche una sciaquata, con tutta la merda che c’era per terra.
    Ci guarda e sorride candidamente. Le risate aumentano e sale pure un po di sbocco.
    Si fanno le 4 e mezza, domani abbiamo un sacco di km da fare per tornare a Berlino, Poddu e gia in furgone da un po a dormire al freddo.
    Salutiamo a Luke ci dice di seguire il suo furgone fino a casa sua per la notte.
    Ci guardiamo in faccia un po preoccupati, e’ veramente fuori di cranio sto ragazzo. A un certo punto sbuca da una piazzetta con il suo furgone scassato e tira su 3 visions of war che passeranno la notte da lui insieme a noi.
    Dopo una decina di minuti di guida folle, arriviamo sotto casa sua, una mezza villetta a schiera con affianco una famiglia ormai a letto da un pezzo; e Luke per parcheggiare tira giu un cartello stradale e scende ridendo dal furgone scassato.
    Prendiamo il sacco a pelo ed entriamo.
    La casa e’ sporca, c’e’ merda ovunque, puzza di vomito, quel pazzo mette su vinili su vinili di hardcore vecchia scuola e ci fa vedere la nostra stanza: un buco sporchissimo pieno di ragni al piano di sopra. Mi chiedo come faccia a reggere il peso di sei persone.
    Mi viene in mente quando l’altro ragazzo si era scusato per la sporcizia del posto qualche ora prima..
    Io e Peppe non abbiamo sonno, salutiamo gli altri e torniamo in furgone a prendere la telecamera per fare qualche ripresa a quel posto assurdo. Beviamo ancora due birrette con Luke e uno dei cantanti dei Visions of war, visto che altri due del gruppo sono seduti sul divano a tubare come due 14enni innamorati.
    Il cantante a un certo punto impazzisce e si mette a prendere a scarpate qualche mobile e distrugge un posacenere. Luke gli porta una paletta per pulire e incredibilmente noto che il colore e’ argentato luccicante, probabilmente in tutti quegli anni e’ la prima volta che veniva toccata.
    Facciamo qualche ripresa, e facciamo conoscenza con i tre gattini di Luke, pulitissimi, stonavano in mezzo a tutta quella merda.
    Scopro che Luke ha 41 anni, e nonostante tutto non posso far altro che apprezzare una persona che ha avuto il coraggio di ribellarsi alla monotonia della parte di belgio che abbiamo incontrato oggi.
    Ormai sono quasi le 6 e ce ne andiamo anche noi a dormire, per terra in mezzo ad animali di vario tipo.

    19 dicembre 2005 – Berlin (Germany)

    Abbiamo deciso di passare l’unico day off del tour a Berlino per tre motivi principalmente: Peppe conosce il posto e la gente, la citta’ e’ bellissima e viva, ed e’ piu o meno a meta strada con Wroclaw in Polonia, dove suoneremo domani sera.
    Partiamo molto presto, neanche tre ore di sonno, abbiamo piu di 750 km da percorrere e l’incognita della frontiera olandese da passare, anche se in teoria dovrebbe essere aperta come tutte le altre incontrate finora.
    Ci sveglia il nostro tour manager Awi e usciamo senza salutare, anzi, quasi calpestando gli altri quattro che dormivano per terra in sala vicino all’ingresso.
    Dopo una colazione e un’oretta di guida abbondante attraversiamo la frontiera con l’Olanda e fortunatamente riscontriamo che il solo segno di frontiera che c’e’ e’ un cartello dell’unione europea. Passiamo non lontani da Maastricht e facciamo un’altra sosta, dove calpesto il suolo olandese per la prima volta in vita mia. Compro un pacchetto di cartine e le pago un quarto di quanto le pago in italia, pur essendo in teoria un posto piu caro del nostro.
    Dopo una ventina di km entriamo in suolo tedesco e passiamo per Aachen, prima di attraversare quelle regione ad alta densita’ industriale della germania.
    Il posto non mi piace particolarmente, forse perche mi ricorda i dintorni di Milano.
    Attraversiamo svariate citta in pochi km, Colonia, Leverkusen, Dortmund ecc.
    Per puro culo oggi non nevica, quindi il viaggio scorre liscio, e riusciamo ad arrivare a Berlino piu o meno rilassati.
    Oggi e’ un day off, e mi rendo subito conto che la cosa non mi lascia indifferente, piuttosto mi irrita, in tour i concerti sono benzina per me. Poco male, ne approfittero per riposare, anche se in cuor mio so gia che sara pressoche impossibile.
    In viaggio Poddu si rivela una macchina da guerra, si piazza sui 100-120 e non lo schiodi piu fino alla meta. Un po meno Awi, che si guadagna il suo primo soprannome del tour: Lumachino (a causa di una sbavata sulla maglietta durante un sonno tormentato in una posizione alquanto complicata).
    Al nostro ingresso a Berlino ci dirigiamo direttamente alla pizzeria due forni, a detta di tutti la migliore pizzeria di Berlino, gestita da italiani.
    Li ci aspettano delle amiche di Peppe e un’altra ci raggiugnera piu avanti.
    Finalmente una pizza italiana dopo 4 giorni di robe allucinanti!
    Salutiamo e ringraziamo i ragazzi del posto (a quanto ho capito sono loro che organizzano ogni anno il Punk Italia Festival a Berlino, e l’anno scorso durante la festa della musica a Berlino hanno fatto suonare Punkreas e Pennywise davanti alla loro pizzeria).
    Andiamo poco lontano da li in un locale molto tranquillo e bere qualcosa.
    Arriva un’altra amica polacca di Peppe, Aga, che domani salira nel nostro merda van per raggiungere Wroclaw in polonia, che e’ la sua citta.
    Appena la vede Awi le si attacca e col suo inglese fluente cerca di imbroccarsela.
    Peppe incontra Adonis, un suo vecchio amico greco molto simpatico; Sandro sta male e collassa su un divanetto, io e mirko ci piazziamo al bancone a sparare cagate e a bere qualche cuba libre.
    Ad un orario imprecisato usciamo dal posto e Anne, un’amica di Peppe che parla italiano ci invita a casa sua a bere whisky invecchiato 8 anni. Portiamo Sandro a casa di Asia a collassare e andiamo da Anne. Beviamo sto whisky che in effetti e’ buono davvero e dopo un po di tempo ce ne torniamo a casa.
    Awi in tutto questo tempo non ha fatto respirare Aga!
    Prima di tornare da Asia (che ci ha lasciato le chiavi perche lei domani, o meglio tra un’ora si sveglia per andare al lavoro..) decidiamo di mangiarci l’immancabile kebab berlinese come colazione.
    Con fegato e stomaco ribaltati entriamo in casa, e dopo aver aperto i sacchi a pelo in silenzio, ci appoggiamo per terra per le solite poche ore di sonno.

