Spiegazione dei 4 referendum

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    Anonimo
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    Attenzione, mancano poche ore al voto. Se almeno un elettore su due non
    andrà a votare i referendum non saranno validi. Fai girare quest’email a
    quante più persone possibile della tua rubrica!


    Indice:


    – I 4 referendum

    – Come, quando e dove si vota

    – Per saperne di più


    I 4 referendum



    L’Associazione Luca Coscioni, che fornisce queste informazioni, è
    promotrice dei referendum e sostiene le ragioni del sì.

    Tuttavia, abbiamo inserito sotto ogni quesito anche un link alle
    spiegazioni di chi si oppone ai referendum e chiede, in modo a nostro
    parere truffaldino, non di votare NO, ma di astenersi, sommando così i
    propri voti a quel 30% che si asterrebbe comunque non perché contrario, ma
    perché disinteressato ai referendum.

    1. [SCHEDA AZZURRA] “LIMITE ALLA RICERCA CLINICA E SPERIMENTALE
    SULL’EMBRIONE”
    Medici e ricercatori ritengono che la ricerca sulle cellule staminali
    rappresenti una speranza di cura per malattie che colpiscono milioni di
    persone, come:
    diabete, infarto, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, alcune forme di
    cancro, lesioni del midollo spinale, ictus, sclerosi laterale amiotrofica,
    Alzheimer.

    Secondo il Rapporto stilato dalla commissione di studio nominata nel 2000
    dal ministro Umberto Veronesi e presieduta dal premio Nobel Renato
    Dulbecco:
    “E’ possibile stimare, sebbene in via del tutto preliminare, che…
    l’utilizzo di cellule staminali di varia origine possa portare a
    sviluppare metodiche cliniche per il trattamento di un numero di pazienti
    che, comprendendo le patologie di origine cardiovascolare, si avvicina ai
    10 milioni di individui”.

    La legge sulla fecondazione assistita vieta l’utilizzo delle cellule
    staminali embrionali. Sebbene sia possibile utilizzare per alcune
    patologie cellule staminali prelevate da tessuti adulti, la stragrande
    maggioranza della comunità scientifica ritiene necessario che la ricerca
    proceda anche sulle cellule staminali embrionali. Al momento, infatti, non
    è possibile stabilire da quale percorso della ricerca potranno giungere i
    risultati più promettenti per la cura delle malattie.

    La ricerca potrebbe essere condotta sugli embrioni prodotti in
    soprannumero dai centri per la fecondazione assistita, e destinati alla
    spazzatura. Prima dell’aprovazione della Legge 40, per avere un bambino
    con la fecondazione in vitro venivano fecondati più ovociti di quelli
    effetivamente impiantati nell’utero della donna. Gli embrioni prodotti in
    soprannumero erano conservati per alcuni anni e poi, se non impiantati
    entro un termine certo, gettati via (secondo alcune stime in Italia
    attualmente sarebbero circa 30 mila).

    La legge vieta anche la clonazione terapeutica. La clonazione terapeutica
    non ha nulla a che vedere con la clonazione riproduttiva. La clonazione
    terapeutica, infatti, si ottiene trasferendo il nucleo di una cellula
    adulta (prelevata dalla pelle) in un cellula uovo da cui è stato sottratto
    il nucleo. Attraverso una stimolazione la cellula uovo comincia a produrre
    cellule staminali embrionali che verranno prelevate ed utilizzate al solo
    fine di studiare possibili cure.
    Il vantaggio di questa tecnica è che consente di utilizzare cellule
    geneticamente identiche a quelle del paziente, eliminando così i rischi di
    rigetto.

    Cellule staminali adulte o embrionali?
    I sostenitori della legge 40 sostengono che la ricerca sulle cellule
    staminali embrionali è inutile perché le cellule staminali prelevate da
    tessuti adulti rappresentano una fonte molto più promettente.
    A riprova di questa tesi, affermano che le uniche terapie già sperimentate
    con successo sull’uomo sono state effettuate con cellule staminali adulte.
    Quello che però non dicono è che mentre le cellule staminali adulte sono
    utilizzate da oltre 40 anni, ad esempio nei trapianti di midollo osseo, il
    primo esperimento con cellule staminali embrionali risale al 1998.
    I sostenitori del referendum per la libertà di ricerca scientifica non
    vogliono imporre alla scienza una strada da seguire, perché non è
    possibile al momento sapere da quali ricerche proverranno le cure del
    futuro. Abbiamo quindi il dovere morale di sostenere tutte le strade
    possibili della ricerca, per raggiungere il prima possibile il risultato.

    Se vince il sì:
    Resterebbe vietata la produzione di embrioni al solo fine di ricerca e la
    clonazione umana riproduttiva.

