Natura del Nirvana

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    Anonimo
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    Il Buddhismo crede nella rinascita di ogni specie. Se il karma della vita è negativo la vita può continuare nella sofferenza, se invece si ha un karma positivo la vita continua attraverso l’illusione del piacere.
    Secondo il Buddhismo dei Nik?ya la fine delle sofferenze, dei dolori e delle passioni, ivi comprese quelle piacevoli, è raggiungibile solo con il nirvana. Il nirvana è riuscire a liberarsi dei tre difetti fondamentali: la brama, l’odio e l’illusione. nirvana non è il “nulla”, esso non viene mai descritto e chi lo ha realizzato lo indica come un’immensa, inimmaginabile e imperturbabile consapevolezza ed è raggiunto solo dagli arhat.
    Per il Buddhismo Mah?y?na il nirvana delle scuole del Buddhismo dei Nik?ya, e quindi quello degli arhat, è un nirvana inferiore che non corrisponde allo stato di Buddha pienamente illuminato (sanscrito Samyak-sam-buddha). È un nirvana statico (sans. pratisthita nirvana) a cui il Mah?y?na oppone il nirvana non statico (sans. apratishtita nirvana). Coloro che raggiungono il nirvana del Mah?y?na (i Buddha pienamente illuminati e i bodhisattva mah?sattva) non ricadono nelle attività samsariche (sa?s?ra) ma neanche nella staticità del nirvana delle scuole del Buddhismo dei Nik?ya, ovvero rifiutano sia le passioni ma anche l’imperturbabilità del nirvana statico, questo almeno finché ci sono esseri sofferenti da salvare.
    Per le scuole Mah?y?na, Madhyamika e Cittamatra, non vi è peraltro differenza tra sa?s?ra e nirvana e quindi non vi è un luogo al di fuori dell’ordinario in cui realizzare la verità ultima e lo stesso nirvana. Così secondo Nagarjuna: «Non vi è la minima differenza fra sa?s?ra e nirvana, né la minima differenza fra nirvana e sa?s?ra».
    Nel Buddhismo il nirvana è il traguardo ultimo della propria pratica del Dharma. Il nirvana inteso come “cessazione” è esposto, praticato e realizzato dai praticanti del Lignaggio Theravada e tale nirvana viene realizzato tramite la realizzazione della Vacuità del Sé della persona mentre viene ignorata la Vacuità del Sé dei fenomeni; il praticante Therav?da pratica e realizza il Nobile ottuplice sentiero e le Quattro Nobili Verità, della sofferenza, della sua origine, della sua cessazione e del sentiero che porta alla sua cessazione e, realizzando la mancanza del Sé della sua propria persona in uno stato di completo assorbimento in questa realizzazione tramite l’aver completamente padroneggiato la pratica di shamata e vipashyana ottiene il nirvana con rimanenza: per “rimanenza” in questo caso si intende che esiste ancora una rimanenza data dai cinque skanda, aggregati. Con la morte l’Arhat ottiene la Liberazione dai cinque aggregati e dimora in uno stato non macchiato o contaminato da alcuna impurità dovuta al Karma o alle Afflizioni Mentali e la natura di questo nirvana è Pace, come dice il quarto dei Quattro Sigilli del Buddhismo “Il nirvana è Pace”. Il nirvana Mah?y?na è definto nirvana-non-dimorante siccome non dimora né nel sa?s?ra né nel nirvana H?nay?na della pace individuale ma è lo stato completamente risvegliato di un Buddha ed è dotato del trikaya, i Tre Corpi di un Buddha che sono il Dharmakaya, il Sambhogakaya e il Nirmanakaya. Il nirvana Mah?y?na viene realizzato attraversando i Cinque Sentieri e i Dieci Bhumi, Terreni, dei Bodhisattva, meditando ripetutamente la duplice Vacuità del Sé della Persona, Pudgalanairatmya e del Sé dei Fenomeni, Dharmanairatmya e impegnandosi strenuamente nella Pratica delle due Bodhicitta, quella dell’aspirazione e quella dell’Applicazione che sono la Bodhicitta Relativa e la Bodhicitta Ultima che è precisamente la meditazione sulla duplice Vacuità. Tutti gli esseri senzienti (per senzienti si intende aventi una mente) rinascono continuamente nei vari reami del sa?s?ra e, benché la Natura di Buddha sia a loro inerente, non realizzano il nirvana non-dimorante poiché non detengono la capacità e la possibilità di meditare. In questo modo, sebbene abbiano la potenzialità per realizzare il nirvana non lo fanno e continuano indefinitamente a rinascere nella sofferenza del sa?s?ra.
    Il nirvana Mah?y?na non è una cosa imprecisa o una semplice pace libera da inquietudini ma è lo stato dotato delle Saggezze Ultime e dotato dei Kaya che possono essere suddivisi in differenti modi come in due, Dharmakaya e Rupakaya, tre, Dharmakaya, Sambhogakaya e Nirmanakaya quattro con lo Svabavikakaya etc. È la consapevolezza originaria di una mente primordialmente non-oscurata che dimora della natura ultima, l’elemento fondamentale, la Dharmata. Quando si parla di identità tra sa?s?ra e nirvana si intende, tra tante altre cose, che il sa?s?ra non ha altro luogo dove dimorare che non sia la mente che in essenza è la natura ultima di tutti i fenomeni, il Dharmadhatu e il nirvana non può essere trovato indipendentemente dal sa?s?ra poiché è basandosi sulla Verità Convenzionale che si può realizzare la Verità Ultima, come ha detto Nagarjuna: “Senza basarsi sulla Verità Convenzionale la Verità Ultima non può essere realizzata e senza realizzare la Verità Ultima il nirvana non può essere raggiunto”. Da qua sa?s?ra e nirvana sono inscindibili, se c’è la saggezza di un Arya si ha il nirvana altrimenti si ha solo il sa?s?ra.

    #33878
    mollylips83
    Partecipante

    il nirvana è il massimo raggiungimento della felicità,per questo kurt lo scelse come nome per la sua band…perchè la musica può riuscire a ottenere una parziale felicità..

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