    20 dicembre 2005 – Wroclaw (Poland)

    Sveglia e due tiri a pallone tra gli sguardi straniti dei berlinesi nella via dove avevamo parcheggiato il furgone.
    In leggero ritardo recuperiamo Aga, e durante il viaggio cerchiamo di contenerci rispetto al solito.
    Ci mettiamo circa 3 ore per uscire da Berlino, il traffico fa paura, ricorda vagamente Milano o Roma. Attraversiamo la germania est fino a Cottbus, al confine con la Polonia.
    Siamo molto incuriositi dalla Polonia, non ci sono mai stato, e non so cosa aspettarmi.
    Al confine ci controllano i documenti, vediamo foto segnaletiche di ragazzi anarchici e ci preoccupiamo pensando ad una perquisa e al tempo che ci faranno perdere.
    La carta d’identita’ di Poddu e’ scaduta, temiamo il peggio, ma lui si salva con il passaporto. Tutto ok e si riparte. Aga sembra un po tesa e non capisco il perche, forse lo sarei anche io con Awi affianco da due giorni che cerca di parlarmi in inglese.
    Appena entrati in terrotorio polacco cerchiamo un cambia valuta e non lo troviamo. Per negligenza nostra prendiamo una stradina secondaria in mezzo al nulla e dopo qualche km di boschi e nulla piu (tranne una macchina degli sbirri), con il buio che incombe, decidiamo di tornare sui nostri passi.
    Al confine cambiamo un po di soldi, facciamo benzina e ci facciamo un giro all’autogrill prima di ripartire per Wroclaw. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia, anche a Wroclaw i concerti iniziano presto.
    Dire che la strada da Cottbus fino a 100 km dentro la polonia faccia cagare e’ un eufemismo.. Sembra di andare su un campo di grano appena arato, e tutto quel su e giu oltre a metterci di cattivo umore ci ribalta lo stomaco piu di quanto non lo fosse gia (se possibile).
    Dopo un centinaio di km entriamo in un’autostrada che ci fa tirare un sospiro di sollievo, e lo fa tirare soprattuto a Fausto, il nostro van.
    Arriviamo a Wroclaw un’ora dopo il dovuto, ma grazie ad Aga eravamo riusciti ad avvisare per tempo gli organizzatori della serata. L’ingresso a Wroclaw mi lascia a bocca aperta, passiamo dal nulla piu assoluto, ad una metropoli trafficata e molto grande. L’impatto e’ buono, non pensiamo alle raccomandazioni di vetri rotti e furti che ci hanno fatto parecchie persone prima di partire.
    Lasciamo il furgone davanti al locale, scarichiamo gli strumenti, montiamo il palco e iniziamo al volo a suonare. Mirko, stupito, trova gia una batteria montata e microfonata girata verso il lato sinistro del palco, di profilo. Chiede il motivo al fonico e la risposta e’: la batteria e’ posizionata cosi perche mi piace cosi. Nema problema, Mirko dedichera’ il concerto a me!
    Il suono fa veramente paura, l’impianto fa paura e anche i fonici non scherzano.
    Siamo tutti esausti ma presi bene, sara’ una costante in questo tour. Attacchiamo il nostro solito set di 45 minuti, alternando 5 canzoni ancora inedite alle vecchie glorie come In silenzio euforico, Nowhere, Nostrils e Anthem for the dog. Il locale piano piano si riempie e non riusciamo a spiegarci come possa essere possibile, visto che sono solo le 8 di sera..
    La gente sembra apprezzare anche se rimane seduta ai tavoli, ma la cosa non ci stupisce, essendo questo un club jazz. Scendiamo dal palco e lasciamo il posto all’altra band della serata, di cui non ricordo il nome. Canta una ragazza, suonano bene, fanno un hardcore che loro definiscono really hc, ma secondo me un po troppo influenzato da storie nu-metal. Cmq suonano bene, e incredibilmente Awi, che odia la musica, muove la testa e applaude alla fine di ogni canzone.
    Aga si sente in debito per il passaggio che le abbiamo dato e vuole darci qualche soldo per contribuire alle spese; noi ci rifiutiamo e lei decide di offrire a tutta la crew un giro di Zubruska, una particolare vodka polacca, contenuta in una bottiglia al cui interno e’ presente un filo d’erba pisciato da un bisonte. Il tutto, mischiato con succo di mela, viene apprezzato da tutti quanti e Aga si dimostra felice di questo.
    Parliamo grossomodo con tutti i presenti nel locale, conosco tre quinti di un gruppo stile fugazi della citta, con batterista donna, il suo ragazzo bassista che si chiama Adam e uno dei chitarristi, anche lui Adam.
    Ci riempiono di complimenti, apprezzano noi e la nostra musica e snobbano il secondo gruppo che nel frattempo ha finito di suonare. Scambiamo i contatti con la promessa di rivederci o in polonia oppure in italia. Chiedo loro un demo ma mi dicono che non lo hanno ancora registrato, ma sul loro sito ci sono degli mp3 anche se really poor quality.
    Mirko prende appuntamento con un tatuatore per farsi un altro piercing dove non batte il sole per le 9 e mezza del mattino successivo. Ancora qualche birra e qualche one shot e quando la situazione si fa piu morta i tre ragazzi degli All my bliss decidono di portarci in un locale frequentato da studenti a ballare e bere ancora. Poddu decide di rimanere al locale e noi 5 sviamo.
    Durante la strada ci conosciamo meglio, e mentre parlo di musica con loro cerco di scusarmi per Mirko che dopo aver raggiunto la sua 4 personalita’ alcolica prende a pugni tutto quello che gli passa davanti: muri, citofoni, cartelloni pubblicitari ecc. Si sfonda la mano, esce un po di sangue, ma i tre polacchi sembrano non essere particolarmente preoccupati dal personaggio.
    Arrivati nel locale prendiamo da bere, e ci troviamo circondati da tutti i presenti, volevano tutti parlare con noi; non riesco a spiegarmi il perche, ma in polonia, o almeno nelle citta che abbiamo visitato in questo tour, c’e’ il mito dell’italiano, sia uomini che donne amano il nostro modo di vivere, e questo non puo che farci piacere. Noto parecchie similitudini tra italiani e polacchi, persino nell’accento usato per parlare in inglese, e’ molto piu facile comprendere come pronuncia le parole un polacco piuttosto che un tedesco.
    Adam 1 degli All my bliss va da Peppe e gli dice che questa e’ la piu bella serata della sua vita, non so come la pensi ora, dopo aver visto Awi ballare con la sua ragazza (la batterista) e baciarla sul collo!
    Peppe va in albergo verso le due, con il mal di schiena.
    A un certo punto crollo esausto su un divanetto e mi addormento.
    Vengo svegliato da un caricone di Mirko, non sento niente, ma a quanto dicono tutti e’ stato abbastanza violento. Il locale chiude, salutiamo tutti e non sapendo andare in albergo, una ragazza si offre di accompagnarci da sola, incredibile, in italia avrebbe avuto paura che gli rubassimo i reni, qua invece tranquillita’ assoluta. Nel tragitto a piedi, io e mirko urliamo, lui tira i soliti pugni a tutto quello che incontra, cadiamo per terra, rotoliamo nelle pozzanghere e altre simpatiche cosette.
    La tipa si avvicina a Sandro e gli confessa che io e Mirko le facciamo un po paura.
    Alle sei di mattina, in un supermercato appena aperto, in polonia, incontriamo Poddu che compra un paio di panini e ci salutiamo calorosamente.
    In albergo, io e mirko ci buttiamo un po per terra, lui rovescia una sedia o un comodino un paio di volte, dopodiche collassiamo sul letto (il primo di tutto questo tour).
    La prima data in polonia e’ andata benissimo, la gente e’ fantastica, e pur essendo in un paese dell’est a piu di mille km dall’italia ci sentiamo a casa.