    Il testo del referendum:
    http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/procreazione_referendum/quesiti1.html

    Per conoscere le ragioni del NO su questo quesito:
    http://www.comitatoscienzaevita.it/referendum_1.php

    2. [SCHEDA ARANCIONE] “NORME SUI LIMITI ALL’ACCESSO”

    La legge 40 vieta il congelamento degli embrioni prodotti con la
    fecondazione assistita.
    Questo divieto mette in pericolo la salute della donna, oltre a diminuire
    fortemente le probabilità di successo della fecondazione assistita.
    Prima di questa legge, per ogni ciclo di stimolazione ormonale (molto
    gravoso per la donna) venivano fecondati più embrioni, e tra questi
    venivano impiantati nell’utero da uno a tre embrioni, a seconda dell’età e
    delle condizioni della donna. Gli altri venivano congelati e utilizzati se
    con il primo tentativo non si aveva successo.
    Con la legge 40, ogni volta che un impianto di embrione fallisce, il
    divieto di congelamento impedisce alla donna di ricorrere a embrioni
    conservati ed è costretta a subire nuovi trattamenti di stimolazione
    ormonale, generalmente defatiganti, dolorosi e pericolosi (sindrome da
    iperstimolazione ovarica).
    Inoltre, poiché i medici sono tenuti a impiantare ogni volta tutti gli
    embrioni contemporaneamente, aumenta la frequenza dei parti trigemellari,
    notoriamente gravidanze molto rischiose sia per la madre, che per il
    feto.

    La legge 40, inoltre, vieta la diagnosi preimpianto e l’accesso alle
    tecniche di procreazione assistita alle coppie portatrici di malattie
    genetiche, ma non sterili.
    Infatti, non sono solo le coppie sterili o infertili a rivolgersi alla
    procreazione assistita. Ci sono anche le coppie portatrici di malattie
    genetiche, per le quali è molto alto il rischio di partorire figli malati.
    Il rischio di trasmissione di malattie genetiche derivante dall’incontro di
    due portatori sani della medesima malattia genetica è del 25%.

    La diagnosi preimpianto consente di individuare gli embrioni privi di
    gravi malattie genetiche e di conseguenza di impiantare nell’utero questi
    e non gli altri. Il divieto della diagnosi preimpianto è tanto più
    assurdo, in quanto la legge sull’aborto consente alla donna di
    interrompere la gravidanza nel caso in cui, a seguito di un’amniocentesi,
    dovesse scoprire che l’embrione è portatore di una malattia genetica. Il
    paradosso è che quello che non viene consentito dopo poche ore di vita
    dell’embrione, è autorizzato dalla legge dopo qualche mese, in uno stadio
    più avanzato della gravidanza.

    Se vince il sì:
    resta vietata la selezione degli embrioni sulla base del colore degli
    occhi o dei capelli (eugenetica). Infatti il referendum non cancella
    questo passaggio della legge 40: “sono, comunque, vietati (…) ogni forma
    di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti”.

    Il testo del referendum:
    http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/procreazione_referendum/quesiti2.html

    Per conoscere le ragioni del NO su questo quesito:
    http://www.comitatoscienzaevita.it/referendum_2.php

    3. [SCHEDA GRIGIA] “NORME SULLE FINALITÀ, SUI DIRITTI DEI SOGGETTI
    COINVOLTI E SUI LIMITI ALL’ACCESSO”

    La legge 40 stabilisce l’equivalenza tra embrione e persona.
    Equiparare i diritti del concepito a quelli di tutti “i soggetti
    coinvolti”, come fa la legge 40, significa dare per acquisito che un
    ovocita fecondato ai primissimi stadi di sviluppo (prima ancora
    dell’impianto nell’utero) è una persona, la cui distruzione equivale alla
    soppressione di una vita umana.
    Questa legge in questo modo si pone in aperto contrasto con la legge
    sull’aborto. Se il concepito ha gli stessi diritti degli altri “soggetti
    coinvolti”, cioè del padre e la madre, è evidente che non è ammissibile
    che la donna possa ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza;

    Se lo scopo della legge era difendere gli embrioni, occorreva proibire
    qualsiasi forma di fecondazione assistita. Limitare a 3 gli embrioni e
    rendere obbligatorio l’impianto significa sacrificarne comunque, nel
    migliore dei casi, 2 su 3. Evidentemente neanche gli estensori della legge
    erano convinti dell’equiparazione tra embrione e persona.

    L’assurdità dell’equiparazione del concepito ad una persona umana è
    evidente se si considera che:

    1) in Italia è ammesso l’uso della spirale, che agisce sulla mucosa
    uterina per renderla inadatta a fare attecchire l’eventuale embrione
    formatosi dopo il 5° giorno di vita;
    2) è ammessa anche la cosiddetta pillola del giorno dopo, che provoca
    l’espulsione dell’embrione ai primissimi stadi di vita.

