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11 Giugno 2006 alle 6:27 #1747AnonimoOspite
Da “La repubblica” di venerdi 2 giugno.
In dieci anni il costo dei biglietti per i concerti è triplicato. Costavano 30000 lire al massimo, oggi la media è di 50 euro a concerto: è davvero solo colpa dell’euro? Provare a capire dovrebbe essere sempre lecito anche se tra chi organizza c’è chi è convinto che l’emozione non abbia prezzo, che un sorriso stampato sul volto dopo un concerto di Springsteen valga molto di più. Il signor Michele Rapino, che degli organizzatori è l’archeotipo è convinto che ai musicisti si potrebbe consegnare anche il 100% dell’incasso e che un produttore di eventi live dovrebbe cercarsi altrove il suo guadagno: affitto di stadi e palasport, parcheggio, merchandising, ristorazione. Bizzarro? Da noi, forse, dove i produttori di concerti non possiedono stadi e palasport, ma con una sua logica in america se è vero che i promoter USA presenti lo scorso febbraio a LAS VEGAS per il convegno dell’industria mondiale dei concerti hanno applaudito molto e sorriso alle parole di Rapino. I biglietti per l’unica data italiana di Madonna oscillano tra i 54 e i 130 euro, è uno show di grande produzione venduto a quadi un milione e mezzo di euro. Il management di Madonne pretende anche il 93 % sull’incasso. Lo stesso accadrebbe se sul palco ci fossero gli U2 e i Rolling stones.Fatte le debite proporzioni il discorso varrebbe anche per i Pearl Jam (biglietti a 50 euro di media, garantito di 300 mila euro) per i Depeche mode (43 euro di media, 450 mila euro di garantito), per Dylan (45 euro e un cachet di 150 mila euro), per i Jethro Tull (biglietti a 50 euro e chachet da 35 mila euro). Spesso per garantire agli artisti cachet alti e percentuali sull’incasso gli organizzatori gonfiano le spese e puntano sulla prevendita. Anche se la parte del leone sono gli organizzatori nazionali che si sono accordati con TicketOne per il monopolio della prevendita on line e per la prima settimana di distribuzione nelle rivendite fisiche. Su quell’accordo ci fu una rottura in ASsomusica. Ma tutto rientrò e oggi quei promoter nazionali sono azionisti di minoranza di TicketOne.
dice Claudio Trotta, da 30 anni alla guida di Barley Arts. . Questa è la “torta” del biglietto:
IL 10 % DEL COSTO E’ PER L’AFFITTO DI STADI O ALTRO
IL 35-40 % VA ALL’ARTISTA E MUSICISTI
IL 10 % PER PAGARE L’IVA
IL 22% PER LE SPESE DI PRODUZIONE E PROMOZIONE
L’8 % PER LA SIAE
IL 5-15 % PER IL PRODUTTORE
19 Giugno 2006 alle 14:32 #13721Kurt74Amministratore del forumBello quest’articolo, mi ero sempre chiesto a chi andavano a finire tutti quei soldi.
Comunque l’euro sicuramente e’ il responsabile del passaggio dalle 30.000 lire ai 30 euro. O meglio sono responsabili tutti coloro che approfittano del cambio lira euro.21 Giugno 2006 alle 11:46 #13722Little_StevenPartecipanteKurt74 – 19/6/2006 4:32 PM
O meglio sono responsabili tutti coloro che approfittano del cambio lira euro.Cioè quasi tutti. Tutto è raddoppiato, dal gelato agli appartamenti. Se non sbaglio i prezzi degli strumenti musicali non sono variati…
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