    21 dicembre 2005 – Cesky tesin (Czech repubblic)

    Qualcuno di noi riesce a farsi una doccia, altri no. Io e Mirko ci svegliamo 5 minuti dopo il tempo utile, scendiamo, e il tipo dell’albergo ci consegna un biglietto scritto dagli altri della crew: Andiamo al Lykend a caricare gli strumenti e arriviamo.
    Ok, usciamo fuori ad aspettare: 2 ore. Senza poterci muovere da li. Facciamo un giro in un baretto li vicino, e nonostante sia mezzogiorno, ci sono gia parecchi clienti ubriachi. Mi faccio un hamburger con gli ultimi 7 soldi che ho (slot o come si chiamano). Ci troviamo fuori senza una lira, senza sigarette, al freddo.
    Decidiamo di osservare la gente che passa, ma abbiamo l’impressione che siano loro ad osservare 2 alieni sporchi di merda seduti al freddo come due barboni che mendicano.
    Il freddo aumenta, e mi sa che mi sale un po di febbre. Cerchiamo di chiamare gli altri ma nessuno dei 4 ha il cellulare raggiungibile. Iniziamo a pensare al peggio quando li vediamo sbucare dal traffico e rendiamo grazie al signore a nostro modo.
    Oggi abbiamo circa 200 km da fare, e’ la tappa piu breve di questo tour massacrante, saliamo sul furgone e partiamo verso sud, verso la repubblica ceca; promettendoci di tornare in questa citta’.
    Il viaggio passa relativamente tranquillo, fino a che non veniamo assaliti dalla fame e ci rendiamo conto di essere su una strada statale a 50 all’ora in un paesaggio allucinante: neanche una macchina, neanche una casa, solo bianco, nevica e sia la terra che il cielo sono bianchi.
    Ad un certo punto, convinti che sia un miraggio, vediamo un parcheggio con un camion in sosta e una baracca con dentro una ragazza che avra’ la mia eta’ che abbrustolisce pezzi di maiale, wurstel e altre simpatiche cosette. Poddu si ferma senza giustamente pensarci su due volte.
    Pisciata in mezzo alla strada e via di corsa sotto la tettoia a cercare di far capire alla ragazza che abbiamo fame (non parlava inglese).
    Prendiamo wurstel e stinchi vari e la tipa ci fa segno di accomodarci all’interno della baracca. Il tetto sembra caderci in testa ma non ci facciamo caso, ci piazziamo intorno al camino in attesa di mangiare.
    Dopo una decina di minuti la ragazza ci porta un foglio di carta con sopra la carne e la salsa.
    Inizio a mangiare, ma pur avendo molta fame, non riesco a deglutire. Mi sento la febbre.
    Finiamo di mangiare, paghiamo (pochissimo) e risaliamo sul furgone.
    Il posto dove si trova lo squat dove dobbiamo tenere il concerto stasera, e’ una citta’ divisa in due dal confine tra rep. ceca e polonia.
    La parte polacca (dove dormiremo) si chiama Cieszyn, quella ceca (dove suoneremo) si chiama Cesky Tesin. La linea che unisce i due checkpoint della citta’ e’ un piccolo fiume di cui non ricordo il nome.
    Per tagliare passiamo il confine a nord di Ostrava, a qualche km da Cesky Tesin, e i due sbirri alla sbarra ci chiedono i documenti e aprono il portellone del furgone per dare un’occhiata.
    Lo spettacolo che gli si presenta davanti e’ squallidissimo (strumenti ovunque, sacchi a pelo sparsi, bottiglie vuote, avanzi di cibo per terra, HELP scritto sul vetro appannato), l’odore e’ nauseante, percui decidono di ridarci senza troppe menate i documenti non prima di aver fatto un commentino su italiani e football (hanno notato il nostro pallone di cuoio size 5).
    Ci aspettano ancora una cinquantina di km in mezzo al nulla, su una stradina buia, piena di neve ghiacciata sul fondo prima di arrivare al liberte.
    Arriviamo a Cesky tesin e chiediamo informazioni, alcuni ci evitano, un ragazzo invece esce dal suo negozio e ci spiega la strada per arrivare in via Strelnicni dove si trova il Liberte.
    Arrivati al numero indicato, ci troviamo di fronte la dogana tra polonia a rep ceca e pensiamo di chiedere agli sbirri dove si trova il posto, ma lasciamo perdere per ovvi motivi.
    Giriamo un po a vuoto fino a quando trovo una piccola scala innevata con scritto il nome del locale.
    Scendiamo e facciamo conoscenza con i tipi del posto: un armadio che parla due parole di inglese ci dice che i ragazzi che hanno organizzato la serata arriveranno a breve con il gruppo spalla per l’impianto voce. Ci offre da bere e dice che quando abbiamo finito possiamo iniziare a montare.
    Il posto e’ carino, ne grande ne piccolo, abbastanza sporco come piace a noi, pieno di scritte sui muri e adesivi, poster di gruppi italiani tipo gli Inerdzia, banchetto con distro di magliette e cd.
    Il posto in passato era un club jazz, poi abbandonato dal proprietario scappato in australia e occupato dagli anarchici del posto. L’altro cameriere e’ un travestito simpatico ma che non capisce una parola in inglese. I ragazzi del posto ci dicono di essere bilingue polacco/ceco, peccato che non capiamo mezza parola in due.
    Ci portano la cena: la solita sbubba vegan, qualcuno storce il naso, io apprezzo, sara’ il solito minestrone di soia, ma a sto giro e’ proprio buono!
    Iniziamo a montare il palco, e Mirko gasato dalla sera prima decide di rimontare la batteria di profilo, questa volta girato verso peppe. Tutti lo guardano come se fosse un alieno.
    Arriva il gruppo spalla (M-16 hc-punk dalla polonia). Guardano straniti la batteria, vanno da Mirko a chiedere il perche della disposizione, e lui gli risponde quello che il fonico del Lykend gli ha risposto la sera prima: la metto cosi perche mi piace.
    Proviamo i suoni, non sono granche, il palco e’ incastrato sotto un portichetto, e il suono non rimbalza bene all’interno del locale, anche a causa del soffitto coperto di tende.
    Spostiamo gli ampli un po in avanti per migliorare leggermente l’acustica e finiamo di fare il soundcheck. Ne approfittiamo per provare delle canzoni nuove che stavamo finendo prima di partire.