    Affermare che l’embrione sia una persona significa ridurre la vita umana a
    un processo biochimico, la fusione del dna dello spermatozzo e dell’ovulo.
    Ma la persona è qualcosa di assai più complesso, nella cui formazione
    entrano in gioco molti altri fattori, come anche la Chiesa riconosceva
    fino alla metà dell’800, quando con San Tommaso d’Acquino sosteneva che
    per la nascita di una persona occorreva la presenza dell’anima razionale,
    che non subentrava prima del 40° giorno dopo la fecondazione.

    Per natura, nell’80% dei casi, l’embrione non riesce a sopravvivere, e
    viene espulso con il primo ciclo mestruale. Considerare l’embrione una
    persona significherebbe ritenere che la fecondazione naturale, assai più
    della fecondazione artificiale, provochi una continua strage di
    innocenti.

    Inoltre, entro i primi 14 giorni dopo la fusione del dna materno con
    quello paterno, l’embrione può suddividersi dando vita a due gemelli.
    Ritenere che la fusione del dna dia vita a una persona è un evidente
    controsenso, dato che da quella fusione possono scaturire due individui.

    La Chiesa cattolica è l’unica istituzione religiosa a sostenere che
    l’embrione sia una persona fin dal concepimento. Non la pensano così la
    maggior parte delle altre chiese cristiane (come ad esempio i Valdesi), né
    i musulmani, né gli ebrei, né gli induisti e i buddisti. All’interno del
    mondo cattolico esistono molti pareri discordanti su questo punto, e molti
    teologi e intellettuali cattolici contestano la posizione della Chiesa su
    questo.

    Il testo del referendum:
    http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/procreazione_referendum/quesiti3.html

    Per conoscere le ragioni del NO su questo quesito:
    http://www.comitatoscienzaevita.it/referendum_3.php

    4. [SCHEDA ROSA] “DIVIETO DI FECONDAZIONE ETEROLOGA”

    La fecondazione eterologa è l’unico rimedio possibile in caso di
    infertilità totale. Proibendola, la legge impedisce alle coppie
    completamente sterili di avere figli, ponendo in essere una
    discriminazione inaccettabile. Gli esclusi sarebbero, ad esempio, persone
    che a seguito di interventi chirurgici o trattamenti antitumorali sono
    diventate sterili, così come i portatori di gravi malattie trasmissibili.

    I principali oppositori della fecondazione eterologa sostengono che, se
    vince il SI al referendum, il figlio “in provetta” non avrà un padre. Ma
    non è ammissibile ridurre il concetto di paternità e maternità alla
    genetica, come dimostra il caso dell’adozione, un comportamento tutt’altro
    che condannabile.
    Il concetto di famiglia va rapidamente cambiando nel vissuto comune e,
    accanto al “legame di sangue”, esistono altri legami basati sull’affetto e
    sull’assunzione di responsabilità.
    Secondo la legge italiana lo stato giuridico di padre si acquista con una
    manifestazione di volontà di chi si riconosce come genitore e non è
    necessario dimostrare di essere il genitore biologico. Allo stesso modo la
    fecondazione eterologa, compiuta in piena consapevolezza e con la piena
    assunzione di responsabilità da parte della coppia, può costituire un
    modello genitoriale accettabile.

    Vietarla, significa discriminare sulla base di un problema di salute
    migliaia di persone, ed impedirgli di mettere al mondo dei figli, oppure
    obbligare le coppie che possono permetterselo ad andare all’estero per
    realizzare quello che è vietato in Italia.

    Se vince il referendum:
    continuerà a valere l’articolo di legge secondo il quale “possono accedere
    alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni
    di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile,
    entrambi viventi”. Dunque, se vinceranno i SI, non potranno accedere alla
    fecondazione eterologa le coppie gay, quelle lesbiche, i single, le mamme
    nonne o altro… Ci saranno semplicemente un uomo e una donna che, non
    potendo avere figli con normali rapporti sessuali, si rivolgono alla
    fecondazione assistita di tipo eterologo.

    Quando si vota?

    Domenica 12 giugno 2005, dalle ore 8 alle ore 22 Lunedì 13 giugno 2005,
    dalle ore 7 alle ore 15

    #10399
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Sara ha postato sul sito del mio gruppo questa ottima spiegazione dei 4 referendum, l’ho riportata anche qui per aiutare a capire in questi referendum che sono abbastanza incasinati.

    Io personalmente voter’ SI ai primi tre, e mi asterro’ sul quarto, scheda rosa, che tratta la fecondazione eterologa.

    #10400
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Io ho votato, e Voi ?
    Siete ancora in tempo, oppure almeno dite il perche’ dell’astensione.

    #10401
    Kurt74
    Amministratore del forum

    Niente da fare, c’e’ stata un’affluenza di meno del 30%
    Tutte e quattro gli articoli della legge 40 sono definitivamente approvati.

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