    Lasciamo il palco agli M-16, che dopo un breve check partono con il loro hc intenso.
    Il chitarrista ci sa fare, riff con parecchie influenze metal, parecchio palm muting, peccato non si muova molto durante il concerto. Bassista e batterista ci stanno dentro anche se ogni tanto si impappinano. Un plauso per la cantante, voce incazzatissima, teneva il palco benissimo ed era pure simpatica.
    Il loro concerto finisce in un discreto pogo, e ci spostiamo verso il palco per accordarci.
    Penso che probabilmente oggi sara un concerto un po fiacco, un po a causa dell’acustica, un po a causa di malessere fisico che alcuni di noi accusano.
    Il locale intanto si riempie di gente, tra cui qualche skin degni di nota, uno in particolare con baffazzi tipo hulk hoogan che incuteva timore solo a guardarlo.
    Iniziamo a suonare, e dopo un paio di pezzi di riscaldamento si scatena il pogo.
    Hulk si butta in mezzo con la sua bottiglia di birra e continua a urlare cosa incomprensibili in ceco.
    Durante il concerto scoppia una rissa tra alcuni elementi poco raccomandabili, ma io dal palco non mi accorgo di niente.
    La gente sembra davvero presa, noi intanto finiamo i soliti 45 minuti di set e ci togliamo gli strumenti. Iniziano i primi cori (One more!) e i primi applausi ritmati, capiamo che ci chiedono un bis e suoniamo Nowhere per l’occasione. Ancora pogo e ancora gente soddisfatta, il miglior ringraziamento per noi!
    Noi siamo morti, ma la gente non ne ha ancora abbastanza e ci tocca a fare un altro pezzo (piu che volentieri ovviamente..)
    Vendiamo qualche cd, una ragazza ci confessa che prima di questa sera non sapeva che cosa fosse questo fucking emo, ma dopo oggi sa solo che le piace di brutto. Un tavolo di ragazzi ci compra un cd, ci offre da fumare e ci chiede gli autografi di tutti.
    Un’altra ragazza ci chiede una maglietta, e noi siccome abbiamo solo l’ultima rimasta, decidiamo di regalargliela, lei incredula ringrazia.
    Beviamo un po di birra e socializziamo un po con gli ubriaconi del posto, prima di smontare il palco e di ammucchiare tutta la strumentazione in un angolo del palco.
    Con l’organizzatore della serata andiamo in polonia (15 metri dal Liberte) e facciamo guidare lui che e’ straight edge, ci hanno raccontato che in polonia sono inflessibili per quanto riguarda la guida in stato di ubriachezza, tollerano lo 0% di alcol nel sangue, niente di piu!
    Dopo un giro per la parte polacca della citta, arriviamo alla casa dello studente dove passeremo la notte. La neve e’ troppa e dentro di me inizio gia a pensare a che ora partire domani per raggiungere Czestochowa..
    Scendiamo dal furgone con i sacchi a pelo e incrociamo tre ragazze, awi le saluta, e loro si fermano, ci chiedono se possono venire con noi, e rimaniamo a bocca aperta.
    Saliamo nella casa dello studente e ci fanno vedere le nostre stanze, io e Sandro dormiremo nella stanza di Cuba (un simpatico fattone un po pressante) e mko e peppe in quella di due tipe che gli chiedono se a loro va bene unire i letti per dormire insieme 😮
    Saliamo all’ultimo piano dove sta per iniziare la festa nella stanza in cui dormiranno Awi e Poddu.
    Noto subito che il livello alcolico dei polacchi e’ alle stelle, sono uno piu conciato dell’altro, gente rossa in faccia con gli occhi crepati, ma sembrano felici.
    Decido di non bere vodka per stasera perche mi sento veramente male, mi affido alla solita birra.
    Imparo che “zaibiste” vuol dire cool in polacco, e che quando si brinda bisogna dire “nasdrovie” al posto di salute. Mi sposto nella stanza affianco, dove gente sta facendo una jam con due chitarre, un bongo, una chitarra elettrica e un violino. Prendo una chitarra e mi aggiungo.
    Sento musica familiare provenire da un computer, mi avvicino e sento i Pornoriviste. Guardo e vedo che in quel computer ci sono anche Meganoidi, Los fastidios, e altri. Sono proprio fissati con gli italiani! Vado in bagno a pisciare e vedo Awi che asciuga una tipa e lei sembra pure starci, salvo poi rifilargli un due di picche clamoroso. Sandro parla con un po di gente mezzo morto, noto sia la tipa cui abbiamo dato la maglietta, sia la cantante degli m-16, bianchissima in faccia.
    Lei e Sandro sono i due cantanti piu bianchi d’europa in questo momento, senza dubbio.
    Mirko e Peppe sono in fase ermanno, Peppe urla per i corridoi e fa le capriole, Mirko sta dietro a una tipa.
    La cantante piu bianca d’europa se ne va con la testa, si chiude in bagno a delirare e i suoi amici preoccupati cercano il modo di togliere il vetro senza romperlo per tirarla fuori.
    Alcuni ragazzi si scusano con noi perche la situazione a loro modo di vedere e’ un po moscia. Dicono che tanta gente e’ a casa dai parenti per le feste di natale. A noi sembra il delirio.
    Una ragazza va da mirko porgendogli un cuscino chiedendogli di dormirci sopra. La mattina seguente lo avrebbe spedito a sua madre orgogliosa di averci fatto dormire sopra un ragazzo italiano (sporco, ma questo non ha importanza).
    Ad un’orario imprecisato della notte, stanco morto e febbricitante, bevo un te e mi butto nella mia stanza per dormire.
    Apro la porta e vedo il padrone della stanza al buio seduto sul letto con una faccia da serial killer e mi preoccupo un po, ma lui gentilissimo si alza ci spiega dove sono i letti e dov’e’ il bagno e ci augura buona notte.
    Sopra la mia testa c’e’ una maschera del film Scream che mi rassicura.
    Cerco di addormentarmi ma compare Poddu che in preda a deliri paterni ha fatto il giro di tutto lo studentato per vedere se eravamo ancora vivi.
    Anche stanotte un letto, e’ la seconda sera consecutiva, vediamo di non prendere l’abitudine!

    22 dicembre 2005 – Czestochowa (Poland)

    Ci svegliamo cadaveri di mattina presto, dobbiamo ritrovarci in mezzo alle camere dello studentato e partire per czestochowa, i km non sono molti, ma le strade e il clima non lo conosciamo ancora, perdipiu appena mi affaccio alla finestra vedo che qualsiasi cosa e’ coperta da un bel po di centimetri di neve.
    Facciamo colazione al volo, te e caffe pane e marmellata offerta dai ragazzi che ci hanno ospitato.
    Rivediamo le prime facce dei pazzi di ieri sera, in particolare la cantante degli M-16, e’ bianchissima e ha gli occhi crepati dall’alcol, si merita una foto affianco a Sandro, ricordiamo che sono senza dubbio i due cantanti piu bianchi d’europa.
    Prendiamo i nostri sacchi a pelo e li buttiamo sul furgone.
    Dobbiamo andare in repubblica ceca a caricare il furgone on la strumentazione!
    Il ragazzo polacco che e’ con noi ci consiglia di togliere la neve dal tetto del furgone, perche ci spiega che in polonia c’e’ una legge che vieta di andare in giro con la neve sui tetti degli autoveicoli. Sbalorditi togliamo la neve dal tetto di Fausto.
    Passiamo il confine e torniamo al Liberte per la solita travagliata operazione di carico degli strumenti. Ogni volta e’ sempre diverso, alcune volte abbiamo l’impressione di aver dimenticato un bel po di roba, altre volte siamo troppo carichi.
    Carichiamo il furgone e facciamo i 15 m che ci separano dalla Polonia. Altro giro di documenti, ormai li hanno piu loro di noi.
    Ci fermiamo in un fast food polacco, niente a vedere con mac donald o merdate simili. Mangiamo hamburger, hot dog e Poddu prova i pirogi, un piatto tipico polacco niente male.
    Torniamo allo studentato, salutiamo e ringraziamo di cuore i ragazzi per il concerto e per l’ospitalita, e loro ci regalano un vaso di marmellata e un vassosio di dolci da mangiare durante il viaggio.
    Facciamo per tornare sul furgone e quel minchia di Peppe rovescia tutti i dolci per terra sotto gli occhi dei polacchi, non se ne salva uno!
    Caricone di rito e meritatissimo, raccogliamo i dolcetti, li sbattiamo nel bidone e scatta una rissa a palline di neve.
    Ha la peggio Peppe, che in corsa si becca una pallinata in fronte che gli lascia per un attimo un bel segno rosso. Il cecchino e’ Awi, il cane, anzi, i’m sorry, polish people says “cura”.
    Viaggio iniziato in maniera travagliata, ma solo per uscire da Cieszyn, per il resto fila tutto liscio. Diamo un passaggio a Micau, che abita nelle campagne intorno a Katowice, e subito dopo averlo lasciato giu, notiamo in mezzo alla strada un pollo agonizzante caduto dal camion davanti a noi.
    Awi scende e lo sposta a lato della strada, sara il primo caso di influenza aWiaria in italia?
    Giriamo persi nel traffico di Katowice dopo di che inforchiamo la statale per Czestochowa, dove arriviamo in neanche due ore.
    Chiediamo informazioni per trovare l’Elektromadonna squat, e i polacchi si dimostrano ospitali come al solito.
    Entriamo nel cortile dello squat, la neve e’ molto alta e il furgone fa un po di fatica.
    Bussiamo alla porta di ferro e ci viene ad aprire un tipo ubriaco marcio gia alle 6 del pomeriggio. Entriamo e vediamo che non e’ il solo, sono tutti fuori di cranio e belli rovinati in questo posto. Fa un freddo allucinante, e il posto e’ sporchissimo, piu della casa di Luke in Belgio, e la puzza di merda/chiuso/morte e’ bella forte.
    La situazione sembra tesa, ma come ci siamo abituati, appena la serata comincera i nervi si distenderanno..
    Ci offrono una cena vegan niente male, cipolle, sbubbone nel pentolone, soia e molto altro.
    Conosciamo un po di gente e si dimostrano ospitalissimi come uso in questo stato.
    Il posto si riempie di gente, la sala concerti (piccola ma tonica) ci chiama.
    Suoniamo 45 minuti, io dopo l’ultima data in cui ero febbricitante sono preso bene, urlo frasi incomprensibili in faccia a Mirko durante tutto il concerto, Peppe e Sandro li vedo belli stonati, siamo anche un po scordati, ma questa sera l’impatto sembra essere la cosa piu importante. La gente partecipa, il 99% non c’e’ piu col cervello, ed esce fuori un bel concerto.
    Qualcuno poga, qualcuno salta, qualcuno balla, e qualcuno cade sbattendo violentemente la testa per terra ogni due minuti.
    Mi cago in mano quando vedo un tipo rovinatissimo che cadendo per terra tira una cozzata allucinante contro lo stipite della porta e scappa via con la mani in testa. Credo che sia andato a morire lentamente in mezzo alla neve all’esterno dell’Elektromadija. Volevo andare a controllare dopo il concerto ma poi mi sono dimenticato di farlo.
    Degno di nota anche un tipo identico a Lapo Elkann con tanto di felpina rossa, che oltre a saltare e pogare, continuava a franare per terra e sui microfoni, fino a quando in un colpo solo ha tirato giu sia il microfono di sandro che il mio. Risultato: una canzone strumentale (diversa dal solito, ma molto d’impatto, come confermato dal tour manager cane).
    L’unica persona lucida ci fa calorosi complimenti alla fine del concerto (deve essere quello che ha scritto nei commenti di First me then you sul nostro sito..).
    Dopo il concerto smontiamo il palco (?) e schiacciamo tutta la strumentazione in un angolo e andiamo al piano di sotto dove la festa continua.
    Beviamo un po di birra e facciamo conoscenza con i tipi presenti: un tipo che ho avuto l’impressione fosse un attaccabrighe e la sua ragazza (si e’ presentata come Bestia. like a beast!), lo zio (un elemento fuori di melone, ubriaco e fatto perso, che tempo fa aveva vissuto a Cesenatico e l’unica cosa che si ricordava in italiano era: Ti strappo le palle!. il personaggio in questione era un cinquantenne da un mese a Czestochowa dopo una rocambolesca fuga dalla Germania, aveva avuto “problemi” con gli sbirri perche stava cercando di staccare una targa da una macchina.. abbiamo capito che la serata stava finendo quando dopo un tot di ore il tipo e’ franato per terra mentre beveva e altri tipi del posto lo hanno buttato fuori. grande zio!), e altra gente piu o meno distrutta.
    Da segnalare il contagio di Peppe che beve dalla stessa bottiglia dello zio e di un altro tipo con croste ovunque.
    Finita la serata gli altri vanno a letto e io mi fermo a bere un’altra birra con due tipi dello squat. Parliamo un po e il tipo mi regala un suo cd (autografato!), si chiama Adam, e ha fatto sto disco pieno di musica simil dance con influenze troppo trash per essere vere. Mi piacerebbe sapere il polacco per capire il significato dei testi!
    Dopo un po li abbandono e vado a collassare anche io nella nostra freddissima stanza. Gli altri dormono, sandro sembra morto su una poltrona, Poddu e’ comodo sul divano, e gli altri tre sono su un soppalchino belli stretti. Deciso di cagargli il cazzo e mi accomodo anche io rendendo piu stretto il tutto. Peppe dorme con giubbotto e cappellino in testa, auricolari del lettore mp3 sulle tempie e faccia gonfia e grigia. Non ho freddo in questo momento, ma quando respiro mi esce la nuvoletta di vapore dalla bocca e a vedere le facce tremolanti degli altri deve esserci qualche grado sotto zero. Sono troppo cotto per andare in furgone a prendere il sacco a pelo da guerra. Crollo con il solo giubbotto a proteggermi dalla morte.
    Mi sveglio in preda agli spasmi dopo mezz’ora, blu in faccia con le labbra viola. A stento mi faccio dare le chiavi da Poddu e vado in furgone a prendere il sacco a pelo che mi salvera’ la vita anche stanotte. Credo di avere davanti a me un paio d’ore di sonno e 500 km di furgone. See you tomorrow.

    23 dicembre 2005 – Chemnitz (Germany)

    Ci svegliamo presto, con sorpresa constatiamo che tutta la strumentazione e’ rimasta intatta nella sala del concerto, chiusa soltanto con un filo di ferro arrotolato sulla porta.
    Carichiamo al volo, e ce ne andiamo da quel posto congelato, portandocene dietro l’odore di cadavere.
    Il viaggio passa come al solito, con soste per caffe, per lavare i vetri e per mangiare qualcosa.
    Ci fermiamo vicini al confine con l’ex Germania est in un piccolo paese di cui mi sfugge il nome per mangiare qualcosa e per assaporare un ultimo stralcio di Polonia. Siamo dispiaciuti di abbandonarla dopo pochi giorni, ci siamo davvero trovati bene e ci siamo ripromessi di tornarci il prima possibile.
    Passiamo il confine della Germania senza nessun problema, e ci fermiamo subito dopo per cambiare i soldi polacchi in euro. Io e mirko seguendo le indicazioni torniamo indietro in cerca del cambio.
    Senza quasi accorgercene rientriamo a piedi in Polonia e ci dirigiamo verso l’ufficio di cambio. Fa un freddo bastardo, aumentiamo il passo, quando a un certo punto sentiamo uno sbirro di frontiera gridarci qualcosa di incomprensibile. Aspettandoci una raffica di mitra alla schiena, torniamo indietro e lui ci indica un’altra strada recintata in modo da tornare indietro senza entrare in polonia. Che sbatti.
    Il viaggio prosegue spedito, attraversiamo una galleria lunga una decina di km e in poco tempo di troviamo a Chemnitz. Giriamo per le vie semi deserte della citta fino a quando non prendiamo una specie di superstrada in direzione opposta a quella che ci servive. Dopo qualche km facciamo inversione e arriviamo al locale neanche troppo in ritardo rispetto ai nostri standard.
    Facciamo conoscenza con i gestori, gente incredibilmente professionale e alla mano.
    Il posto e’ un piccolo pub sottoterra, senza palco, ma con soltanto un piccolo spazio per chi suona. E’ prevista una serata molto calda, perche grazie alle vacanze natalizie, parecchi ragazzi sono a casa da scuola e la sera escono. Oggi e’ l’ultima data del tour, e’ un po come l’ultimo giorno di scuola, abbiamo voglia di fare casino e di divertirci.
    Montiamo il palco e facciamo i suoni, non si sente perfettamente come a Wroclaw o ad Haldensleben, ma comunque nella media.
    Dopo il check ci offrono una cena vegetariana, molto buona e molto piu completa del solito sbubbone di soia. Da rilevare la presenza dei “funghetti all’ascolana”, pressoche identici alle olive all’ascolana, ma con all’interno un funghetto di quelli sottolio del supermercato.
    Ringraziamo il cuoco e lui in tutta risposta ci dice che possiamo bere gratis tutto quello che vogliamo nella quantita che vogliamo tranne i superalcolici!
    Mettiamo giu il banchetto, e mentre aspettiamo le 23 per iniziare a suonare, diamo un’occhiata al locale. Mi colpisce la stragrande quantita’ di merchandising che i gestori del locale hanno fatto stampare: magliette di vari tipi, tazze, cappellini, scatole di fiammiferi, adesivi e spille, e persino un perizoma!
    Arriva la nostra ora, il locale e’ bello pieno, e la gente sembra bella calda e molto varia, si va dai ragazzini alla gente piu adulta, dal tipo in giacca di pelle agli immancabili punkettoni colorati e fuori di testa.
    Suoniamo i soliti 45 minuti, variando leggermente la scaletta rispetto alle ultime date.
    L’atmosfera e’ caldissima, e il posto piccolo e quasi soffocante ci fanno rendere ancora di piu. A meta’ concerto sandro rompe una corda e chiediamo ad Awi se ci prende una chitarra nel furgone, dopo 3 minuti torna, portandosi dietro l’unica delle due chitarre di scorta rotta che avevamo.
    Il concerto continua con Sandro che suona la chitarra senza il Mi basso, perdendo un po di intensita’, ma la gente sembra non farci caso chiedendoci un bis alla fine del concerto.
    Suoniamo Nowhere, viene particolarmente tirata, e alla fine ci chiedono un altro bis.
    Anche uno dei gestori viene a complimentarsi e chiede di suonare ancora. Rimandiamo Awi nel furgone a prendere l’unica chitarra intera rimasta e suoniamo Do You know (and so).
    La gente e’ rimasta soddisfatta, a noi fa molto piacere e anche il gestore ci dice che se dovessimo ripassare da quelle parti ci fara’ suonare nuovamente.
    Come da tradizione (confermata da gruppi italiani nostri conoscenti passati al Subway to peter) ci offrono il buonissimo liquore all’aglio da loro prodotto.
    Io e Peppe chiediamo il bis, gli altri sono schifati.
    Nel delirio finale post concerto, vedo un energumeno alto due volte me e largo 3 volte me che avvicina Peppe e gli chiede se capisce qualcosa di calcio. Peppe lo indirizza verso me e Awi e ce lo molla li. Il tizio inizia a parlare della sua squadra, il sainkt pauli di Amburgo. Ci chiede per chi tifiamo, gli dico Toro e lui incredibilmente dice di conoscere la squadra e qualche aneddoto, e non e’ cosa da poco, visto la merda in cui siamo finiti negli ultimi 10 anni che finalmente sembra essere finita. Il discorso si sposta su Di canio e sulla politica nel calcio, e alla fine mi regala un po di adesivi con Che Guevara e il logo degli ultras del sainkt pauli.
    A un certo punto arriva un suo amico con la faccia incazzata che mi dice che deve guidare per tornare a casa e che ci sono parecchi km da fare, quindi ci salutiamo ancora e saluti a tutti, compro una maglietta del subway e iniziamo a caricare il furgone con la strumentazione.
    Poddu e’ dentro a riposare da un paio d’ore, perche abbiamo deciso di partire subito dopo il concerto, alle 16.30 dobbiamo essere a milano perche il driver deve prendere il treno per andare a Catania. Siamo tutti stanchi morti e ubriachi, e il viaggio parte in mezzo al bordello piu allucinante. Awi e’ il piu saturo di tutti, e dopo qualche curva gli inizia a venire da vomitare.
    Ci fermiamo piu volte per permettere al tour manager di svuotarsi lo stomaco e di riempire il furgone di odore di aglio vomitato, la cosa piu brutta del mondo. Calze, ciabatte e mutande volano da tutte le parti nel furgone per un po di tempo.
    Gli altri collassano tutti e io rimango con Awi a tenergli i sacchetti pieni di sgravo, fino a quando non sbocco pure io colto da nausa indescrivibile.
    Finita l’emergenza sbocco Awi crolla e io rimango sveglio per un po fino a quando mi spengo ad un orario imprecisato della notte.

    24 dicembre 2005 – Milano (Italia)

    Mi sveglio completamente rincoglionito verso le 9, siamo quasi a Innsbruck in Austria, non capisco come Poddu possa aver guidato per tutti quei km senza uscire di strada.
    A Innsbruck facciamo una breve sosta, mi fumo l’ultima sigaretta in un posto pubblico chiuso, visto che in italia non potro’ piu farlo.
    Ripartiamo, le condizioni meteorologiche sono buone rispetto all’andata, quando qui sulle alpi ci siamo inbattuti in una tempesta di neve che ha cancellato completamente l’autostrada.
    Superiamo la galleria del brennero, e iniziamo la lieve ma lunga discesa sul territorio italiano.
    Ancora un paio di soste e in breve tempo arriviamo a Milano.
    Ci sembra di essere in africa, rispetto al nord e all’est dell’europa qua fa quasi caldo.
    Poddu si autoaccompagna in stazione centrale dove lo aspetta la freccia del sud e altre 15 ore di viaggio. Ci salutiamo e Mirko salta alla guida del mezzo e si autoaccompagna a casa.
    Scarichiamo tutta la sua strumentazione e in condizioni pietose mi metto alla guida e mi autoaccompagno a casa. Arrivo che sto rasentando il coma, scarico tutto e saluto Peppe e Sandro che si autoaccompagneranno a casa.
    Salgo in casa e mi peso: ho perso 5 kg in meno di 10 giorni!
    Come primo vero e proprio tour europeo e’ andata bene, 10 giorni senza scannarci tra noi, 7 concerti (di cui uno saltato per condizioni atmosferiche), 7 stati calpestati, quasi 6000 km di sbattimenti.
    Attualmente siamo al lavoro per organizzare il prossimo tour che nella nostra testa sara’ di un paio di settimane, e tocchera’ molti piu stati di questo appena finito.

    Finito di scrivere martedi 10 gennaio 2006 da Simodium.

    In poche parole:
    16 dicembre @ Schokoladen – Berlin (Germany)
    17 dicembre @ Der club – Haldensleben (Germany)
    18 dicembre @ La folie – Hiest o/d berg (Belgium)
    19 dicembre @ TBA (Germany)
    20 dicembre @ Lykend – Wroclaw (Poland)
    21 dicembre @ Liberte – Cesky tesin (Czech repubblic)
    22 dicembre @ Elektromadija – Czestochowa (Poland)
    23 dicembre @ Subway to peter – Chemnitz (Germany)

    ………………………


    Date 2006:

    12/01 – Milano @ C.S. Leoncavallo
    28/01 – Fidenza (PR) @ Joe’s
    25/02 – Cremona (CR) @ C.S. Dordoni
    01/03 – Frosinone (FR) @ La cantina
    02/03 – Cosenza (CS) @ C.S. Filo Rosso
    03/03 – Puglia TBA
    04/03 – San valentino (PE) @ Sans Papier

    dal 24/03 al 09/04 un altro tour europeo piu lungo del precedente, al piu presto le date!

    Sul nostro sito tra pochi giorni saranno presenti un bel po di foto del tour, magari anche qualche mp3 e qualche video.

    Saluti!

    #11563
    Kurt74
    Amministratore del forum

    A dir la verita non ho letto tutto, ma vi faccio veramente i miei complimenti per essere riusciti in questa impresa.
    Grandi

    #11564
    AndyilMatto
    Partecipante

    Io ho letto tutto….siete grandi…deve essere stata una gran bella esperienza

    #11561
    Anonimo
    Ospite

    Grazie a tutti e due, e’ stata una grandissima esperienza, tra due mesi la ripeteremo 😉

    #11562
    Anonimo
    Ospite

    Siccome e’ molto lungo da qua lo potete scaricare in odf per poterlo leggere off line con l’aggiunta di qualche foto:

    http://www.imodium.it/ImodiumEuroTour2005Report.zip

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